Amore mitocondriale - (autore: Marcello Rizza)
Moderatore: Il Guru
Amore mitocondriale - (autore: Marcello Rizza)
Re: Amore mitocondriale - commento 1
La voce narrante, un io narrante, iniziale apre il testo narrativo con una invocazione all'autrice (ma perché il maiuscolo?), che mi ha ricordato il Cantami, o Diva omerico, affinché la aiuti a esplicare con le parole i propri sentimenti.
L'io narrante sviluppa la narrazione lasciando poi spazio al protagonista Adàm, il quale riflette su stesso e sulla propria vita dando luogo a una sorta di monologo interiore o flusso di coscienza.
Nella seconda parte del racconto, il quale in verità nel complesso è molto breve, il protagonista, considerata la propria insufficienza, passa la parola alla voce narrante, la quale si fa d'improvviso impersonale e abbandona il punto di vista del protagonista per assume quello terzo del finto autore (trice) reale del racconto (la quale è invece sempre una voce narrante).
Questa nuova voce narrante offre al lettore uno squarcio sulla nascita della coscienza nel genere umano (o in quello Homo se proprio vogliamo seguire quanto dice la scienza) e dell'incontro di Adàm con la sua Ev.
Il racconto narra insomma di questo primo incontro, a cui si aggancia anche il titolo "Amore mitocondriale".
Nel finale di nuovo la voce narrante finge di essere l'autrice del racconto per chiudere la narrazione con la scontata scoperta che tanto a noi, scrittori della domenica, non ci legge nessuno e con questo "augurio" ammiccando al lettore reale, cioé a me che leggo e recensisco. Ma proprio questo finale mi ha lasciato freddino, questo rivolgersi gratuito al lettore per ingraziarsene il favore. Se ne poteva far a meno, a mio avviso.
Buona, se non ottima, la struttura dunque, come l'uso dei tempi verbali, il lessico, il tono, non ho notato errori di sintassi o refusi, a differenza di altri racconti. Ogni tanto nella narrazione è venuto fuori anche l'autore implicito, come in questo caso: "qualsiasi cosa significhi sottobosco in Africa". E queste intromissioni, a mio avviso, dovrebbero essere sempre ben calibrate e dosate per non risultare pesanti e artificiali, se non peggio: inutilmente didascaliche. Non sempre l'autore reale è riuscito a rendere gradevole quello implicito, mettiamola così.
Quanto al contenuto, si riallaccia al concetto scientifico di Eva mitocondriale (concetto dalla scienza riferito però alla specie Homo Sapiens, e quindi all'uomo moderno, e non a quella Homo in generale, come dal racconto parrebbe evincersi) il quale ha delle naturali assonanze semantiche e narrative con la storia biblica di Adamo ed Eva sapientemente colte dall'autore per confezionare questa sua storia o versione della biblica Genesi.
L'assonanza tra storie bibliche e storie di una certa scienza forse non dimostra altro che una naturale prosecuzione del racconto scientifico da quello della tradizione religiosa, e forse ciò dimostra la fallacia sia dell'una narrazione che dell'altra, ma non è certo questo il luogo dove affrontare un tema del genere.
Il racconto è onesto, se proprio non originale, e scritto con capacità dal suo autore.
Voto: 4
Re: Amore mitocondriale - commento 2
Inoltre, a mio avviso, c'è da premiare l'originalità del tema su cui verte il racconto. Aggiungo che a me personalmente evoca e ricorda qualcosa/qualcuno che ho già letto, basandomi sul suono che le parole messe insieme nel rigo producono.
Voto: 5
Re: Amore mitocondriale - commento 3
In maniera che oserei definire pregevole l’autrice (suppongo) ci racconta il debutto dell’evoluzione di questa scimmia con un “nuovo senso”. Un senso che porta l’animale a osservare, ad avere coscienza dei propri sentimenti. Ma tra questi sentimenti ci sono anche ansia, inquietudine, solitudine, malinconia… il nuovo senso porta la scimmia a sentirsi sola, sola perché consapevole di essere diversa da tutto il resto. Una conseguenza è il desiderio di trovare un altro animale con il nuovo senso; un’altra conseguenza è che la scimmia si pone delle domande alle quali non sa rispondere.
Soluzioni a questo primordiale disagio esistenziale? Si, più di una. Ci sono dei funghi che fanno sparire ogni dubbio dalla testa della scimmia, che la fanno stare in pace e la fanno sentire bene. Il problema è che l’effetto dura poco (ma…ma,,,come. Neppure un accenno di condanna verso quei funghetti? Un mal di pancia, un mal di testa… facevano bene e basta? Attenta mia cara autrice che qui ci perdi un mezzo punticino!). Poi c’è l’altra soluzione: inventarsi Qualcuno, un amico immaginario. E qui, mia cara autrice, si incappa palesemente nel reato d’opinione: si rischia fino a due punti in meno.
Ma l’autrice (sempre supposta tale) accennava al romanzo rosa. E dunque? Tra tutti i sentimenti che il nuovo senso fa scoprire alla scimmia c’è anche il più unico. L’animale trova finalmente il suo simile, quella “lei” altrettanto capace di emettere un richiamo diverso da ogni grugnito. E fu con la scoperta di questo ulteriore sentimento che la scimmia divenne uomo.
La domanda che si pone alla fine l’autrice è una riflessione che ci porta più lontano, ma il racconto, giustamente, finisce là.
VOTO: 5
Re: Amore mitocondriale - commento 4
Mosso da queste due anime non mi posso sbilanciare più di tanto sul voto, che rimane neutro.
VOTO: 3
Re: Amore mitocondriale - commento 5
Però, man mano che la lettura procedeva, non ho avuto difficoltà a seguire la trama - se di trama vogliamo parlare - soprattutto perché mi piace molto l’approccio dell’io narrante che parla al lettore, quale che sia il genere letterario.
Ho l’impressione di conoscere lo stile di chi scrive: tante parole ma spese bene, con cura per narrazioni di spessore, ritmo scorrevole e senza sbavature, refusi o errori che si facciano notare (giusto una d eufonica, se proprio dobbiamo).
L’idea di base è originale per un contest di racconti in cui lo spazio è limitato, soprattutto per come è stata strutturata. La presa di coscienza del nostro antenato più lontano che ha “iniziato” a pensare, o a dare il nome “pensiero” a sensazioni, improvvisi mutamenti nella percezione di sé stesso, il cominciare a vedere con altri occhi i suoi simili. Il passaggio evolutivo iniziale più importante: un insieme di evoluzione naturale e mano di Dio, se vogliamo semplificare.
Il tutto in un prima persona: quell’antenato che ora, milioni di anni dopo, ha le parole per raccontarsi. Il garbo e il modo particolare con cui viene posto il dilemma dell’evoluzione (mano di Dio o natura avulsa da interventi divini, complicata ma semplice lotta per la sopravvivenza) mi ha portato alla fine del racconto senza problemi.
Piacendomi l’interloquire con l’io narrante, anche la seconda parte - meno “di pelle” perché l’autrice non ha vissuto di persona quelle emozioni, quindi può solo immaginarle cercando di interpretarne il peso, ma non ha emozioni sue da provare a trasmettere, a mio parere equilibra il testo. Però al contempo lei pare amare i romanzi rosa e potrebbe essere un lungo incipit alla prima storia d’amore - come amore percepito - dell’umanità. Per il resto si rimanda alle api e ai fiori… Potrebbero anche essere i due primi capitoli di un romanzo, con i capitoli affidati ora all’uno e ora all’altro narrante.
Unica cosa: avrei diviso la prima e la seconda parte da uno spazio. Il cambio repentino di narrante non è immediato (basta pochissimo ma ci si interrompe per recuperare).
voto: 5
Re: Amore mitocondriale - commento 6
Il concetto di Eva mitocondriale fa presupporre che l’autore si sia impegnato a ricercare informazioni in merito a tutto ciò che argomenta, anche se sotto forma di racconto e non di saggio. Invece credo che il lavoro di ricerca svolto non sia così approfondito. Il dubbio mi è venuto, ad una prima lettura, all’espressione "qualsiasi cosa significhi sottobosco in Africa". Il sottobosco ha un unico significato, in qualsiasi parte del globo ci troviamo. L’autore sta forse dicendo che in Africa non c’è sottobosco? Ma se intende questo, sta immaginando l’Africa come è ai giorni nostri, non come era centinaia di migliaia di anni fa?
Da questa considerazione sono partito per una seconda lettura e i dubbi sono aumentati. Porto alcuni esempi.
“No, in natura non esiste la condivisione della inquietudine”. In realtà, l’inquietudine è una tra le emozioni maggiormente facili da comunicare, in natura, in quanto il sistema recettoriale volto alla sopravvivenza, lo registra con estrema facilità.
Lo sviluppo di capacità astrattive, come la necessità e il concetto di divinità, l’addomesticazione degli animali, l’utilizzo del pollice opponibile per maneggiare strumenti, sono antropologicamente avvenuti nella sequenza qui descritta? Sono avvenuti prima dell’effettivo utilizzo del linguaggio?
Secondo me, per un titolo con delle aspettative molto alte, si sarebbe potuto effettuare delle ricerche in merito più approfondite.
Voto: 3
Re: Amore mitocondriale - commento 7
VOTO: 2
Re: Amore mitocondriale - commento 8
scritto poi, dopo averlo riletto più volte, non mi ha entusiasmato.
L'impatto estetico del racconto non mi ha disturbato, anzi ha attirata
la mia attenzione.
L'argomento e lo svolgersi della vicenda ne ha fatto intendere la conoscenza.
La struttura dimostra la capacità di saper condurre un racconto. La
scrittura scorre, la storia è originale e contiene interpretazioni
sugli atteggiamenti o spiegazioni di comportamenti.
Ho approfondito andando a ricercare la vicenda di Adamo ed Eva. Da
vari punti di vista. L'autore o autrice ne interpreta il senso.
Espediente interessante quello di rivolgersi a una scrittrice
(l'autrice) che raccolga le testimonianze.
Finale spiazzante.
Non va incontro alle mie letture ma ho imparato.
Voto 4
Re: Amore mitocondriale - commento 9
Voto 5
Re: Amore mitocondriale-10
Voto 4
Re: Amore mitocondriale-11
Credo il problema più significativo provenga dalla forma che non ha nemmeno uno spazio o uno stacco che permetta al lettore di prendere fiato.
Questi cambi di punti di vista rendono il testo ad un lettore che già ha poca soglia dell’attenzione a causa della lunghezza del testo ancora più confusionario.
Alla fine il racconto in se ha ottimi spunti, unione di religioso e scientifico e temi che vanno anche molto più in la.
Bello ma non di mio gusto, de gustibus non disputandum est direbbe un latino.
VOTO: 3
Re: Amore mitocondriale - commento 12
Voto 3
Idra Loop
la strana verità di una fotografia che non dovrebbe esistere
In una tranquilla cittadina del Nord Italia, gli abitanti rivedono se stessi da giovani. Il CICAP vuole vederci chiaro e ingaggia un reporter specializzato in miti e misteri. Però anch'egli viene suo malgrado coinvolto in qualcosa di altrettanto assurdo, infatti appare dal nulla una misteriosa fotografia Polaroid che lo ritrae in una circostanza mai esistita.
Cosa lega questi due misteri?
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Human Take Away
Umani da asporto
"Human Take Away" è un racconto corale dove gli autori Alessandro Napolitano e Massimo Baglione hanno immaginato una prospettiva insolita per un contatto alieno. In questo testo non è stata ideata chissà quale novità letteraria, né gli autori si sono ispirati a un particolare film, libro o videogioco già visti o letti. La loro è una storia che gli è piaciuto scrivere assieme, per divertirsi e, soprattutto, per vincere l'Adunanza letteraria del 2011, organizzata da BraviAutori.it. Se con la narrazione si sono involontariamente avvicinati troppo a storie già famose, affermano, non era voluto. Desiderano solo che vi gustiate l'avventura senza scervellarvi troppo sul come gli sia venuta in mente.
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I sette vizi capitali
antologia AA.VV. di opere ispirate alle inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell'anima umana
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Federico Mauri, Emilia Pietropaolo, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Lidia Napoli, Alessandro Mazzi, Monica Galli, Andrea Teodorani, Laura Traverso, Nicolandrea Riccio, F. T. Leo, Francesco Pino, Franco Giori, Valentino Poppi, Stefania Paganelli, Selene Barblan, Caterina Petrini, Fausto Scatoli, Andr60, Eliana Farotto.
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GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2016 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2017 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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