Reverse Flow
Descrizione: Nicholas sta per compiere un lungo viaggio nello spazio. Per ovviare al gap temporale, Proxpery si fa ibernare a casa, in contemporanea al marito, sull'astronave. Al ritorno, però, lui decide di rimandarne il risveglio, a tempo indeterminato.
Incipit: «È sveglia, mrs. Mourander?» «Mmm. Mi chiamo Nox. Proxpery Nox.» «Come vuole, ma'am. Come si sente?» Proxpery prende un bel respiro e si volta verso il dottore, o quello che sembra un dottore perché ha un camice bianco. «Ho freddo» risponde guardando stranita il macchinario fissato al proprio braccio. Indicatori, regolatori e tastiera sono tutti sull'altro lato. Dalla sua parte soltanto un display e un emoticon sorridente che la saluta con una voce gradevole…
1° in opere commentate (per Adulti, dal 2020)
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Il lettore intanto viene subito catturato dall’intreccio di questa davvero succulente storia del futuro, e devo dire che lo stratagemma di centellinargli le risposte ai tanti quesiti disseminati sin dalle prime righe, pescando continuamente nel passato della protagonista per subito riesumare in un presente post - apocalittico, insomma a sfogliare i petali della classica margherita fino a che non ti rimane che la corolla in mano, è stata azzeccatissima, secondo me. Hai saputo gestire alla grande i flashback, rendendoli addirittura funzionali in quanto trasformati in contesti necessari, per cui la retrospezione alla fine non pesa per nessuna via. Hai saputo ben dosare le descrizioni senza perdere di vista che il lettore ci si doveva immergere interagendo con la propria fantasia. La struttura, per altro, non è certo quella del racconto lungo, bensì del romanzo (per me non esiste il romanzo breve) con capitoli sapientemente bilanciati alle necessità, intreccio del plot narrativo, presentati da eserghi: dal quadro psicologico dei vari personaggi si passa a dare uno sguardo a quello politico di una possibile e verosimile città del futuro, in cui lo scenario rappresentato non è affatto campato in aria, anzi conoscendo l’animo umano sono certo che, una volta colonizzati altri pianeti, l’idea della deportazione del 60% della popolazione più povera e abietta in altri lidi verrebbe scodellata dall’archetipo primordiale egoistico che contraddistingue di solito gli uomini di potere per materializzarsi in azione dolorosa ma necessaria. Quindi, dicevo prima post-apocalittico perché non immagino un evento meno abominevole di questo odioso contesto autarchico prospettato, in cui le città sono relegate nel silenzio e nel vuoto che schianta nel nulla.
Inoltre con il tema dell’ibernazione hai riesumato i più bassi istinti criminali che anche l’uomo più colto può benissimo portare dentro di sé, tanto che la morale passante in questo contesto dovrebbe consistere in quella di non affidare mai a una persona, per nessunissima ragione al mondo, il destino di un’altra persona.
Per ultimo, e non a caso, vengo ai personaggi delineati nella storia.
Leggendo ho trovato qualcosa di rivoluzionario che raramente ho riscontrato in altri autori, anzi per dirla tutta, l’ho riscontrato solo leggendo alcuni episodi di un fumetto a me caro che poi ti dirò. Intanto lasciami dire che questo qualcosa è spuntato allorché, a fine lettura, la protagonista della storia m’è risultata glaciale, cinica e spietata, in quanto è riuscita a eliminare anche il suo ologramma, Cory, ormai umanizzata oserei dire più della sua stessa affidataria. È un delitto vero e proprio in cui io ribalterei addirittura i ruoli: del robot Proxpery che annienta la povera, e “umana”, Cory. Persino il marito Nicholas e il fratello Robert, con tutti i loro errori, risultano delle vittime della protagonista. La scena finale di Proxpery insieme al grassone e viscido Livay, relegano Proxpery nel regno del male.
Solo con alcuni episodi di Tex mi è capitato di solidarizzare con i personaggi diciamo cattivi anziché con l'eroe o eroina di turno, e non è un caso che il fumetto lo leggo ancora oggi.
P.s. una critica te la devo comunque fare: hai anticipato troppo nella descrizione all'opera, in merito alla trama: ci sono lettori, come me, che preferiscono che non si anticipi nulla di una storia. Io ad esempio non leggo mai le quarte di copertine e odio le sinossi. Al massimo, laddove sono autorevoli (e comunque devo stimare l’autore), leggo le prefazioni, ma solo dopo aver letto il libro.
PS. Io come lettore di fumetti ero più da Ken Parker (credo di avere ancora tutti i numeri), ma capisco benissimo e apprezzo la dedizione che si può nutrire per una disciplina artistica da noi, a mio avviso tanto sottovalutata.
Sono d’accordo con Carlo, eviterei di anticipare troppo nell’introduzione. Sarei felice anche io di averne un’edizione stampata e illustrata... potresti pensarci tu dato che sai (anche) disegnare . Mi è piaciuto molto, complimenti.
Grazie sempre. Ovviamente terrò presente i consigli in merito all'introduzione.
La differenza è che, in uno scenario futuro, estrapolando le tendenze attuali, è probabile che la gender fluid theory si sia ormai affermata come senso comune (quindi il padre di Proxpery, etichettando il figlio come gay, gli farebbe un complimento). Inoltre in un passo citi l'Unione Sovietica: è un refuso o una speranza?
Molto interessante l'alternanza tra presente e passato, che dà grande dinamicità al racconto.
Cinque stelle anche per questo racconto lungo/romanzo breve (ma poi, dov'è la differenza?).
Unione Sovietica è senz'altro un refuso. Ora non ricordo nemmeno dove l'ho inserito. Prima o poi me lo rileggo da capo e gli do un'ulteriore revisionatina.
Dalle mie parti mi sa che sulla gender fluid theory ci sarà forse da lavorare un po' di più, ma in uno scenario fantascientifico credo sia lecido ipotizzare quello che hai detto tu. La citazione da "Il danno" non la conoscevo. In effetti sembra attagliarsi molto bene.
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