risposta dell'autore, data 16:15:34, 27/06/2022
Riflessione figurativa in parte biografica sul mio passato, in parte solo immaginata (a livello empatico), su cosa e dove può portare una qualsiasi fede, non solo religiosa, (da indottrinamento o meno) se portata o vissuta poi ai suoi estremi, sia verso sé stessi e quindi, talvolta (spesso purtroppo) anche verso e danno di altri.
Recensione o commento # 1, data 16:25:25, 27/06/2022
Eh, caro il mio Gabriele. Come diceva il buon vecchio Tertulliano: credo quia absurdum est. Credo perché è assurdo, e non mi rompete le scatole con inutili ragionamenti.
Detto ciò tu fai bene a continuare a ragionare. Ti consiglio all'uopo tre libercoli per l'estate di tre francesi (e non tedeschi) tanto per cambiare.
Fenomenologia della Percezione di Maurice Merleau-Ponty, Le parole e le cose di Michel Foucault e L'Essere e il Niente di Jean Paul Sartre.
risposta dell'autore, data 16:42:15, 27/06/2022
Grazie del passaggio Namio. Appunto volentieri i libri da te suggeriti come prossime letture.
Recensione o commento # 2, data 12:06:46, 28/06/2022
Valgono mezza laurea in filosofia (di quelle d'una volta), Gabriele. Leggili con moderazione e calma.
Recensione o commento # 3, data 13:36:49, 28/06/2022
Ma non è che a furia di leggere quello che pensano gli altri, si finisce per dimenticare che è più importante il proprio pensiero?
Precisazione: mi riferisco solo alla filosofia.
So già che mi darete del buzzurro…
risposta dell'autore, data 13:51:42, 28/06/2022
Dipende da come si approccia la lettura stessa Giancarlo, se essa è di integrazione al proprio pensiero oppure e qui ti darei ragione, si costruisce e si fonda il pensiero stesso sulla base data a questo punto da altri, cioè se tu studiando un testo né assumi solo le parole per verità accettata e immutabile per ognuno, quindi quello è, e quello resta punto. Oppure se associ al pensiero di un altro, il tuo stesso pensiero, facendolo quindi diventare a seguire a sua volta di nuovo come una nuova parte integrante del tuo stesso pensiero, essendo ora filtrato, il concetto espresso, dal tuo punto di vista, prima di essere integrato ad esso.
risposta dell'autore, data 14:03:46, 28/06/2022
Quindi se già si è pensato riflettuto, compreso molto del proprio sentire attraverso le proprie esperienze di vita, o riflessioni da queste derivate, poi con molta probabilità, parte di quello che si è già pensato o compreso lo si ritrova scritto, sotto diversa forma, anche da altri che hanno fatto lo stesso o simile ragionamento magari. Almeno è quello che mi capita spesso e volentieri (questo è sempre molto gratificante intellettualmente parlando), quando poi leggo solo per piacere, per provare a ritrovarmi o immedesimarmi se fosse invece differente dal mio, su un punto di vista lontano o vicino che sia al mio giudizio dato sulla questione posta. Ma questo senza nessuna referenza posta in essere, ma affrontandolo come un dialogo o scambio che facciamo o possiamo fare anche noi sul sito, non certo chiaramente per studio o altro.
risposta dell'autore, data 14:16:13, 28/06/2022
Per farti un esempio se tu ora mi chiedessi cosa pensa Schopenhauer a proposito della felicità, io non saprei che dirti, ti posso dire invece cosa penso io, anche avendo avuto modo e piacere di leggere in passato pure il pensiero di Schopenhauer a riguardo, ma se ho assimilato o ritrovato punti in comune con esso, esso stesso ormai è parte integrante del mio pensiero essendo stato filtrato dal mio stesso sentire a riguardo e quindi se reputato valido integrato ad esso. Questo perché non ho mai studiato nulla sulla carta di altri, ma solo letto per puro piacere e arricchimento del mio stesso pensiero.