A quel tempo

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'estate 2023.

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Giuseppe Gianpaolo Casarini
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A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Scrivi qui il tuo raccontoQuel tempo

Pierre e Aloise erano fratelli, nati in un paesino dell’Alsazia, rimasti presto orfani per la tragica morte dei genitori, Ferdinand Buffet e Janine Dupont, dal giorno in cui un fulmine si era abbattuto su di loro mentre stavano ricoverando, stante il brutto tempo, il loro povero gregge: una dozzina di pecore. Vita grama morte assurda. A quel tempo i due fratelli avevano rispettivamente Pierre undici e Aloise cinque anni . Nessun parente per cui, per quei tempi, strade segnate e obbligatorie: seminario per il primo, brefotrofio per il secondo. Il seminario era situato nelle vicinanze di Colmar, il brefotrofio a Guebwiller circa trenta chilometri dalla prima. Una volta al mese il fratello maggiore faceva visita al fratellino. Passarono gli anni, una ventina, Pierre frate benedettino divenne, in varie circostanze, vicepriore o vice abate di diverse confraternite religiose, a sua volta Aloise licenziato dal brefotrofio, a diciotto anni, dopo un breve apprendistato da cuoco godeva ora di buona fama come aiutante-chef.
A distanza di qualche anno i due fratelli si ritrovarono infine in Italia, a Morimondo, il primo come Priore dell'Abbazia dei frati benedettini e Aloise come primo chef del ristorante del Fiume Azzurro, famoso per certe specialità locali.
Bruno e Jolanda si erano sposati da poco e in tarda età, lui a cinquanta anni lei a quarantacinque: impiegato al catasto di Gorgonzola lui, insegnante di lettere lei presso la Scuola Media Martiri della Libertà di Melzo, e vivevano in una appartamento di proprietà in quel di Brugherio, provincia di Monza-Brianza. Una domenica mattina del mese di Aprile del millenocento… Bruno disse alla moglie di non preparare per il pranzo, una sorpresa perché sarebbero andati in gita e in un luogo non lontano da Abbiategrasso e, in particolare, nelle vicinanze delle sponde del fiume Ticino dove aveva già prenotato, per le tredici, in un famoso ristorante della zona. Quel luogo era Morimondo, famoso per la sua Abbazia, ricca di antica storia e secolare tradizione, che in quell’ora, circa le undici antimeridiane, inondata dal sole si presentava in tutta la sua imponenza e bellezza architettonica; all’interno si stava celebrando la solenne santa messa domenicale con antico rito religioso e, al momento, l’organo vibrava, toccato con maestria, le note di un inno gregoriano che dalla navata centrale si spandevano man mano fuori verso il sagrato per poi perdersi, portate dal vento, verso la valle del Ticino. Quel canto gregoriano che accompagnava il vibrare dell'organo, lo stormire della foglie degli alberi del bosco circostante ed il canto degli uccelli lì vicino e quello in lontananza petulante di un cuculo solitario creavano nel loro assieme una particolare e dolce atmosfera: Bruno sorrise a Jolanda che a quel sorriso non rispose e fu invece scossa come da un brivido ... alla mente ritornava quel ricordo del passato... che già era stata Morimondo e che se avesse saputo di questo luogo avrebbe trovato ogni scusa...una forte opposizione a questa gita..ma ormai questo era avvenuto! Ed ecco mentre l’ignaro Bruno aspirava voluttuosamente e con gusto la sua sigaretta, lei, come disorientata, ritornava con la mente, a quel giorno, a quel triste suo ricordo. Un incubo caduto nell'oblio tornava ora a tormentarla ma facendo forza a se stessa si trattenne.
Giorno infrasettimanale, lei studentessa universitaria, lui il fidanzato ragioniere meridionale. Come giunti una fugace e rapida visita all’Abbazia, poi una gioiosa corsa,,mano nella mano, giù giù verso i boschi verso lo scorrere delle azzurre acque del Ticino. Posto incantevole, idilliaco: profumo di mughetti, musica del vento, canti di uccelli, aria dolce, e tra di loro tanta la gioia, tanta la contentezza: casti baci. languide effusioni...poi..poi... ecco d' impulso uno sfrenato desiderio assale il ragioniere ...un approccio sensuale, quel desiderio carnale rifiutato e respinto con forza dalla giovane. Ma vince violenza, si compie lo stupro, quel sangue.. e pugni .. e calci, quelle strazianti grida! Ecco accorrere, passanti lì per caso nel loro girovagare, in una pausa dai loro compiti e lavori giornalieri, un aitante giovane e un austero frate. All'intervento il violentatore mezzo nudo si da alla fuga e scappa, la giovane, rincuorata, viene soccorsa poi portata rapidamente al vicino ospedale di Abbiategrasso per gli accertamenti e le opportune cure. Lì in attesa dei genitori avvisati e tranquillizzati telefonicamente da qual frate con lei rimane solo quel giovane.
Nel commiato questo giovane accarezza dolcemente quella giovane, schivo arrossisce ai ringraziamenti dei due anziani, rifiuta ogni compenso e silenziosamente, senza dir nulla di se, se ne va.
Un paio di mesi dopo l'accaduto Jolanda, ripresasi da questa brutta avventura anche con l'aiuto di uno psicologo, sentì il dovere di ringraziare personalmente i suoi due "salvatori" ed in particolare il più giovane di loro. Ovviamente informatasi discretamente , tramite un indagine in loco dei genitori giunti in quel di Morimondo come normali turisti, della generalità dei due soccorritori onde procedere ad un primo contatto per via epistolare preceduto dall'invio di un piccolo presente, ebbe notizia del trasferimento dell'Abate in un monastero non ben precisato della Svizzera e che il giovane, poi riconosciuto come suo fratello, dopo una settimana si era allontanato senza dare notizia della sua destinazione. Pertanto con tale notizie Jolanda pensava così di aver posto fine per sempre a quel suo triste ricordo.
Si torna all'oggi, alla realtà: trascorse quelle due ore da Bruno e Jolanda con diversi loro stati d'animo ma ben dissimulati ci si avvia verso il ristorante tuttavia senza grande entusiasmo e della donna in particolare che se avesse potuto se ne sarebbe tornata in tutta fretta a casa. Entusiasmo ed allegria che non mancano altro commensali: qualcuno di loro nel bel mezzo del pranzo acclama lo chef tanto ha gradito le prime portate. Agli applausi pur con una certa resistenza si affaccia timidamente un signore di mezza età, divisa e tipica figura che si nota solo nei grandi ristoranti francesi..parigini..quell'eleganza del portamento..quel sorriso accattivante: Aloise da tempo, morto il fratello, era ritornato in quel luogo caro alla sua giovinezza
Sono passati da quel giorno tanti anni ma si riconoscono… lei la giovane studentessa violentata, lui quel giovane aitante con quel austero frate i suoi due soccorritori. Lei sorpresa e turbata, lui con un sorriso dolce e accattivante. Scorre il tempo sta per finire il pranzo ed è giunto il momento del dessert: al tavolo di Bruno e Jolanda ecco che su un vassoio d’argento porta una rosa un cameriere. Sulla via del ritorno Bruno si domanda del perché tra le tante donne lì presenti quella rosa solo a Jolanda e mentre la guarda lei triste e non sorridente con questa rosa in mano continua a domandarsi di quel perché!...
Ultima modifica di Giuseppe Gianpaolo Casarini il 01/07/2023, 14:46, modificato 7 volte in totale.
Giovanni p
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

Il racconto inizia con la storia di due bambini che rimangono orfani a causa di una fatalità. Malgrado la loro vita sia difficile entrambi riescono non solo a crescere, ma anche ad affermarsi nelle rispettive professioni. L’autore mette da parte i due bambini, ormai diventati uomini, per raccontare la storia di una coppia che si sta recando al ristorante dove passerà la domenica. Durante il viaggio un ricordo smuove un trauma, forse mai raccontato al marito, della donna. La donna molti anni prima è stata violentata dal fidanzato in una località che adesso ha superato in auto, per fortuna venne salvata e soccorsa da un frate e un ragazzo che stavano passando di lì. Con grande sorpresa della donna il ragazzo che l’ha salvata è l’apprezzatissimo cuoco del ristorante dove hanno pranzato. Il racconto si conclude con i due che si riconoscono, il cuoco ormai ex-ragazzo le invia una rosa al tavolo.


L’autore ha proposto un racconto apparentemente semplice, ma complesso nella sua struttura. La storia scorre dei cambi di sequenze temporali andando avanti nel tempo nella parte in cui racconta dei bambini e tornando indietro nell’ultima parte in cui si occupa della coppia al ristorante. Devo dire che ho apprezzato tutto questo, anche se ci sono diverse falle da sistemare.
Per prima cosa rivedrei la punteggiatura, non sono nella posizione di poter dare consigli in questo ma la lettura obbiettivamente si inceppa. Per quanto riguarda le sequenze invece cercherei di legarle di più, si salta troppo da un tempo all’altro. Secondo me mancano troppi dettagli sensoriali, non ci sono adori, suoni e dettagli visivi, così la storia sembra un riassunto.
Io rivedrei il racconto, secondo me ha un grande potenziale.
Ultima modifica di Giovanni p il 29/06/2023, 16:33, modificato 1 volta in totale.
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Giovanni p,

grazie per l'attenzione e per i suggerimenti. Non penso se si possano fare " in corsa" delle modifiche..proverò a sentire il Responsabile del Sito. Di nuovo grazie, buona serata e cordiali saluti.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Buongiorno Giuseppe, intanto faccio presente che sì, si può, anzi è consigliato, apporre le correzioni o modifiche al proprio testo pubblicato anche in corso di gare. Il racconto mi è piaciuto, anche se, come detto nel commento che mi ha preceduto, andrebbe rivisto per quanto riguarda la punteggiatura e non solo. A volte le frasi risultano incompiute e non sufficientemente "legate".
La storia narrata è bella, parla di riscatto, di positività anche dinnanzi alla terribile esperienza dello stupro.
Molto bello anche il finale che certamente ha riportato pace nel cuore della sposa per due ragioni: per aver riconosciuto chi l'aveva soccorsa e allievata e per il tenero omaggio floreale ricevuto. Quindi il male ricevuto è stato compensato assai dal bene.
Voto 4 solo per quanto ho precisato. Se "aggiustato", il racconto potrà andare oltre...
Mi permetto di dire "si era abbattuto" non "battuto" il fulmine
"Nessun parente strada segnata obbligatoria" dopo nessun parente ci andrebbe la virgola.
Poi piccolo consiglio: dopo i punti sarebbe meglio andare qualche volta di più alla riga successiva, così da dar respiro al racconto e al lettore. Così risulta essere troppo compresso. E poi sì, come detto da chi mi ha preceduto, sarebbe meglio arricchire di particolari le varie fasi narrate, vero è che così come è stato impostato potrebbe somigliare di più ad un riassunto.
Mi permetto queste segnalazioni perché ciò è implicito nelle gare. Ci si aiuta l'un l'altro, io stessa ho imparato molto dai suggerimenti di molti amici in gara. Buona giornata
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil.mq Signora Laura,

grazie per l'attenzione, i graditi suggerimenti, le annotazioni ed, in particolare, il generoso voto.
Buona giornata e cordiali saluti.
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Nunzio Campanelli
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Messaggio da leggere da Nunzio Campanelli »

Lo stile telegrafato non si addice al racconto, che invece vive di pochi fatti anche se tragici, e proprio per questo sarebbe stato necessario mettere in risalto le sensazioni e gli avvenimenti. Così com'è ora sembra più una sinossi abbondante, ed è un peccato perché la storia c'è. Questo è il mio pensiero, fai attenzione! Potrei aver scritto un mucchio di sciocchezze.
3
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Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Nunzio,
grazie per l'attenzione e il critico .....rispettabile giudizio e privo di sciocchezze !
Un cordiale saluto
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Nunzio,
grazie per l'attenzione e il critico .....rispettabile giudizio e privo di sciocchezze !
Un cordiale saluto
Passworld
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Iscritto il: 31/05/2023, 15:06

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Messaggio da leggere da Passworld »

È imbarazzante commentare perché dovrei ripetere quanto è stato detto dagli altri utenti.
A me il racconto è piaciuto come schema di trama,l'intreccio dei personaggi.
Secondo me,ha ragione chi ti propone un ampliamento dello scritto e un collegamento meno improvviso tra la storia dei personaggi.Io metterei un 3,ma se lo rivedi nel senso detto ti metterò un 4!
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Passworld,
un sentito grazie per l'attenzione e per il suggerimento.

Buona giornata e cordiali saluti.
Valerio Geraci
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Messaggio da leggere da Valerio Geraci »

Mi dispiace commentare un racconto negativamente, ma in questo caso sembra quasi che l'autore si sia impegnato nell'inserire continui errori ortografici e di punteggiatura. Sono troppi per ignorarli, e per quanto mi riguarda l'idea aveva del potenziale, ma il racconto è scritto malissimo. Ti invito a prestare più attenzione a questi errori perchè alcuni sono veramente banali, e bastava poco per evitarli (es. "11 e cinque anni"; ci voleva tanto a scrivere entrambi i numeri a lettere o a numero, in modo da avere più omogeneità?). Voto 1.
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

c.a. Sig Valerio Geraci,

giuste osservazioni..giusta e corretta valutazione.
Mariovaldo
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Messaggio da leggere da Mariovaldo »

Un racconto dalla trama complessa e non sempre facile da seguire. Forse l'abbondanza quasi puntigliosa di riferimenti geografici appesantisce la lettura e non era sempre necessaria ... ma questi sono gusti personali
mentre la maggiore cura nella revisione del testo sicuramente sarebbe auspicabile.
A parte questui rilievi, nel complesso il lavoro e' apprezzabile e la trama, nella sua complessità, risulta interessante.
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Mariovaldo,

grazie per l'attenzione ed i suggerimenti!
Anto58
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Messaggio da leggere da Anto58 »

Il testo è interessante, ci sono al suo interno tante storie, tanti linguaggi. Nelle prime righe si intuisce uno stile concisoe duro, quasi da cronista; andando avanti si ammorbidisce , sfiora con molta sensibilità il romanticismo. I continui feedback no disturbano più di tanto, rendono il tutto molto movimentato, come nelle sequenze di un film.
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Anto58,

grazie per l'attenzione ed il giudizio.

Cordiali saluti
Andr60
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Messaggio da leggere da Andr60 »

L'autore ha apportato alcune modifiche suggerite anche se permangono alcuni errori (ad esempio, il mischiare i tempi verbali). Concordo con gli altri giudizi che la storia c'è, anche se la forma a volte somiglia un po' troppo a un verbale dei carabinieri.
Infine, chiedo scusa alle donne frequentanti il sito, ma a me la figura più tragica pare quella del ragioniere meridionale partito con l'idea di andare in camporella e poi scappato in mutande :)
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Andr60, grazie per la lettura, le osservazioni, e per quel povero ragioniere!
Un cordiale saluto
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

anche qui devo, purtroppo, segnalare parecchi errori e refusi.
come primo consiglio direi di rivedere completamente la punteggiatura, dall'inizio alla fine.
direi anche di togliere le d eufoniche e di dare una revisione generale.
il testo è di per sé gradevole, l'idea è buona e la storia c'è.
pertanto, sistemandolo per bene ne può uscire un bel pezzo.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Fausto Scatoli,

grazie per i consigli.
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Molto tenero, piacevole la storia. Manca un po' di "conseguenzialità": i due fratelli partono dalla Francia, si trasferiscono a Morimondo, la lasciano, e tutto fa pensare che siano ancora lì. Poi invece dici che sono andati via ed è tornato solo il fratello chef, il soccorritore. Cos'ha la loro storia (incipit) a che vedere con ciò che accade a Jolanda? In particolare, cos'ha a che vedere il fratello abate con tutto questo?
Temo che il tuo stile sia troppo "denso": le espressioni risultano spesso fredde nella narrazione, nella scelta dei dettagli, quasi ossessive. I periodi si susseguono spesso senza soluzione di continuità obbligando il lettore a fare attenzione: di che stavamo parlando? Spesso sembra di leggere un rapporto dei carabinieri, che è redatto in quel modo per ovvi motivi, ma qui cerchiamo di comunicare altro.
Un esempio: "Quel luogo era Morimondo, famoso per la sua Abbazia, ricca di antica storia e secolare tradizione, che in quell’ora, circa le undici antimeridiane, inondata dal sole si presentava in tutta la sua imponenza e bellezza architettonica; all’interno si stava celebrando la solenne santa messa domenicale con antico rito religioso e, al momento, l’organo vibrava, toccato con maestria, le note di un inno gregoriano che dalla navata centrale si spandevano man mano fuori verso il sagrato per poi perdersi, portate dal vento, verso la valle del Ticino."
Parti da Morimondo e lo vuoi caratterizzare con l'abbazia, che vuoi caratterizzare a sua volta, nella quale fai svolgere una cerimonia che caratterizzi a sua volta per un'ora in concreto, dipingi l'edificio fuori e dentro, e pure la funzione, che ancora dipingi e fai suonare...
Non credi che per UN periodo sia un po' troppo? Calma! Impara a tratteggiare, a gettare solo macchie. Lascia che sia l'immaginazione del lettore a riempire i vuoti, non devi fare tutto tu.
Namio mi ricordava che tra scrittore e lettore c'è (almeno) un patto non scritto. Ho aggiunto quell'"almeno" perché di patti ce ne sono migliaia (o pochissimi, non so), e uno di questi riguarda il fatto che lo scrittore si fidi del lettore abbastanza per affidargli il proprio scritto e credere che l'immaginazione del lettore non lo stravolgerà. Al contrario, lo esalterà.
Quello che osservo è che il tuo stile così (mi ripeto) "denso" ti fa perdere la bussola, disorienta persino te che stai scrivendo il racconto, e che dovresti sapere cos'è importante e cosa no.
Ad esempio, tu scrivi che la scena si svolge nel mese di Aprile del "millenocento" (...), nella provincia di Monza-Brianza. Ma quella provincia è stata istituita nel giugno 2004 (https://it.wikipedia.org/wiki/Provincia ... la_Brianza), e io che ho imparato le provincie alle elementari nel "millenocento"...
Calma, perché la storia è lì ed è anche una storia delicata, gradevole, come mi piacerebbe leggerne più spesso. Se hai bisogno di prenderti più spazio per scriverla, fallo: le belle storie lo meritano sempre.
Ultima modifica di Marino Maiorino il 18/09/2023, 15:12, modificato 1 volta in totale.
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Autore Marino Maiorino,

grazie per il tempo speso nella lettura nel commento.
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Xarabass, grazie per l'attenzione.
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

L'impressione è quella di un resoconto in stile amministrativo, o giornalistico a tratti. I fatti, avvenuti nel passato, si incrociano al presente. Ballerini i tempi verbali e molti i refusi.
La trama è semplice, non mi ha colpito particolarmente, né mi ha suscitato grandi emozioni.
Avrei evitato quella connotazione geografica: ragioniere meridionale.
Così come quella dei due fratelli, franco tedeschi. Mengele era bavarese, mi pare.
Spesso sulla carta stampata si legge: l'assassino è di Palermo. Oppure: italiano vince prestigioso premio scientifico negli Stati Uniti. E, in entrambi i casi, tutti e due sono siciliani; ma nel primo esempio la provenienza è specificata (in modo da colpevolizzarla), nel secondo è taciuta (in modo da evitare l'encomio). L'assassino è siciliano, ma lo scienziato è italiano.
I termini non sono neutri, e il linguaggio nasconde delle trappole. Permette di fare associazioni e di visualizzare immagini.
Racconto da rivedere.
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Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Re: A quel tempo

Messaggio da leggere da Giuseppe Gianpaolo Casarini »

Gentil Namio Intile,

grazie lettura, commento, giudizio,suggerimenti.
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Human Takeaway

Human Takeaway

(english version)

What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.

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