Brimstone

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Selene Barblan
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Brimstone

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Brimstone
Film del 2016, di Martin Koolhoven (regista olandese) che vede come attori principali Dakota Fanning, Guy Pearce, Kit Harington, Carice van Houten.

Far West, fine del diciannovesimo secolo: Liz, giovane e avvenente donna, è l’ostetricia del villaggio. Sua figlia la accompagna e assiste quando viene chiamata a prestare aiuto alle partorienti; la presenza della bambina è necessaria a comunicare con le madri in quanto Liz non può parlare.
Nel corso di uno di questi interventi la determinata protagonista deve prendere una decisione difficile; scelta che inciderà sul suo ruolo all’interno della comunità. La giovane è già alle prese con queste difficoltà e con il difficile rapporto col figlio del marito, quando entra in scena il nuovo reverendo. Personaggio tetro, duro, metallico, che in lei suscita un’immediato terrore. Paure apparentemente inspiegabili e che non vengono spiegate, perché lei, come impietrita, non riesce ad esprimersi col marito, che la vorrebbe sostenere, ma che non la comprende. Impossibilitata doppiamente a comunicare, dunque.

Questo è il’”incipit” di un film che ho molto apprezzato, per gli aspetti scenografici (ripensando al film lo rivedo in “bianco e nero” da come sono definiti i contrasti), ma soprattutto per la sceneggiatura. Ho ricevuto risposta a tutte le innumerevoli domande che mi sono posta, ma ho dovuto pazientare perché i “misteri” in questo film vengono svelati poco alla volta, mantenendo alta la tensione per tutti i quattro capitoli in cui è stato suddiviso. La recitazione è inoltre, secondo me, molto buona; ho scoperto un’attrice, Dakota Fanning, molto capace.

È un film duro, violento, a tratti agghiacciante. Penso sia poco adatto a chi è particolarmente sensibile ai temi religiosi.
Roberto Ballardini
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Messaggio da leggere da Roberto Ballardini »

E' sorprendente come il genere western non sia mai stato realmente abbandonato dal cinema d'oltreoceano, e anche come le ultime pellicole che ho visto e che vedrò (visto che ho già trovato questo film da te segnalato, del quale non sapevo), abbiano spostato il tiro dalle pistolettate maschili a un intimismo più femmnile, ma ugualmente duro, ugualmente forte nei contenuti, ugualmente di frontiera. Il tuo articolo mi ha fatto pensare subito a The homesman del 2014, di e con Tommy Lee Jones e Hillary Swank, un film difficile da digerire e da inquadrare, ma comunque spietato e cupo, lontano anni luce dal sentimentalismo di facciata odierno, lontano come può esserlo ad esempio un Cormack McCharty che guarda caso ha rivisitato dal punto di vista letterario e in modo eccelso proprio il genere western.
Credo che i punti di riferimento di questo genere che lo rendono ancora appetibile siano però sempre gli stessi, ovvero un mondo ancora immerso nella natura, all'alba di un'epoca ricca di promesse nell'immaginazione, ma ancora spietata nelle meccaniche umane di sopravvivenza.
Nel fine settimana mi guardo il film e poi ritorno qui per dare la mia impressione. Grazie nel frattempo per la segnalazione. Mi sono sbirciato l'incipit e mi è già sembrato bellissimo.
Roberto Ballardini
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Re: Brimstone

Messaggio da leggere da Roberto Ballardini »

Il film mi ha disorientato, nel senso che comincia lasciando intendere di voler affrontare temi molto forti (l'aborto, la violenza sulle donne) ma poi prende direzioni diverse senza focalizzarne nessuno, ma puntando piuttosto a creare un film di forte impatto visivo.
Lo fa anche attraverso l'uso di alcuni oggetti di scena molto particolari come la pistola ammazza-maiali, e altri costruiti su misura come la maschera di ferro che richiama alla mente le cinture di castità medioevali (nel film, al reverendo fa certo più paura la libertà di espressione di una donna, piuttosto che cadere in una tentazione dentro cui sta già sprofondato fino ai cappello). Oggetti che però non sembrano avere una loro finalità vera e propria a livello di contenuto, quanto piuttosto l'obbiettivo di stupire, di inorridire, insomma di catturare l'attenzione.
Ho anche pensato che sceneggiatore o regista non fossero nuovi al teatro, ma non ho indagato.
Stesso discorso vale per alcune scene, qualcuna persino improbabile, e anche per qualche personaggio. Non ho capito ad esempio la funzione di almeno uno dei due cowboy feriti, ma ho dubbi anche sul secondo.
Arrivato poi alla fine del quarto capitolo e ripensando al tutto, ho avuto in parte l'impressione di aver visto un film horror, certamente più impegnato ma analogo nella logica con cui a mio avviso è stato concepito.
Detto questo, ho trovato anche elementi narrativi non scontati, e una scenografia e fotografia stupende. Pregi e difetti, come dicevo. Molto intrigante anche la struttura a capitoli e la discontinuità temporale. E un ottima Dakota Flanning, concordo.
Selene Barblan
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Re: Brimstone

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Concordo in buona misura con quanto dici, ha colpito anche me l’aspetto visivo e ho apprezzato in particolare la suddivisione in capitoli non consecutivi...
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