La piccola Ella e gli esseri umani

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Roberto Ballardini
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La piccola Ella e gli esseri umani

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Approfitto della rubrica vergine per postare una piccola cosa di difficile collocazione (non è un racconto, non è una vera e propria recensione, non so nemmeno io cosa sia). Avvertenza: ciò che segue SPOILERA SPUDORATAMENTE la trama del film e il finale.

"Monkey Shines: an experiment in fear" è un film del 1988, diretto e sceneggiato da George Andrew Romero (ricorderete certamente "Night of the living dead", ovvero "La notte dei morti viventi" del 1968), tratto da un romanzo di Michael Stewart. Paragonato al successo dell’ apocalittico esordio, questo si potrebbe definire un film minore, ma del resto la produzione cinematografica di Romero è fatta anche di pellicole di questo tipo che spesso si sono rivelate economicamente parlando abbastanza deludenti.
Riassumo per quanto brevemente possibile la trama: Allan Mann è un comune studente alle soglie di una ancora più comune vita borghese all’americana, drasticamente stravolta da un incidente stradale che lo confina sopra una sedia a rotelle, paralizzato dal collo in giù con la provvidenziale eccezione di qualche dito della mano destra (provvidenziale perché con quelle dita, perlomeno, riesce ad agire sui comandi di una moderna sedia a rotelle). La normalità, data per scontata fino a quando tutto filava per il verso giusto, gli crolla intorno e la sfortuna sembra volersi accanire su di lui. La madre amorevolmente dispotica cerca di riprendere il controllo sulla sua vita. La fidanzata, mentre lui era in coma, ha intrapreso una relazione con il medico di fiducia e ora lo molla.
In suo soccorso giunge l’amico fidato Geoffrey, interessante figura di ricercatore iperattivo lanciato a palla sulla via dell’ereticità. L’uomo gli affida la scimmietta Ella, straordinariamente intelligente, affinché possa aiutarlo nello svolgimento delle normali mansioni quotidiane che ad Allan sono precluse, senza rivelargli che l’animale è in realtà la cavia di un azzardato esperimento scientifico, dopata con iniezioni di un siero ricavato dal tessuto cerebrale umano.
La qualità della vita del ragazzo migliora rapidamente, con grande disappunto della madre.
Il legame tra l’uomo e l’animale si rafforza sempre di più, anche a livello psichico, e tra i due si stabilisce un’ambigua connessione cerebrale. Ella diventa l’estensione fisica della mente di Allan. E’ così che attraverso di essa tutto il livore accumulato trova un’insperata valvola di sfogo.
Saltiamo i preliminari e andiamo direttamente alle battute finali, menzionando rapidamente en passant soltanto una graziosa scena di sesso orale tra il protagonista e la bella addestratrice bionda e gnocca che si è innamorata di lui (che c’è di strano, scusate? Queste sono cose che succedono a tutti i paraplegici, non lo sapevate?).
Scena finale: la madre giace fulminata nella vasca da bagno, l’ex fidanzata e il dottore fedifraghi carbonizzati nello chalet in cui erano andati a passare il fine settimana, Geoffrey spedito al creatore con l’iniezione letale destinata alla sua creatura, e tutto per opera della scimmietta. Non è finita qui: Ella ha tramortito l’addestratrice e ora si appresta a iniettarle il veleno, l’ago già appoggiato sulla guancia.

Pausa: hanno detto che il film tratta del labile confine tra uomo e animale, di come appena sotto la superficie della nostra coscienza civile, navighino i peggiori istinti ferini. Probabile che il regista pensasse di mostrare esattamente questo, anche se non è questo che io ci ho visto. E comunque la cosa non mi ha sorpreso. L’essere umano, si sa, deve rimanere comunque il protagonista indiscusso della vicenda, e ogni altra creatura deve ruotare per forza intorno a lui. Tutto accade o esiste in funzione del suo egocentrismo.

Andiamo avanti, fino all’epilogo. La necessità aguzza l’ingegno e Allan fa quello che realmente distingue l’essere umano. Non l’amore, non l’intelligenza, non la scienza. Tutto ciò che la piccola Ella ha perpetrato fin qui, in fondo, l’ha fatto per amore ed è stata capace di sbaragliare tutti gli avversari umani, scienziato compreso.
Ebbene, Allan mente.
Con parole dolci, facendole credere che lei è davvero molto importante per lui, attira la scimmietta e la induce ad abbracciarlo. Fin lì Ella non può arrivare e soccombe. Allan le affonda i denti nel collo e la sbatte da una parte e dall’altra, come una pezza, uccidendola. In questo modo, ma è soltanto una possibile chiave di lettura, Ella diventa la vera vittima di questa storia e a conferma dell’umano senso di superiorità nutrito nei confronti delle altre creature viventi, Wikipedia non cita neppure una volta il nome della piccola protagonista di questa bella storia.
Ultima modifica di Roberto Ballardini il 23/02/2020, 22:00, modificato 1 volta in totale.
Selene Barblan
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Re: La piccola Ella e gli esseri umani

Messaggio da leggere da Selene Barblan »

Non me lo aspettavo, invece l’ho trovato (il film), mi serviva proprio qualcosa che mi tirasse un po’ su il morale. Spoiler o no la storia mi ha incuriosito, saprò già per chi tifare.
Roberto Ballardini
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Non so davvero come potrà tirarti su il morale, ma se non cadi in depressione poi fammi sapere qui la tua impressione sincera. Ciao Selene.
Selene Barblan
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Re: La piccola Ella e gli esseri umani

Messaggio da leggere da Selene Barblan »

Finalmente sono riuscita a vederlo; anche se il messaggio del film, come dici tu, vorrebbe essere quello di mettere in discussione l'umanità animale, o gli aspetti animaleschi degli umani, quello che più mi resterà in mente è lo sguardo fiducioso della piccola Ella. Come ben dici tradita dal suo Amore, per il quale ha dedicato tutte le sue energie e che prima la rifiuta e allontana, forse perché vedere una parte oscura di sé fa troppa paura, poi l'annienta. Una fine amara, nonostante la scena finale un pò melensa, di un film che comunque mi ha fatto pensare. Soprattutto a ciò che, come uomini/donne, pensiamo di poter arrivare a fare per il nostro bene, per i nostri scopi, senza riflettere sulle conseguenze e sulle ripercussioni che esse hanno sugli altri, soprattutto su chi meno si può difendere. Un film interessante, anche perché mi ha ri-proiettato in un passato vicino e lontano allo stesso tempo.
Roberto Ballardini
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Re: La piccola Ella e gli esseri umani

Messaggio da leggere da Roberto Ballardini »

E' difficile sapere in un film quanta parte abbia avuto un regista e quanta i produttori. Come ho scritto nell'articolo, non sono per niente sicuro che ciò che io ho visto nel film e che mi ha colpito così tanto sia poi lo stesso messaggio che si voleva trasmettere. Il finale melenso (concordo in pieno) e la scena finale stascontata da film horror che non mi ha scosso nemmeno un po' lasciano il dubbio che tutta la storia seguisse in realtà un modesto copione da film di genere. Tuttavia ha poca importanza, a mio avviso. Per uno che consuma fantasia altrui per alimentare la propria, conta lo stimolo effettivo, l'idea che ne scaturisce. Spero che nel tuo passato vicino e lontano non ci sia stata una scimmietta assassina, eh. A presto, Selene.
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