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Condizionamento e giocattoli

(racconto biografia, breve - per tutti)
Tempo di lettura: meno di 5 minuti
34 visite dal 07/05/2022, l'ultima: 3 mesi fa.
4 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
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Descrizione: da definire...

Incipit: Voglio portare la mia testimonianza diretta sull'argomento che ho introdotto perché ancora oggi mi è caro. Nel '73 ho aperto insieme a mia moglie il nostro primo negozio di giocattoli. Avevamo molto entusiasmo e pensavamo di cambiare la società. Naturalmente oggi che sono in pensione non posso far altro che riderci su (amaramente).


Condizionamento e giocattoli
file: opera.txt
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Recensioni: 4 di visitatori, 7 totali.
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recensore:

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Recensione o commento # 1, data 18:38:32, 07/05/2022
È apprezzabile quello che avete fatto e provato a fare tu e tua moglie, a prescindere da come è andata o in qualche misura avessi già compreso poi in prospettiva lo sviluppo della stessa, è comunque degno di lode, avendo provato ad associare un vostro indispensabile guadagno ad un corretto sistema educativo che tenesse conto della formazione dei bambini stessi. Come dicevo sotto l'altro tuo testo l'unica scelta rimasta tanto alla tua come alla mia generazione in questa società per farne comunque parte, dialogare con essa, ma al contempo non esserne inglobati sotto ogni logica di pensiero e quindi condizionamento indotto da parte della stessa, è l'essere una sorta di ibridi tra le due cose, avere e conservare quindi (come tu hai fatto e detto in questo testo) una propria libertà di scelta derivata dalla conoscenza delle implicazioni del sistema di condizionamento stesso, ma al contempo esserne e farne parte attiva (ma limitata a nostre precise scelte) per poterci poi vivere, lavorare, avere comunque un rapporto di società con essa, rinunciando per questo però (quindi già in partenza), o meglio più che rinunciare direi di comprendere perfettamente che non saremo certo poi noi ad influenzare un vero cambiamento effettivo all'interno della stessa. Mia figlia ha quattro anni, è bilingue, in casa abbiamo scelto di non avere televisioni, quando si mangia, nessuno di noi adulti a tavola usa cellulari e questo vale anche fuori nei ristoranti ecc. Mia figlia adesso quando andiamo al ristorante, si siede, mangia, parla e si diverte esattamente come un adulto senza bisogno di distrazioni per stare "buona" semplicemente è coinvolta dalla situazione stessa. A casa naturalmente possediamo anche noi un pc portatile, se vuole guardare un film/cartone (non più di 2 al giorno) lo può vedere tranquillamente, ma questa è comunque una sua scelta che compie consapevolmente, non viene semplicemente messa davanti ad uno schermo per ore subendo passivamente cartoni a ruota continua. Oppure a casa abbiamo deciso di avere pochi mobili e molti spazi aperti/vuoti proprio perché abbia spazio per giocare, per muoversi liberamente senza essere o sentirsi troppo limitata ecc. Piccoli accorgimenti in fondo, ma che vedo portare frutto a loro modo.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ donatore 2023 (3 dal 2021)

risposta dell'autore, data 19:30:56, 07/05/2022
… tutto bene finché non sarà costretta ad integrarsi nella società scolastica dove la tua cultura si confronterà con quella esterna. Sarà integrata o disadattata? Naturalmente la mia è provocazione. Grazie per il tuo puntuale e assennato commento.



recensore:

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Recensione o commento # 2, data 20:32:15, 07/05/2022
Certo, chiaramente poi starà a lei comprendere o capire quelle che sono state anche le determinate scelte che abbiamo consapevolmente scelto per la sua crescita almeno in ambito familiare. Ogni scelta porta con se pro e contro quando viene fatta, ma se i pro al presente della scelta stessa superano di gran lunga i contro, secondo me vale la pena attuarla. Poi nessuno può prevedere ogni svolgimento nel tempo delle stesse. Ho fiducia in mia figlia, mi sembra avere anche nella sua fragilità molta più forza e adattamento di quello che avevo io alla sua, io ero molto più "chiuso" e riflessivo, lei invece molto più sociale, ma al contempo molto curiosa di comprendere il mondo e se stessa, tanto quanto lo ero io. Credo che dipenda tutto poi da lei e da come e in che misura poi subirà o come spero assorbirà e si relazionerà a suo modo verso il giudizio o commento altrui. Hai scritto davvero un bel testo Giancarlo, è relativamente importante a come poi ci si confronta con se stessi a riguardo di questo tema che confluisce poi in altrettanti di maggior influenza sulla vita di ognuno che concordo essere comunque basilare, almeno per poter provare di avere una società non diversa forse, ma un filo più consapevole di se stessa quantomeno.



recensore:

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Recensione o commento # 3, data 10:23:16, 11/05/2022
Avete fatto una scelta commercialmente difficile, proprio per quella moda di cui parli: la scelta dei giocattoli è "imposta" dalla pubblicità, dunque dalla necessità di fare profitto. Se si vendono le Barbie e i Lego è perché si "devono" vendere quelle e le scelte alternative risultano fuori mercato. C'è il problema di sentirsi costantemente disadattato, lo capisco bene, ne ho "sofferto" per anni e non credo d'aver completamente risolto. A un certo punto della mia vita scelsi il lavoro autonomo lasciando quello dipendente proprio per i motivi che scrivi tu. Pero' senza un ragionevole compromesso con la società si sbatte sempre contro lo stesso muro.

Lo sviluppo del bambino è condizionato dai suoi giocattoli? Sicuramente si e, come ben scrivi, la responsabilità della scelta è dei genitori. Il problema pero' è principalmente questa scelta.

I genitori scelgono seguendo la moda.
I genitori comprano certi giocattoli anche in base alle loro idee personali e attraverso le loro idee educheranno i bambini alla loro maniera. Pensiamo a quanti bambini viene data in mano la pistola ad aria compressa.
I regali di compleanno fatti da terze persone rispecchiano più spesso i gusti di chi fa il regalo piuttosto che quelli del bambino.
Io credo dunque che, siccome il condizionamento del bambino è inevitabile, sarebbe meglio intervenire sulla sua coscienza attraverso l'istruzione; intesa sia come cultura generale che come istituzione.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
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risposta dell'autore, data 14:10:26, 11/05/2022
Sono molto contento di quello che hai scritto perché condividi in maniera puntuale le mie convinzioni. Questo testo è il terzo della serie "Condizionamento". L'ho lasciato per ultimo proprio per far notare come gli adulti sono vittime e contemporaneamente artefici del prolungare nella società il conformismo senza qualsiasi ritegno. Un cerchio che è difficile spezzare anche nel punto più fragile quello dell'educazione infantile (non certo solamente giocattoli, ma scuola soprattutto).



recensore:

Recensione o commento # 4, data 11:03:55, 11/05/2022
Wow! Avevi un negozio di giocattoli? Ma che cosa fighissima! Meraviglioso!
Non posso parlare di come educare i figli per la mia età, la mia immaturità e perchè ovviamente non ne ho. Posso portare ad esempio come sono stata educata io e come a loro volta sono stati educati i miei genitori.
I miei nonni hanno scelto di educare i miei genitori in modo decisamente libero, senza seguire mode o stereotipi: infatti mia mamma era in fissa con robot e soldatini e mio padre aveva una collezione di Barbie assurda che esiste tutt'ora, anche se le mie sorelle hanno acconciato in modi decisamente discutibili i capelli di quelle sventurate.
Cresciuti così, i miei genitori hanno fatto altrettanto con le loro figlie.
Personalmente le Barbie non le ho mai considerate ma ero immersa nelle macchinine: la mia famiglia ha una tradizione in campo automobilistico e avrò per sempre le auto nel sangue (ma solo io e la più grande delle mie sorelle abbiamo sviluppato questo amore).
I miei non hanno mai posto strane condizioni per tv o videogiochi… fatto sta che comunque io la TV non l'ho praticamente mai vista e me la faccio da sola, scegliendo cosa scaricare tra le tante cose che in Italia non arrivano e cosa seguire dai vari servizi di streaming… per non parlare di YouTube, che di roba interessante ne ha a tonnellate.
Non penso di essere eccezionalmente intelligente; ma devi avere un QI inferiore ad un gerbillo per guardare la TV italiana, che ha solo orrendi show trash che vengono trasmessi da ancor prima che io nascessi!
A mio padre sono sempre piaciuti manga ed anime ed a mia madre leggere libri ma nessuna di queste cose mi è stata imposta: io faccio overdose di manga ed anime e leggo anche parecchi libri; però ho sviluppato gusti e preferenze del tutto diversi dai miei genitori.
Tutto questo per dire cosa? Boh… per dire che è difficile educare i figli senza condizionarli (magari dopo che tu stessa/o hai subito un condizionamento) ed i miei ci sono riusciti ma, molto probabilmente, per pura fortuna o semplicemente perchè a loro volta non erano stati condizionati dai loro genitori o dalle mode. Quindi il merito va tutto ai miei nonni.
Comunque mi spiace che il tuo negozio non avesse il Lego: quando ero piccola io ed un compagno delle elementari abbiamo costruito di ogni!



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ donatore 2023 (3 dal 2021)

risposta dell'autore, data 14:00:50, 11/05/2022
Assolutamente nulla di contrario sul Lego tranne l'aspetto commerciale per la grande diffusione che lo rende il Re delle costruzioni a discapito della differenziazione delle proposte di gioco. Io preferivo di gran lunga proporre il meccano dove invece che risolvere tutto in un clic dell'incastro occorre imparare un iter di lavoro molto più complesso e formativo: selezionare i pezzi diversi necessari, procedere per gradi nel progetto, e soprattutto unire due pezzi con viti e bulloni ( motricità fine nell'avvitamento).
Tutta un'altra cosa. Ma se in negozio avevi Lego la gente sceglieva quello perché "i bambini non hanno pazienza!" oppure " gioca già col Lego quindi regalo il lego così non sbaglio" Risultato: quel bambino giocherà sempre e solo col lego. Ci sarebbe tanto da dire sul modo in cui chi regala giocattoli pensa a tutto tranne che alla formazione dei bambini.





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