Il canale dei dannati
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Parto dalle cose che non vanno: dovresti lavorare sui tempi verbali, o tutto al presente o tutto al passato.
Quanto al contenuto, si tratta a mio avviso di un'invettiva camuffata da racconto e come tale andrebbe considerata. Il protagonista scopre a sue spese che il mondo dell'editoria è marcio, che non c'è nulla di vero e che tale finzione è subordinata agli interessi di pochi. E che per farsi avanti non conta quello che si dice, né come, ma la disponibilità a vendere se stessi, a ridursi a nient'altro che un oggetto, una merce messa all'asta e senza incanto. Consapevole della propria alienazione lo scrittore depone il linguaggio scritto, rinuncia a essere ciò che è (o che forse non è mai stato), a scrivere e a parlare, e uccide. Uccide coloro che ritiene siano i soggetti colpevoli di quella sua condizione. L'omicidio non come vendetta ma come soluzione.
Ma anche la soluzione è un inganno, perché lo scrittore, la vittima, non è migliore dei suoi carnefici. La corruzione è già dilagata dentro di lui e gli basterà un'occasione perché avvenga un totale capovolgimento: e la trasposizione da vittima a carnefice.
L'ho trovata un'azzeccata metafora della moderna condizione umana.
A rileggerti
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Re: Commento
A presto
Namio Intile ha scritto: ↑27/03/2020, 12:02 Ciao, Andr.
Parto dalle cose che non vanno: dovresti lavorare sui tempi verbali, o tutto al presente o tutto al passato.
Quanto al contenuto, si tratta a mio avviso di un'invettiva camuffata da racconto e come tale andrebbe considerata. Il protagonista scopre a sue spese che il mondo dell'editoria è marcio, che non c'è nulla di vero e che tale finzione è subordinata agli interessi di pochi. E che per farsi avanti non conta quello che si dice, né come, ma la disponibilità a vendere se stessi, a ridursi a nient'altro che un oggetto, una merce messa all'asta e senza incanto. Consapevole della propria alienazione lo scrittore depone il linguaggio scritto, rinuncia a essere ciò che è (o che forse non è mai stato), a scrivere e a parlare, e uccide. Uccide coloro che ritiene siano i soggetti colpevoli di quella sua condizione. L'omicidio non come vendetta ma come soluzione.
Ma anche la soluzione è un inganno, perché lo scrittore, la vittima, non è migliore dei suoi carnefici. La corruzione è già dilagata dentro di lui e gli basterà un'occasione perché avvenga un totale capovolgimento: e la trasposizione da vittima a carnefice.
L'ho trovata un'azzeccata metafora della moderna condizione umana.
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Re: Commento
Ovviamente ho esagerato, se tutti gli scrittori rifiutati reagissero così, ci sarebbe una strage...Selene Barblan ha scritto: ↑27/03/2020, 14:07 Non conosco bene il mondo dell’editoria e non ho mai “subito” angherie di questo tipo, posso però comprendere i sentimenti negativi che si creano attorno ad un rifiuto, alle ingiustizie e alle prevaricazioni, avendole vissute in altri contesti. Forse per questa comprensione il racconto mi ha inquietato un po’... il pensare a cosa arriva a fare una persona in determinate situazioni. Per poi arrivare ad una condizione anche peggiore, pur anche nella consapevolezza di cadere in un buio sempre più profondo. Scritto bene, un buon racconto secondo me, voto 4
Però mi sono divertito a scriverlo. Grazie del commento
Re: Commento
Ovviamente ho esagerato, se tutti gli scrittori rifiutati reagissero così, ci sarebbe una strage...Selene Barblan ha scritto: ↑27/03/2020, 14:07 Non conosco bene il mondo dell’editoria e non ho mai “subito” angherie di questo tipo, posso però comprendere i sentimenti negativi che si creano attorno ad un rifiuto, alle ingiustizie e alle prevaricazioni, avendole vissute in altri contesti. Forse per questa comprensione il racconto mi ha inquietato un po’... il pensare a cosa arriva a fare una persona in determinate situazioni. Per poi arrivare ad una condizione anche peggiore, pur anche nella consapevolezza di cadere in un buio sempre più profondo. Scritto bene, un buon racconto secondo me, voto 4
Però mi sono divertito a scriverlo. Grazie del commento
Re: commento
Ti ringrazio del commento: come ho detto più sopra, mi sono divertito parecchio a scrivere degli omicidi di critici di grande cultura ma con difetti umani, troppo umani. E il protagonista, a quale pena potrebbe essere condannato, per i suoi crimini? Nemmeno il genio di Dante avrebbe escogitato una pena così terribile: la prima serata su Canale 55...Laura Traverso ha scritto: ↑27/03/2020, 16:49 Ho trovato il racconto molto divertente, nonostante i numerosi omicidi. Il tutto è condito con una feroce ironia che pone l'accento in quello che, non è difficile da immaginare, succede nel mondo dell'editoria. Il tema trattato, anche con la parte noir (che è la più divertente, secondo me) è originale. La stesura del testo direi che è perfetta (non ho trovato refusi). I nomi scelti sono simpaticissimi; dal "Premio Megera" "Tarasconi" "Canale 55" che quindi ci sarebbe da dire, ridendo, 'ogni riferimento è puramente casuale...' E per finire la rassegnazione all'adeguamento del "così fan tutti", per non soccombere. Concludo dicendo Ok, il pezzo è giusto! Bravo.
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Il protagonista sembra confermarlo e la sua delusione va ben oltre i confini del mondo letterario, estendendosi come un virus (mannaggia, mi ero ripromesso di cancellare il vocabolo dal mio dizionario) a tutto il contesto sociale in cui vive, finanche alle relazioni personali e familiari.
Un mondo senza speranza, dunque, come spesso traspare dai tuoi scritti e come purtroppo è legittimo pensare. Bravo Andr, come sempre.
Re: Commento
Ti ringrazio del commento e della stima, ricambiata. Come è stato detto in altra sede, lo scopo di scrivere può essere quello di esprimere le proprie emozioni, ma anche quello di descrivere ciò che detestiamo, nel mondo o nelle persone. Pensando al cinema, preferisco Ken Loach a Bergman o Antonioni. E secondo me, in un mondo che ormai ha privilegiato la dimensione economica, a scapito di tutto il resto, rimane l'unico modo per resistere.Roberto Ballardini ha scritto: ↑28/03/2020, 9:48 E chi vuole più fare lo scrittore, ora? Le riflessioni amare che stanno alla base di questo bel racconto penso che le abbiano fatte in molti tra coloro che anche soltanto temporaneamente hanno vagheggiato di poter cambiare la propria vita ordinaria, e immaginato che la passione artistica potesse diventare il proprio principale mezzo di sussistenza. Ovviamente facendo acquisire ciò a cui qualsiasi essere umano credo aneli, e cioè attenzione e rispetto. Personalmente ritengo il tuo punto di vista ben motivato e più che legittimo. Magari non è sempre una questione di denaro, ma certo lo è di potere, anche quando si tratta di un potere piccolo piccolo e patetico come potrebbe essere quello di un giudice di gara o di uno scrittore con uno straccio di mercato. Sono riflessioni, credo, che rischiano di compromettere il piacere autentico dell'espressione e della creazione artistica.
Il protagonista sembra confermarlo e la sua delusione va ben oltre i confini del mondo letterario, estendendosi come un virus (mannaggia, mi ero ripromesso di cancellare il vocabolo dal mio dizionario) a tutto il contesto sociale in cui vive, finanche alle relazioni personali e familiari.
Un mondo senza speranza, dunque, come spesso traspare dai tuoi scritti e come purtroppo è legittimo pensare. Bravo Andr, come sempre.
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Re: commento
Andr60 ha scritto: ↑27/03/2020, 19:46 Ti ringrazio del commento: come ho detto più sopra, mi sono divertito parecchio a scrivere degli omicidi di critici di grande cultura ma con difetti umani, troppo umani. E il protagonista, a quale pena potrebbe essere condannato, per i suoi crimini? Nemmeno il genio di Dante avrebbe escogitato una pena così terribile: la prima serata su Canale 55...
Vero! Nessun girone infernale potrebbe essere peggio di "Canale 55"
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Mi è piaciuta la suddivisione in paragrafi e ho apprezzato l'abilità nel dire tutto l'essenziale in cosi poche righe.
A presto
Re: Commento
Vero che 60 è la mia età nonché il mio anno di nascita (sob!), ma almeno tra di noi diamoci del tu...Eliseo Palumbo ha scritto: ↑14/04/2020, 11:58 Caro Signor Andr60, lei è un pazzo furioso. Molto divertente, cinico, diretto e cattivo, ma di una cattiveria mirata al proprio personaggio, che mai si sarebbe sognato di diventare uno scrittore, tanto meno un autore della TV spazzatura, giusta punizione ad hoc per le sue malefatte.
Mi è piaciuta la suddivisione in paragrafi e ho apprezzato l'abilità nel dire tutto l'essenziale in cosi poche righe.
A presto
Sto cercando di mantenere la mia follia nei limiti socialmente accettabili, cosa sempre più difficile in questa situazione; meno male che - per ora - riesco a sfogarmi così...
Grazie del commento.
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Mi è sembrato un po’ forzato il repentino cambio di atteggiamento del protagonista: dal distacco iniziale verso la sua attività di scrittore (in fondo dice che il favore della critica “sarebbe solo una piccola soddisfazione, e nulla più”) passa allo sterminio del mondo editoriale solo perché si rende conto che non è un ambiente immacolato, con tanto di omicidi rituali.
Azzeccato invece il contrappasso finale, lo scendere rapidamente a patti con la sua rigidità morale, per convenienza, come pure i nomi che sbeffeggiano gli equivalenti reali.
Scritto bene e con uno stile accattivante, si vede che ti sei divertito nella stesura, come hai detto.
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Re: Commento
Diciamo che il veloce cambio di atteggiamento del protagonista, che passa da tranquillo travet a serial killer, è innescato dallo shock di scoprire la corruzione di quel mondo. Però passa dal pensiero all'azione perché è già, potenzialmente, un assassino. Forse gli bastava solo un pretesto, uno qualunque, per giustificare delle pulsioni criminali per le quali era portato, e che non osava confessare neanche a se stesso.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑26/04/2020, 14:40 Mi è piaciuta l’ironia feroce e il sarcasmo del racconto, la rappresentazione di una società che non tiene conto del merito ma funziona solo tramite conoscenze, favori e corruzione, fin troppo simile a quella in cui viviamo.
Mi è sembrato un po’ forzato il repentino cambio di atteggiamento del protagonista: dal distacco iniziale verso la sua attività di scrittore (in fondo dice che il favore della critica “sarebbe solo una piccola soddisfazione, e nulla più”) passa allo sterminio del mondo editoriale solo perché si rende conto che non è un ambiente immacolato, con tanto di omicidi rituali.
Azzeccato invece il contrappasso finale, lo scendere rapidamente a patti con la sua rigidità morale, per convenienza, come pure i nomi che sbeffeggiano gli equivalenti reali.
Scritto bene e con uno stile accattivante, si vede che ti sei divertito nella stesura, come hai detto.
Grazie del commento e dell'apprezzamento e alla prossima
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mi butti da qualche grattacielo o in un pozzo?
è scritto abbastanza bene, con buone descrizioni, però gli errori non mancano
punteggiatura, dialoghi, tempi verbali...
ma quello che non mi è piaciuto è proprio il senso della storia
certo, vuole essere ironico, sarcastico o sardonico, ma a me proprio non passa
mi spiace
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Re: commento
Non è mica obbligatorio che i racconti in gara piacciano a tutti, visto che ognuno di noi ha dei gusti personali che non sono uguali a quelli di un altro, e meno male...Fausto Scatoli ha scritto: ↑04/05/2020, 21:47 ma se dico che a me non è piaciuto granché, che accade?
mi butti da qualche grattacielo o in un pozzo?
è scritto abbastanza bene, con buone descrizioni, però gli errori non mancano
punteggiatura, dialoghi, tempi verbali...
ma quello che non mi è piaciuto è proprio il senso della storia
certo, vuole essere ironico, sarcastico o sardonico, ma a me proprio non passa
mi spiace
Non sono vendicativo e, d'altra parte, Dante colloca nei gironi infernali adulatori e lusingatori, non i critici severi.
Solo, mi piacerebbe che tu mi facessi un esempio di errore di tempo verbale, visto che avevo riletto il racconto diverse volte prima di inviarlo.
Sul senso del racconto: è una variazione della storia de "L'abominevole dottor Phibes", nel quale il protagonista ammazza medici e infermieri. Visto che questo è un sito letterario, le vittime non potevano che essere appartenenti a quel mondo.
Alla prossima
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ho letto le risposte dati ad altri commenti e adesso ho capito come mai vi sono tempi verbali diversi.Andr60 ha scritto: ↑05/05/2020, 14:19 Non è mica obbligatorio che i racconti in gara piacciano a tutti, visto che ognuno di noi ha dei gusti personali che non sono uguali a quelli di un altro, e meno male...
Non sono vendicativo e, d'altra parte, Dante colloca nei gironi infernali adulatori e lusingatori, non i critici severi.
Solo, mi piacerebbe che tu mi facessi un esempio di errore di tempo verbale, visto che avevo riletto il racconto diverse volte prima di inviarlo.
Sul senso del racconto: è una variazione della storia de "L'abominevole dottor Phibes", nel quale il protagonista ammazza medici e infermieri. Visto che questo è un sito letterario, le vittime non potevano che essere appartenenti a quel mondo.
Alla prossima
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Davvero bello, bravo: voto 5
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Come faceva notare Aristotele: L’enigma non è un puro gioco intellettuale, ma il campo di prova in cui si misura l’abilità del sapiente, come pure saper cogliere belle metafore è indizio di talento naturale.
Il novello Licofrone nello stender questa rivista "Alessandra", si diverte.
Indubbio, divertimento assicurato in questo gener di scrittura, così come per alcuni è un piacer questa lettura.
Capolavoro di vizi letterari d'ogni tempo.
Questa Alessandra calza a pennello come preziosa fotografia Italica dello viver presente.
Se poi framattoni e mattoneria non dovessero gradire o fingessero di non capire ... che dire:
Braccia rubate all'agricoltura, menti erroneamente dirottate verso un edilizia assai scadente e più adatte allo tagliar frumento che allo scinder petroblocchi cosi come allo spostar macigni.
Peraltro cosa impossibile per framattoni e simil marmaglia.
Racconto sicuramente spiritoso.
Un solo appunto mi impedisce di formular voto immediato.
Nella tradizione oracolare Licofrone si adopera con acrobazie lessicali, con ermetismo verbale e dunque, nell’enigma.
Qui, per quanto tutto ciò presente, siamo scaduti di livello.
Indubbio che altrimenti, la critica sarebbe stata feroce, tanti non avrebbero colto, vuoi per pigrizia o per disinteresse, tutto inutile insomma ... salvo che per il divertimento tratto.
Ma vuoi mettere, novello Licofrone: framattoni ed affini non sarebbero riusciti a decifrarne il contenuto ... avrebbero continuato a dormir sonni tranquilli tra le beate coltri di quell'ignoranza che li rende ciechi e convinti d'esser superiori a tutti nel tagliar pietre e nel costruir templi al ... demonio.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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Re: Commento
Ti ringrazio del commento e dell'apprezzamento; proprio in questo periodo, sulle reti mediaset va in onda uno spot auto-celebrativo, per un'industria che ha tenuto compagnia agli italiani dagli anni '80 e ha contribuito a formarne la cultura e il gusto. Infatti ne vediamo i risultati.Ida-59 ha scritto: ↑06/06/2020, 17:44 Un racconto bellissimo, ben costruito e molto divertente. Una godibilissima metafora del mondo letterario e dei concorsi che molti di noi conoscono fin troppo bene, all'interno di una nuova Commedia che, se non divina, è sicuramente in grado di strappare tanti sorrisi grazie all'intelligente ironia dell'autore/autrice.
Davvero bello, bravo: voto 5
Re: Commento
In effetti avrei voluto scrivere il racconto in trimetri giambici, purtroppo questa sezione è dedicata alla prosa.Teseo Tesei ha scritto: ↑06/06/2020, 18:37 Guarda, guarda: un novello Licofrone.
Come faceva notare Aristotele: L’enigma non è un puro gioco intellettuale, ma il campo di prova in cui si misura l’abilità del sapiente, come pure saper cogliere belle metafore è indizio di talento naturale.
Il novello Licofrone nello stender questa rivista "Alessandra", si diverte.
Indubbio, divertimento assicurato in questo gener di scrittura, così come per alcuni è un piacer questa lettura.
Capolavoro di vizi letterari d'ogni tempo.
Questa Alessandra calza a pennello come preziosa fotografia Italica dello viver presente.
Se poi framattoni e mattoneria non dovessero gradire o fingessero di non capire ... che dire:
Braccia rubate all'agricoltura, menti erroneamente dirottate verso un edilizia assai scadente e più adatte allo tagliar frumento che allo scinder petroblocchi cosi come allo spostar macigni.
Peraltro cosa impossibile per framattoni e simil marmaglia.
Racconto sicuramente spiritoso.
Un solo appunto mi impedisce di formular voto immediato.
Nella tradizione oracolare Licofrone si adopera con acrobazie lessicali, con ermetismo verbale e dunque, nell’enigma.
Qui, per quanto tutto ciò presente, siamo scaduti di livello.
Indubbio che altrimenti, la critica sarebbe stata feroce, tanti non avrebbero colto, vuoi per pigrizia o per disinteresse, tutto inutile insomma ... salvo che per il divertimento tratto.
Ma vuoi mettere, novello Licofrone: framattoni ed affini non sarebbero riusciti a decifrarne il contenuto ... avrebbero continuato a dormir sonni tranquilli tra le beate coltri di quell'ignoranza che li rende ciechi e convinti d'esser superiori a tutti nel tagliar pietre e nel costruir templi al ... demonio.
Vorrà dire che comporrò un poema usando l'esametro dattilico, adatto alla poesia epica, dedicato al conquistatore dell'Italia in soli tre mesi. Saluti classici a tutti.
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Re: Commento
Già pregusto il centillinar gesta del satiro lillipuziano.
Mai altro mandrillo sotto italico vessillo ne sarebbe maggiormente degno.
Ad maiora!
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Gara d'autunno 2020 - Beu, e gli altri racconti
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Metropolis
antologia di opere ispirate da un ambiente metropolitano
Cosa succede in città? - Sì, è il titolo di una nota canzone, ma è anche la piazza principale in cui gli autori, mossi dal flash-mob del nostro concorso letterario, si sono dati appuntamento per raccontarci le loro fantasie metropolitane.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Gianluigi Nardo, Andrea Pozzali, Antonella Jacoli, Roberto Virdo', Francesco Pino, Giulia Rosati, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Ibbor OB, Umberto Pasqui, Annamaria Ricco, Eliana Farotto, Maria Spanu, Eliseo Palumbo, Andrea Teodorani, Stefania Paganelli, Alessandro Mazzi, Lidia Napoli, F. T. Leo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Alessia Piemonte, Ida Dainese, Giovanni Di Monte.
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B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Rosso permissivo
Una bambina e alcune persone subiscono una crudele e folle violenza. Cosa potrebbe fare una donna per vendicarsi e scongiurare la possibilità che anche sua figlia cada vittima dei carnefici? Lo scopriremo in questo racconto, dato che il rosso ce lo permette.
Copertina di Roberta Guardascione
A cura di Massimo Baglione.
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