Descrizione: Racconto distopico sul futuro dell'uso dell'Intelligenza artificiale. Il vero pericolo non viene dal loro uso nelle Arti, ma nel campo della Giustizia.
incipit: «Questo testo è stato scritto da un'Intelligenza Artificiale!»
(racconto narrativa, breve)
di
Roby87
Descrizione: Racconto, sguardi, vita, amore, libertà, arte.
incipit: Due amici di ritrovano ai piedi della riva, dopo una passeggiata sul lungomare, fermatisi per una breve sosta, il tramonto cominciava ad affacciarsi sull'orizzonte, con qualche gabbiano intento a dipingere graffi efferati in mezzo al cielo.
Descrizione: Essendo pure io un artista amo le mostre d'arte.
incipit: L'arte ci fa vivere e sognare.
Descrizione: Un flusso di coscienza che mischia interiorità ed esteriorità. Un racconto intimo e introspettivo basato sull'arte, sulle emozioni e sui contrasti, quelli tra presente e passato, tra bello e mediocre e soprattutto, tra vivere e sopravvivere.
incipit: Valerio è un impiegato di cinquant'anni e vive una vita monotona tra lavoro, televisione e solitudine. Ciò che sembra delinearsi è la descrizione di un uomo mediocre, tutt'altro che interessante. Tuttavia, un'esperienza in particolare, molto simile all'epifania di James Joyce, apre un caleidoscopio di ricordi sparsi, frammenti di vita, esperienze. Questo dà una nuova luce alla vita di Valerio, evidenziando la sua vera natura passata e presente.
Descrizione: Vignetta sulla famosa banana di Catellan.
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Descrizione: Vedere l'opera finita e un piacere immenso.
incipit: Molte volte mi sono chiesto io stesso come mai Dio mi diede questo dono.
Descrizione: Breve pensiero sul valore immortale dell'arte, superiore a ogni potere terreno.
incipit: Aver studiato in Italia mi ha concesso l'incredibile opportunità di essere esposta a un modo di concepire l'umanità in un modo diverso da quello che avrei potuto apprendere in Nigeria, ma anche in un Paese anglofono.
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Descrizione: Spesso l'arte è frutto di ciò che più ci manca. Spesso l'artista crea per trovare in sé ciò a cui aspira.
incipit: Se Tu Fossi FeliceSe tu fossi felice, la tua arte starebbe, ferma sul comodino, o a prender polvere sul fondo d'un ripiano nel mobile di un'umida soffitta.
Descrizione: descrizione da definire...
incipit: BjbjUUDEIRDRE.Il sangue colava lentamente dalle lettere e dalle cifre bianche. Macchie dello stesso colore cupo spiccavano sul gancio centrale, sul respingente sinistro, sui cavi dell'alimentazione e dei freni che pendevano inerti. Poco lontano, davanti al fabbricato della stazione chiusa da anni, un infermiere del pronto soccorso cercava di calmare il macchinista, ancora in preda allo shock. L'altro infermiere camminava lungo le rotaie, i guanti di lattice usa e getta imbrattati ed un sacco bianco in una mano, pallido in volto nonostante l'abitudine. Centrato in pieno, eh? L'agente della Polfer, alto e allampanato, gli si avvicinò con in mano un bloc-notes. Ho raccolto alcune deposizioni, ma non c'è molto da dire. Sembrerebbe che fosse immobile, in mezzo alle rotaie. Il macchinista se lo è visto davanti e ha azionato la rapida, ma era troppo tardi. Stava accelerando, come sempre dopo essere uscito dalla galleria là in fondo ed aver oltrepassato il ponte. Il segnale di protezione gli aveva dato via libera. L'agente allargò le braccia. Il vice questore fece un segno d'assenso con la testa. La giornata era grigia e umida, ma non fredda. Lui si strinse nella giacca di velluto lo stesso, reprimendo un brivido. Si rivolse all'agente: Se hanno finito di raccogliere i pezzi chiama la stazione di Callisalta e dì che facciano venire qualcuno per portare via il treno. Gli metteremo i sigilli e lasceremo andare i passeggeri quando arriveranno là. L'agente se ne andò, lasciando il vice questore da solo vicino al respingente chiazzato. Un suicidio? Al momento, aveva tutta l'aria di esserlo. Il mattino esalava il suo umido respiro, lasciando che l'anima delle montagne si sollevasse dai boschi e dalle cime in lembi di nuvole candide. Brian a volte si alzava presto solo per godersi quello spettacolo, come quel giorno. Seduto sulla collinetta che nascondeva la sua nuova casa rispetto al dirupo scosceso che portava al lago, guardava i monti di fronte a lui nel silenzio che seguiva all'alba. Nella sua mente, l'aria frizzante si unì al verde cupo degli abeti in lontananza ed insieme lo trasportarono ancora in quell'Irlanda da cui era arrivato sette mesi e ventitré giorni prima. La nostalgia si stava affievolendo, però. Quello che cercava, ammesso che riuscisse mai a dargli un nome, non si trovava sulle sponde di Erin. Forse non si trovava nemmeno lì dove si trovava ora, ma per il momento la cosa non aveva importanza alcuna. Si alzò spazzolandosi con una mano i jeans stinti e ritornò verso casa. Appena dietro la collinetta aveva ritagliato una decina di metri quadrati di orto, che si mise ad ispezionare con cura ripulendolo dalle erbacce. Poco più avanti, silenzioso e stinto da anni di abbandono che la recente presenza di Brian non aveva ancora del tutto mitigato, un casello ferroviario faceva buona guardia all'unico binario della linea che risaliva la valle fino a Calisalta. L'uomo cedette ancora una volta all'istinto che lo aveva portato ad accettare quella sistemazione da moderno eremita…
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