Mister T.

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2020.

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Sondaggio concluso il 22/12/2020, 23:00

1 - non mi piace affatto
1
6%
2 - mi piace pochino
3
18%
3 - si lascia leggere
7
41%
4 - è bello
5
29%
5 - mi piace tantissimo
1
6%
 
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Selene Barblan
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Mister T.

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leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Avevo 14 anni e vivevo con i miei nonni in una casetta a schiera in un paesino tranquillo e per bene. Ne sono consapevole, un villaggio non si può definire così, è un aggettivo che solitamente definisce una persona, non un luogo. Ma non saprei in che altro modo descriverlo, così curato, decorato anche nei periodi lontani dalle feste, punteggiato di aiuoline, pulito, discreto. Nessun rumore eccessivo, nessuna lite furibonda nei cortili, nessun brutto graffito sui muri della stazione o delle scuole elementari. Personcine delicate passeggiavano nelle vie alberate, mano nella mano in coppiette o coi bimbetti sulle spalle, a cavalcioni. Giardini curatissimi, automobili posteggiate perfettamente a lisca di pesce, baretti coi fiorellini in vasetti dipinti a stelline gialle su fondo azzurro - bonbon. Amichetti d’infanzia che riuscivano a giocare al parchetto senza bisticciare, scambiandosi le figurine e i primi bacetti.
Io no. Io ero un’anima nera, una macchia di petrolio. Insolubile, impossibile da smacchiare. Perennemente incazzata, perfino e soprattutto con quei poverini che provavano a sopportarmi, loro malgrado, tutti i giorni: il prof di classe, gli insegnanti, i compagni.
Perfino con i nonni. Con loro che già dovevano confrontarsi quotidianamente con gli acciacchi e con il senso di vuoto lasciato dalla scomparsa dei miei genitori. Ero, lo ammetto, intrattabile.

Forse per questo motivo per il mio quattordicesimo compleanno mi avevano comprato un telescopio. In un momento di distrazione mi ero infatti lasciata sfuggire che la luna, tutto sommato, non era una completa schifezza. Ricordo ancora gli occhi luccicanti e carichi di aspettativa di nonna quando avevo scartato con mala grazia l’enorme pacco infiocchettato. Tra una masticata di cicca e l’altra avevo borbottato un “grazie” ed ero tornata nella mia stanza, musica nelle orecchie, chiusura ermetica. Li avevo lasciati lì tutti e tre, come grucce dimenticate in un armadio.
Il mattino seguente i nonni erano ancora un po’ più curvi del solito. Il telescopio però non aveva perso la speranza, mi aspettava in fondo alle scale. Più per evitare di inciamparci durante una sortita notturna che per un vero senso del dovere, o di pietà, me lo ero portato finalmente in camera prima di uscire per andare a scuola con la consueta porta sbattuta. Al mio rientro me n’ero già dimenticata e, destino, ci ero andata a sbattere… con prevedibili sacramenti. Era andato quindi a finire nell’angolo più scuro della mia buia stanza.

Qualche settimana dopo, in una notte di luna piena, faticavo ad addormentarmi. Mi giravo e rigiravo nel letto, sbattendo furiosamente le gambe sotto le coperte, sbuffando e alimentando così il mio nervosismo. Al culmine della stizza avevo dato una spinta talmente forte che, nonostante il peso, il piumino era volato dall’altra parte della stanza. Per un po’ ero rimasta ferma nel letto, non avevo nessuna intenzione di alzarmi. Poi l’aria gelida che entrava dalla finestra aveva cominciato a farmi rabbrividire, quindi mi ero arresa. Raccogliendola avevo notato, appoggiato come un viaggiatore alla fermata del bus, proprio lui: Mister Telescopio.
L’avevo preso, rigirato tra le mani, posato. Poi l’avevo ripreso, avevo aperto la cerniera, avevo slacciato i velcri che lo tenevano fermo e lo avevo estratto dalla custodia. Con un paio di manovre l’avevo regolato alla mia altezza, quindi eravamo usciti assieme sul balcone. Avevo provato diversi oculari, da quello con pochi ingrandimenti a quello più potente, per scrutare la superficie lunare. Dopo un lasso di tempo imprecisato mi ero accorta che non sentivo più le dita, ero quasi congelata. Ero rientrata in camera per avvolgermi nel piumino e ero tornata subito in appostamento, così concentrata che i goccioloni che mi colavano dal naso neanche mi davano fastidio. Avevo finito per addormentarmi sul balcone, avvolta come un bruco nel suo bozzo, con al fianco la figura slanciata del telescopio a proteggermi.

No. Mister T., come l’avevo poi ribattezzato, non è bastato a farmi diventare una ragazzina sorridente, beata e inconsapevole come le ochette che popolavano la mia classe. Ma nei momenti più cupi è stato un valido compagno, assieme alle sigarette e alle bottiglie di birra sgraffignate di soppiatto dalla cantina di nonnino.
Ultima modifica di Selene Barblan il 16/12/2020, 18:53, modificato 1 volta in totale.
Lucia De Falco
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Credo che sia un racconto ben scritto ed equilibrato nei tempi dedicati alle varie parti: l'introduzione con la descrizione dell'ambiente, un cenno alla situazione familiare e di disagio della narratrice e il racconto dell'episodio relativo al telescopio.
Il linguaggio, crudo e schietto, ben riflette il carattere ribelle della ragazza. Personalmente preferirei un finale un po' più dolce, ad esempio: :da allora nei miei momenti bui il telescopio mi è stato sempre accanto, illuminando i miei momenti bui." Così come preferirei un recupero finale del rapporto coi nonni.
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Lucia De Falco ha scritto: 23/09/2020, 7:57 Credo che sia un racconto ben scritto ed equilibrato nei tempi dedicati alle varie parti: l'introduzione con la descrizione dell'ambiente, un cenno alla situazione familiare e di disagio della narratrice e il racconto dell'episodio relativo al telescopio.
Il linguaggio, crudo e schietto, ben riflette il carattere ribelle della ragazza. Personalmente preferirei un finale un po' più dolce, ad esempio: :da allora nei miei momenti bui il telescopio mi è stato sempre accanto, illuminando i miei momenti bui." Così come preferirei un recupero finale del rapporto coi nonni.
Ciao Lucia, grazie per il tuo commento; mi fa piacere che lo trovi equilibrato, io rileggendolo avevo un dubbio al riguardo. Mi sembrava infatti che la prima parte fosse meglio approfondita e il finale un po’ frettoloso. Ma per pigrizia l’ho lasciato così 😅.
Riguardo a come finisce sì, in effetti non è particolarmente positivo, già però aver trovato una passione per la ragazza in questione può essere uno spunto, o una spinta, dopotutto non si sa mai come andranno le cose, calcola che la narratrice probabilmente non è ancora del tutto cresciuta, ha ancora tutta la vita davanti per trovare un equilibrio, anche in famiglia. ☺️
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Roberto Virdo' ha scritto: 23/09/2020, 11:31 Per la mia modesta opinione questa brava autrice, e il brava non si riferisce al sito, viaggia sempre su livelli minimi standard elevati. Parlo di uno stile elegante, fluente, una facilità di combinare le parole sempre spiccata. I contenuti poi restano, come in questo caso, mai banali, profondamente introspettivi, a volte particolarmente profondi e difficili da sviscerare.
Due complimenti focalizzati: il titolo che "prende", poi la sequenza degli "avevo/aveva" del penultimo paragrafo...molto molto bella e anche significativa. Uno poi mio personale per la scelta del telescopio quale strumento di "apertura/introspezione" spirituale e per la citazione della Luna (presenza ricorrente se non erro - nomen omen). Non nascondo di essere appassionato di astronomia sin da ragazzo (il che potrebbe significare, se lo spazio è tempo, una distanza di varie unità astronomiche).
Termino con un unica nota, non negativa ma riflessiva. Il livello a cui l'autrice ci ha abituato fa sì che le aspettative, almeno per me, siano alte. Qui trovo una leggera flessione rispetto allo standard normale. Forse, ma è un'ipotesi, perché la curva ritorna insistentemente sul soggetto e non, come un vero telescopio farebbe pensare, all'esterno. Mi spiego meglio: anche il precedente racconto in gara era profondamente introspettivo ma l'identificazione è avvenuta immediatamente.
Ribadisco però che il livello da cui si parte è sempre alto, oserei dire da una certa orbita in poi.
Ciao Roberto, sei sempre molto gentile, ti ringrazio ☺️. Sono molto d’accordo con quanto dici; ho pubblicato questo racconto perché ho voluto provare qualcosa di diverso, consapevole del fatto che non è così elaborato come altri che ho già proposto. Ed è anche forse vero che è un po’ ridondante.
Beh, grazie mille per il tuo commento e per la tua considerazione, aspetto il tuo racconto 🙂
Mauro Conti
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Mi associo all'idea di Roberto, nel senso che, senza nulla togliere al racconto, conoscendo il calibro di chi scrive ci saremmo aspettati qualcosa di più...più.
Per il resto si lascia leggere senza particolari colpi di scena. Chiusura senza fornire più di tanto dettagli. Componimento nella media.
Hai cercato di trattare una tematica e uno stile nuovi, forse era meglio puntare su un tuo classico, ovvero l'introspezione associata ad una tematica più intimistica. Come si dice a scuola: "va bene ma può fare di più". Sarà per la prossima volta.
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Laura Traverso
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Devo dire con tutta franchezza che il racconto non mi è piaciuto a cominciare dal titolo che trovo davvero per nulla carino. Poi, secondo me, le descrizioni iniziali del paesello modello "Mulino Bianco" sono state espresse troppo ripetutamente, dette e ridette… Inoltre ho trovato la storia banale e non coinvolgente (un classico: la ragazzina rimasta orfana e arrabbiata col mondo intero, nonni compresi). Sicuramente al prossimo giro l'autrice saprà stupire positivamente con qualcosa di diverso…
Macrelli Piero
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La prima parte è piena di vezzeggiativi che poi si sospendono nel resto del racconto e la cosa mi ha un po' sbilanciato e non ho afferrato bene il cambio del registro narrativo della protagonista. Mi piace che il questo racconto l'elemento novità, rappresentato dal regalo, non attui nessuna emancipazione della protagonista, a differenza di altri racconti dove avviene una svolta. A me questo aspetto piace molto, n po' come nei racconti di Carver dove non succede niente o, se succede, non cambia nulla per il protagonista. Mi spiace che qui il meccanismo non sia tanto riuscito.
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Macrelli Piero ha scritto: 23/09/2020, 15:03 La prima parte è piena di vezzeggiativi che poi si sospendono nel resto del racconto e la cosa mi ha un po' sbilanciato e non ho afferrato bene il cambio del registro narrativo della protagonista. Mi piace che il questo racconto l'elemento novità, rappresentato dal regalo, non attui nessuna emancipazione della protagonista, a differenza di altri racconti dove avviene una svolta. A me questo aspetto piace molto, n po' come nei racconti di Carver dove non succede niente o, se succede, non cambia nulla per il protagonista. Mi spiace che qui il meccanismo non sia tanto riuscito.
Ciao! Nella prima parte con quei vezzeggiativi volevo rendere un po’ il sarcasmo della ragazza nei confronti del paese che, per lo meno a prima vista, è idilliaco e perfetto, in contrapposizione a come lei vede se stessa. Infatti poi parlando di se e dei suoi rapporti con gli altri ha un altro tono.
Interessante questo paragone con Carver, che ancora non conosco ma che, mi hai incuriosito, andrò a cercare, quindi grazie sia per la lettura che per la dritta e per la critica utile :)
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Mauro Conti ha scritto: 23/09/2020, 13:24 Mi associo all'idea di Roberto, nel senso che, senza nulla togliere al racconto, conoscendo il calibro di chi scrive ci saremmo aspettati qualcosa di più...più.
Per il resto si lascia leggere senza particolari colpi di scena. Chiusura senza fornire più di tanto dettagli. Componimento nella media.
Hai cercato di trattare una tematica e uno stile nuovi, forse era meglio puntare su un tuo classico, ovvero l'introspezione associata ad una tematica più intimistica. Come si dice a scuola: "va bene ma può fare di più". Sarà per la prossima volta.
Ciao Mauro, beh, grazie; anche se il racconto non ti ha entusiasmato la considerazione che esprimi nei miei confronti, o meglio riguardo ciò che scrivo, mi lusinga. Terrò conto delle tue considerazioni, grazie per la lettura!
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Laura Traverso ha scritto: 23/09/2020, 14:25 Devo dire con tutta franchezza che il racconto non mi è piaciuto a cominciare dal titolo che trovo davvero per nulla carino. Poi, secondo me, le descrizioni iniziali del paesello modello "Mulino Bianco" sono state espresse troppo ripetutamente, dette e ridette… Inoltre ho trovato la storia banale e non coinvolgente (un classico: la ragazzina rimasta orfana e arrabbiata col mondo intero, nonni compresi). Sicuramente al prossimo giro l'autrice saprà stupire positivamente con qualcosa di diverso…
Ciao Laura, beh capita; grazie comunque per il tempo speso per leggere e commentare il racconto. Vedremo cosa offrirà il prossimo giro, ...
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Massimo Baglione
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Laura Traverso ha scritto: 23/09/2020, 14:25 Devo dire con tutta franchezza che...
Laura, per cortesia, non citare l'intero racconto quando esprimi un commento. Te l'ho segnalato anche in privato.
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Massimo Baglione ha scritto: 24/09/2020, 7:05 Laura, per cortesia, non citare l'intero racconto quando esprimi un commento. Te l'ho segnalato anche in privato.
Scusami tanto Massimo, lo so me lo hai segnalato, ma non sempre riesco a farlo, non so perché. Farò comunque più attenzione, ciao
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Ida Daneri
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Messaggio da leggere da Ida Daneri »

Bel racconto, mi è davvero piaciuto. Le parole scorrono velocissime sotto gli occhi rivelando un paesino da favola e una ragazzina che alle favole non crede, ma che è descritta in modo realistico e credibile. Bello in finale, quasi romantico e da favola, ma "raddrizzato" dal post-finale che riporta tutto alla normalità.
Bella prova, voto 4.
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😂🤣🤣 ecco proprio non avevo fatto l’associazione con l’A-Team 😅 beh, ci penserò, anche sul fatto di approfondire la parte centrale. Grazie per la lettura e il commento!
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Ida-59 ha scritto: 24/09/2020, 16:00 Bel racconto, mi è davvero piaciuto. Le parole scorrono velocissime sotto gli occhi rivelando un paesino da favola e una ragazzina che alle favole non crede, ma che è descritta in modo realistico e credibile. Bello in finale, quasi romantico e da favola, ma "raddrizzato" dal post-finale che riporta tutto alla normalità.
Bella prova, voto 4.
Ciao Ida, grazie! :) hai colto il messaggio molto bene
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Ciao Selene. Il tuo racconto è ben scritto, scorrevole, divertente nel tratteggio della ragazzina. Forse dovrei rileggerlo perché sono riuscito solamente a metà lettura a capire che era una ragazzina anziché un maschietto. Anche il finale a me è piaciuto, non credo sia credibile la "conversione" spontanea e immediata. Invece hai terminato con un piccolo passetto di consapevolezza da parte di una ragazzina che ha ancora una vita da trascorrere per crescere, migliorare e fare i conti con una società che alla fine potrebbe chiederle da pagare un conto salato. Piuttosto viene in attimo a mancare un po di sorpresa che forse in un racconto breve aggiunge appeal. Essendo la prima volta che partecipo, a differenza di altri non ho letto precedentemente altri tuoi racconti, ma mi fido di chi mi ha preceduto e non vedo l'ora di leggere qualcosa di tuo "intimistico e introspettivo", anche perché io amo scrivere così e cerco di slegarmi un po da questo cliché ma se con te funziona leggerti mi aiuterà a crescere.
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Marcello Rizza ha scritto: 27/09/2020, 16:57 Ciao Selene. Il tuo racconto è ben scritto, scorrevole, divertente nel tratteggio della ragazzina. Forse dovrei rileggerlo perché sono riuscito solamente a metà lettura a capire che era una ragazzina anziché un maschietto. Anche il finale a me è piaciuto, non credo sia credibile la "conversione" spontanea e immediata. Invece hai terminato con un piccolo passetto di consapevolezza da parte di una ragazzina che ha ancora una vita da trascorrere per crescere, migliorare e fare i conti con una società che alla fine potrebbe chiederle da pagare un conto salato. Piuttosto viene in attimo a mancare un po di sorpresa che forse in un racconto breve aggiunge appeal. Essendo la prima volta che partecipo, a differenza di altri non ho letto precedentemente altri tuoi racconti, ma mi fido di chi mi ha preceduto e non vedo l'ora di leggere qualcosa di tuo "intimistico e introspettivo", anche perché io amo scrivere così e cerco di slegarmi un po da questo cliché ma se con te funziona leggerti mi aiuterà a crescere.
Ciao, anche in un altro racconto che ho pubblicato in una precedente gara il personaggio principale era un po’ indefinito. Mi è uscito così, forse perché inconsapevolmente volevo renderli più vicini al lettore indipendentemente dal sesso. Sono d’accordo con te riguardo il finale, che non è particolarmente sorprendente; l’aspetto che mi interessava far trasparire era il cinismo di lei ed evitare il finale eccessivamente “buonista”, aspetto che tu hai colto.
Riguardo la tua considerazione finale, beh, mi trovo un po’ in imbarazzo, non credo di essere esattamente un esempio da seguire. Io scrivo solitamente di getto e senza pensare molto, quello che esce esce... però la possibilità di leggerci a vicenda sicuramente permette a tutti noi di avere sempre nuovi sguardi, su di noi, su ciò che scriviamo e su ciò che leggiamo.
Grazie mille per la tua lettura e per il tuo commento!
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

a me non è dispiaciuto per niente.
non ho apprezzato la parte iniziale, dove descrivi il paesello; mi pare esageratamente positiva.
da lì in poi, invece, il racconto cambia ritmo e stile, presentando una protagonista arrabbiata col mondo e descrivendola benone (poveri nonni).
bello anche il finale, secco come doveva essere.
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Messaggio da leggere da ElianaF »

Racconto bello, finale troppo secco per me. Avrei anche allungato questo pezzo" Io no. Io ero un’anima nera, una macchia di petrolio. Insolubile, impossibile da smacchiare. Perennemente incazzata, perfino e soprattutto con quei poverini che provavano a sopportarmi, loro malgrado, tutti i giorni: il prof di classe, gli insegnanti, i compagni." Basta essere solo incazzati per essere un'anima nera?
Ti segnalo un refuso "Li avevo lasciati lì tutti e tre, come grucce dimenticate in un armadio." tre nonni?
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Fausto Scatoli ha scritto: 28/09/2020, 17:32 a me non è dispiaciuto per niente.
non ho apprezzato la parte iniziale, dove descrivi il paesello; mi pare esageratamente positiva.
da lì in poi, invece, il racconto cambia ritmo e stile, presentando una protagonista arrabbiata col mondo e descrivendola benone (poveri nonni).
bello anche il finale, secco come doveva essere.
Ciao Fausto, grazie per la lettura! La prima parte, nelle mie intenzioni, voleva essere una descrizione secondo l’ottica un po’ sarcastica della ragazza. Felice non ti sia dispiaciuto ☺️
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ElianaF ha scritto: 30/09/2020, 18:23 Racconto bello, finale troppo secco per me. Avrei anche allungato questo pezzo" Io no. Io ero un’anima nera, una macchia di petrolio. Insolubile, impossibile da smacchiare. Perennemente incazzata, perfino e soprattutto con quei poverini che provavano a sopportarmi, loro malgrado, tutti i giorni: il prof di classe, gli insegnanti, i compagni." Basta essere solo incazzati per essere un'anima nera?
Ti segnalo un refuso "Li avevo lasciati lì tutti e tre, come grucce dimenticate in un armadio." tre nonni?
Ciao Eliana, grazie per gli spunti e per il tuo commento 🙂 “tutti e tre” sono i due nonni e il telescopio, tendo a umanizzare anche gli oggetti 😅
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Ritorni alle tue origini con questo racconto e la sua piccola protagonista, una ragazzina, diversa dalle ochette carine che popolano un villaggetto lindo e pulito dove regna l'ordine e le persone fanno ciò che debbono fare senza qualcuno ad obbligarli a farlo, inquieta e a suo modo ribelle.
In modo diverso dal solito introduci delle attenuanti, è orfana di madre e padre e vive con i nonni, e un elemento di speranza che dà vita anche al titolo: Mr.T.
Un buon racconto, condotto al finale in modo perfetto e che non soffre neanche della sua brevità.
Stai sempre su di un livello molto alto, brava.

Solo un particolare, le lenti di cui scrivi, che cambiate variano gli ingrandimenti di un telescopio amatoriale (a rifrazione o riflessione o con ottica più complessa) si chiamano oculari.
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Selene Barblan
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Re: Mister T.

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Grazie Namio, come sempre ho apprezzato molto il tuo commento; grazie anche per l’imput, a breve correggerò!
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Messaggio da leggere da Liliana Tuozzo »

Scritto con molta cura e ben delineato il personaggio della ragazzina col suo caratterino. Nel finale mi aspettavo qualcosa di diverso, non ci sono colpi di scena, ma solo un piccolo gradino verso la scalata che porta alla crescita. Un buon racconto.
Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
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Stefyp
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Messaggio da leggere da Stefyp »

Nella prima parte la descrizione del paesello perfetto ti serve per contrapporre "l'anima nera", ma per me è un po' troppo esagerato. Mi piace l'espediente del telescopio come protagonista del suo cambiamento, ma hai troncato tutto troppo in fretta. A conti fatti questo racconto ha un buonissimo potenziale ma stavolta, contrariamente ad altre volte, non l'hai reso al meglio. Alla prossima!!!
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Liliana Tuozzo ha scritto: 10/11/2020, 11:16 Scritto con molta cura e ben delineato il personaggio della ragazzina col suo caratterino. Nel finale mi aspettavo qualcosa di diverso, non ci sono colpi di scena, ma solo un piccolo gradino verso la scalata che porta alla crescita. Un buon racconto.
Ciao, grazie per la lettura e il commento!
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Stefyp ha scritto: 14/11/2020, 19:41 Nella prima parte la descrizione del paesello perfetto ti serve per contrapporre "l'anima nera", ma per me è un po' troppo esagerato. Mi piace l'espediente del telescopio come protagonista del suo cambiamento, ma hai troncato tutto troppo in fretta. A conti fatti questo racconto ha un buonissimo potenziale ma stavolta, contrariamente ad altre volte, non l'hai reso al meglio. Alla prossima!!!
Ciao Stefyp grazie per le tue considerazioni, alla prossima!
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Messaggio da leggere da MattyManf »

Buon racconto: veloce ma non tumultuoso, quasi una passegiata nell'infanzia di questa macchiolina nera. L'idea del capriccio e del rifuiuto di quel bene per cui qualcun altro tanto si è impegnato (che qui prende forma nel regalo) è un tema che ci tocca da vicino.
Tutti siamo stati bambini e nel nostro protagonismo infantile abbiamo fatto del male senza volerlo (o forse anche volendolo)

Sei stata brava a descirvere questo aspetto della cresciata. Complimenti
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Messaggio da leggere da Selene Barblan »

MattyManf ha scritto: 16/11/2020, 10:45 Buon racconto: veloce ma non tumultuoso, quasi una passegiata nell'infanzia di questa macchiolina nera. L'idea del capriccio e del rifuiuto di quel bene per cui qualcun altro tanto si è impegnato (che qui prende forma nel regalo) è un tema che ci tocca da vicino.
Tutti siamo stati bambini e nel nostro protagonismo infantile abbiamo fatto del male senza volerlo (o forse anche volendolo)

Sei stata brava a descirvere questo aspetto della cresciata. Complimenti
Ciao Matty, scusami mi sono dimenticata di rispondere al tuo commento. Ti ringrazio per la lettura, contenta ti sia piaciuto. Un saluto 🖖🏽:)
Simone_Non_é
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Messaggio da leggere da Simone_Non_é »

Un racconto pieno di opposti, il paesino tranquillo e per bene in contrapposizione alla protagonista vivace e straripante di intense emozioni. Il freddo di un telescopio in balcone ed il calore che si prova nell'osservare qualcosa di lontano che trasporta fuori dai propri pensieri. Un bel racconto, buona scrittura
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Carosello

Carosello

antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura

Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.

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256K

256K

256 racconti da 1024 Karatteri

Raccolta delle migliori opere che hanno partecipato alla selezione per l'antologia 256K. Ci sono 256 racconti da non più di 1024 battute. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro della fantascienza italiana Valerio Evangelisti. Ogni pagina, è corredata da una cronologia dei vecchi computer dagli anni '50 agli '80. A ogni autore è stato inoltre assegnato un QR Code. Da non perdere!
A cura di Massimo Baglione e Massimo Fabrizi
con la partecipazione di: Alessandro Napolitano e Paolo Oddone.

Contiene opere di: Alberto Tristano, Roberto Guarnieri, Ramona Cannatelli, Ser Stefano, Giorgio Aprile, Gianluca Santini, Matteo Mancini, Giorgia Rebecca Gironi, Mariella Vallesi, Tommaso Chimenti, Diego Salvadori, Giulia Conti, Beatrice Traversin, Maria Cristina Biasoli, Massimiliano Campo, Il Cazzaro di 6502, Polissena Cerolini, Patrizia Birtolo, Paolo Capponi, Paolo Cavicchi, Luca Romanello, Igor Lampis, Diego Di Dio, Leonardo Boselli, David Parronchi, VS, Antonella Tissot, Sam L. Basie, Annamaria Trevale, Bruno Ugioli, Ilaria Spes, Bruno Elpis, Massimiliano Prandini, Andrea Marà, Riccardo Fumagalli, Joshi Spawnbrød, Daniele Picciuti, Gian Filippo Pizzo, Flavio Valerio Nervi, Ermanno Volterrani, Manuela Costantini, Matteo Carriero, Eva Bassa, Lorenzo Pompeo, Andrea Andreoni, Valeria Esposito, Stefano Caranti, Riccardo Carli Ballola, Stefano Pierini, Giuseppe Troccoli, Francesco Scardone, Andrea Cavallini, Alice Chimera, Cosimo Vitiello, Mariaeleonora Damato, Stefano Mallus, Sergio Oricci, Michele Pacillo, Matteo Gambaro, Angela Di Salvo, Marco Migliori, Pietro Chiappelloni, Sergio Donato, Ivan Visini, Ottavia Piccolo, Ester Mistò, Alessandro Mascherpa, Gianmarco Amici, Raffaella Munno, Michele Campagna, Diego Bortolozzo, Lorenzo Davia, Marco Solo, Gianluca Gendusa, Caterina Venturi, Lorenzo Crescentini, Silvia Tessa, Simona Aiuti, Chiara Micheli, Anna Tasinato, Valentina Giuliani, Giulio D'Antona, Maria Francesca Cupane, Veruska Vertuani, Giacomo Scotti, Chiara Zanini, Lorenzo Fontana, Tiziana Ritacco, Margherita Lamatrice, Aurora Torchia, Luigi Milani, Maurizio Brancaleoni, Gloria Scaioli, Filomena, Piergiorgio Annicchiarico, Morik Chadid, Chiara Perseghin, Massimo Ferri, Simone Messeri, Davide Dotto, Serena M. Barbacetto, Roberto Bernocco, Anthony Strange, Cristian Leonardi, Fabiola Lucidi, Roberto Bommarito, Antonio Russo De Vivo, Giacomo Gailli, Giovanni Duminuco, Federico Pergolini, Fabrizio Leonardi, Amigdala Pala, Natale Figura, Celeste Borrelli, Francesca Panzacchi, Andrea Basso, Giacomo Inches, Umberto Pasqui, Mario Frigerio, Luigi Bonaro, Luca Romani, Anna Toro, Giuseppe Varriale, Maria Lipartiti, Marco Battaglia, Arturo Caissut, Stefano Milighetti, Davide Berardi, Paolo Secondini, Susanna Boccalari, Andrea Indiano, Alexia Bianchini, Penelope Mistras, Anna Grieco, Samantha Baldin, Serena Bertogliatti, Valentina Carnevale, Gloria Rochel, Andrea Leonelli, James Carroll Wish, Marco Ferrari, Giovanni Ferrari, Mew Notice, Maurizio Vicedomini, Paride Bastuello, Alessandra Lusso, Mirko Giacchetti, Francesco Manarini, Massimo Rodighiero, Daniela Piccoli, Alessandro Trapletti, Marco Tomasetto, Conrad, Giovanni Sferro, Morgana Bart, Omar Spoti, Massimo Conti, Andrea Donaera, Roberto Alba, Libeth Libet, Angela Rosa, Valentina Coscia, Antonio Matera, Fabio Brusa, Stefano Olivieri, Isabella Galeotti, Chiara de Iure, Ilaria Ranieri, Lorenzo Valle, Francesco Fortunato, Valentina Tesio, Elena Pantano, Maria Basilicata, Antonio Costantini, Riccardo Delli Ponti, Giovanna Garofalo, Eliseo Palumbo, Federica Neri, Alessandro Napolitano, Stefano Valente, Linda Bartalucci, Luisa Catapano, Diego Cocco, Riccardo Sartori, Dario Degliuomini, Gianni Giovannone, Nicola Fierro, Federico Marchionni, Romeo Mauro, Francesco Azzurli, Filippo Pirro, Luca Marinelli, Triptil Pazol, Marco Sartori, Iunio Marcello Clementi, Maria Lucia Nosi, Valentina Vincenzini, Jacopo Mariani, Diletta Fabiani, Lodovico Ferrari, Paolo Franchini, Tullio Aragona, Davide Corvaglia, Davide Figliolini, Beniamino Franceschini, Roberto Napolitano, Valeria Barbera, Federico Falcone, Stefano Meglioraldi, Eugenia Bartoccini, Andrea Gatto, Sonia Galdeman, Filomena Caddeo, Dario D'Alfonso, Chantal Frattini, Viola Cappelletti, Maria Stella Rossi, Serena Rosata, Francesco Di Mento, Giuseppe Sciara, Mario Calcagno, Tanja Sartori, Andrea Giansanti, Lorenzo Pedrazzi, Alessio Negri Zingg, Ester Trasforini, Daniele Miglio, Viola Killerqueen Lodato, Delos Veronesi, Giuseppe De Paolis, Diego Capani, Stefano Colombo, Aislinn, Marco Marulli, Sanrei, Emanuele Crocetti, Andrea Borla, Elena Noseda, Anna Notti, Andreea Elena Stanica, Marina Priorini, Lucia Coluccia, Simone Babini, Fiorenzo Catanzaro, Francesco Mastinu, Cristina Cornelio, Roberto Paradiso, Andrea Avvenengo, Maria Boffini, Mara Bomben, Alex Panigada, Federico Iarlori, Marika Bernard, Alessandra Ronconi, Francesco Danelli, Gabriele Nannetti, Salvatore Ingrosso, Paolo Oddone, Valerio Evangelisti.

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Kriminal.e

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Kriminal.e è una raccolta di testi gialli "evoluti", che contengono cioè elementi tecnologici legati all'elettronica moderna.
Copertina di Diego Capani.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: Tullio Aragona, Nunzio Campanelli, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Emanuele Finardi, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Francesca Paolucci, Umberto Pasqui, Antonella Pighin, Alessandro Renna, Enrico Teodorani.

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Gara d'autunno 2021 - Babi Yar, e gli altri racconti

Gara d'autunno 2021 - Babi Yar, e gli altri racconti

(autunno 2021, 56 pagine, 703,36 KB)

Autori partecipanti: Namio Intile, Marcello Rizza, Roberto Bonfanti, Nuovoautore, Fausto Scatoli, Selene Barblan, Messedaglia, Giovanni p, Temistocle, Andr60.
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 33 - Dica 33!

La Gara 33 - Dica 33!

(settembre/ottobre 2012, 55 pagine, 711,52 KB)

Autori partecipanti: Lodovico, , Ser Stefano, Monica Porta may bee, Nathan, Skyla74, Licetti, Roberta Michelini, Cordelia, Tuarag, Mastronxo, Paride Bastuello, Isabella Galeotti, Angela Di Salvo, Lorella15, Recenso.
A cura di Ser Stefano.
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La Gara 45 - Due personaggi in cerca d'autore

La Gara 45 - Due personaggi in cerca d'autore

(aprile 2014, 30 pagine, 454,14 KB)

Autori partecipanti: Annamaria Vernuccio, Anto Pigy, Nunzio Campanelli, Ser Stefano, Daniela Rossi, Alphaorg, Eddie1969, Marina Paolucci.
A cura di Ser Stefano.
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