Sei tu poeta?

Spazio dedicato al GrandPrix stagionale di primavera 2022.

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Sondaggio concluso il 20/06/2022, 1:00

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Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Anche Apa777, parlo a tutti, poeti, scultori, pittori, musicisti, compositori... Tutti coloro che possono esprimere loro stessi, ma solo entro il limite che essi come tutti noi hanno. La mia non era un'esortazione, ma una provocazione/sfida a cui però nessuno può permettersi di rispondere né tantomeno accettare tale in essere. Grazie del passaggio.
Laura Gallerani
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Messaggio da leggere da Laura Gallerani »

Mi sembra di capire che anche i poeti, pur con le loro maggiori capacità di interpretare i sentimenti e le sensazioni, hanno difficoltà nell'esprimersi fino in fondo su quella che è l'esperienza umana nel mondo. La comunicabilità ha un limite, quindi. Siamo soli sul pianeta. Intravedo anche una leggera critica all'esser poeti, della poesia come inutilità...non so. Comunque stimolante e originale.
Ultima modifica di Laura Gallerani il 12/05/2022, 16:21, modificato 1 volta in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Laura Gallerani ha scritto: 07/05/2022, 11:41 Mi sembra di capire che anche i poeti, pur con le loro maggiori capacità di interpretare i sentimenti e le sensazioni, hanno difficoltà nell'esprimersi fino in fondo su quella che è l'esperienza umana nel mondo. La comunicabilità ha un limite, quindi. Siamo soli sul pianeta. Intravedo anche una leggera critica all'esser poeti, della poesia come inutilità...non so. Comunque stimolante e originale.
ciao Laura , non è una critica alla poesia e nemmeno ai poeti in quanto tali, non reputo la poesia inutile anzi, sono il primo ad adoperarla. Sull'esperienza umana nel mondo, siamo i maestri, anche perché siamo gli unici a saperla descrivere, usando o associando al nostro sentire, le stesse nostre parole che quindi non ci appartengono più singolarmente, non sono nostre personali, ma dell'umanità intera. Bene se adesso qui qualcuno mi desse la reale descrizione di Dio o della sua anima (che io non credo ci appartenga minimamente, ma se vuoi più spiegazioni riguardo il mio sentire su questo ti rimando a questo mio saggio https://www.braviautori.it/dio-uomo-sci ... ivoco.html) allora si, quelle sarebbero nuove parole, parole che apparterebbero di diritto a chi potrebbe fare questo. Quindi visto che l'uomo non può fare questo, non potendo minimamente comprendere ne Dio ne l'eventuale anima in noi riposta da esso, dovrebbe accettare maggiormente il suo ruolo all'interno del creato stesso, cioè comprendere se stesso e lo stesso creato fin dove può farlo, cioè entro il suo stesso limite umano, senza volere andare o dovere cercare oltre lo stesso, semplicemente perché non gli è concesso farlo. Quindi la mia poesia era solo un monito un promemoria di non pensarci o crederci di poterci spingere o aver diritto a spingerci oltre il nostro stesso ruolo all'interno di tutto questo.

Laura quando rispondi o commenti per la prima volta una poesia (per validare poi l'eventuale tuo voto alla stessa, quindi partecipare al granprix) devi mettere al posto di "RE:" Commento, altrimenti non rendi valido il voto, né puoi partecipare alla gara col tuo componimento (molto bello).
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Liliana Tuozzo
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Messaggio da leggere da Liliana Tuozzo »

Caro Gabriele la poesia è difficile da definire e così anche il poeta. Secondo il mio punto di vista la poesia è lo sgorgare fluido di sentimenti, sensazioni che esprimono una parte di noi stessi, la parte lirica di noi quella che ama il bello nella sua forma pura. Il poeta non è un filosofo, ma un uomo in cerca di se stesso a venti trenta o cent'anni, avrà sempre qualcosa di impalbpabile da inseguire ed è la poesia che racchiude dentro. Si può usare la metrica, mettere una veste classica , ma la poesia deve colpire subito come un bel quadro, una bella foto.
Dici che sei alle prime armi in questo campo,io ho trovato belli i tuoi versi, con i suoi dubbi e i suoi perchè. :smt006
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Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Grazie per il passaggio Liliana e anche a te Bravoautore.

Non entrerò più nello specifico per spiegare il mio testo, chi vuole troverà ben più di una mia spiegazione allo stesso, scorrendo tra i commenti.

Voglio invece far notare come il 99.9 per cento dei commenti in risposta data da parte di tutti o quasi siano stati fatti (a favore della stessa o meno che sia) per dare un senso o una motivazione (diversa poi nel sentire personale di ognuno) su cosa significhi per lei/lui la poesia (in senso generale intendo) stessa o essere poeti in quanto tale, cosa che io non ho mai sminuito, né negato se leggete bene sia il testo che le spiegazioni riferite a questo, rispetto al modo che viene da noi percepito tale, me compreso. La mia non è ne una invettiva contro la poesia né contro il poeta in quanto tale che applica la stessa come mezzo di risposta ed espressione al suo sentire. La mia è solo una presa di coscienza personale e che tenevo a condividere anche con voi, di quello cioè che in realtà oggettivamente e soggettivamente possiamo o non possiamo descrivere, di quello per dire che noi chiamiamo anima, ma di cui non abbiamo nessuna possibile descrizione oggettiva di essa, al di là di quello che di volta in volta applichiamo di noi in essa, di quello che noi chiamiamo Dio, ma di cui poi non abbiamo nessuna reale coscienza o conoscenza di esso. Nessuno può fare questo con reale onestà verso se stesso, cioè descrivere o raffigurare, scolpire ecc., realmente, in piena sincerità sia emotiva che intellettuale qualcosa che non potrà mai comprendere, quindi qualcosa di indescrivibile ed incomprensibile, dato e rimasto nei fatti tale, dal nostro stesso limite e comprendere umano (nonostante un sentimento di fede più o meno reale percepito in noi, me compreso). Nessuno quindi o quasi che si sia fermato un attimo a riflettere veramente sulle mie parole, ma solo o in larghissima parte a difendere/definire la poesia in quanto tale, come sacro mezzo di espressione, a cui tutto o quasi si inchina, ma purtroppo non è così. Non tutto è percepibile attraverso il nostro sentire, non tutto è descrivibile attraverso il nostro essere. Quindi ogni qualvolta noi liberamente e in pieno diritto (ci mancherebbe) associamo al nostro parlare, sentire o descrivere la parola anima, in realtà non parliamo dell'anima stessa associata ad esso, ma solo e soltanto del nostro sentire, riflesso solo su se stesso, cioè solo espressione di noi stessi, su noi stessi, ma non dell'anima in/su di noi. Vorrei solo che prendeste se non coscienza di questo, almeno un pensiero o spunto riflessivo su questo (per me) dato di fatto.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 10/05/2022, 17:37, modificato 6 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Quindi per quanto sia triste ammetterlo a me stesso in primis, qualsiasi nostra descrizione ogni qual volta noi associamo il termine anima ad un nostro concetto o sentire che ci riguarda, stiamo descrivendo e sentendo solo il nostro stesso sentire in realtà e non l'anima o il concetto stesso dell'anima a se stante e poi applicata ad esso, ma solo una rappresentazione una proforma di questo nostro stesso sentire che per convenzione o convenienza chiamiamo o vogliamo chiamare quindi anima.

Se così non fosse invito i presenti a descrivermi l'anima o Dio se preferite, per quello che essa/esso stessa/o è, e non per quello che noi invece associamo ad essa/o di volta in volta nel/del nostro sentire, cioè per quello che è di fatto, all'infuori del nostro stesso comprendere quindi, e non per quello che rappresenta per noi, in noi.

Capite adesso il senso del mio testo?
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 10/05/2022, 17:40, modificato 3 volte in totale.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Aggiungo, il discorso avrebbe un suo senso compiuto solo se Dio fosse creazione della nostra mente, ma non se Dio stesso avesse invece volontà propria, volontà che quindi non ci appartiene, ma di cui siamo solo emanazione creativa come tutto l'universo stesso, e se non ci appartiene Dio, neanche l'anima che crediamo lasciataci o riposta in noi, in dono/dote da esso, ci può appartenere, infatti non la comprendiamo, come non comprendiamo la sua stessa volontà dietro tutto questo, però comprendiamo invece molto bene l'amore, l'odio, l'egoismo ecc., tutte emozioni/stati interiori che invece ci appartengono, risiedono in noi e che quindi possiamo a nostro modo applicare al nostro sentire e quindi anche descrivere per quello che essi stessi sono o ci rappresentano di volta in volta, sia oggettivamente (odio razziale, amore fraterno, senso di colpa, egoismo, vanità ecc.) che soggettivamente (descrizione personale degli stessi per come poi li si vive singolarmente applicati al proprio sentire). Ecco dell'anima noi non ne conosciamo o percepiamo l'oggettività e quindi il senso stesso in essa racchiuso, ma solo quindi il proprio sentire personale applicato su quella che consideriamo essa in essere, ma non su o in relazione al senso oggettivo di questa che non comprendiamo né possiamo comprendere. Quindi quando ci riferiamo a un sentire collegato ad essa, parliamo in realtà solo del nostro sentire stesso, non dell'anima in quanto tale. Quindi i sentimenti sono si astratti, ma oltremodo presenti in noi, li percepiamo come detto e li comprendiamo anche oggettivamente, ma se Dio è un Dio vivente, presente quindi a suo modo, qualsiasi esso sia, anche (per me invece è solo) all'infuori di noi, se avesse quindi volontà propria da cui tutto poi è scaturito, noi compresi, noi potremmo solo come difatti succede, averne sentore, solo intuizione della sua esistenza, ma non per questo comprensione o possibile descrizione da parte del nostro sentire in essere. Poi chiaramente ognuno può fare o dire quello che più sente vero verso e su se stesso, se si pensa o si crede di avere un'anima, non sarò certo io a negargli questo suo stesso diritto di sentire o percepire quello che crede più giusto e vero per e verso se stesso. Capisco anche che probabilmente poi non frega niente a nessuno di questo super pippone filosofico in una gara di poesie, o che la comprensione dell'essere filosoficamente parlando, non deve essere poi riportata per forza anche sulla poesia, quindi chiudo qui e adesso il discorso, quello che avevo da dire l'ho detto, quello che volevo condividere, l'ho condiviso che era anche l'intento principale di questa poesia, oltre alla banale provocazione ivi riposta, prendere cioè coscienza di ciò che siamo e quindi di ciò che possiamo o meno, in reale e sincero "diritto", descrivere o cercare di descrivere in poesia (tutto il comprensibile riferito a e su noi stessi), come invece e al contempo, quelli che sono i limiti dati e imposti, ad essere o voler essere onesti con se stessi (quello che è al di là di ogni minima comprensione) in questo nostro essere e sentire.


Ad ogni futura domanda a riguardo della poesia rimanderò direttamente a questi ultimi miei interventi che credo esplicativi della stessa e del pensiero dietro ad essa. Grazie a tutti per la pazienza e per il tempo.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Ciao, il senso della tua poesia è certamente apprezzabile, anche se non è stato per me di immediata comprensione, ho dovuto rileggerla per capirla meglio e farmi aiutare dai commenti. Comunque si legge volentieri, scivola via con leggerezza grazie alle parole usate: dirette, brevi ed efficaci nell'analisi del tuo dire.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Si, il senso in questo caso era appositamente nascosto dietro parole semplici e dirette, bisogna rileggerla più volte per cogliere appieno il significato che volevo esprimesse , poi chiaramente i commenti lo esplicano e spiegano al meglio, ma il senso è lo stesso poi riassunto nella poesia. Grazie per l'apprezzamento e del passaggio Laura.
Davide Baldini
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Messaggio da leggere da Davide Baldini »

Ogni volta che scrivo, mi pongo la domanda del titolo, a volte la risposta è affermativa, a volte negativa, ma continuo a scrivere prendendo in prestito le parole cercando di esprimere qualcosa che è molto improbabile da descrivere. Io leggo questa poesia sentendola molto e non importa se è provocazione o altro, per me ha centrato l'obiettivo di emozionarmi, toccarmi, tutto il resto son solo parole.
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Grazie Davide questo è il giusto modo nell'affrontare sia i propri componimenti che quelli altrui, tutto in ogni caso a prescindere poi dal senso (provocazione filosofica o meno presente come in questo caso, in cui mi sono sentito in dovere di doverla spiegare dettagliatamente o su più piani di lettura magari, proprio perchè più della poesia stessa avevo piacere di trasmettere un messaggio per me molto importante, messaggio che immaginavo già non sarebbe stato colto in pieno da molti, probabilmente per mancanza mia o per aver voluto distillarlo in modo molto criptico al suo interno) si gioca solo sul piano emotivo della stessa sia per come è stata creata, sia per come si sovrappone diversamente al pensiero altrui.
Ilario Iradei
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Messaggio da leggere da Ilario Iradei »

Da come l'hai commentata tu stesso in primo luogo sembra una specie di invettiva in cui il bersaglio è la pochezza umana. Ma siamo poi così poveri ? Però nell'insieme mi pare che con tutti quegli imperativi tu abbia centrato il bersaglio. voto alto
Gabriele Pecci
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Re: Sei tu poeta?

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Grazie Ilario del commento e per il voto. Non la pochezza, non lo reputo assolutamente tale, anzi ne vedo e colgo l'assoluta grandezza se rapportata però consciamente al suo stesso limite. Alla prossima.
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