Sonno profondo
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Sonno profondo
La sveglia sul comodino segnava le undici. Sarei dovuto essere a lavoro da almeno tre ore e avrei dovuto preparare la colazione per Katy ed Annie.
Scesi dal letto, circondato dal buio della stanza. Nessuna luce filtrava dalle finestre, nonostante la mattinata fosse quasi al termine ed il sole dovesse essere ormai alto nel cielo.
Pensai a Linda, mia moglie. Se n’era andata a lavoro senza nemmeno degnarsi di svegliarmi; un fatto che definii molto strano dal momento che ogni mattina il suo bacio del buongiorno decretava la fine dei miei sogni.
Nemmeno Katy ed Annie, le mie due figlie, si erano preoccupate del mio sonno profondo.
Scesi le scale senza darmi troppa pena per il ritardo sul lavoro; poco male, avrei telefonato e mi sarei giustificato in qualche modo.
In cucina trovai i resti della colazione, e a giudicare dall’odore di bruciato che si espandeva per la stanza, pensai in cuor mio, che le due bimbe, nonostante l’impegno, non fossero ancora pronte per partecipare a Master Chef.
D’improvviso mi balzò all’occhio un biglietto scarabocchiato con una penna rossa.
Riconobbi la grafia di Katy, che con mano incerta mi aveva lasciato un messaggio. Pensai che fosse un gesto molto carino da parte sua e lo lessi ad alta voce rompendo il silenzio tombale della casa.
«Ciao papà. Io e Annie ci siamo arrangiate con le uova e i pancake. Abbiamo provato a svegliarti, ma è stato praticamente impossibile. Mamma ti dice sempre di non mangiare troppo pesante prima di andare a letto. Sembravi quasi morto!»
Sembravi quasi morto. Tre parole che iniziarono a rimbombare negli immensi corridoi della mia testa, come una campana nell’ora di preghiera.
Pensai che la prossima cosa da fare sarebbe stato chiamare il mio capo e tranquillizzarlo sul fatto che fossi ancora vivo. Mi immaginai davanti al suo muso inferocito, mentre giustificavo la mia assenza con qualche assurda storia. Scomodare un’invasione aliena sarebbe stato eccessivo; probabilmente l’idea della cena messicana mal digerita sarebbe stata più verosimile.
Avevo bisogno del mio cellulare e così presi a salire le scale; di solito lasciavo il telefono sul comodino della camera da letto, in modo che fosse ben visibile e non lo dimenticassi prima di uscire di casa.
Spalancai la porta della stanza che da anni condividevo con mia moglie; l’oscurità mi avvolse e mi lanciò il suo invito ad entrare.
Una sensazione di terrore irrazionale invase il mio corpo, scuotendolo da testa a piedi.
Con la mano destra cercai l’interruttore sulla parete; avrei acceso la luce ed ogni paura si sarebbe dissolta. Ed invece così non fu.
Non appena riuscii ad accendere il lampadario, l’abbagliante luce alogena della camera rischiarò ai miei occhi la vista di qualcosa di inquietante ed inatteso.
Una sagoma scura se ne stava rannicchiata sotto le coperte, proprio sul lato del materasso che avevo occupato fino a pochi minuti prima.
L’ignota presenza sembrò non accorgersi di me né tanto meno sembrò infastidita dal bagliore che proveniva dal lampadario.
Iniziai ad avvicinarmi, più turbato che mai, mentre la tensione irrigidiva ogni nervo e muscolo del mio corpo.
Sembravi quasi morto. Ripensai a quelle parole e ancora la mia mente fu scossa come da un oscuro presagio.
Trovatomi a pochi passi dal mio ospite, scostai leggermente le coperte per scoprirne il volto, mentre le mie mani tremavano all’impazzata in preda a spasmi incontrollabili.
Nella stanza il silenzio regnava sovrano, interrotto soltanto dal battere dei miei denti, che stringevo con forza per scaricare la tensione.
Davanti ai miei occhi si aprì un’immagine sconvolgente: un volto pallidissimo, dal colorito grigiastro e con due enormi occhi sbarrati mi fissò da sotto le coperte che avevo leggermente spostato.
Lo sguardo spento non lasciava trapelare alcun segno di vita.
Quell’uomo doveva essere deceduto da diverse ore.
Cercando maggiori risposte agli interrogativi che iniziavano ad accalcarsi nella mia mente, liberai l’intera sagoma dal fagotto delle lenzuola.
Fu soltanto allora che i dubbi divennero certezze e le certezze si trasformarono in vivido orrore.
Cercai di gridare senza però riuscirvi.
Il cadavere che occupava il mio letto era una persona che conoscevo fin troppo bene.
Ero proprio io.
- Roberto Bonfanti
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Il racconto della gara precedente non mi aveva convinto del tutto, come ti avevo scritto a suo tempo, in questo invece non trovo punti deboli, un buon lavoro.
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da quando trova il biglietto in poi, invece, scade, fino ad arrivare al finale scontatissimo.
in ogni caso lo considero un buon lavoro.
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A rileggerti.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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FEMILIA - abbiamo sufficienti riserve di sperma
In seguito a un'escalation di "femminicidi", in tutto il mondo nasce il movimento "SupraFem", ovvero: "ribellione delle femmine che ne hanno abbastanza delle violenze dei maschi". La scintilla che ha dato il via al movimento è scattata quando una giornalista ben informata, tale Tina Lagos, ha affermato senza mezzi termini che "nei laboratori criogenici di tutto il mondo ci sono sufficienti riserve di sperma da poter fare benissimo a meno dei maschi. Per sempre!". Le suprafem riescono ad avere un certo peso nella normale vita quotidiana; loro esponenti si sono infatti insediate in numerosi Palazzi, sia politici che economici, e sono arrivate al punto di avere sufficiente forza da poter pretendere Giustizia.
Copertina di Riccardo Simone
di Mary J. Stallone e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Idra Loop
la strana verità di una fotografia che non dovrebbe esistere
In una tranquilla cittadina del Nord Italia, gli abitanti rivedono se stessi da giovani. Il CICAP vuole vederci chiaro e ingaggia un reporter specializzato in miti e misteri. Però anch'egli viene suo malgrado coinvolto in qualcosa di altrettanto assurdo, infatti appare dal nulla una misteriosa fotografia Polaroid che lo ritrae in una circostanza mai esistita.
Cosa lega questi due misteri?
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Gara d'estate 2020 - Anniversari, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 18 - Brividi a Natale
A cura di Mastronxo.
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La Gara 38 - Sorpresa!
A cura di Lodovico.
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