Ricordo di un'estate lontana
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Ricordo di un'estate lontana
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Godibile questo racconto, tra sensazioni note (e ben evocate - mai termine più azzeccato) e incubo che arriva - ma frammisto anche a un po' di pace, nonostante la solitudine forzata del protagonista. Almeno 4, per me.
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mi è piaciuto, forse anche per questo.
un fantasma diurno? può darsi.
in ogni caso si legge con piacere dall'inizio alla fine.
buone le descrizioni visive, un po' meno quelle a livello emozionale.
lavoro positivo.
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Re: Ricordo di un'estate lontana
- Massimo Baglione
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Re: Ricordo di un'estate lontana
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
- Marino Maiorino
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Perché il protagonista è solo? Perché nessuno gli si avvicina? Solo per paura di un volto sfigurato? E decide di suicidarsi?
Incidenti, tragedie che sfigurano o mutilano, ne accadono, ma il vero dramma non è nell'incidente, è in ciò che ne segue: il dileggio, l'incomprensione, l'allontanamento, la cattiveria del prossimo contro chia ha già subito una sventura. Qui trovo solo il cartello che avvisa della pericolosità del luogo e solitudine. Per me, ad esempio, non è una condizione sgradevole di per sé.
Un'ultima nota: "Attraverso la finestrella del trabocco" mi fa pensare che il vecchio osservi il tramonto dall'interno del trabocco, ma "Una folata d’aria gelida fende il viso dell’uomo.
Chiude gli occhi, allarga le braccia e in un istante svanisce via leggero come il ricordo di un’estate lontana." mi fa pensare che sia all'esterno. Non è necessario chiarire quando sia uscito, ma un suggerimento non starebbe male.
E "quello sì che fa male", il "sì" vuole l'accento.
Racconti alla Luce della Luna
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commento : Ricordo di un'estate lontana
“quello si che fa male.” – sì –
Ci sono un po’ troppi “che” ravvicinati. In alcuni casi sono eliminabili, a mio parere.
Credo di aver riletto il “corto “ almeno una decina di volte e tuttavia confesso di avere una certa difficoltà nel commentarlo. Se dovessi prendere delle clamorose “cantonate” mi scuso in anticipo.
Questa frase:
“Il cartello piantato alle sue spalle che avverte del pericolo e intima ai visitatori di non avvicinarsi, quello si che fa male.”
A me suonerebbe meglio al passato. (io lo considero un ricordo che il fantasma dell’uomo sul ponte rivive.
- Il cartello piantato alle sue spalle avvertiva del pericolo e intimava ai visitatori di non avvicinarsi, quel ricordo sì che fa male.
“quando il trabocco era vivo e i pescatori del posto vi trascorrevano intere giornate a sbrogliare matasse di reti e sistemare il pescato del giorno”
Non sapevo che i trabocchi servivano ai pescatori come posto per sbrogliare matasse di reti, ma evidentemente mi sbaglio.
Se tutto il racconto è di fatto la descrizione del fantasma dell’antico gestore del trabocco, come si intuisce alla fine, non mi spiego la seguente frase:
“Il legno umido della struttura scricchiola sotto i passi dell’uomo.”
Capisco che all’inizio del racconto si voglia stare sul vago, ma la frase per me è fuorviante, un fantasma non fa scricchiolare la struttura.
Anche la “la drammatica storia che ancora permea le vecchie assi dell’edificio.” che ha causato nell’uomo “vistose cicatrici” e “profonda spaccatura attraversa tutto il cranio” dovrebbe almeno essere non dico descritta, ma almeno lasciata intravvedere.
“il cartello piantato alle sue spalle che avverte del pericolo e intima ai visitatori di non avvicinarsi,” lascia ipotizzare una caduta in mare, ma come si spiega la spaccatura…? Per quello che so, i trabocchi sono piazzati in punti dove il mare è abbastanza profondo o lungo coste scoscese, ma sabbiose. Cosa ci poteva essere di tanto pericoloso su un trabocco, non protetto da opportune barriere, da intimare ai visitatori di non avvicinarsi?
Sono perplesso. Questa è la verità.
Ci sarebbe dell’altro, ma errare è umano, perseverare è diabolico.
Voto 3 – per lo stile e la sostanziale validità della scrittura.
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Al contrario di Alberto non sono perplesso.
Racconto discreto, a rileggerti.
Intellinfinito
Questo libro è il seguito di "Un passo indietro". Come il primo, è autoconclusivo.
"Esistevano davvero, gli dèi. Ma non erano dèi. Non lo erano stati per un'oscura volontà divina, ma lo erano semplicemente diventati mediante un'accanita volontà terrena di sopravvivenza".
L'Evoluzione umana (e non) come non l'avete mai immaginata.
Un romanzo postumano e transumano che vi mostrerà un futuro che forse non tarderà a divenire.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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Il Bestiario del terzo millennio
raccolta di creature inventate
Direttamente dal medioevo contemporaneo, una raccolta di creature inventate, descritte e narrate da venti autori. Una bestia originale e inedita per ogni lettera dell'alfabeto, per un bestiario del terzo millennio. In questa antologia si scoprono cose bizzarre, cose del tutto nuove che meritano un'attenta e seria lettura.
Ideato e curato da Umberto Pasqui.
illustrazioni di Marco Casadei.
Contiene opere di: Bruno Elpis, Edoardo Greppi, Lucia Manna, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Roberto Paradiso, Luisa Gasbarri, Sandra Ludovici, Yara Źagar, Lodovico Ferrari, Ser Stefano, Nunzio Campanelli, Desirìe Ferrarese, Maria Lipartiti, Francesco Paolo Catanzaro, Federica Ribis, Antonella Pighin, Carlotta Invrea, Patrizia Benetti, Cristina Cornelio, Sonia Piras, Umberto Pasqui.
La Gara 29 - Storie parallele
A cura di Ser Stefano.
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La Gara 39 - Le nostre scelte generano molti mondi
A cura di Nunzio Campanelli.
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La Gara 34 - Heroes - un giorno da eroi
A cura di Valeria Barbera e Daniela Piccoli.
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