Una bella giornata - (autore: Ombra #2)
Moderatore: Il Guru
Una bella giornata - (autore: Ombra #2)
Re: Una bella giornata - commento 1
Voto:5
Re: Una bella giornata - commento 2
Mi è piaciuta anche la descrizione delle sensazioni legate alla morte del soldato, questo distaccarsi dalla realtà che porta via le sensazioni e fa vedere tutto con un’altra prospettiva.
Il messaggio è molto chiaro e viene trasmesso in modo discreto, non eccessivo.
Due cose non mi convincono: i nomi dei due soldati, che mi ricordano troppo la fiaba di Biancaneve (anche se la foresta e l’ambiente naturale risultano fiabeschi, la serietà del tema non mi sembra proprio in linea), e il fatto che il tutto risulta un po’ troppo piatto e non mi colpisce particolarmente. Anche il discorso di commiato al morto mi sembra un po’ forzato. Per questi motivi non do il voto massimo.
Voto 4
Re: Una bella giornata - commento 3
Hai parlato di guerra senza retorica, raccontandola dal punto di vista di tre ragazzi, non di tre soldati. Un fronte o l’altro non farebbero differenza. Un messaggio intenso.
La scrittura è scorrevole, la lettura è resa facile dall’impaginatura corretta. Non ci sono errori e nemmeno refusi, mi pare. Impeccabile, quindi, dal punto di vista formale.
Ci sono, tuttavia, alcune cose che mi disturbano un po’. Prima tra tutte la scelta di dare dei nomignoli e di parlarne proprio durante la catarsi dell’azione: fa un po’ CSI, NCIS, insomma fiction americana in cui, nel bel mezzo di una azione dinamica, i personaggi si mettono a parlare dei propri problemi personali. Se, ad esempio, il fratello maggiore avesse usato quel nomignolo solo nei suoi pensieri e il narratore avesse eseguito una digressione, descrivendo un momento nel passato in cui i tre vivevano in un contesto non militare, avrebbe aiutato molto a spezzare il ritmo, senza abbassare il climax.
La scelta di usare il punto di vista del soldato morto è interessante, ma spiegarla subito la sminuisce. Se avessi introdotto il punto di vista di uno spettatore che assiste alla scena e che man mano si scopre essere lo spirito del cadavere, avrebbe avuto una potenza crescente e avrebbe ricreato un nuovo climax.
Alla luce di queste ultime considerazioni, non ti posso dare il massimo dei voti, ma, per me, resta un lavoro di alta qualità. A mio avviso, potrebbe diventare un lavoro più ampio, più articolato.
Voto: 4
Re: Una bella giornata - commento 4
Chi ha scritto il racconto affida allo spirito del soldato caduto il rifiuto della morte, l’idea che si continua anche se il corpo ci abbandona. D’altra parte, chi accetta davvero completamente la morte?
L’aggettivo possessivo PROPRIO sostituisce solamente SUO e LORO.
“E mentre marciavi con l’anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore.”
VOTO: 4
Re: Una bella giornata - commento 5
I tre fratelli (tutti e tre, guarda caso, nella stessa compagnia?) vengono introdotti in modo minore, chiamandoli semplicemente “tre giovani armati”: si potrebbe pensare che siano delle comparse e invece sono i veri co-protagonisti del racconto. Fossero stati introdotti come “Piccolo, Brontolo e (non è mai scritto come si chiama il terzo), tre fratelli che il caso aveva portato sulla battaglia…” ci sarebbe stato sicuramente un’aspettativa diversa.
Il racconto è diviso in tre parti distinte: la descrizione della neve nella prima parte, il ritrovamento del cadavere in quella centrale, l’anima del povero soldato caduto nella parte finale; sono piuttosto slegate e a sé stanti, mi sarei aspettato un po’ più interazione (ad esempio, non so, che una sigaretta venisse presa dall’anima, fra lo stupore generale ecc…). Le emozioni quindi, benché cercate, non riescono mai a concretizzarsi.
Passiamo infine a un commento sulla scrittura. Dal punto di vista squisitamente grammaticale non ho notato grandi errori ma mi sembra tutto molto scolastico e poco curato, con un numero incredibile di ripetizioni. Solo nelle prime dieci righe, ad esempio, il verbo “ricoprire” viene ripetuto ben tre volte. Le descrizioni non sono male, a dire il vero, e lo stile mostra nel primo blocco qualche abilità ma poi ritorna tutto piuttosto piatto e anonimo. Le frasi, ad esempio, sono tutte costruite allo stesso modo, denotando, a mio avviso, una scarsa fantasia e capacità di dominare la lingua e generando altre ripetizioni a non finire. Faccio un esempio: “L’elmetto gli era caduto in grembo e un po’ di neve si era fermata tra i capelli, gli era entrata nel colletto e nelle pieghe della stoffa”. Tutti e tre i verbi sono al trapassato prossimo, dunque retti da tre “era”. Non si poteva rendere con “Teneva l’elmetto in grembo, caduto lì chissà quando, e un po’ di neve si era fermata tra i capelli, entrando nel colletto e nelle pieghe di stoffa”?
Forse mi sono dilungato un po’ troppo ma penso che certi particolari vadano spiegati con cura per giustificare un voto che, mi dispiace per l’autore, ma non riesco a rendere positivo.
VOTO: 2
Re: Una bella giornata - commento 6
andasse a finire il racconto. Ed è stato proprio così, La storia però
è esposta tanto bene che mi ha ricordato un ritrovo di amici lì
riuniti per raccontare esperienze vissute da altri sulla guerra, da
far dimenticare di averla già sentita, da far dimenticare che sia la
solita solfa. Inframmezzata da dialoghi calati e calanti nella scena.
Questo quello che mi è piaciuto.
Non mi è piaciuta la figura dello spettro (il soldato morto) perché l'ho
vissuta come una scusa per parlare di ragazzi, non di arruolati.
Descrizioni del paesaggio avvolgenti.
Finale molto legato alle impressioni naturali della scrittrice\scrittore-
Voto 4
Re: Una bella giornata - commento 7
Voto 5
Re: Una bella giornata - commento 8
Un racconto sviluppato davvero bene in tutte le sue componenti: uno stile sicuro per descrizioni ricche ma senza eccessi/ripetizioni; personaggi ben gestiti in una storia difficile e purtroppo di attualità, un’attualità che si ripete da millenni. Personaggi che raccontano altro oltre questo momento, in cui l’essere vivi fa diventare una giornata dura una bella giornata.
In guerra uomini si combattono contro uomini, quasi che siano entità non tangibili, oggi quasi personaggi da videogame coi filmati che girano sul web, fino a quando non ne incontri uno, uno solo: spaurito come te, infreddolito e affamato come te, morto come potresti essere di lì a un giorno o anche solo a un’ora. E allora comprendi l’assurdità della guerra, dove nessuno, alla fine, vince o perde veramente. Quello è per la Storia: per il popolo una guerra è sempre persa, portatrice di lutti e distruzione.
Una storia questa che si potrebbe replicare in ogni epoca: spade al posto dei fucili, bastoni al posto delle spade, ma penso che sempre ci siano stati ragazzi che hanno affrontato e affrontano momenti come questo. Momenti fatti di fotografie, di lettere, dell’ultimo respiro.
Momenti in cui pensi che potresti essere al posto dell’altro.
Complimenti all’autore anche per la bella scrittura e per aver saputo dare il giusto ritmo per arrivare alla fine del racconto senza perdere una sola immagine
Voto: 5
Re: Una bella giornata - commento 9
Il narratore rimane estraneo alla storia raccontata e, a mio avviso, data la brevità del testo e il contesto è un errore. Un narratore di tal genere appesantisce la struttura senza arrecare benefici. Non sarebbe stato più facile ed efficadce far raccontare la stessa storia da uno dei tre protagonisti, o dallo spirito del soldato morto.
Banali i dialoghi e un poì fuori registro, come i nomi: Piccolo, Brontolo... ci mancava Mammolo e Biancaneve.
Il finale con lo spirito che vede il suo corpo è un déja vù. Si poteva osare di più, non mi pare una riflessione sugli orrori della guerra efficace, se questa voleva essere tale.
Voto: 2
Re: Una bella giornata - commento 10
Voto 5
Re: Una bella giornata - commento 11
Il titolo che in realtà riguarda solo il lato più marginale del racconto permette di entrare in una storia direttamente nel suo scenario più limpido.
Non c’è molto da dire se non qualche pensiero personale tipo che forse si sente un pò la mancanza di esperienza personale nel racconto e quindi manca un pò di carica emotiva nella lettura , ma questa è stata una mia lettura personale oltretutto riguardo ad un testo che probabilmente se ampliato potrebbe diventare ancora più completo se non pure un libro.
VOTO: 4
Re: Una bella giornata - commento 12
La descrizione del paesaggio è suggestiva, i dialoghi perfetti per intuire i caratteri dei personaggi, lo stile affascinante, con un classicismo che rende scorrevole la lettura.
Forse l’unico appunto (che dipende esclusivamente dai gusti) riguarda quel finale da commento del fantasma; anche se offre un nuovo punto di vista, inserendo la figura del soldato morto, tutto quanto affermato era già stato messo in luce con la storia dei tre.
VOTO: 4
La Gara 14 - Storie di Storia
A cura di Ser Stefano.
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Gara d'autunno 2020 - Beu, e gli altri racconti
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Metropolis
antologia di opere ispirate da un ambiente metropolitano
Cosa succede in città? - Sì, è il titolo di una nota canzone, ma è anche la piazza principale in cui gli autori, mossi dal flash-mob del nostro concorso letterario, si sono dati appuntamento per raccontarci le loro fantasie metropolitane.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Gianluigi Nardo, Andrea Pozzali, Antonella Jacoli, Roberto Virdo', Francesco Pino, Giulia Rosati, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Ibbor OB, Umberto Pasqui, Annamaria Ricco, Eliana Farotto, Maria Spanu, Eliseo Palumbo, Andrea Teodorani, Stefania Paganelli, Alessandro Mazzi, Lidia Napoli, F. T. Leo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Alessia Piemonte, Ida Dainese, Giovanni Di Monte.
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B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
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Una bambina e alcune persone subiscono una crudele e folle violenza. Cosa potrebbe fare una donna per vendicarsi e scongiurare la possibilità che anche sua figlia cada vittima dei carnefici? Lo scopriremo in questo racconto, dato che il rosso ce lo permette.
Copertina di Roberta Guardascione
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.