Pensieri a passeggio

Una zona dedicata alle riflessioni e alle idee.
Questa sezione è per i "pensieri", quelli cioe del tipo "Oggi mi è venuto in mente che... cosa ne pensate?", non per postare poesie od opere personali e chiedere poi di discuterne. Per pubblicare tue opere online, usa l'apposita funzione del nostro sito, grazie alla quale potrai farti leggere ed essere commentato.
Mauro Conti
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Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Mauro Conti »

Insieme al mio inseparabile amico a quattro zampe, nelle nostre passeggiate al calar del sole, mentre lui corre libero per i prati, molti pensieri mi vengono a trovare… uno in particolare.
molto spesso mi mi viene da domandarmi, sto solo dando tempo alla vita oppure sto dando tutta la vita al tempo?
che significato hanno i giorni che passano… li sto riempiendo? Ma di cosa poi....
intanto il mio cane corre, corre, corre, come se la sua vita fosse solo quello. E forse è cosi'.
ma lui ha l' immensa fortuna del fatto che la sua natura non gli faccia porre nessuna domanda. Per lui è sufficiente che io sia con lui. Lo invidio quanto gli voglio bene. Mi piacerebbe essere come lui. Spensierato e male che vada affamato. Ma lui domande che ti rompono il sonno nel cuore della notte non se ne pone. Nessun pensiero che ti blocca la bocca dello stomaco nei pranzi della domenica e ti fa fare il respiro lungo, lanciando di botto lo sguardo alle montagne innevate fuori dalla finestra, chiedendosi se si è veramente al posto giusto al momento giusto.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Bel pezzo, si nota la profondità delle tue giuste riflessioni.

Se la domanda alla quale giungi tramite queste è quale sia quindi il senso della nostra vita nel nostro tempo e nel nostro spazio, la risposta come più volte nei miei scritti avrai sicuramente colto è solo una, la comprensione di e su te stesso che, finché essa verrà posta, riposta o cercata, al di fuori di te, al di fuori del tuo corpo, al di fuori della realtà, interna ed esterna, quindi sotto forma di dubbio, speranza o fede, percepita come tale, come possibile realtà Altra, essa (la tua comprensione) non avrà mai una vera e reale risposta (dove comunque, questo disvelamento percettivo, non risulta essenziale o necessario avere, se in vista è solo lo scopo , anzi ciò che è essenziale a questo (allo scopo), almeno inizialmente, è proprio questa sorta di occultamento percettivo presente e in qualcuno del tutto permanente ), ma proprio per questo, non ti farà mai sentire o percepire poi la realtà per ciò che essa è. Compresa soprattutto quella su te stesso.

La realtà è che tra te e il tuo cane non c'è vera e propria differenza di scopo, lo scopo è lo stesso, lo scopo è la vita, il mantenimento e il perpetuare ottimale nel tempo singolo di ognuno di noi di questa, ed anche apporre a questa, a tua libera scelta, il tuo possibile retaggio biologico in visione futura , il tutto nel tuo spazio e nel tuo tempo di esistenza.

In fondo è lo stesso del tuo cane, con una differenza sostanziale però di tipo evolutiva, tu a differenza sua hai a disposizione un sé biografico, una consapevolezza, hai mezzi cognitivi, espressivi e comunicativi consci di tutto questo, idonei quindi a rappresentarti ed esprimere il tuo corpo secondo la sua comprensione più profonda di essere tale e da esso singolarmente raggiunta. Hai la possibilità di comporre arte o forme d'arte espressive, cognitive, di pensiero, scientifiche, tecniche e pratiche, che esprimono di volta in volta il contesto interno ed esterno, tanto di un singolo, quanto potenzialmente e concretamente di una intera generazione di individui iscritti nella loro epoca, come anche il perdurare di tutte queste opere o pensieri in sostanziale durata , anche dopo il tuo e loro tempo, tramite e per mezzo di questa stessa comprensione sempre da noi condivisa, tracciando quindi grazie a questo quello che chiamiamo e definiamo come storia.

Perciò il senso che puoi dare o raggiungere, al/sul tuo tempo e , al/sul tuo spazio, è solo in relazione a quanto nel tuo tempo e nel tuo spazio, comprendi e quindi puoi esprimere, a seconda di questa tua stessa comprensione raggiunta, cioè te stesso.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 13/11/2022, 22:55, modificato 2 volte in totale.
Giancarlo Rizzo
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

Siamo chiusi in un carcere da dove non è possibile evadere. Lascia morire la fantasia, tanto non c'è scampo, non puoi capire.
É meglio per noi farcene una ragione e accettare quella che è dimostrata l'unica realtà possibile. Vivere per vivere e godere dell'ora di aria concessa. Lascia perdere le montagne, ascolta Gabriele.
Mauro Conti
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Mauro Conti »

NON ci sto ragazzi...cosi' no
mi state tranquillamente dicendo che la vita è solo esistenza quindi...
dovrei comprendere che le risposte che cerco posso darmele solo io...e se io non le avessi e le cercassi altrove?
è cosi' ostile questo mondo, questo ambiente da non trovare un appiglio? Non dico risposte complete ma solo anche magari un piccolo aiuto.
Come dite voi è come fossimo zombie già morti qui per sbaglio
Non ci credo che la pensiate (veramente) in questo modo.

p.s Giancarlo, il tuo sembra quasi un discorso ad un condannato a morte :-) accidenti!
Giancarlo Rizzo
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

No. Non ascoltare me. Cerca di capire cosa dice Gabriele!
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Mauro, è essenziale per comprendere il mio discorso che tu definisca prima cosa stai cercando da queste domande, o sperando di ottenere dalle eventuali risposte che, guarda caso però, se poi cercate di essere comprese, fatte pervenire, o ricondurre, verso un "infinito essere", una "essenza" , una percezione "Altra" (anima o spirito) , le risposte, non arrivano. Quindi rimangono sempre e solo le domande, su cui poter o voler riflettere, domande che però non arriveranno mai risposte. Perciò, prova invece a ribaltare queste domande così, prova a capire cosa cerchi di trovare ponendo verso te stesso queste stesse domande: "perché senti il bisogno di cercare risposte, dove comprendi che le risposte non possono arrivare? Cos'è che ti porta a voler insistere nella ricerca? Perché se cerchi risposte, continui a porti però, solo domande? Cosa vuoi davvero sapere? Cosa stai cercando in realtà?"

A tutto questo puoi e devi invece dare risposta, perché è verso te stesso adesso che stai ponendo le domande, e non verso Altro.

Cosa cerchi, vuoi, o speri realmente di sapere Mauro?

Per esempio dovresti passare da un:

" ... chissà, forse io, o forse la mia essenza, anima o spirito, che non si presenta o sento essere legata a questo mondo, è, o può fare parte dell'infinito essere, che sia così?"

Verso un:

" ...perché dovrei io, la mia essenza, il mio spirito, la mia anima, essere parte di un infinito?, cosa mi spinge a cercare di vedere quindi me stesso, o l'essenza che meglio mi definisce, in questo stato? Perché ho bisogno di essere Altro dal corpo, di cui ho questa, così ingombrante, e al contempo così limitativa per la mia essenza, consapevolezza?

Su quello che ha scritto Giancarlo, non preoccuparti, io e lui ora abbiamo versioni che si discostano tra loro, lui dice così perché sa che una volta che avrai compreso realmente le mie parole, non ti sarà per niente facile inizialmente accettare le risposte che da queste poi invece arriveranno. Ti risulteranno inizialmente troppo limitative, troppo "carcerarie" esattamente come le percepisce, intende, e non riesce ancora ad accettare lui, ma la realtà è che lo sono, o lo diventano solo se tu ti poni sempre verso ciò che non puoi comprendere, perché questi aspetti ti lasciano e ti lasceranno sempre sì, la libertà di fantasticare, di evadere dalla realtà, di dubitare di questa, di sperare che non sia davvero quello che la realtà invece ci si rivela essere, ma proprio perché esse, e la ricerca di esse, non sono la ricerca della e sulla realtà, non potranno mai soddisfare così in essere sul tuo divenire, la tua sete di conoscere, se ciò è motivata poi da una reale volontà di sapere e comprendere realmente ciò che la realtà e tu stesso, è. Ma poi una volta compresa questa và anche accettata. Altrimenti, guardandola o volendola a tutti i costi comunque porla o ricondurla ad "Altro", lo sì fa' poi, solo per il bisogno, per la speranza, di riuscire in qualche modo ad evadere o eludere mentalmente da essa.

Se vuoi risposte, questa è perciò l'unica e reale strada percorribile, almeno su questi specifici aspetti esistenziali, l'unica che ti porterà e ti darà risposte, altrimenti diversamente, ti dovrai accontentare sempre e solo delle domande, al che, e lo voglio sottolineare, non ci sarebbe comunque nulla di male o di sbagliato.
Mauro Conti
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Mauro Conti »

Non è facile Gabriele, non è facile....
spesso mi sorprendo io stesso con domande di cui se anche avessi la risposta non cambierebbe nulla
altre volte invece dovrei pormene altre molto più fondamentali e importanti, invece mi accorgo che non me le pongo affatto
e sai quali "picchiano di più in testa"? Quelle presso che inutili per arrivare alla conclusione che hai illustrato tu.
Molto interessante la questione su cui sarebbe più importante sapere il perchè' mi pongo certe domande invece che ottenerne le risposta...vero ma anche qui... se lo sapessi, se ne fossi cosciente, se ne fossi capace...non vi avrei disturbato con i miei sproloqui.
L'esempio del "passaggio" da una natura di domanda all'altra è chiaro. Peccato che la mia mente, il mio inconscio, anche se stimolato nel senso che tu dici, continua a pormi sempre le medesime domande. Come se fosse in gabbia. In una scatola. da dove è impossibile uscire.
Credo che sia più facile convincersi di essere degli extraterrestri piuttosto che "obbligare" la mente ad andare in una determinata direzione costringendola a cercare domande a cui riposta non c'è.
Se fossimo in grado di controllare completamente la nostra parte inconscia saremmo dei superuomini.
Sono convinto inoltre che l'inconscio per sua natura vada veramente a scavare dove risposte sa benissimo che non ce ne sono.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Il punto della questione in realtà è molto semplice una volta compreso, tu puoi conoscere in realtà solo te stesso, perché a livello inconscio il tuo corpo conosce solo sé stesso, il tuo cuore batte a livello inconscio perché secondo te? Ogni sistema autonomo agisce a livello inconscio nel corpo perché?

Perché esso È CONSCIO di ciò che deve essere fatto per mantenersi in vita.

E non bisogna su questo livello di sé primordiale (proto sé) di nulla di esterno.

Se bisognasse invece anche di un intervento esterno, se per esempio hai un calo di zuccheri, il corpo consciamente invia segnali al sistema cognitivo di assumere il prima possibile tale sostanza per mantenere un idoneo mantenimento. Messaggio che parte inconscio (proto-sè) e arriva a definirsi poi sub-conscio o conscio (sé nucleare/biografico) perché necessita per essere portato a termine di un processo anche esterno al corpo, di un pensiero conscio ed una azione.

Quindi ha bisogno per farlo di dover interagire anche con corpi o sostanze esterne ad esso, per nutrirsi, assumere liquidi ecc, quindi, ecco una nuova cognizione di sé, il sé nucleare (non li sto inventando questi termini, è neuroscienza), un livello sub-conscio inizialmente, che diventa poi conscio a livello di pensiero e quindi azione, "percepisco il bisogno di zuccheri e quindi mi adopero per assumerli".

Oltre a questo c'è il sé biografico, quello che ci contraddistingue da tutte le altre specie essendo in noi fortemente, evoluzionisticamente, sviluppato.

Questo è il sé totalmente conscio, quello che normalmente definiamo e in cui ci riconosciamo, l'io.

Esso è legato a tutta la comprensione di queste continue e costanti mappature emozionali, le stesse che ti fanno anche porre queste domande, fare qualsiasi tipo di azione, o avere qualsiasi percezione e poi comprensione della realtà, interna "mi sento innamorato/arrabbiato") come esterna "la neve è fredda". È ciò che ti fa fantasticare, riflettere, creare qualsiasi forma d'arte sia tecnica che artistica, è quello che ti fa comprendere quando sei innamorato o deluso, arrabbiato, o qualsiasi altro tipo di stato emotivo, il sé biografico è quello che sta scrivendo ora e quello che sta leggendo ciò che scrivo.


Ora ho citato in tutto questo passaggio, qualcosa di spirituale? Un' anima? Un' essenza?

No.

Ti ho semplicemente illustrato però tutti i gradi della comprensione del corpo su di sé. Tutto ciò che tu puoi comprendere deriva ed è frutto di questo.

Ora perché non ottieni risposte alle tue domande?

Perché tu associ tutto questo ad Altro, o forma Altra, non al corpo.

Tutto ciò che è reale è in movimento, il tuo corpo è reale perché è in movimento. L'anima, lo spirito, l'essenza a cui tu rivolgi le tue domande non presenta movimento se tu associ a queste una percezione di infinito o eterno essere.

Ecco perché non avrai mai risposte, perché quello che senti e percepisci come reale , sono solo le letture delle mappature sulle stesse emozioni che tu provi, non l'anima, lo spirito o l'essenza in essere. Perciò esse una volta comprese (le emozioni) si presentano in movimento (stati psicofisici) e quindi sono assolutamente reali e percepite giustamente come tali, talmente reali, da convincere il sé biografico (la lettura e comprensione conscia di queste) dell'esistenza percepita ora reale, o quantomeno realistica, sull'esistenza in essere, quindi presenti nella realtà, anche di aspetti infiniti o eterni che vengono così, erroneamente poi legati o attribuiti, sovrapposti, su quella che, sapendo che il corpo è destinato certamente alla morte fisica, tu (sé biografico) associ ora per evasione da questa realtà di fatto, alla tua "essenza", allo spirito, all'anima.

Comprendi l'inganno dell'io?

Perché lo fai?

Perché il tuo sé biografico, il sé cosciente di sapere del corpo, comprende che deve morire, perciò l'unica via per evadere dal concetto di cessazione, risulta una evasione di tipo mentale, esattamente come ti ho appena illustrato.

Ecco perché rivolgi e riponi poi il tuo concetto di essenza in qualcosa di infinito, di oltre al corpo.

Tutto questo probabilmente è funzionale al fatto che percependo e leggendo le emozioni, il corpo a livello di coscienza conscio è oltremodo suscettibile a queste, e quindi io ti chiedo quale comprensione è più deflagrante per la psiche se non la comprensione della stessa propria morte?

Perciò questa sorta di auto inganno percettivo si pone indispensabile su ognuno di noi in ogni tempo e luogo, almeno fino a una determinata comprensione e stabilità,o maturazione emozionale (non presente di certo da bambini e soprattutto da adolescenti).

Se questa forma di auto protezione non venisse applicata si andrebbe direttamente o indirettamente in contrasto con il proto sé (il mantenimento funzionale e ottimale dello stato in vita del corpo). Si andrebbe quindi a mettere a rischio la sopravvivenza stessa del corpo tramite pericolosi stati depressivi in età già difficile, figurati con la piena consapevolezza senza via di fughe possibili della propria esistenza senza null'Altro a cui rivolgersi appunto. Oltre al fatto biologico per la sopravvivenza della specie di raggiungere quantomeno un'età riproduttiva.


Comprendi ora quando asserivo che lo scopo è la vita, e il senso può essere solo la comprensione di sé?


Perciò se vuoi le risposte, le risposte le hai già in realtà, basta come ho fatto io, volerle comprendere e soprattutto, volerle accettare.


Quindi non è la tua parte inconscia (il proto sé) a scavare e ricercare arrovellandosi di domande su un possibile senso Altro e quindi via di fuga, ma la parte conscia (sé biografico) a necessitare di questo, sempre per gli stessi motivi, stabilità mentale e quindi fisica, soprattutto in età critica, ma anche oltre, quanti si toglierebbero la vita oggi essendo certi di non avere nessun dopo questa vita? Quanti vanno avanti solo grazie ad un sentimento e quindi una percezione di fede in Dio?

Comprendi la portata di tutto questo disvelamento.

D'altro canto basterebbe la reale coscienza e comprensione di questo per far terminare oggi stesso le stragi religiose o legate comunque a un qualsiasi sentimento fedeistico.

Verrebbe semplicemente a decadere almeno questo aspetto con tutto ciò che esso nella storia ha portato.

Ma questo come ho cercato di spiegare è essenzialmente essenziale, almeno inizialmente per il nostro potenziale stato di mantenimento psicofisico ottimale o quantomeno stabile.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 15/11/2022, 16:42, modificato 4 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

"Se fossimo in grado di controllare completamente la nostra parte inconscia saremmo dei superuomini".

No impazziremo, facciamo già fatica a regolare il sé biografico (io) sulla comprensione e memoria delle emozioni, figurati se dovessimo anche consciamente attuare tramite pensiero ogni minima interazione interna al corpo, ogni sistema, tutte le funzionalità vitali contemporaneamente in ogni istante della nostra vita.

Comprendi da questo che quello che noi chiamiamo comunemente inconscio o parte inconscia, quanto esso (proto sé) sia in realtà CONSCIO di sé da riuscire tramite tutte le varie suddivisioni cellulari di cui siamo composti, a mantenere di per sé uno stato organizzato da permettergli la vita. Ma per il mantenimento di essa essendo il nostro non un corpo composto da singole o un numero limitato di cellule, essendo quindi di tipo molto più complesso, in virtù di questa complessità necessità anche di una cognizione di sé che agisca su più livelli di comprensione, livelli che poi vengono definiti di sub-coscienza e coscienza (sé nucleare e sé biografico).
Giancarlo Rizzo
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

Ma quanto è bravo Gabriele! Noto che è diventato bravissimo nel descrivere il suo pensiero e le sue convinzioni; bravo anche dal punto di vista letterario. Come puoi contestare un ragionamento basto sulla realtà fisica, quella che puoi toccare con mano?
La questione è antica Tommaso si è scontrato con la fede in cose che non esistono nel mondo dell'energia-materia.
Il mio, sicuramente ingenuo tentativo, essendo ateo convinto, è quello di pormi domande risolvibili con il ragionamento basato su ipotesi scientifiche. Da questo punto di vista, a Gabriele piace "vincere facile", perché sono troppo ignorante per spiegargli che ci deve essere una ragione non religiosa che dimostri l'esistenza di quella dimensione che i religiosi chiamano spirito.
La speranza, quella che serve a Gabriele per addormentare chi lo ascolta, nella vita eterna ecc. ecc. non c'entra nulla.
Invece, come tu hai descritto, per gli stessi meccanismi utilizzati dal corpo, finalizzati alla sopravvivenza, la nostra (mia e tua) mente non ci sta a castrare la fantasia che ci vorrebbe far evadere dal nostro corpo così meravigliosamente limitato. C'è chi si auto convince per evitare di impazzire e per vivere credendo di trovare tutte le risposte nella composizione chimica del sangue. C'è chi non si rassegna e continua a cercare anche sapendo che difficilmente toccherà a lui la scoperta della soluzione.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Se una cellula per vivere non ha bisogno della comprensione o consapevolezza di essere in vita, come te lo spieghi? Che senso ha di essere un batterio? A cosa si rivolge per vivere e quindi darsi un senso ed uno scopo? Quale è lo scopo di un batterio se non vivere e proliferare? Il batterio è vita ti ricordo. Ha bisogno dello spirito? Ha bisogno di una dimensione altra per raggiungere o mantenere il suo scopo (la vita stessa)? Se tu quindi sei evoluzione presentando un corpo composto da molte più cellule e connessioni di quelle presenti in un batterio, cioè cellula sprovvista addirittura di un nucleo se non ricordo male, quindi una forma di sé (corpo) molto più complessa di questa autoregolazione inconscia presente invece nel batterio ( rimasta al proto sé, quindi senza esserne consapevole a questo livello, cioè senza il bisogno di evolvere in un sé nucleare e poi come nel nostro caso in sé biografico, per permettergli comunque , anche in assenza di coscienza biografica, di mantenere attivo il suo stato biologico o di mantenimento e proliferazione di vita ottimale) perché ora invece tu quindi dovresti necessitare di darti un senso Altro o diverso dal corpo? Per quale assurdo motivo ora si dovrebbe presentare una dimensione altra fuori dalla realtà da dove dovrebbe provenire o pervenire questa tua stessa evoluzione del sé? Questo come ti ho precisato molte volte non è un discorso legato prettamente alle religioni o sentimenti religiosi, quella è una sua semplice e più diretta conseguenza, ma lo è allo stesso modo, anche immaginare o percepire una dimensione esterna della realtà senza nessuna ragione reale in essere che la possa definire poi come tale, cioè infinita o eterna che, essendo questa da te presa in considerazione una dimensione evidentemente non fisica, non materiale, ma spirituale appunto, sarebbe ferma in essere. Oppure lo sarebbe credere il mantenimento di coscienza o la vita, il corpo stesso infinitamente presente, ma in una realtà ahimè finita. Così torniamo perciò al punto di partenza, tu dai solo diverse attribuzioni, anche più scientifiche o che prendono in considerazione determinate teorie o aspetti di esse, percepite perciò semplicemente come più verosimili al tuo sentire, ma tra immaginare o percepire realisticamente (e ci credo che lo sia, esattamente come lo era un tempo anche per me, quindi io non ti dico che per te tutto questo non sia percepito come reale), una dimensione esterna alla realtà, ma comunque trovandoci in contatto o interazione con essa, visto che associ a questo fattore o interazione la tua coscienza di sapere di sapere (di essere) ; questo ragionamento al fine risulta esattamente la stessa cosa di credere e percepire che abbiamo un'anima slegata dal corpo e quindi che si manterrà in essere alla fine di questo. È la stessa cosa Giancarlo. Lo stesso evadere mentale, solo basato su diverse attribuzioni sensoriali a seconda del diverso percepire o leggere, questi aspetti da parte di ognuno di noi (sempre il sé biografico quindi). Io forse addormenterò anche chi mi legge, di sicuro sarò prolisso nel ripetere i concetti, ma il discorso che ho appena fatto non presenta una pecca logica che sia una. Altrimenti fammela notare, ma soprattutto più di questo, dimostrami con fatti tangibili o comprensibili che non lo sia, che non sto dando l'esatta definizione della realtà per come essa ci si dimostra oggettivamente essere.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 16/11/2022, 14:13, modificato 2 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

La differenza è che io le risposte le ho perché esse vengono esattamente da dove nascono le domande, cioè la mia, quanto la tua o di chiunque altro, reale comprensione (il sé biografico, evoluzione presente nell' uomo di un sé nucleare e di un proto sé, perciò corpo, quindi movimento, risultato? Pongo la domanda e ottengo quindi la risposta, pervenuta sulla comprensione della realtà ). Se tu la poni su una dimensione esterna invece , ti poni una domanda o un dubbio, sapendo già in ogni modo di non potere comprendere la risposta, non perché necessita di più tempo per essere compresa o trovata, ma perché essa è fuori dalla realtà già per come o su cosa viene posta o percepita. Che risposte vuoi trovare in questea maniera , quali soluzioni? Quali soluzioni sono mai state trovate? Quale è la concreta differenza di credere a Zeus, a qualsiasi Dio, o una dimensione esterna alla realtà?

Cosa trovi in realtà così facendo? Speranza, dubbio o fede su un possibile mantenimento, sia poi fisico, spirituale, di coscienza, concettuale, è totalmente irrilevante, perché in tutti i casi evadi solo dalla realtà.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Oppure mettiamola diversamente, se non è come ti sto dicendo dimmi però allora su cosa vengono basate concretamente queste tue supposizioni che non siano solo un tuo attribuire o sentire soggettivo su di esse. Ma se non hai nulla di concreto che non sia solo una intuizione (intuizione che diventa oggettiva e comprovata però, cioè realistica, solo se dimostrata nella realtà o supportata da basi realistiche relative allo stato presente in essa), se non puoi farlo però, puoi girare la questione quanto vuoi, ma non fai altro che evidenziare semplicemente quello che ti sto invece oggettivamente dicendo dato che tutto il mio ragionamento può essere al contrario associabile, non solo, su un singolo sentire soggettivo, ma comprovabile e applicabile, dimostrabile per logica, su quello di tutti.
Giancarlo Rizzo
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

Tu dici: "Se una cellula per vivere non ha bisogno della comprensione o consapevolezza di essere in vita, come te lo spieghi? Che senso ha di essere un batterio? A cosa si rivolge per vivere e quindi darsi un senso ed uno scopo? Quale è lo scopo di un batterio se non vivere e proliferare? Il batterio è vita ti ricordo. Ha bisogno dello spirito? Ha bisogno di una dimensione altra per raggiungere o mantenere il suo scopo (la vita stessa)?"

Ma certo che ha bisogno dello spirito. Spirito è quell’energia vitale che insieme all’energia_materia che muove l’universo, permette agli esseri viventi di distinguersi dai cristalli.
La cellula singola non ha bisogno di essere consapevole come lo è l’uomo (ma non possiamo sapere se ha un qualche senso di consapevolezza a noi sconosciuto).
La domanda è sempre la stessa perché irrisolta: cos’è la vita? (come funziona lo sappiamo).
Sapere da dove deriva la vita è come sapere da dove è nato l’universo. Sai solo che c'è e basta.
Il non avere risposte scientificamente dimostrate cambia tutto il presupposto su cui tu basi le tue convinzioni: tu spieghi inutilmente i meccanismi del funzionamento di una cosa che non sai da dove nasce e cosa è in realtà. Traine le conclusioni logiche.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Ovvio che l'unica cosa che posso affermare con certezza è che la vita si presenta in essere dovuta a interazioni biochimiche della materia ivi presente, ma se essa è, come risulta, totalmente in movimento, addirittura il vuoto stesso lo è, ciò rende automaticamente impossibile che ciò avvenga grazie ad una componente o interazione spirituale che non presenta però per essere considerata tale, nessun tipo di interazione. Questo non lo dico io, semplicemente è la realtà che per come è strutturata in essere lo esclude categoricamente ciò che in essere non presenta interazioni (o moto in questo caso) non può semplicemente appartenervi. Quindi quella che consideri una intuizione (che comprendo e giustifico) è in tutto e per tutto una evasione dalla realtà. Sul come sia avvenuto il tutto chiaramente per i motivi che già ti ho riportato più volte, convengo che per quanto realistica possa anche sembrare la mia supposizione (Entanglament sempre presente in un vuoto assoluto, e perciò sovrapposizioni istantanee indefinite, che se si venissero a definire in questa loro comunque in-definibilià, si delimeterbbero e definirebbero nella realtà proprio per come essa ci viene posta. È praticamente un gatto di Schrödinger, lo stesso principio. Finché rimane fermo e perciò indefinito in essere, questo Entanglament, si trova sempre presente essendo esso stesso un vuoto, o fattore di istantanietá di questo vuoto assoluto, se si crea una interazione cioè una definizione di esso, diventa istantaneamente un vuoto relativo, cioè la nostra realtà. Più di questo che cosa vorresti o potresti cercare di comprendere? Il che sarebbe comunque logico. Se c'è un gatto nella scatola e il gatto è vivo, dal punto di vista del gatto non serve aprire nessuna scatola, che è esattamente per logica ciò che è successo. Noi siamo il gatto, siamo in uno stato definito. Ma contemporaneamente siccome nessuno può aprire nessuna scatola in un vuoto assoluto, non essendoci movimento o interazione presente, esso rimane sempre in stato indefinito, quindi fermo, esattamente ciò che è o sarebbe, un vuoto assoluto. È tutto riconducibile perciò ad una sovrapposizione di stato rimasto sempre indefinito in essere, dove noi siamo definiti semplicemente perché, esattamente come il gatto, dal suo/nostro punto di vista, ha già la conferma del suo stato in essere ( essendo vivo in questo caso, quindi stato di moto) anche senza bisogno di una interazione esterna (qualcuno che apra la scatola e definisca quindi il suo stato). Che non è come dire che la nostra realtà è inglobata in una Altra dimensione "spirituale" non esistono entrambe all'unisono, o una dentro l'altra. Una esclude l'altra, tranne che in una sovrapposizione in-definita. Dove da un ipotetico, ma impossibile in realtà, punto esterno di osservazione, finché non si apre la scatola non si puo sapere o definire lo stato del gatto (solo il gatto/noi, può esserne pienamente già cosciente, realtà di moto) ma non essendo definito da un punto di vista esterno alla sua realtà/scatola, risulta sempre in uno stato indefinito, fermo in essere (vuoto assoluto). Sembra complicato apparentemente, in realtà è molto semplice e intuitivo, ovviamente lo è perché ne abbiamo causa di comprensione essendo l'entanglament un fattore in essere anche nella nostra realtà, ma relativo come tutto ivi presente allo stato di moto.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

"ma certo che ha bisogno dello spirito. Spirito è quell’energia vitale che insieme all’energia_materia che muove l’universo, permette agli esseri viventi di distinguersi dai cristalli."

Lo spirito non può essere una energia, l'energia si applica in movimento, la materia produce energia perché è in stato di moto, lo spirito se tu lo intendi essere in essere infinito,non può essere considerato energia. Tu sovrapponi come più volte spiegato i nostri concetti a noi comprensibili, energia, stato, dimensione, ad un fattore a te totalmente sconosciuto. Solo per logica deducibile non essere o presentare movimento, altrimenti se lo fosse ci sarebbero in questa realtà aspetti o fattori fermi in essere, infiniti. Ma se non ci sono allora, una realtà che si presenta in movimento esclude da sé ogni cosa priva di esso. Perciò quello che tu puoi certificare è solo che infinito o spirito, se associ questo ha ciò che non è movimento, non lo puoi sicuramente applicare o ricondurre in una interazione possibile all'interno di una realtà che si presenta essere in movimento. Per questo lo spirito non esiste, perché nella realtà esiste solo il finito, il movimento,non l'infinito.

"La cellula singola non ha bisogno di essere consapevole come lo è l’uomo (ma non possiamo sapere se ha un qualche senso di consapevolezza a noi sconosciuto)"

La consapevolezza di una singola cellula si chiama proto sé. Altrimenti se a livello da te ( te = sé biografico o io) percepito inconscio, non fosse invece in realtà a sua volta internamente conscio, ciò che permette il suo mantenimento ( sentimento di ricompensa/punizione dicasi, sopravvivenza/cessazione, quindi lettura conscia di questo sentimento primordiale, da un primordiale sé o proto-sè) , il tuo cuore non batterebbe autonomamente, non un numero qualsiasi, ma un numero determinato di battiti al minuto, se sgarra in eccesso o difetto, il corpo altrettanto consapevolmente te lo segnala, tutto perché evidentemente, ha coscienza di sé anche a un livello differente o preventivo alla tua coscienza cosciente. Questo discorso vale quindi tanto sulle cellule umane, quanto relativo a qualsiasi altra forma o singolarità di esse. Tutte presentano il proto sé, altrimenti sarebbero sempre, materia in movimento, ma non presente in essa ciò che definiamo vita, o stato vitale, della materia appunto.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 16/11/2022, 14:41, modificato 3 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Perciò torniamo a noi;

"energia vitale"

energia = movimento

vitale = vita = movimento



vuoto assoluto/spirito/dimensione Altra = infinito = non movimento

non movimento = non energia = non vita




Quindi come può essere lo spirito o l'infinito una energia vitale?
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 16/11/2022, 14:54, modificato 3 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Prova invece così:

vuoto relativo = stato di moto = energia = materia = vita.
(non lo dico io lo dice la realtà)


Lo stato di moto è perciò esso stesso, cioè l'interazione (che suppongo permessa in essere possibile, solo dalla sovrapposizione in-definita e rimasta tale, di uno stato privo di essa, quindi fermo), venuta in essere, e perdurare in essere, su ogni aspetto dell'universo o della realtà presente, noi ovviamente compresi, quindi semplicemente, ciò da cui deriva e perdura, quella che ora chiami o puoi chiamare, ma solo se associ, o riconduci il tutto, direttamente a questo stesso aspetto, "energia vitale" dell'universo.

La correlazione o sequenza logica più esatta perciò risulta questa:

vuoto assoluto/sovrapposizione in-definita/vuoto relativo = stato di moto = movimento = energia = materia = vita

Ora lo stato di vuoto assoluto e lo stato di vuoto relativo, possono essere sovrapposti, ma solo in maniera indefinita (senza interazione tra di essi) , non possono cioè coesistere all'unisono se entrano in interazione, dal momento che se entrano in interazione, essi si escludono a vicenda.

Dato che :


Senza di esso (senza lo stato di moto) , l'universo o la realtà, sarebbe quindi ferma in essere, cioè infinita, ma se fosse infinita...

infinito = vuoto assoluto ( o spirito se preferisci parafrasare, oppure dimensione Altra, eterna, Dio, Tutto, Nulla, Essenza, ecc..) = non movimento = non stato di moto = non energia = non materia = non vita.

Senza sovrapposizione di stato si presenterebbe perciò così:

vuoto assoluto = infinito = non movimento = non energia = non materia = non vita.


Questo si è dunque sovrapposto a questo :


vuoto relativo = stato di moto = movimento = energia = materia = vita.

Quindi è semplicemente come per il gatto di Schrödinger
rimasto in uno stato indefinito dal fatto che nessuno può osservare lo stato del gatto in un vuoto assoluto, non essendo possibile una interazione.

Il gatto però a sua volta se si trova in uno stato vitale, è già conscio del suo stato, perciò è uno stato che si viene così internamente al gatto/realtà a definire.

Ma il tutto rimane sempre indefinito a prescindere dallo stato del gatto, o a prescindere quindi, della nostra realtà definita da un vuoto relativo, in sovrapposizione di un vuoto assoluto.

Ora arriva il concetto di tempo e spazio :

Dove essi sono presenti, cioè in uno stato di vuoto relativo al moto, la nostra realtà, essendo finita come abbiamo detto, risultano anche essi fattori di tipo finito, perciò anch'essi presentano e hanno, come tutto ciò che è finito o in movimento :

inizio - mantenimento - fine.

La nostra realtà presenta quindi essendo in movimento,
la stessa successione di eventi causa effetto.

Dove tanto all' origine quanto al termine di essi, si torna ad uno stato indefinito, cioè infinito e fermo, quindi in un vuoto assoluto.

L'inizio come la fine, iniziano e terminano perciò per forza di cose in una istantanietá, cioè in questa sovrapposizione che rimane perciò sempre indefinita in essere, tranne che per il tempo e spazio necessario al mantenimento, cioè il punto di congiunzione tra i due estremi (a noi entrambi ignoti difatti) in cui si definisce la sovrapposizione in-definita, ma internamente presente come per il gatto, definita (dato che esiste questa realtà) che equivale a dire:

Da un vuoto assoluto c'è una istantanietá che rimane tale e in-definita.

Ma come per la interconnessione nell'Entanglament, appena un fattore viene definito esso (l'entanglament) cessa istantaneamente, perciò quella che chiamiamo e definiamo, provata e comprovata, come realtà in movimento (definita da esso) non può essere più interconnessa o correlata, in coesistenza, se è presente una interazione, con ciò che si presenta infinito (vuoto assoluto).

La realtà, in ultima definizione perciò è :

L'ISTANTANIETÁ INTERNAMENTE DEFINITA, DI UNA SOVRAPPOSIZIONE INDEFINITA.


È più chiaro adesso?
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 16/11/2022, 16:50, modificato 16 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Quindi ripeto, come può essere, o pervenuta in essere, la vita, da ciò che non presenta però movimento per definizione stessa, quindi lo spirito o qualsiasi altra essenza di tipo infinito?

Perciò come può essere che tu (che presenti e sei movimento) riconduci la tua vera essenza a ciò che non presenta movimento e quindi vita?

Come puoi anche solo concepire realisticamente di associare il tuo "salto di qualità" il famoso sapere di sapere, la tua consapevolezza, a qualcosa privo di movimento?


Non sarà che la parola stessa "infinito" letteralmente "senza fine" gioca facile con la nostra psiche e va a colmare il vuoto e lo sgomento che ci lascia emotivamente impresso, al suo esatto opposto, sulla nostra , cosciente concezione futura in essere, la parola morte, o fine?

Riflettici.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Se rileggi attentamente il discorso fatto sopra, dove finalmente forse riesco a spiegarlo in maniera comprensibile, tutto torna logicamente. Ecco la tua risposta, adesso sta a te o a chiunque legge, poi accettarla o meno per ciò che è, semplicemente la realtà.
Giancarlo Rizzo
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

“Questo non lo dico io, semplicemente è la realtà che per come è strutturata in essere lo esclude categoricamente ciò che in essere non presenta interazioni (o moto in questo caso) non può semplicemente appartenervi. Quindi quella che consideri una intuizione (che comprendo e giustifico) è in tutto e per tutto una evasione dalla realtà.”

“Perciò quello che tu puoi certificare è solo che infinito o spirito, se associ questo a ciò che non è movimento, non lo puoi sicuramente applicare o ricondurre in una interazione possibile all'interno di una realtà che si presenta essere in movimento.”

“Per questo lo spirito non esiste, perché nella realtà esiste solo il finito, il movimento, non l'infinito.”

Giusto. L’infinito non può essere nella realtà finita. Ovvio. Semmai, come già detto, può essere il contrario, se visto da un punto esterno ( impossibile per la nostra logica).
Noi, dentro una bolla finita, non possiamo avere contatto con l’infinito che ci ingloba. Salvo averne una misteriosa intuizione.
Se la nostra realtà è movimento, può esserlo solo rispetto a qualcosa che non lo è; che è fermo.
Se la tua idea legata all’entanglement, fosse vicina alla verità, potresti sostituire il vuoto con il nulla. Nessuna logica lo vieterebbe. Ma a parte queste elucubrazioni, siamo d’accordo che possiamo solo fare ipotesi.
Dire che lo spirito è energia è una imprecisione che supplisce la definizione di “magia”. Non possiamo sapere cosa è lo spirito, se lo sapessimo non staremmo qui a discutere. Se sapessimo come viene prodotta l’energia che compone il nostro universo, la nostra realtà, non saremmo qui a divagare. Perché invece continuiamo a parlarne? Perché come ultimo prodotto dell’evoluzione mentale, oltre la coscienza, oltre la consapevolezza, il nostro corpo continua a chiedere Perché? Dimentica la buffonata dell’inganno dell’io; vai oltre. Vai oltre l’intelligenza artificiale, che secondo le teorie che sostieni, paragonandoci a quella, sarebbe in grado di sostituirci nella comprensione di se stessa. Esci dalla gabbia dentro la quale ti sei rinchiuso pensando di stare in pace con te stesso.
Tanti anni fa, quando credevi in dio lo facevi nel modo sbagliato e oggi pensi che le mie convinzioni (dubbi) siano dello stesso tipo della tua fede di allora. Se tu oggi tornassi indietro mettendo il dubbio sulla logica umana, non ti troveresti a quello stesso livello, ma molto oltre.
Non so come spiegarmi meglio di così (per ora), ma sono sicuro che prima o poi capirai.
Capirai che alle domande che fai non c’è risposta se la cerchi nella realtà.
È talmente ovvio che diventa incredibilmente inutile discuterne senza dare una spiegazione del tipo Junghiano ( paura della morte). Non avere paura della morte e togli questo problema dalla tua vita e dalla mia. C’è invece la sete di sapere che va al di là della propria vita, al di là della nostra singola dimensione… Ulisse anche se aveva paura di morire continuava a viaggiare, alla ricerca di nuove sfide. Come ti ho già detto una volta, non vedo l’ora di morire per saper come va a finire!
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Giancarlo continui a ragionare per sentimenti e su o sentimenti, perciò sulla realtà di essi che si rivelano e ti si rivelano tali, poi da te traslati al di fuori della realtà per cercare la conoscienza o porre le basi di questa dove essa non perviene, fuori dalla realtà.

Ho cambiato ed ampliato tutti i passaggi logici, tutta la comprensione logica pervenibile (dalle nostre coscienze e conoscienze attuali, Entanglament ecc) da questa nostra (mia) comprensione, ti ostini a negare e negare l'evidenza come a mio modo facevo io, è normale e giustificato da ogni fattore di causa possibile, ma è innegabile il senso logico di ciò che ho appena scritto (rileggi tutto dalle "equazioni" in poi), io non posso e non voglio cambiare la tua opinione, non stiamo facendo a gara su chi ha ragione soggettivamente, stiamo cercando di spiegare oggettivamente, o quanto meno comprendere e dare un senso comprensibile e reale, quindi logico alla realtà.

Se esci da questa, esci dalla comprensione, quindi dalla realtà. Se ci basiamo quindi o poniamo i ragionamenti (logici) al di fuori della realtà, essa diventa terra di nessuno, dove tutto può essere detto e contradetto senza cognizione o parvenza logica e quindi reale di nulla. Tutto vale e tutto diventa reale, anche ciò che non lo è.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 16/11/2022, 16:07, modificato 1 volta in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

"Giusto. L’infinito non può essere nella realtà finita. Ovvio. Semmai, come già detto, può essere il contrario, se visto da un punto esterno ( impossibile per la nostra logica).
Noi, dentro una bolla finita, non possiamo avere contatto con l’infinito che ci ingloba. Salvo averne una misteriosa intuizione."

Rileggi ciò che hai scritto, si contraddice, esattamente come ti ho detto adesso, terra di nessuno. Non puoi avere nessuna intuizione verso ciò che non presenta movimento, e quindi interazione, l'intuizione è uno stato mentale in movimento. Non puoi avere perciò intuizione misteriosa o rivelata, di nulla se essa (l'oggetto, l'essenza su cui hai intuizione) non si presenta in movimento. Puoi solo intuire ciò che a tuo modo comprendi e quindi, in caso sovrapporlo poi terminologicamente a ciò che non comprendi, quindi la tua, se non è una intuizione basata sulla realtà, è intuizione automaticamente basata sull' illusione percettiva di una diversa realtà.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 16/11/2022, 16:12, modificato 1 volta in totale.
Giancarlo Rizzo
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

Non fare l'avvocato cavilloso. Io ho una fantasia che travalica la realtà in movimento per sconfinare nel nulla infinito. Pensa che potrei anche immaginare che dio esiste. L'intuizione a cui alludo potrei chiamarla ispirazione, infusione... trovami tu la parola che esprima il concetto che hai ben capito. Grazie.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Non puoi intuire, non puoi immaginare, non puoi sconfinare, non puoi travalicare, nel nulla infinito. Il nulla è fermo, tu definisci azioni mentali, perciò psicofisiche in movimento.


Ciò che definisci perciò buffonata (l'inganno dell'io, e ti ringrazio per la dicitura, dove chiaramente non potendo negare ciò che esplica, si può solo cercare inutilmente di sminuire, decretandone quindi solo la veridicità) ti accompagna in realtà passo passo verso questa tua intuizione misteriosa.
Gabriele Pecci
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Mauro che fine hai fatto? Bisognamo di un arbitro esterno che almeno ci separi o divida ogni tanto, altrimenti qui ce le suoniamo e ce le cantiamo senza esclusione... a oltranza.
Mauro Conti
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Mauro Conti »

nessuna fine fortunatamente Gabriele, sono qui.
Qui a leggere le vostre considerazioni-opinioni-pensieri-obiezioni
è veramente incredibile come una persona abbia una concezione completamente diversa della vita/esistenza rispetto ad un'altra.
Eppure siamo tutti umani - maschi - adulti (voi, io un po' meno) - viviamo tutti in Italia...non dovremmo avere una concezione dell'esistenza umana almeno un po' aderente? Questa cosa mi ha sorpreso.
Potrei capire che un ottantenne Centrofricano abbia una concezione della vita diversa da un Inuit di trent'anni.
E poi ho capito che a voi due piace punzecchiarvi e far pre-valere la vostra idea sull'altro eheheh.
Io, nel frattempo "mi affretto a ridere di tutto per la paura di essere costretto a piangerne..." (P.A.C de Beaumarchais) :-)
Giancarlo Rizzo
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

Mauro, hai capito male. Come quando due discutono di qualsiasi cosa partendo da presupposti assolutamente inconciliabili, la vittoria non verrà mai assegnata. Allora la discussione diventa gioco, e semmai serve a migliorare le argomentazioni e a concretizzare le idee. Gabriele come me vive nella realtà che entrambi condividiamo, con le stesse logiche. Io ipotizzo cose che non sono assoggettabili alle leggi della nostra realtà. I miei dubbi sull'esistenza di realtà extra si basano sulla necessità di rispondere a esigenze interiori che Gabriele liquida definendole illusioni auto costruite dal sistema neuronale. Punto.
Non servono centomila parole per spiegare quello che è ovvio: se con la logica cerchi qualsiasi traccia dello spirito al di fuori della tua illusione, non la troverai, e Gabriele trionfa. Se invece ti guardi intorno e ti rendi conto che miliardi di persone sentono la necessità di inventare un realtà extra, magari cadendo nella pazzia, o nell'arte, nella poesia, nella fantasia o nella assurdità delle religioni con tutto quello che ne consegue, allora ti senti incoraggiato a continuare a porti domande.
Dentro di te non trovi le risposte perché sono soggettive. Fuori di te trovi che oltre la realtà non c'è nulla.
eppure miliardi di persone sono vittime di una illusione collettiva insita nella natura umana.
Se pensi di evadere sei fregato, meglio rassegnarsi e cercare di ridere per non piangere...
Mauro Conti
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Mauro Conti »

IL fatto è carissimo Giancarlo che queste domande non sono io che vado a cercarle
ne farei veramente a meno
ma...."me le trovo in testa", non so come spiegarti.
Se fosse per me non mi porrei un bel nulla
guarda come vive bene chi non si fa mai domande....
non so se sia giusto o sbagliato, ma lo invidio.
Giancarlo Rizzo
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Re: Pensieri a passeggio

Messaggio da leggere da Giancarlo Rizzo »

Non c'è nulla da spiegare, sei chiarissimo e io ti confermo che per me è la stessa cosa; e con noi miliardi di uomini...
Siamo tutti illusi nel cercare l'impossibile?
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