Berlioz, dal vivo: finalmente!
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Berlioz, dal vivo: finalmente!
Teatro Comunale di Ferrara, Orchestra Sinfonica della Rai Radiotelevisione Italiana. Conoscevo la data del concerto da agosto, e finalmente era dal vivo!
Non più you-tube o mp3 o qualche vecchio vinile, ma dal vivo!
"La morte di Cleopatra", il pezzo, quello che fece concorrere al Prix de Rome l'anno precedente a quello della sua vittoria.
Un pezzo, criticato per la sua forza, poiché un personaggio femminile avrebbe dovuto avere una musica 'dolce'... Una regina che si suicida, disperata e piena di rimorsi e che lascia un regno allo sfascio, come può avere una musica dolce?
E' estremamente difficile sentire pezzi di musica di Berlioz, poiché è tecnicamente ipercomplessa, e non è una musica da sottofondo, ma vera 'storia', un racconto, una specie di via di mezzo tra un libro ed una sinfonia... Sembra musica da film, anche se lui non fece mai in tempo a vedere il cinema; da lì a vent'anni sarebbe stata perfezionata l'invenzione dei fratelli Lumiere... lui non la vide mai, ma già sapeva suonare colonne sonore vere e proprie!
La cantante è stata bravissima: Catherine Rice. Il direttore era Francese, ma ora il nome mi sfugge. Capelli ricci a casco sulla testa, che danzavano come nel più classico stile dei direttori d'orchestra folli...
Il primo violino era invece Alessandro Milani, il maestro che ho conosciuto al Gran Concerto; strano che di questo programma non si facesse accenno per niente; magari non è proprio un vero concerto, ma la musica è quella e l'Orchestra della Rai è sempre lì...
Il maestro Milani aveva un violino vecchio di 300 anni!!! 1711-2011!!!
Finalmente ho sentito la sua musica come Dio comanda!!
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Re: Finalmente!
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Re: Finalmente!
Bravo, mi hai fatto piangere!
Berlioz usava l'oppio, ma non per comporre: per calmarsi dal vulcano di idee che aveva in testa.
Descrivere in maniera calma e divertente un suicidio... non ti pare di cattivo gusto?... un po' come quel commento...
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Re: Berlioz, dal vivo: finalmente!
"Bellooooooo io adoro lo Xanax"
Dai su, Number, un t'arrabbia' scherzavo
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Re: Berlioz, dal vivo: finalmente!
E' stato un unicum, in verità, trovare un concerto che comprendesse un brano di Berlioz... Ogni tanto mi mordo le mani al pensiero che nel 2003 c'è stato il bicentenario della nascita, ed io non ne sapevo niente!
D'altra parte è dal novembre del 2009 che ho cominciato a conoscerlo... non posso tornare ad allora, ma posso certamente farmi una cultura sulle sue biografie, sui suoi contemporanei... E fare i suoi ritratti!!!
La prima volta che il professore ci parlò di Berlioz, io a stento conoscevo il nome, per averne memorizzato il suono bizzarro (ascendenze Spagnole? La z per me si pronuncia..). Ha esordito dicendo:
-Signori, quest'uomo è un pazzo!-
E da lì ho capito che mi sarebbe stato simpatico.
Sono rimasta folgorata dall'amicizia stretta con Mendelssohn... e il buon Felix che scriveva a casa che 'sto matto non aveva un briciolo di talento!!!
Quando, dopo essersi conosciuti in Italia, Mendelssohn e Berlioz si rividero a Lipsia, si scambiarono le bacchette... e se Felix aveva un leggero stecco d'avorio intagliato con tanto di custodia di cuoio, Hector aveva una specie di palo del telegrafo, grosso e coperto di corteccia!
Eppure quei due furono amici per la vita...
Non è solo una specie di romanziere della musica, non solo una sorta di pittore dell'impasto sonoro, ma anche un grandissimo teorico. Il padre della orchestrazione moderna.
Ne sapeva un sacco, non era solo un esibizionista.
Tutti lo ricordano per la faccenda della corsa verso la Francia, in carrozza, per ammazzare tutti... per la persecuzione che diede ad Harriette Smithson, per poi riconoscere che la scelta era stata pessima... oppure che gli capitava di dormire qua e là, e una volta in un'osteria (lui stesso lo racconta) lo credettero morto, ma non osavano avvicinarglisi...
Era un innovatore. Chi prima di lui aveva osato spezzettare il tema tra tanti strumenti diversi, rendendo tutto più difficile, ma dall'effetto espressivo fortissimo?
Per un certo tempo era rivale di Wagner (e scusate se è poco), ma poi Wagner si ritrovò con un teatro tutto suo, e, a differenza di Berlioz, lui poté imporre il silenzio e il buio in sala, mentre tutti gli altri potevano sentire le chiacchiere e vedere il pubblico distrarsi.
Wagner aveva amici in alto, moOolto in alto... mentre Berlioz si trovava a doversi pagare i concerti da sé e vederseli poi disertati, tranne che dai fedelissimi amici (Paganini e Liszt, per esempio).
Il paese dov'è nato, La Cote StAndré pare che sia legato all'Italia da un legame speciale con la città di Ferrara e con la famiglia Villa, che lì nell'Isère aveva dimora.
Quando nella Sinfonia Fantastica ci sono le scene del Supplizio e del Sabba, a me vengono i brividi...
Ne "La morte di Cleopatra", gli archi e non so quali altri strumenti, mimano il battito del cuore che si sta fermando a causa del veleno del serpente. E la regina ansima, ci muore proprio sotto gli occhi. Commovente non basta a descriverlo.
A volte sapeva essere sorprendentemente delicato: L'addio dei pastori ci riporta non solo a Betlemme, ma tra le bancarelle di Natale di San Gregorio Armeno!
...
...Quanto a Xanax... io conosco solo Xana, ed è il cattivo di "Code Lyoko"; la cosa che più si avvicina all'oppio in casa mia è l'incenso... Per ciò che riguarda le randellate al vicino che persiste nell'errore, facendo commenti inopportuni, chiamerò non Xana, ma Xena, e poi vediamo...
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Musica innovativa
Mi piace molto Berlioz perché è al limite: allora andava un altro genere di musica, mentre lui metteva insieme col cuore prima e con la tecnica poi.
Io vado in estasi con lui, ma anche con Mendelssohn, che è l'esatto opposto: Felix Mendelssohn Bartholdy è quello delle sinfonie perfette nei loro canonici 4 tempi, la forma sonata e tutto fatto a puntino.
L'Italiana è fantastica! E i Lieder senza parole sono bellissimi, per me.
Non mi piace l'eccesso fine a sé stesso, e se Berlioz per i contemporanei poteva sembrare un caciarone, in relatà non lo era: voleva tradurre in musica le violente emozioni che provava.
Univa le arti a modo suo.
Scriveva tanto, con presunzione di essere anche un grande scrittore, immagino... le Memorie non le ho lette se non per piccoli brani, perciò non posso né confermare né smentire... Il punto è che voleva creare qualcosa al limite tra un romanzo e un concerto... Cercò di farlo con Lelio-Il ritorno alla vita, ma è un altro esperimento che non mi risulta abbia ripreso in seguito.
Siamo in pieno Ottocento, e lui parla di certi argomenti, sempre al limite, ma senza superarlo mai.
E' musica che sprizza energia da ogni nota, e da i brividi, perfino a gente abituata al cinema, alla musica sintetizzata e agli effetti più bizzarri.
E' musica da film... perché è musica da emozione.
All'epoca Mendelssohn non faceva mistero, nelle lettere che mandava a casa, che ciò che usciva dalla mente del matto Francese erano solo 'rumori e schiamazzi'... invece non è così, per me. Non si tratta di onomatopee, ma di musica che vi si avvicina al limite, senza passarlo mai.
Non sono un'esperta di musica: più che altro è la sua personalità che mi affascina, e l'unico modo per stargli 'vicino' è ascoltare la sua musica.
E quando l'ho sentita suonare e cantare dal vivo, non gli sono mai stata più vicino di così.
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La Gara 3 - C'era una volta...
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L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.