Archistar
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Un bel racconto dei tuoi, ben costruito, ben scritto, un ottimo corto con capovolgimento finale. E l'archistar (l'avrei lasciato minuscolo) è antipatico arrogante e pieno di sé al punto giusto.
A rileggerti.
Re: Commento
Basterebbe destinare dei binari a una linea fissa, e obbligare chi deve cambiare treno per un'altra destinazione a percorrere tutta la stazione in un senso o nell'altro. Se (ad esempio) sul binario 3, vicino all'uscita principale, si fermasse un treno che raccoglie i turisti provenienti dal nord e se questi dovessero proseguire verso sud con un treno che parte dal binario 15, e al binario 16 ci fosse la linea dedicata ai lavoratori pendolari (in gran parte extracomunitari) che devono percorrere lo stesso tragitto ma in senso inverso, sarebbe più probabile urtarsi gli uni con gli altri. Forse senza volerlo, o forse no; e poi c'è l'estate, il caldo asfissiante, le donne coi vestiti leggeri... Agente, io non volevo toccare quella signora, ma il marito si è così infuriato, mi ha spinto e mi ha dato un pugno, allora io ho reagito. Solo dopo, è intervenuto il mio amicoRobertoBecattini ha scritto: ↑01/07/2022, 21:01 Interessante per il tema trattato, distopico ma non troppo ahimè, con un finale che mi è piaciuto. Non mi è chiarissimo il passaggio sulla Sommossa di Roma (gli insorti sono immigrati musulmani?) e sui flussi di passeggeri che favoriscono gli scontri etnici (in che modo?).
Esistono tecniche per studiare questi flussi, per ottimizzare la mobilità; oppure, per il contrario.
Re: Commento
Ricordo Crozza che prendeva in giro Fuxsas (chiamandolo Fuffas), in un periodo nel quale le archistar venivano molto decantate; mi risulta che la sua Nuvola fosse un abuso edilizio, oggi è un hub vaccinale. La maiuscola è sarcastica: le archistar celebrano il potere, a partire dai Faraoni.Namio Intile ha scritto: ↑02/07/2022, 11:42 Sto con Maometto, lo confesso. Bisognerebbe però che tutti i proprietari stiano a casa contemporaneamente quando l'esplosivo fa piazza pulita. Questo particolare ti era sfuggito. E peccato poi che le leggi sul diritto di proprietà esigano che i beni a qualcuno alla fine vadano, sia pure un cugino di secondo grado o, in ultima istanza, lo stato. E quindi saremo a capo. Sul diritto di proprietà che permette l'accumulo illimitato si dovrebbe decidersi ad agire, ma è pura fantascienza. Si mettono tutta una serie di vincoli e sbarramenti in modo da impedire a un povero cristo di costruirsi una casa su un ettaro di terreno (facendo così lievitare i prezzi dei terreni), ma si consente a qualche ricco cristo di possederne migliaia di ettari, così da costruirsi quel che vuole. La legge protegge e agevola la ricchezza e pone tutta una serie di paletti a chi ricco non è. Ci vorrebbe un tetto alla ricchezza, ecco. Tu più ricco di così non puoi diventare, con buona pace dei patrimoni che equivaldono la ricchezza degli stati.
Un bel racconto dei tuoi, ben costruito, ben scritto, un ottimo corto con capovolgimento finale. E l'archistar (l'avrei lasciato minuscolo) è antipatico arrogante e pieno di sé al punto giusto.
A rileggerti.
Un saluto
Re: Archistar
Mi sembra che l'intervista serva a rendere il personaggio per ciò che sente di essere: un grand'uomo, osannato dalla gente che conta e che piace alla gente che piace (cit.). Il fatto poi che sia parente di vittime della Shoah, non fa che circondare la sua opera della sacralità necessaria a essere accolta favorevolmente anche dai governi liberi e democratici, che come tutti sanno tengono alta la fiaccola della civiltà.Bravoautore ha scritto: ↑02/07/2022, 10:02 il finale è sottilmente beffardo, un demone con in mano la morte.
Qui sei veramente reale pur sembrando apparentemente immaginifico.
Forse hai protratto troppo la prima parte, la potresti ridimensionare un poco?
Grazie del commento
- Nunzio Campanelli
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Bella scrittura.
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Re: Commento
Ti ringrazio del commento; visto l'argomento "divisivo", un'eventuale rappresentazione teatrale sarebbe possibile solo in locali off (molto, molto off) e da attori kamikaze per quanto riguarda le loro possibilità di carriera.
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Re: Commento
il racconto finisce celebrando il meritato successo dell'archistar presso tutti i super-ricchi, e chi si permette di criticare la sua opera è solo per malcelata invidia.Nunzio Campanelli ha scritto: ↑05/07/2022, 9:05 Come giustamente qualcuno ha già fatto notare, l'architettura è sempre stata considerata dai tiranni di ogni epoca e luogo un mezzo per creare sia ricchezza che consenso. Il tuo racconto un po' mi ha deluso, perché spronato nella lettura da una storia che si preannunciava interessante, finisce così, senza niente altro che l'ordinaria ovvietà, come del resto mi sembra giusto.
Bella scrittura.
Grazie del commento
Re: Commento
Mahmoud prima costruisce la residenza sontuosa del ministro, poi la fa saltare per aria. Con dentro il politico? Non si sa, dipende dai desideri del lettore...Eleonora2 ha scritto: ↑07/07/2022, 16:13 Racconto e scrittura scorrevoli. Qui hai dato molto. Ben fatto, dunque.L'Archistar è proprio antipatico o così è arrivato a me1 Peccato per il finale, ma una bella bomba risolve e, anche se qualcun altro l'ha già detto e fatto notare, non è poi lontano dalla realtà. Ho votato 4, perché nella fine mi aspettavo un colpo di scena che non si è verificato.
Grazie del commento
- Marino Maiorino
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Temo che proprio il titolo sia il punto più slegato del racconto che sì, parte da un edificio (più ingegneria che architettura, a dire la verità), ma è essenzialmente distopico (credo lo abbiano già usato tutti gli altri commentatori).
Non capisco però cosa accade quando Mahmoud compone il numero: è durante l'intervista? Gli asterischi sembrano indicare uno iato temporale. Ed è interessante la beffa: l'archistar aveva pagato anche l'aumento alle maestranze!
Se lo intitoli "Archistar", però, il lettore è autorizzato a credere che il protagonista ci rimetta le penne durante l'attentato, mentre Ise l'attentato viene attuato successivamente, allora il lettore capisce che l'archistar perderà tutti i committenti così come li aveva acquisiti: "di botto" (e questa era proprio telefonata ).
Ma il messaggio più forte del racconto non credo sia questo, quanto piuttosto la separazione sempre crescente tra il potere e il popolo, in tutto il mondo, della quale siamo testimoni. E che è sempre sfociata, in tutte le epoche, in magnicidi. È di questi giorni l'omicidio di Abe.
Io spero che non sia il preludio di un altro scenario balcanico come un secolo fa: ho bambini...
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Re: Commento
L'architetto di grido (di moda, à la page, famoso nei media, insomma: una star) è chiamato da un membro importante del governo per costruire la sua magione (peraltro in territorio occupato) poiché un politico è tanto importante quanto maggiore è la fama di chi gliela costruisce; il modello potrebbe essere la casa sulla cascata di F.L. Wright.Marino Maiorino ha scritto: ↑11/07/2022, 15:04 Scorrevole, interessante, buona la scrittura, ma perché "Archistar"? Dov'è l'architettura, voglio dire quella artistica? Dov'è il confronto coi colleghi?
Temo che proprio il titolo sia il punto più slegato del racconto che sì, parte da un edificio (più ingegneria che architettura, a dire la verità), ma è essenzialmente distopico (credo lo abbiano già usato tutti gli altri commentatori).
Non capisco però cosa accade quando Mahmoud compone il numero: è durante l'intervista? Gli asterischi sembrano indicare uno iato temporale. Ed è interessante la beffa: l'archistar aveva pagato anche l'aumento alle maestranze!
Se lo intitoli "Archistar", però, il lettore è autorizzato a credere che il protagonista ci rimetta le penne durante l'attentato, mentre Ise l'attentato viene attuato successivamente, allora il lettore capisce che l'archistar perderà tutti i committenti così come li aveva acquisiti: "di botto" (e questa era proprio telefonata ).
Ma il messaggio più forte del racconto non credo sia questo, quanto piuttosto la separazione sempre crescente tra il potere e il popolo, in tutto il mondo, della quale siamo testimoni. E che è sempre sfociata, in tutte le epoche, in magnicidi. È di questi giorni l'omicidio di Abe.
Io spero che non sia il preludio di un altro scenario balcanico come un secolo fa: ho bambini...
Le maestranze (palestinesi) sfruttano l'occasione e organizzano un attentato al ministro (riuscirà o no? Non si sa), l'archistar è troppo pieno di sé anche solo per ipotizzare una simile possibilità.
L'architetto comunque costruirà altri capolavori per altri super-ricchi in giro per il mondo: come le Ferrari e i gioielli, ci sarà sempre qualcuno che li chiederà, e che li pagherà.
Non sono molto ottimista sull'avvenire, almeno per la UE: non ci saranno guerre, ma un progressivo impoverimento programmato i cui effetti saranno paragonabili a un conflitto armato. Italia e Spagna (dopo la Grecia) sono le prime della lista.
Grazie del commento, un saluto
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Il racconto scorre e si fa leggere e il protagonista è vivo e ben tratteggiato.
La storia in sé non mi dice tanto,non so perché ma ha un nonnso che di già sentito, ma non terrò conto di questo per il voto, dato che è solo una mia opinione.
Voto 4
Re: Commento
Ti ringrazio della lettura e del giudizio. Sulla storia, può darsi che io l'abbia vista in un film e l'abbia inconsciamente "registrata", non saprei dire.Giovanni p ha scritto: ↑30/07/2022, 9:25 Buongiorno
Il racconto scorre e si fa leggere e il protagonista è vivo e ben tratteggiato.
La storia in sé non mi dice tanto,non so perché ma ha un nonnso che di già sentito, ma non terrò conto di questo per il voto, dato che è solo una mia opinione.
Voto 4
Re: Commento
Ti ringrazio dell'apprezzamento sulla scrittura, ma cosa intendi sulla delusione per l'ordinaria ovvietà? Alla fine, il capolavoro dell'architetto esplode!Nunzio Campanelli ha scritto: ↑05/07/2022, 9:05 Come giustamente qualcuno ha già fatto notare, l'architettura è sempre stata considerata dai tiranni di ogni epoca e luogo un mezzo per creare sia ricchezza che consenso. Il tuo racconto un po' mi ha deluso, perché spronato nella lettura da una storia che si preannunciava interessante, finisce così, senza niente altro che l'ordinaria ovvietà, come del resto mi sembra giusto.
Bella scrittura.
- Domenico Gigante
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Nel complesso lo trovo ben scritto e scorrevole: di piacevole lettura. Un abbraccio!
Re: Commento
Ti ringrazio, Domenico. Sì, il modo è un po' caricaturale, ma è la reazione di chi è cresciuto, è diventato adulto e ora (ahimé) sta entrando nella terza età e vede che la soluzione del conflitto è più lontana che mai, e i media ufficiali, esattamente come per tutti gli altri temi che ben conosciamo, sono "spalmati" sulla versione di una sola parte. Nei tempi dei social network che si permettono di censurare persino un presidente USA in carica, la dissidenza semplicemente non è contemplata. Mala tempora currunt.Domenico Gigante ha scritto: ↑25/08/2022, 19:59 Caro Andr60! Il finale del tuo racconto rammenta in qualche modo Zabriskie Point. E come il film di Antonioni ha i suoi pregi e suoi difetti. Tra i difetti metto la visione un po' riduttiva della realtà del conflitto israelo-palestinese: la posizione ideologica è chiara e, per me, condivisibile, ma è resa in modo caricaturale. Tra i pregi, invece, vedo l'aspetto iconoclasta di una società ormai appiattita sull'individualismo delle star (archistar), che non conosce il senso del lavoro comune e del bene comune: il modo insultante con cui il "tuo" architetto giudica il lavoro delle maestranze ne è un segno inequivocabile.
Nel complesso lo trovo ben scritto e scorrevole: di piacevole lettura. Un abbraccio!
Un saluto, e a rileggerti sempre con piacere
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Commento: Archistar
In effetti io l’avevo presa come una storia ahimè coerente in questo mondo di pazzi avviato con totale incoscienza verso l’autodistruzione. E tale è rimasta anche adesso.
Certo la faccenda delle “leggi speciali approvate con urgenza in seguito alla Sommossa di Roma” ancora non è successa, ma potremmo anche arrivarci, specie se l’esito delle elezioni italiane sarà quello pronosticato, anche se sono convinto che i valori di sana convivenza civile siano talmente radicati nel nostro popolo da rendere impossibile qualunque nostalgia.
Esaurito il lungo preambolo, veniamo al commento. È un “corto” che scivola via senza intoppi, la scrittura è piacevole e adatta alla storia. Il finale è ovvio. Alla fine il popolo troverà sempre il modo peggiore per reagire. Peccato davvero che sia sempre una bomba a dettare giustizia, mai una volta che si provi a costruire invece di distruggere e di distruzione in distruzione adesso stiamo pure distruggendo il pianeta!
Voto 4
Re: Commento: Archistar
Ti ringrazio del giudizio e del commento. Per quanto riguarda i "valori di sana convivenza civile radicati nel nostro popolo", di sicuro l'Italia è stata ed è un laboratorio per testare sia l'accettazione di norme impopolari sia la tecnologia correlata a queste. Siccome l'agenda, con o senza rettili, procede spedita, non vedo vie d'uscita. C'è di buono che avremo un sacco di materiale per scrivere raccontiAlberto Marcolli ha scritto: ↑06/09/2022, 11:24 Arrivo buon ultimo, ma questa volta almeno non è per la mia solita indolenza, bensì perché quando l’ho letto la prima volta, credo all’inizio di luglio, questa faccenda del “racconto distopico” mi ha confuso alquanto e non riuscivo a capire che tipo di commento dovessi scrivere.
In effetti io l’avevo presa come una storia ahimè coerente in questo mondo di pazzi avviato con totale incoscienza verso l’autodistruzione. E tale è rimasta anche adesso.
Certo la faccenda delle “leggi speciali approvate con urgenza in seguito alla Sommossa di Roma” ancora non è successa, ma potremmo anche arrivarci, specie se l’esito delle elezioni italiane sarà quello pronosticato, anche se sono convinto che i valori di sana convivenza civile siano talmente radicati nel nostro popolo da rendere impossibile qualunque nostalgia.
Esaurito il lungo preambolo, veniamo al commento. È un “corto” che scivola via senza intoppi, la scrittura è piacevole e adatta alla storia. Il finale è ovvio. Alla fine il popolo troverà sempre il modo peggiore per reagire. Peccato davvero che sia sempre una bomba a dettare giustizia, mai una volta che si provi a costruire invece di distruggere e di distruzione in distruzione adesso stiamo pure distruggendo il pianeta!
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Un saluto
- Roberto Bonfanti
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Emblematica la frase del protagonista: "…io sono un architetto. Punto e basta." Giusto per lavarsi le mani e pregustare le nuove commissioni dei potenti del mondo, in fondo ha ragione, lui progetta opere d'arte, che colpa ne ha se poi esplodono? In senso letterale e metaforico.
Bel racconto, scritto benissimo, distopico ma non troppo, presagio di un futuro forse già superato dagli eventi.
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Re: Commento
"un futuro forse già superato dagli eventi": è proprio così, non fai in tempo a girarti che gli eventi si susseguono, uno dopo l'altro. Il fatto che siano stati già previsti da anni, immagino sia dovuto alle capacità divinatorie di LorsignoriRoberto Bonfanti ha scritto: ↑12/09/2022, 19:40 C'è tutta una nuova categoria di star, in aggiunta alle consuete popstar, rockstar, etoile della danza e star del cinema: cuochi, influencer e youtuber, gli archistar non sono neanche i più recenti, almeno da Albert Speer in poi.
Emblematica la frase del protagonista: "…io sono un architetto. Punto e basta." Giusto per lavarsi le mani e pregustare le nuove commissioni dei potenti del mondo, in fondo ha ragione, lui progetta opere d'arte, che colpa ne ha se poi esplodono? In senso letterale e metaforico.
Bel racconto, scritto benissimo, distopico ma non troppo, presagio di un futuro forse già superato dagli eventi.
Grazie del commento, saluti
Blue Bull
Poliziesco ambientato a Chicago e Nuovo Messico
Un poliziesco vecchio stile, cazzuto, ambientato un po' a Chicago e un po' in New Mexico, dove un poliziotto scopre di avere un figlio già adulto e, una volta deciso di conoscerlo, si accorgerà che non sarà così semplice. Una storia dura e forse anche vera.
Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
Di Massimo Baglione e Cataldo Balducci.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
77, le gambe delle donne
ovvero: donne in gamba!
Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, Alessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, Nunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, Alessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, Stella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, Roberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, Anna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, Isabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, Libero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, Marino Maiorino, Angelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), Roberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, Marina Paolucci, Roberto Paradiso, Umberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, Daniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, Pietro Rainero, Gianluigi Redaelli, Maria Rejtano, Stefania Resanfi, Franca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, Salvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, Liliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.
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B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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La Gara 22 - Un'estate al mare.
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La Gara 18 - Brividi a Natale
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La Gara 12 - Dopo mezzanotte
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