Intervista a Carlo Celenza
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Intervista a Carlo Celenza
eccomi con una nuova intervista.
Anche questa volta l’Autore che ho interpellato si è sottoposto con gentilezza all’interrogatorio, rivelandosi una figura riservata e sorprendente.
Sono lieta di presentarvi uno scrittore veterano con molti interessi, un uomo preciso, curioso e divertente, un signore col cuore di un poeta:
Carlo Celenza
1. Come ti sei avvicinato alla scrittura? Qual è stata la tua prima opera?
Ho letto tanto, forse anche in modo ossessivo, certe volte anche due libri al giorno, la mia curiosità non ha fine o interessi specifici, basta sia qualcosa che non conosco e io leggo, è una sorta di obbligo, ma scrivere è stata una necessità. Appena leggevo sognavo quindi visto che non trovavo chi scrivesse i miei sogni ho iniziato a farlo io.
La prima cosa che ho scritto l’ho rifatta tante volte ma non l’ho mai finita, quindi alla fine ho ridotto le mie pretese e ho iniziato a scrivere non più per me soltanto ma per condividere sogni e atmosfere, e da quello è nata “Parimor“ la prima opera che ho pubblicato su Braviautori.
2. Che tipo di scrittore sei: annoti ogni idea che ti arriva all’improvviso e ci mediti a lungo, o le storie prendono forma mentre le scrivi?
Rimango affascinato da un’immagine o da una sensazione e la seguo come se la vivessi realmente. Cosa farei, dove andrei, che risorse potrei utilizzare? Ma questo modo di fare è fine a se stesso perché nel mondo non ci sono solo luoghi o stagioni a determinare le nostre azioni. Il mondo è pieno di persone diverse e sono proprio loro per lo più a determinare la nostra vita. Molto spesso inizio a scrivere in prima persona, poi correggo tutto e scrivo in terza. Non correggo solo un testo ma anche me stesso, quindi come per la mia vita anche i miei testi sono una continua correzione in corso d’opera.
3. L’ambiente in cui vivi, le persone che ti circondano, ti offrono ispirazione?
No, la realtà vera può essere descritta ma mai capita appieno, meglio costruire tutto da zero. Ogni racconto è una lingua a se stante come un pittogramma. Serve a esprimere qualcosa, a comunicare un emozione o un’idea e prendere un fatto reale o plausibile può servire come spunto, ma quel che serve a comunicare, quel che senti, devi mettercelo tu.
4. Ti immedesimi nei tuoi personaggi e vorresti vivere le avventure che affrontano o li tieni a distanza come creature che non puoi controllare? Ce n’è uno a cui sei affezionato?
A questa domanda ho già risposto in parte ma vale la pena tornarci sopra. La prima difficoltà sta nel definire chi sei, perché comunque ci sei sempre nei tuoi racconti, e che ruolo hai. Odio i personaggi negativi, subdoli, intriganti come ho odiato quelli che nella vita reale ho conosciuto, ma ho imparato a descriverli. Adoro i combattenti, quelli che non si arrendono e non si piangono addosso, altra correzione del mio carattere, ma prima di scrivere devo sapere da che parte sto. Io la storia la so già, almeno a grandi linee, ma i personaggi no, quindi posso scegliere di guardarli dall’esterno immaginando le reazioni di un carattere esuberante, o quello di un piagnone, o quello di un autentico vigliacco, oppure calarmi nella parte di uno dei personaggi e farlo comportare a modo mio, ma in ogni caso farsi coinvolgere è sbagliato e, ai fini di un racconto, controproducente. E per rispondere all’ultima parte della domanda, sì e chi lo sa, potresti anche vederlo se smetto di provare a scriverlo e lo faccio sul serio.
5. Ti sei mai “vendicato” di qualcuno usando la penna invece che la spada?
No, non mi sono mai vendicato di nessuno in nessun modo, mi è completamente impossibile.
6. Ti senti più portato per la lunghezza del romanzo, per la brevità del racconto o per la concisione della poesia?
Il romanzo ti permette di prendertela con calma, puoi spiegare tutto quel che serve, dilungarti su un’immagine e farla durare quanto vuoi o giocare su atmosfere e situazioni, non ti costringe a colpire subito duro come fanno i racconti brevi che, a mia opinione, non dovrebbero esser presi sottogamba perché forse sono la cosa più difficile da scrivere in modo efficace.
Per la poesia è diverso, ne scrivo sì, ma le tengo dentro di me come un canto a bocca chiusa.
E il mio libro da comodino è Majakovskij:
"A tutti. Se muoio, non incolpate nessuno.
E, per favore, niente pettegolezzi. Il defunto non li poteva sopportare.
Mamma, sorelle, compagni, perdonatemi.
Non è una soluzione (non la consiglio a nessuno), ma io non ho altra scelta. Lilja, amami.
Compagno governo, la mia famiglia è Lilja Brik, la mamma, le mie sorelle e Veronika Vitol’dovna Polonskaja.
Se farai in modo che abbiano un’esistenza decorosa, ti ringrazio. […]
Come si dice, l’incidente è chiuso. La barca dell’amore si è spezzata contro il quotidiano.
La vita e io siamo pari.
Inutile elencare offese, dolori, torti reciproci.
Voi che restate siate felici."
(cazzo, ogni volta che la leggo piango)
7. Come lettore, invece, quale genere e quali autori preferisci?
Non ho preferenze, non si possono leggere solo i poeti; un trattato di elettrochimica? Ok; i misteri dei numeri primi? Ok. Sono curioso e lo sarò sempre e di tutto, maledico solo il fatto di non potermi meravigliare in eterno.
8. Sei uno dei veterani del nostro sito BraviAutori, dove hai partecipato anche a molte Gare; ci sono amici che conosci di persona?
Si, ne ho conosciuti alcuni al Levante Con (www.levantecon.it) e alcuni sono andato di persona a trovarli. Non ti dirò chi sono, né cosa abbiamo fatto assieme, questo deve rimanere un mistero gaudioso.
9. Com’è il tuo rapporto con i computer: “Amore”, “Odio puro” o “E chi li conosce questi”?
Traffico con questa roba dal primo Vic 20, i miei li ho sempre assemblati da solo, l’hardware è semplice, sono i programmi, e soprattutto Win, che stanno diventando ossessivi. Non capisco perché per accedere a un programma gratuito devo fare una registrazione a Facebook, saranno fatti miei e non di tutti, o no?
10. Il lavoro che fai nella vita è legato alla tua attività di scrittore?
Fortunatamente no.
11. Sei un appassionato di cucina, come è nato questo interesse?
Anche se può sembrare una vanteria cucino da quando avevo otto anni, avevano tutti l’influenza e io ero l’unico in piedi in famiglia, ti parlo del ‘59. Qualcosa dovevo mangiare e così mi sono ricordato di come faceva mia nonna e ho preparato una frittata con le zucchine portandone un pezzetto a tutti gli altri. Sono sempre stato piuttosto autonomo, andavo a pesca sott’acqua e quando riportavo il pesce cucinarlo era una gioia. Non ho mai smesso e qualcuno di noi braviautoriani può confermare, cucino piuttosto bene.
* * * L’intervistatrice, sensibile alle lusinghe del cioccolato e dei dolci in genere, ricorda e conferma un cortese tentativo di seduzione nei suoi confronti. * * *
12. Ti piace molto viaggiare? Torni spesso dove sei già stato o preferisci nuove scoperte?
Sono una valigia pronta, come si dice, o almeno lo sono stato. Le condizioni della mia schiena non mi permettono di fare grandi cose, ma viaggio comunque a modo mio coi miei racconti. Sono pignolo per certe cose e vado a controllare su Google Maps tutte le ambientazioni dei miei racconti e in certi posti ci sono proprio andato di proposito a controllare, se dico che in un posto c’è un faro, stai tranquilla, non me lo sono inventato.
13. Quale luogo per te è sinonimo di vacanza, relax, rifugio?
Sogno un bosco vicino a un lago e una baita coperta di neve e silenzio.
14. Pensi che per vivere serva più l’ottimismo felice dell’infanzia o il cinismo pessimista dell’età adulta?
Qualunque sia il nostro atteggiamento, dalla nostra avventura non ne usciremo vivi. Ho vissuto per come ero al momento e non sono mai riuscito a correggermi, sono uno stupido utopistico ottimista, lo sono sempre stato, perché pentirmi adesso?
15. Se tu potessi incontrare il Genio della Lampada, ti basterebbero tre desideri da chiedergli?
Ne basterebbe uno solo.
Secondo mistero gaudioso e tale resterà. Non me lo farai dire neanche con le cannonate.
Ah, ah, ah! Un vero piacere conoscerti, Carlo.
Grazie per la disponibilità e la simpatia.
Un saluto a tutti!
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Re: Intervista a Carlo Celenza
E' stato un piacere allora conoscerti, Carlo, e lo è sempre quando capita di rivederci qua e là.
Bella intervista, bravi!
Qui urge prendere provvedimenti! Giù le mani da Ida, marrano!* * * L’intervistatrice, sensibile alle lusinghe del cioccolato e dei dolci in genere, ricorda e conferma un cortese tentativo di seduzione nei suoi confronti. * * *
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Re: Intervista a Carlo Celenza
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Re: Intervista a Carlo Celenza
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Re: Intervista a Carlo Celenza
La dedica invece sì, era di una riga, ti conoscevo solo attraverso i tuoi racconti. Dopo l'intervista, confermo quanto già immaginavo di te.
Saluto
"Ho appena fatto la cacca". Un uomo libero.
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Time City
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Con questo romanzo scopriremo in che modo un rivoluzionario viaggio nel Tempo darà il via a un innovativo sistema di colonizzare la Luna e, forse, l'intero Universo. Partendo dalla Terra con una macchina del Tempo, è possibile arrivare sulla Luna? In queste pagine vi sarà raccontato del lato "Tempo" di questa domanda. La parte "Luna" (qui solo accennata) verrà sviluppata più corposamente nel seguito di questo libro auto-conclusivo. L'autore ha cercato a lungo qualche riferimento a opere che narrassero di un crononauta che sfrutti il viaggio nel Tempo per raggiungere il nostro satellite naturale, ma non è riuscito a trovarne alcuna. Lo scrittore Giovanni Mongini (autore, tra le varie cose, dello splendido articolo "Viaggio al centro del tempo") lo ha confortato in tal senso, perciò si vuole concedere il lusso di indicare la sua persona come colei che ha inventato per prima questo tipo di viaggio Terra-Tempo-Luna. Concedeteglielo, vi prego, almeno per un po' di… tempo.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (1,00 MB scaricato 441 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Paura fa 90
90 racconti da 666 parole
Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per l'antologia La Paura fa 90. Ci sono 90 racconti da non più di 666 parole. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro dell'horror Danilo Arona. Leggete questa antologia con cautela e a piccole dosi, perché altrimenti correte il rischio di avere terribili incubi!
A cura di Alessandro Napolitano e Massimo Baglione.
Contiene opere di: Maria Arca, Pia Barletta, Ariase Barretta, Cristiana Bartolini, Eva Bassa, Maria Cristina Biasoli, Patrizia Birtolo, Andrea Borla, Michele Campagna, Massimiliano Campo , Claudio Candia, Carmine Cantile, Riccardo Carli Ballola, Matteo Carriero, Polissena Cerolini, Tommaso Chimenti, Leonardo Colombi, Alessandro M. Colombo, Lorenzo Coltellacci, Lorenzo Crescentini, Igor De Amicis, Diego Di Dio, Angela Di Salvo, Stefano di Stasio, Bruno Elpis, Valeria Esposito, Dante Esti, Greta Fantini, Emilio Floretto Sergi, Caterina Franciosi, Mario Frigerio, Riccardo Fumagalli, Franco Fusè, Matteo Gambaro, Roberto Gatto, Gianluca Gendusa, Giorgia Rebecca Gironi, Vincenza Giubilei, Emiliano Gotelli, Fabio Granella, Mauro Gualtieri, Roberto Guarnieri, Giuseppe Guerrini, Joshi Spawnbrød, Margherita Lamatrice, Igor Lampis, Tania Maffei, Giuseppe Mallozzi, Stefano Mallus, Matteo Mancini, Claudia Mancosu, Azzurra Mangani, Andrea Marà, Manuela Mariani, Lorenzo Marone, Marco Marulli, Miriam Mastrovito, Elisa Matteini, Raffaella Munno, Alessandro Napolitano, Roberto Napolitano, Giuseppe Novellino, Sergio Oricci, Amigdala Pala, Alex Panigada, Federico Pergolini, Maria Lidia Petrulli, Daniele Picciuti, Sonia Piras, Gian Filippo Pizzo, Lorenzo Pompeo, Massimiliano Prandini, Marco Ricciardi, Tiziana Ritacco, Angelo Rosselli, Filippo Santaniello, Gianluca Santini, Emma Saponaro, Francesco Scardone, Giacomo Scotti, Ser Stefano, Antonella Spennacchio, Ilaria Spes, Antonietta Terzano, Angela Maria Tiberi, Anna Toro, Alberto Tristano, Giuseppe Troccoli, Cosimo Vitiello, Alain Voudì, Danilo Arona.
Museo letterario
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Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
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Copertina di Giorgio Pondi.
Contiene opere di: Claudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, Isabella Galeotti, Tiziano Legati, Angelo Manarola, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Annamaria Vernuccio, William Grifò, Maria Rosaria Spirito, Cristina Giuntini, Marina Paolucci, Rosanna Fontana, Umberto Pasqui.
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