Il verme solitario non è più da solo

Ciao Eleonora, ho scelto di commentare questo tuo racconto perché incuriosita dal titolo. Quando l'ho letto per la prima volta, ieri, mi è sembrato che il finale fosse messo "al posto sbagliato", ora che ho dato una seconda lettura mi sto ricredendo.
Partiamo da come l'ho letto io; viene descritta una condizione mentale mescolando l'ironia a tratti più poetici e descrittivi
In apertura si "vede" quest'uomo che vaga per il bosco, un luogo dove può godersi i sensi, quesi sensi che da tempo lo ingannano e gli rendono la vita difficile. È l'unico luogo dove riesce forse a essere davvero se stesso, quel se non ricoperto da manie e ossessioni. Qui incontra lei. Ma lei chi? Una donna reale? Uno spirito magico? La natura stessa? Non si sa, però è lei che riesce ad accoglierlo per quello che è e farlo stare bene.
Tornando al finale, mi sembrava spezzasse l'incanto e la narrazione, ma deve essere così, perché come è in realtà, spesso i pensieri, non controllati, riportano indietro, bloccano e ingannano. E non si sa quanto a lungo lo si potrà sopportare.

Un breve testo intenso, forse la parte sui genitori può essere leggermente ampliata, valuta tu. A livello formale non ho niente da segnalare.