Dopo il buon esordio con “Fino a rompere il granito” (la cui lettura è altrettanto consigliata), l’autore torna in libreria, stavolta con un romanzo di genere: “I lupi di Anubis”. Si tratta di un action-adventure ambientato nell’Egitto contemporaneo, dove uno psicopatico israeliano, aspirante archeologo/razziatore di tombe, nel tentativo di trovare la tomba di un faraone rimasta inviolata, rapisce la giovane dottoressa che ha messo a punto un software in grado d’individuare siti archeologici.
La professoressa madre della rapita e un gruppo di temibili ex militari si mettono sulle tracce dei rapitori per un inseguimento destinato a concludersi unicamente nel corso della sorprendente resa dei conti finale.
A tratti tecno-thriller alla Richard Marcinko, a tratti archeo-thriller alla Wilburn Smith/Preston & Child (per tacere dei romanzi d’ambientazione “marittima” alla Clive Cussler), è evidente l’accurato lavoro di documentazione svolto dall’autore in fase di scrittura.
In conclusione, il romanzo, che resta sostanzialmente (e opportunamente) fedele ai canoni della letteratura di genere, merita di essere letto.
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Cataldo Balducci
