O sarete asportati

Un flash surreale di uno scenario futuristico di lavori forzati.
I lavoratori di questo cantiere dell'orrore sono peggio di schiavi. O muori o ti becchi la paga. Cosa non si farebbe per il soldo. Ma la domanda è: ma nel cantiere che si faceva? Oltre che un crudele gioco senza frontiere?

Descrizione accurata di qualcosa molto simile all’inferno. Queste istruzioni così chiare, così lucidamente indifferenti verso chi le ascolta sono scandite con naturalezza inquietante. Un cantiere del futuro così simile a quelli di un certo passato. Un cantiere di nome, perché nessuno capisce quale sia il lavoro, anche se pare che quel lavoro renda liberi. Istruzioni gridate una volta sola e chi non capisce il linguaggio è perduto. Nomi che si trasformano in numeri e codici, una volta tatuati sul braccio, e ora stampati in fronte. Una corsa assurda, spinti a denunciare i compagni, a trasformarsi in esseri inferiori tutti uguali, pur di dimostrare di essere degni di essere salvati dall’asportazione. Una volta con collari e catene, poi con filo spinato e stoffe rigate, ora in bilico su travi, gli schiavi avanzano in lunghe fila.