Descrizione: Ancora la montagna. La montagna e l'ossessione.
incipit: OROS E THANATOS. Le mani cozzano l'una contro l'altra, i palmi aperti che si scontrano con uno schiocco ed una nuvola di magnesio. Si sfregano, una, due, tre volte, impastandosi di quella polvere bianca che andrà a depositarsi in ogni solco, ogni crepa, ogni cicatrice. Poi si lasciano e ricadono, inerti, appena contratte. Appendici troppo pallide di braccia bruciate dal sole spietato delle cime. Le dita sono lunghe, inaspettatamente armoniose. Falangi affusolate, ruvide come corde di canapa.
Descrizione: Da dove vengono le idee? Non sempre può fare piacere saperlo.
incipit: La Bottega delle Idee.Il posacenere di cristallo compì una parabola perfetta e andò a schiantarsi contro la parete bianca del soggiorno. Centrò, con perfezione non voluta, lo spazio libero tra la riproduzione del volto ripetuto di Marilyn Monroe e una gigantografia di Manhattan in bianco e nero. Schegge trasparenti volarono tutt'intorno spargendosi sulla moquette bruna. Una crepa sporca di cenere si aprì quasi immediatamente sulla vernice del muro. Mentre la osservava, furente, gli venne da.
incipit: L'INCANTATORE DI PIETRE.I due messaggeri pagaiavano lentamente, con un ritmo che tradiva la stanchezza dei loro muscoli. Tutto intorno, l'umida calma dell'arcipelago Onsh-Ture si stendeva tra l'acqua e il cielo, come il sudore che bagnava le fronti e le braccia scoperte, arrossate dal sole. Erano un uomo e una donna, entrambi robusti e con i tratti affilati della gente degli Altopiani. Erano in viaggio da più di due anni e avevano perso il conto delle volte in cui erano stati a un passo dal loro.
Descrizione: Rivisitazione di un passo famoso della Genesi.
incipit: Dio, nella sua infinita saggezza, non ci dotò di forza congenita, né di intelletto naturalmente eccezionale. Sapeva infatti che se un privilegio non lo si guadagna col sudore, allora non si può apprezzarlo.
Descrizione: Un essere misterioso fugge inseguito dalle forze del pianeta Kalimaher, ma nessuno sembra in grado di fermarlo. Toccherà a Cristam vedersela con lui, in questo terzo episodio della saga "Eniss".
incipit: Gli artigli, premuti nervosamente sul legno del vecchio tavolo, scavarono dei solchi profondi, liberando sciami di schegge leggere che volarono in giro. - Sono stanca di aspettare - disse la Eniss dalla pelliccia bruna, annoiata, seduta su una panca lercia e umida. - Dobbiamo attendere gli ordini, sii paziente - rispose quell'altra, dal manto più chiaro, in piedi, appoggiata a una parete, mentre scrutava il bosco da una finestra. - Orson sarà qui a momenti con i nuovi telerilevamenti.
Descrizione: Un giovin signore, ultimo discendente di una buona famiglia, coltiva una insana passione per i giochi di prestigio. La parola magica di un prestigiatore catturata dal rampollo con un registratore avrà imprevedibili e tragiche conseguenze.
incipit: Il colore comincia a gonfiare le tende all'alba come la pancia di una donna gravida e la luce graffia l'intonaco. La polvere ricomincia a vorticare nei suoi infiniti mulinelli insieme ai dubbi macinati dalla mente del creatore dell'Universo. Si palesa subito il segno della sua sconfitta, il sigillo della disfatta: uno spaventoso grido muto, strozzato nella gola dai peli di animale.
incipit: Siam fatti della materia di cui son fatti i sogni. Lo scenario su cui è proiettato l'universo infinito, le galassie, i sistemi solari è solo una scenografia tridimensionale dotata di massa e consistenza. Poi il pensiero stringe sulla nostra galassia, una fra tante, poi su un puntino, uno a caso, un sole con dei granelli di polvere che gli ruotano attorno.
Descrizione: Fabio Fernandelli è un cornarolo milanese, stufo marcio del suo lavoro, impegnato nell'ultimo pedinamento della sua carriera. Ma sarà poi davvero l'ultimo?
incipit: "Era la primavera del 1894. Tutta Londra e tutti gli ambienti più alla moda erano rimasti colpiti e sconvolti dall'assassinio dell'onorevole… ". L'investigatore privato Fabio Fernandelli chiuse il libro che aveva appena iniziato a leggere e quello, per ripicca, gli sbuffò in faccia una nuvola di polvere che lo fece starnutire una, due, tre volte.
Descrizione: Il linguaggio parlato, Cecilia, ceramica.
incipit: Mi chiamo Cecilia Morandi, frequento la seconda media, a casa ho due gatti, adoro Harry Potter e da più di un anno ho deciso di abbandonare il linguaggio parlato.
Descrizione: Una nuova fiaba avvincente. Un Re, un ragazzo e un mago vivono in un villaggio pieno di creature magiche. Ma la pace viene interrotta dall'arrivo di una strega. I tre dovranno far fronte a questa minaccia mentre verità celate del passato emergono.
incipit: C'era una volta un piccolo villaggio, popolato da ogni genere di creatura magica, come fate e orchi. In cima a questo villaggio vi era un castello, dove abitavano il Re del villaggio e il suo piccolo figlio. Nessuno conosceva o aveva mai visto chi fosse la madre del ragazzo. Il Re, come suo consigliere e suo grande e unico amico, aveva un vecchio mago. Tutti nel villaggio vivevano felici e contenti, ognuno faceva il suo lavoro e nessuno si lamentava mai di nulla. A volte il ragazzo chiedeva…
Descrizione: La tomba protagonista di questa poesia è il testamento della morte di una ragazza, seppellita sotto terra, senza più luce né calore. Si odono solo dolci note di una lira. La parte finale è ripresa dall'epitaffio delle antiche tombe greche.
incipit: LEGGIADRA Leggiadra lira, una melodia muta intoni coi tuoi sistri d'argento, e una fredda nota trapassa…
incipit: C'era davvero una gran polvere, per non parlare poi del rumore, Teresa doveva gridare per richiamare l'attenzione: aveva portato da bere e tutti le furono grati, la polvere scendeva e seccava la gola.
incipit: - E adesso comprendo cosa vuol dire essere stanco di lavorare, ha detto il ragazzo assunto appena da qualche giorno. - A proposito, ha aggiunto, quando è il giorno di paga? E le ferie, quando è che andiamo in ferie? Noi vecchi ci siamo messi a ridere.
Descrizione: Anche se il mondo è invaso dalle polveri sottili di mandragora, e le reazioni dei suoi abitanti diventano ogni giorno sempre più strane c'è, forse, una via d'uscita.
incipit: Polveri sottili di mandragora Tanti anni fa, nella città di Milano, accade un fatto molto particolare. Una famiglia composta di padre, madre e due figlioli dopo aver mangiato una confezione di spinaci, durante la fase della digestione, cominciò a non sentirsi bene. Il padre cominciò a barcollare silenzioso, la madre, sempre integerrima ed esemplare nei comportamenti, prese a male parole tutti i vicini di casa, mentre i due figlioli stralunati.
Descrizione: La storia di una ambiziosa reporter che si ritrova, d'improvviso, a fare i conti con la propria coscienza sociale ed il proprio ruolo di madre.
incipit: L'aereo sta per toccare terra e dal finestrino guardo la città avvolta nella notte, rischiarata dai riflessi blu dei minareti illuminati. Un brivido inaspettato mi scorre lungo la schiena. Attraverso a passo spedito l'aeroporto deserto e all'uscita trovo Claudio ad aspettarmi, viso tirato e sigaretta in bocca. "Non occorreva che venissi" dico. "Non mi sembrava il caso di farti andare in giro da sola a quest'ora" ribatte. Ma è chiaro che non aveva alcuna voglia di venirmi a prendere.
Descrizione: Non si può sfuggire a un missile aria-terra con un'automobile, nemmeno se da corsa. E se Porcello vi fa pensare al Toretto della serie "Fast and Furious", pensate bene.
incipit: Tron era sempre pulito e fighetto, coi capelli ingellati a leccata di vacca. Forse usava uno di quei nuovi polimeri autorigeneranti. Le macchine elettriche erano molto più pulite di quelle a benza, certo, ma c'erano sempre grasso e morchia e polvere, sugli assali, nelle sospensioni. Eppure Tron non mostrava nemmeno una macchia sui vestiti di tradizionale cotone.
Descrizione: (mistery, fantastico) Un uomo si sveglia improvvisamente stringendo una borsa misteriosa che, costi quel che costi, non vuole abbandonare.
incipit: Al sobbalzare della carrozza su cui viaggiava, Brom si svegliò di colpo stringendo a sé la borsa di cuoio. La luce della sera stava per giungere al termine e gli ultimi raggi di sole illuminavano la cabina. Si girò per guardarlo: la luce era bianca e insolita per quell'ora e metà della sfera era scesa oltre l'orizzonte, facendo apparire come innevato il paesaggio boscoso che faceva da sfondo.
Descrizione: In una notte lucida, un uomo ne osserva un altro, che fissa il suo riflesso in uno specchio e non si riconosce. La distanza tra attore e spettatore si assottiglia sempre più, ed è così che il lettore può scoprire se stesso nello specchio che legge.
incipit: Pietro Anzani Allo specchio È sicuramente un oggetto affascinante, uno specchio. Tantissimi hanno cercato di scoprire il suo segreto, e tutti hanno fallito. Sono ad esempio note le storie di un gruppo di amici e studiosi argentini, che per costituzione sono tra tutti i più portati a vedere il magico nell’ordinario. Essi sono stati chiusi per dieci anni in una minuscola soffitta di Rivadavia, una …
Descrizione: Genere difficile da definire, horror o gotico, basato sul mistero della morte e dell'aldilà. Cosa succede dopo la morte? Siamo disposti a fare scelte importanti, anche se infelici?
incipit: Janet sobbalzò: aveva sentito un colpo secco, assordante. Si guardò intorno: era in un corridoio stretto che formava una L rovesciata. Doveva aver sognato ad occhi aperti mentre girava l'angolo, perché non aveva la più pallida idea di come era arrivata lì. Una lampada al neon tremolò per qualche istante, poi tornò perfettamente in funzione. La luce illuminava le pareti bianche e tutto quel candore feriva gli occhi di Janet: aggrottò la fronte e li chiuse, si stirò il collo e poi li riaprì.
Descrizione: Racconto di un viaggio in quel luogo fantastico che era il salotto della casa dei nonni, precluso ai nipoti, i quali però non mancavano mai infrangere il divieto e di immergersi in quell'oceano in cerca di una città sommersa.
incipit: Sotto un oceano di polvere in ognuno di noi esiste un'intera città dimenticata. In qualche mappa catastale ve n'è traccia, ma da tempo la vita e i commerci degli uomini seguono altre rotte. Una cosa però è certa: sappiamo che esiste, nascosta nel grembo più oscuro di una decorosa dimora. I sigilli che ne impedivano l'ingresso ai bambini, ai venditori ambulanti, alle chiromanti e alle poco di buono, anch'essi sono stati erosi dal tempo. Il secolo si è consumato lentamente tra le sue braccia.
Descrizione: Il racconto tratta di un viaggio dentro un pullman verso nord, ad opera di un giovane ragazzo cui il lettore non conosce ne la provenienza, ne la precisa destinazione, ne perché si stia dirigendo in tal luogo; solo alla fine il quadro sarà più chiaro.
incipit: Osservavo dal finestrino. Gli occhi pieni di conche rocciose e macchie di gaggìe, pini e larici sempreverdi, onniverdi meno che in autunno, mi bruciavano, col cuore che scandiva un bop a causa della camminata del giorno prima tra ciglioni e speroni di tufo, rovi e malva; forse era quello il sentirmi vivo che da un po' di tempo a quella parte stavo cercando: osservare il finestrino.
Descrizione: Questo racconto è incentrato su un ipotetico incontro tra Publio Cornelio Scipione e Annibale Barca la sera prima della battaglia di Zama, una calma notte del 18 ottobre 202 a.C (551 a.U.c): un dialogo tra la gioventù e la disillusione.
incipit: Spirava un soffice brezzo di libeccio di là dalle dune, proveniente da mezzogiorno. Al nostro passaggio turbini di polvere, terriccio e sabbia, inzaccheravano i nostri calzari - le sofferte caligae - e i volti che a fatica la cerniera dell'elmo teneva in parte ancora puliti, tanto che sentivamo pesante l'incedere verso quel fumido e caliginoso aere d'Africa, nonché il terreno sotto di noi. Le luci in cielo rendevano alla notte il proprio chiarore; faceva caldo, e la volta color ardesia era un di…
Descrizione: 7° e ultima puntata del racconto "Dalla mia finestra". Fine del lockdown. La vita sembra ricominciare, ma è tutto vero ciò che appare?
incipit: Le saracinesche si alzano al mattino, anche se con poco entusiasmo, gli specchi hanno ricominciato a riflettere le sembianze dei clienti che si provano i vestiti, ma solo perché questo è il loro mestiere, le formiche continuano a sfilare nelle loro colonne come se nulla fosse mai accaduto, le lumache lentamente si arrampicano sul ramo, il pesce rosso continua a perlustrare il suo acquario e i cani hanno ricominciato a condividere il marciapiede con i passanti.
Descrizione: . Una favola moderna del mio periodo blu, come Picasso.
incipit: In Via Rosoideae sorgeva una casa diroccata, tutta polvere e dalla vernice spenta. Non c'erano più colori ad attirare l'attenzione sui muri dell'edificio, né qualcosa in particolare per la quale valesse ricordarsi della casa stessa. Era un pugno nell'occhio per tutto il vicinato, che amava ordine e precisione. Chi abitava in quel quartiere doveva affacciarsi alla finestra ed osservare obbligatoriamente quel decadente mausoleo dedicato alla tristezza, posto a memoria di un dolce ricordo.
incipit: Un edificio si parava all'orizzonte tra la neve che scendeva a pacchi dall'alto, risultando come nuovo e assai strano. Bianco immacolato, senza un graffio, un'oncia di polvere, un soffio di sporco. Le colonne verso l'alto splendevano in contrasto con il buio della notte, facendo strizzare gli occhi a chi si interessava. Qui, si entrava una persona alla volta.
incipit: È passato molto tempo da quando fui condotto a Roma come prigioniero. Prima di sfilare in catene di fronte agli occhi stupiti e furiosi di uomini e donne, di essere gettato in una cella, ero stato generale dell'esercito di Sertorio, che prima di essere mio comandante, fu un uomo che stimavo come leale e coraggioso. Di lui conservo come di tutti gli uomini che ho incontrato nella mia vita ricordi dolci e amari.
Descrizione: Filippo era uno dei migliori del reparto, il primo del corso, e da poco era stato promosso caporale. Si accorse da subito, dai primi mesi di battaglia, che l'arte del cecchino era qualcosa di personale e che nonostante l'esperienza e le nozioni acqui…
incipit: Filippo sapeva benissimo che cosa era: un cacciatore di belve a due zampe. Mano ferma e nervi saldi, tiratore scelto o semplicemente cecchino.
Descrizione: Notte. Un sogno e la certezza di un fianco per sorreggersi.
incipit: Per arrivare a domani Questa notte non ho sonno, è un lungo viaggio che attraversa territori sconosciuti, illuminati dai miei sogni. È una strada, un ponte, una ferrovia, un vicolo di campagna, è l’ultima.
Descrizione: Texas, luogo di cowboys, fuorilegge, saloons, indiani… coniglietti, animali mannari, bistecche lunari.
incipit: In questa zona di caccia selvaggia non si vedono più conigli. Strano a dirsi, ma è proprio così. A ovest, dove correva il 'filo-che-parla', non si faceva altro che far scorrere la notizia che cugino Sam aveva -non si sa come- messo le mani su una gigantesca mandria di Lepus selvaggi.
incipit: Nella lunga striscia di terreno chiamata "marseta" (nome che evocava il passato di terra palustre addibita a risaia), era stato seminato il mais ed ora era venuto il momento della raccolta, solo che prima che ci passasse il grande macchinario,
Descrizione: Chissà se arriveranno? Buona lettura.
incipit: «Tranquillità!» risposi al mio editore quando mi chiese chi me lo avesse fatto fare e cosa speravo di trovare in quel borgo, per i suoi gusti: desolato. Una chiesetta, un piccolo cimitero, una sola via, la posteria in mezzo a una schiera di vecchie case che sembrano reggersi l'un l'altra sul lato destro, la roggia a sinistra e poi, in fondo alla via che andava a perdersi nei campi, eccolo lì, il vecchio cascinale che avevo eletto a mio buen retiro.
Descrizione: Giorni di Ferragosto in città: croce, delizia o che altro ? A ognuno l'ardua sentenza. Io intanto mi diletto in piccoli voli ironico-scherzosi.
incipit: Ore 7.00 di un giovedì 11 agosto ubriaco di umidità padana e di abiette polveri sottili, che neppure il miracoloso caffè del mattino ha il potere di anestetizzare. Scodella quasi obesa di una bionda avena edulcorata di miele rigorosamente di acacia, tazzona debordante di caffè alza-pressione e voli pindarici del cuore.
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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