Una giornata infernale
Moderatore: Il Guru
Una giornata infernale
Re: Una giornata infernale
Un mio scrupolo, probabilmente superfluo, ma in vista di una possibile pubblicazione futura sull'e-book.
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A modo suo, bello: descrive una società fondata su droghe e ricostituenti di ogni tipo, dove una comune impiegata tira avanti passando da una sostanza all'altra, mentre tutti intorno a lei fanno la stessa cosa, a tratti morendo, non pensando sempre.
La giornata della protagonista è certamente infernale, ma quel mondo è talmente allucinato da farla sembrare persino normale. L'Ombra che ha partorito questo racconto ha del talento: nonostante descriva persone che tutti eviteremmo come la peste, ce le fa sembrare di una quotidianità straordinaria, grazie al comportamento e ai pensieri della protagonista, che non si scompone di fronte a nulla, si tratti della morte di una conoscente, dell'incontro col potenziale assassino o del fatto di essere sul punto di passare a miglior vita.
Ci sono alcuni errori, qualche ripetizione di troppo (quel "poi" affolla più di una frase) e almeno una forma desueta, però il racconto, sebbene non sembri stimolante, si fa leggere senza stancare e, se fosse il mio genere (ma non lo è) e non contenesse errori (ma ne ha), potrebbe prendere il massimo dei voti.
Per l'Ombra che lo ha scritto, segnalo queste cose:
Errori:
un pterodattilo(uno pterodattilo)
Apre lo scaffale bagno e cerca il bagnoschiuma al benzodiazepine, (intanto, alle benzodiazepine o alla benzodiazepina. Poi cos'è lo "scaffale bagno"? Era: "Apre l'anta dello scaffale in bagno"?)
Si è attivata la richiesta di aiuto alla squadra sanitaria "Risuscita"
(non sarebbe sbagliato, ma la stessa squadra viene chiamata "Resuscita" poco dopo. Già che suona meglio, cambierei il primo, per chiamarla sempre solo "Resuscita")
Mette su po’ di musica e (manca "un" prima di "po' di musica")
frase da migliorare:
Margie, con la testa che si sta per scaraventare sul bancone,
(propongo: Margie, con la testa che sembra precipitare sul bancone,)
Forma desueta:
Passa un pullman sulla cui fiancata vi è un cartello pubblicitario
(Passa un pullman sulla cui fiancata c'è un cartello pubblicitario)
Non dico nulla della punteggiatura in generale, che più o meno ci può stare, ma due cose sì:
1) Qui una virgola ci vuole per forza, visto che ce n'è una di chiusura dopo la parola "consentita", ma manca quella di apertura, da mettere dopo la "e":
Appena sali, ti fanno un test del sangue e [virgola] se superi la soglia massima di eroina consentita, vieni segnalato alle autorità sanitarie.
2) Qui invece la virgola andrebbe sostituita con tre puntini di sospensione, oppure da un punto fermo
La donna sorride: “Sia benedetto chi ha inventato i numeri civici grandi due metri per uno. Ora sbaglio la porta solo una volta su dieci,[<-...] facciamo una su cinque”.
Ripetizioni da evitare:
(e) poi (troppo ricorrente)
nulla che possa *sistemarti*. ─ e mentre cerca di *sistemare* la *sedia* sotto il *sedere*
VOTO: 4
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Direi che l'intento è in parte riuscito. La descrizione di una società a tal punto distopica da lasciare solo spazio al consumo orgiastico di sostanze chimiche induce me lettore a riflettere su quanto sta accadendo, meno sulle conseguenze. Meno perché da questo punto di vista il racconto sfiora il grottesco. La società distopica oggetto della satira è grottesca al punto da far perdere mordente alla satira stessa. Su questo particolare l'autore dovrebbe riflettere.
D'altro canto il pensiero dell'autore su come si sia ridotta la nostra società fa capolino più volte, mediato dai pensieri della protagonista, e indica una strada (le idee dell'autore), come qui: ”Che bell’età. Sempre alla ricerca di nuove droghe con la sola voglia di fare esperienza. Noi adulti prendiamo: una pillola per svegliarci, una per metterci in moto, una per lavorare e una per diventare più socievoli. E alla sera, una serie di pasticche per rendere il sesso più interessante”.
La considerazione tradisce anche un certo moralismo, ma tant'è.
Il racconto si affaccia appena anche su di un rapporto madre figlia al contrario e poi chiude, a mio avviso frettolosamente, con un bel sogno e tanti bei, neanche troppo distopici, propositi di maternità.
Il finale, come dicevo su, è forse un po' tagliato, ma la peggior pecca del racconto è l'infodump. L'intera narrazione è infarcita di informazioni non richieste.
Ad esempio: la macchina distribuisce l’Exit (l’ultima opera della DrugArs). O ancora, appena un po' più giù: Ho preso del Pisot, anfetamina liquida, ora sono nello spazio.
Che sia un'anfetamina liquida od un'opera di una fantomatica DrugArs, a me che leggo importa poco.
O qui ancora: "Si sta iniettando un liquido di color azzurro, sicuramente è un antidepressivo. La donna sembra un cadavere in rigor mortis.
Margie, in un totale stato di insensibilità emotiva, ritiene che Rosa debba ringraziare il Ministro della Sanità per aver autorizzato l’uso dell’insert sottocutaneo (un tubicino a pressione direttamente collegato con la vena).
Che sia un antidepressivo quel liquido azzurro o sapere cos'è una pressiringa o un insert sottocutaneo a me lettore non importa.
Il racconto è letteralmente infarcito da simili precisazioni, che a lungo andare annoiano. Perché si sa che sono inventate. Il punto non è essere precisi con le tue invenzioni, il punto è adoperare la satira per criticare certe derive della società attuale. E tra un'assunzione di cocaina e una di anfetamina a volte pare che l'autore se ne dimentichi e si faccia prendere la mano.
Da asciugare, rendere meno grottesco e meno particolareggiato per lasciare la satira mordere e far il suo lavoro.
Per il resto la forma è ottima, denota di certo una buona penna.
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Re: Una giornata infernale
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L’idea è interessante, sembra essere presente una critica alla società odierna e alla sua smodata ricerca della velocità e dell’efficienza, insostenibile senza degli “aiutini” che, però, ottengono il risultato opposto.
Il racconto è descrittivo e confusionario, l’effetto magari è voluto, potrebbe essere che l’ombra voglia rispecchiare lo stato della protagonista.
La prosa presenta varie ripetizioni e troppe spiegazioni.
Secondo me l’autore o l’autrice dovrebbe espandere il racconto e andare più in profondità con i personaggi.
Magari arrivare anche a un romanzo vero e proprio, per capire le motivazioni dietro questa società e alle azioni del governo.
Magari c'è un disegno, magari Margie può diventare una sorta di eroina e non solo una vittima di questa società.
Forse per gusto personale ma il racconto non riesce a colpire nel segno, tuttavia è indubbio che sia un testo di valore.
VOTO: 3
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Voto: 4
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Nel complesso comunque non posso scendere sotto un
VOTO: 4
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VOTO: 4
Kriminal.e
Kriminal.e è una raccolta di testi gialli "evoluti", che contengono cioè elementi tecnologici legati all'elettronica moderna.
Copertina di Diego Capani.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Nunzio Campanelli, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Emanuele Finardi, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Francesca Paolucci, Umberto Pasqui, Antonella Pighin, Alessandro Renna, Enrico Teodorani.
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
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77, le gambe delle donne
ovvero: donne in gamba!
Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, Alessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, Nunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, Alessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, Stella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, Roberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, Anna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, Isabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, Libero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, Marino Maiorino, Angelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), Roberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, Marina Paolucci, Roberto Paradiso, Umberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, Daniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, Pietro Rainero, Gianluigi Redaelli, Maria Rejtano, Stefania Resanfi, Franca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, Salvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, Liliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.
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La Gara 22 - Un'estate al mare.
A cura di Licetti.
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La Gara 2 - 7 modi originali di togliere/togliersi la vita
A cura di DaFank.
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La Gara 55 - La capsula del Tempo
A cura di Skyla74.
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