Il profeta

Un haker si cala nei meandri del computer per risolvere un problema: l'ennesima (questa volta catastrofica)cibernetica infezione. La sua discesa virtuale si trasforma in discesa reale, nel profondo del sistema. Qusto fatto gli provoca un piacere inenarrabile. Così egli si dissolve nel web e il virus scompare. Sorta di favola fantascientifica che richiama un po'la psicoanalisi. Il risultato c'è. Il racconto mi sembra riuscito nella sua struttura breve. Buono è anche il linguaggio, curato ed efficace.

Un sacrificio umano per risolvere un problema tecnico: un attacco di virus che bloccano la funzionalità del computer.
Questa discesa nel profondo del sistema per riparare al danno viene rappresentata come un viaggio reale nelle viscere della terra in cui paura e senso dell'ignoto, curiosità e spirito d'avventura si fondono procurando un sorta di insolito godimento. Reale e virtuale, umano e tecnologico approdano alla stessa meta: diventare una sola e unica cosa sperduta nel mistero.
Un testo molto breve che riesce a narrare in modo efficace ed esaustivo la vicenda arrivando al lettore in modo lapidario e accattivante.

È noto ormai che chi scende nelle viscere della terra è destinato a non far ritorno su questo mondo. L'unico che vi riuscì fu il grande Dante eroe di sé stesso capace di scrivere il più grande capolavoro di tutti i tempi. L'immagine presentata in questo breve racconto è fortemente suggestiva e non lascia indifferenti. Il sacrificio dell'uomo è sempre indispensabile per salvare l'intera umanità. Peccato che questa volta il "profeta" perda la vita per permettere ai computer di rifunzionare. Chissà, forse, senza il suo intervento, sarebbe potuta nascere una nuova era, magari migliore.

Difficile dire altro oltre le poche parole scritte nel racconto che racchiudono già tutti i significati necessari.
Il sacrificio personale rispetto al bene più grande è la cosa che colpisce più l'occhio, ma soprattutto la mente del lettore.
Questo Profeta, che si immola per far andare avanti il mondo messo a rischio da un virus, dopo una vita da hacker.
Una sorta di redenzione sacrificale. Intenso.

Racconto breve, ma intenso. Il sacrificio del singolo in nome del bene comune. Non è un caso che l'hacker viene chiamato il Profeta. Si digitalizza per entrare nelle zone piu' remote e oscure del sistema, dove si trova il virus. Il virus viene così sconfitto e il Profeta sembra essere svanito. Essendo un racconto di fantascienza con matrice informatica, ho apprezzato moltissimo la seguente metafora: "Il piacere cresceva come un albero, con la stessa selvaggia ostinazione di un'edera". A me piace pensare che il Profeta digitalizzato, proprio come un virus benigno, si sta replicando su tutta la Rete globale, significativo il riferimento all'albero che è una struttura dati ricorsiva e tipica dell'informatica. E, poi, lascia il lettore libero di immaginare. Prima ho parlato di sacrificio, chi ce lo dice che l'anima del Profeta alla fine non sia risorta nello spazio digitale, dando vita a un flusso cosciente di bit che perdurerà e si replicherà su tutta la rete, liberandoci definitivamente dal virus, anche in futuro. Bel racconto, tanto breve quanto intenso e carico di concetti.