Un “Capocoda” fedele, forte e coraggioso
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Un “Capocoda” fedele, forte e coraggioso
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Guardaci sempre le spalle dai Campi Elisi.
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commento: Un “Capocoda” fedele, forte e coraggioso
Rispetto a com'è scritto: ci sono diversi termini ripetuti più volte ed alcune maiuscole fuori posto.
Ti segnalo anche: "Fin da cucciolo mi diverto", forse volevo scrivere "mi divertivo".
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Re: Un “Capocoda” fedele, forte e coraggioso
Ho visto pur io diversi errori e tratti da semplificare, e migliorare, specie nella parte delle montagne che si incontrano per fare il bagno la mattina.
L'intento riguardo la parte segnalata era esprimere il fatto che fin da quando era cucciolo e così pure al momento del racconto Capocoda di è divertito ed ancor si diverte a quel tempo presente.
Concordo che anche questo vada rivisto.
Ho scritto tutto di getto.
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punteggiatura da rivedere, d eufoniche da eliminare, dopo i due punti non va mai la maiuscola.
la storia in sè è commovente, ma potrebbe fare molto più effetto se il testo fosse corretto.
le descrizioni sono buone, anche se ci sono molte ripetizioni.
alla prossima
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Non mi è piaciuta molto la descrizione delle montagne perché non l'ho capita.
Molto dolce il saluto del Capobranco con la citazione di un versetto, e il saluto del resto della squadra.
Bello
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Re: Un “Capocoda” fedele, forte e coraggioso
In parte ora ho provveduto.
Selene, come ti capisco.
E' una delle ragioni per cui ho intrapreso una determinata strada.
Proprio per fare in modo che siano sempre meno gli innocenti ad andarci di mezzo.
Ora riesco a controllare efficacemente i miei sentimenti e le mie reazioni, tuttavia credo che queste reazioni siano a pieno titolo parte della stessa natura umana. Per cui, per quanto sia possibile controllarle e tenerle, come dire, al guinzaglio le ritengo del tutto normali. Credo che al di fuori di certi contesti dove la convivenza è incompatibile, sia bene lasciarle libere. E' giusto così.
Per farla breve, felice di averti fatto piangere.
Laura, è vero gli animali possono farci riflettere ed insegnarci a distinguere tra le cose più e meno importanti della vita. Il loro istinto è formidabile e vivendo accanto a loro, osservandoli con attenzione è possibile imparare molto. Perfino qualcosa per migliorarci come esseri umani, teoricamente con una marcia in più, anche se non sempre questo corrisponde al vero. Grazie per l'augurio, naturalmente faccio tesoro di ogni suggerimento.
Eliseo hai ragione, ora ho rimediato, almeno in parte.
Tutto nasce dal fatto che Capocoda, ma anche altri cani spesso li vedo indugiare ed osservare con attenzione determinati particolari. Cerco sempre di capire cosa vedano e pensino in determinate situazioni.
E' difficile per non dire impossibile da capire perché è una visione distorta del cane.
Grazie a tutti per i consigli, gli apprezzamenti e quant'altro.
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Re: Un “Capocoda” fedele, forte e coraggioso
Effettivamente, "d" eufonica a parte , ho visto più cose da sistemare.
Revisione del personaggio ibrido compreso.
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Sono commosso e quindi ti perdono anche tutte quelle d eufoniche, tanto lo so che continuerai a usarle. Quel "Sii" dopo i due punti, invece, dovresti metterlo in minuscolo.
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Re: Un “Capocoda” fedele, forte e coraggioso
Corretto il sii, grazie.
Si, le ripetizioni sono volute. Il cane si esprime in modo semplice, modificando il proprio modo di esprimersi, emettendo suoni di diverso tipo, abbai, ululati ringhi, sbuffi, grugniti, mugolii, gemiti, sospiri etc.
Questi sono i suoni emessi dalla bestia, naturalmente poi riesce a comunicare molto altro con il proprio corpo.
Essendo molto semplici e limitati i sistemi utilizzati dal cane per comunicare per mezzo di suoni e vocalizzazioni ho voluto esprimere di proposito il pensiero del cane in quel modo.
In pratica ripetendo pur io, sempre quei limitati suoni, un po’come avrebbe fatto anche un bambino nel descrivere quelle situazioni. Quella era almeno l’idea alla base.
I nomi di persona, non è il caso scriverli, così come neppure il vero nome di Capocoda.
Una curiosità pero la posso lasciare: Capocoda venne “battezzato” in quel modo perché appena assegnato, fin da subito, si distinse come “leader quadrupede” così che tutti lo battezzammo Capo.
Essendo poi assai dispettoso, come tutti i cani di quella razza, sovente accadeva che diversi componenti del Team dopo aver subito le sue “razzie” vedessero la sua potente coda allontanarsi rapidamente dopo la “malefatta” oppure che la stessa sporgesse dal luogo dove Capo andava a nascondersi dopo aver messo a segno l’ennesima “birbantata”: Da qui Capocoda.
Giorgio, essendo il Cavolo di laboriosa digestione, almen per taluni, può non essere gradito a merenda, specie dagli stomaci più delicati.
Facciamocene una ragione, vi è chi gradisce e digerisce tranquillamente il Cavolo perfino a colazione ed idem mit kartoffeln chi non molla le “d” eufoniche manco in punto di morte.
Quanto a Dio, premesso che pronunziarne il nome invano è cosa ben diversa.
C’è da dire che permeando Lui ovunque in questo mondo, può essere conseguenza: di precisa scelta, di una miopia avanzata o di pura “disattenzione” cronica, non notarne la presenza.
In qual caso sarebbe sufficiente alzare individualmente la soglia di attenzione.
Qualora invece dovesse, invero, infastidire la Sua presenza, questa è altra questione, infatti tendenze e gusti d’ognuno non si discutono fermo restando che lo "sfratto esecutivo" è lor problema.
Per quanto mi riguarda, quella frase va bene così e nel contesto, a mio vedere, calza a pennello, oltre ad essere, per altro, una pura e semplice descrizione di quanto realmente accaduto.
Ciò premesso, riguardo al fastidio, alle seccature, agli inciampi, merende comprese, vale il vecchio adagio: De gustibus non est disputandum.
Cosa sulla quale credo entrambi possiamo concordare.
Ti ringrazio comunque per la tua osservazione che ho letto attentamente e con piacere ed a cui ho risposto volentieri.
Riguardo al “mazzo” che dire: escludendo la voce partenopea per cui il significato è alquanto volgare e per cui comunque tengo a precisare che non sono mai stato, non sono attualmente e mai sarò interessato alle tue natiche, considerato che ho interessi e gusti ben diversi, posso rassicurarti poi che non è neppure mai stato mio intento costringerti a faticare o rimproverarti aspramente, secondo l’accezione comune di quella espressione.
Mi limito ad esprimere riflessioni e considerazioni, secondo il mio pensiero, ed il mio sentire, che non per forza deve essere allineato al tuo o l’altrui:
“Lo pensiero è proprio atto della ragione, perché le bestie non pensano, che non l'hanno” diceva il Sommo Poeta, quindi scambiamocelo sto benedetto pensiero e senza abbai, ululati e grugniti o voler marcare il proprio territorio, ma al solo scopo di crescita comune.
Il confronto e lo scambio tra pensieri diversi giova a tutti.
Quindi … nessun mazzo, suvvia.
Ci si confronta, si ragiona si specula, cioè si osserva, ma tutti con le natiche al sicuro e belle posate sulla sedia così che a nessuno vengano pensieri strani.
Suvvia Giorgio stai bonino, a dà il gesso ai gangheri e caricarsi di legna verde l’è da bischeri e come noto la ragione gl’è de’bischeri. Noi mica lo siamo.
Veniamo all’Anima degli animali.
Mai pensato che gli animali non abbiano un Anima, sostenevo ben altro se non erro.
Gli animali hanno un Anima mortale a differenza dell’Anima umana che è immortale.
Solo nell’uomo c’è l’immagine di Dio di cui il segno più alto è la libertà.
Gli animali sono creature di Dio ed Egli li circonda della sua provvida cura.
Anche gli uomini devono essere benevoli con con gli animali che sono peraltro un dono di Dio per aiutare gli uomini e con la loro semplice esistenza benedicono e rendono gloria a Dio.
Ne consegue che gli animali non possono commettere peccato, perché privi di libertà e tantomeno hanno bisogno di redenzione.
Questo non toglie che spesso siano molto utili all’essere umano in diversi modi.
Lo stesso indurre anche gli Animi più corazzati ad amarli è un’utilità, ma non certo la sola.
Grazie a tutti dei consigli e degli spunti di riflessione.
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