Nel silenzio di un punto

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Giampiero
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Nel silenzio di un punto

Messaggio da leggere da Giampiero »

Be', l'avevo scritto tempo fa immaginandomi la catastrofe totale, rileggendolo in questi giorni m'è venuta la pelle d'oca:

Ecco qui il mio CoronDiario post apocalittico:


NEL SILENZIO DI UN PUNTO



Davanti a me la profondità ombrosa della via è un interminabile corridoio con un’unica porta in fondo. Una porta enorme, dischiusa a una lingua di luce: una bianca lama di spada che piove dall’alto e arriva squarciando le tenebre. A brandirla, è la mano del soprannaturale.
Dalla porta penetra e si dffonde un forte suono. Scuote l’aria, riempie rapidamente tutti gli spazi.
Sale d’intensità.
Quasi mi sfonda i timpani.
Poi tutto cessa, e dopo un po’ sento lo scalpiccio precipitoso di molti piedi.
È come se, richiamate dal suono, le persone fossero state invitate a uscire dai loro
ripari, per ritrovarsi in un punto preciso.
L’istinto mi dice che devo unirmi a loro. Ma è dura. Non mi schiodo da dove mi
trovo. Con le spalle rivolte alle rovine di casa mia, non mi viene il coraggio. Il midollo spinale è paralizzato dalla narcosi di questo evento.
Delle sagome scure mi sfilano davanti, una adesso e un’altra dopo un po’, e anche
se vengono a così grandi intervalli, vanno tutte verso un’unica direzione. Escono probabilmente dalle macerie delle loro case, per ammassarsi in un cubo di spazio.
Faccio uno sforzo, e mi avvio anch’io.
Cazzo, mi sembra di volare.
Mi accolgono con amore, e proprio non me lo aspettavo. In molti mi abbracciano,
sento il loro affetto su di me.
Anch’io ho voglia di abbracciare chi mi sta accanto. Ho brama di solidarietà, il
bisogno di toccare gli altri. Solo adesso capisco che è un evento che unifica, come in
una grande famiglia.
È strano, centinaia di uomini che prima della catastrofe erano diversi in tutto e
si ignoravano, ora bandiscono la distanza prossemica e si aprono al contatto fisico.
Nessuno ha più parlato, mi dico mentre ci muoviamo. Eppure c’è grande intesa.
Andiamo nella direzione della luce, verso la porta dischiusa, e tra noi c’è solidarietà.
Ma c’è nell’aria il silenzio di un punto messo come si deve a chiusura di una frase.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
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Massimo Baglione
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Re: Nel silenzio di un punto

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Un "punto" da paura :-)
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Giampiero
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Re: Nel silenzio di un punto

Messaggio da leggere da Giampiero »

Sì, Massimo, un punto da paura. Mi è bastato oggi notare il deserto per le strade, il tempo uggioso scandito da un senso di vuoto assoluto per ricordarmi della scena immaginata senza tempo in questo raccontino. Ho immaginato (durante la stesura) la solidarietà fra gli uomini (la razza umana), ho pensato che quando la sofferenza ci accomuna l’altruismo poi viene fuori, deve venire fuori. Cadono i veli della diffidenza, insomma. Forse è il mio voler essere ottimista a dispetto dell’egoismo che riscontro allo stesso tempo feroce nell’uomo. Direi che il bene e il male sono ben rappresentati sulla terra, noi ci immaginiamo chissà quali scenari soprannaturali, ma la vita è lo scenario soprannaturale più autentico che ci possa essere, e supera ogni possibile fantasia. Il problema sta nell’attribuzione dei ruoli, allorché chi può arrogarsi il diritto di stabilire che cosa sia il bene così come il male? Abbiamo bisogno dell’essere supremo per rassicurarci, ma così sarebbe troppo facile. Dobbiamo rosolare nel nostro brodo, non ci piove, sperando di ritrovarci solidali nella grande chiamata, qualunque essa sia.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
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Re: Nel silenzio di un punto

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Come dicevo altrove: Madre Natura ha i suoi tempi, e io sto dalla sua parte.
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Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.

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