Lo sbarco
Lo sbarco
"Fateli scendere! Fateli scendere!". Urlava, assieme alle sue compagne e ai suoi compagni di lotta.
"Fateli scendere! Fateli scendere!". Era evidente che la ragione fosse dalla sua. I profughi sarebbero sbarcati, senza alcun dubbio. Chi si opponeva stava dalla parte sbagliata della storia. E avrebbe perso.
A un certo punto, inaspettatamente, si aprì un varco fra la piccola folla degli uomini in divisa e si intravidero i volti dei naufraghi, recuperati da pochi giorni dal mare. Fuggivano dalla guerra. Almeno questa era l'opinione comune. Le facce stanche ma lo sguardo fiero. Li osservava con vera ammirazione e commozione. Avrebbe voluto abbracciarli, accarezzare quei capelli crespi, sentire i loro muscoli consumati dagli stenti. Dare conforto alle loro pance vuote.
"Eccoli! Eccoli! Scendono! Da questa parte! Venite! Forza!". I sui compagni gridavano attorno a lei mentre si spostavano tutti dall'altro lato del molo. Riuscì ad avvicinarsi e per un istante sfiorò con le dita la mano di uno di loro. Percepì il calore di quel corpo forte e di quella pelle ruvida e possente. Sentì una dolce sensazione lungo le sue fragili ossa indistruttibili. Fu un attimo. Poi la rabbia e la foga si riappropriarono della sua mente. "Fateli scendere! Fateli scendere!"
Assan aveva imboccato la passerella per primo. Mentre camminava lentamente, con la testa china, guardava interessato la donna bianca che si agitava e gli correva incontro. Era bella. Gli sorrideva. Benché non capisse bene la sua lingua, era sicuro di aver compreso il significato delle sue parole. Soffocò un sorriso compiaciuto. Si aggiustò la coperta termica che gli avevano dato appena sceso dal barcone in modo da coprire leggermente il suo volto… non si sa mai, pensava.
Per un brevissimo istante la sua mente lo riportò al mondo che aveva lasciato. Alle persone che aveva ucciso, alle sue mogli e ai figli abbandonati mesi prima senza preavviso. Ai lunghi anni passati al servizio di vari signori della guerra e ai suoi compagni, anch'essi partiti per quel suo stesso viaggio, che ora si accingeva a portare finalmente a termine. Lui era lì ora. Finalmente era sbarcato. A loro avrebbe pensato forse più avanti, appena si fosse sistemato. Magari si sarebbe lasciato tutto alle spalle, come aveva pensato tante volte. Non voleva deciderlo adesso comunque. Per uno come lui non era una scelta facile e forse nemmeno conveniente dopotutto. Gli avevano raccontato tante cose di questa terra lontana e lui non ci aveva creduto davvero. Ora, dopo aver visto lo sguardo di quella donna bianca, non sapeva più cosa pensare.
D'un tratto vide una delicata mano femminile protesa nella sua direzione. Era lei. Notò gli anelli. La perfezione della pelle e l'assenza di tagli o callosità di alcun genere. Con un movimento che dissimulava involontarietà, si avvicinò e sfiorò quella pelle candida e bianca. Capì con soddisfazione e incredulità quanto quella donna e pure tutti quegli altri esagitati con lei fossero dalla sua parte. I loro sguardi si incrociarono per un fugace attimo. Per la seconda volta soffocò un leggero sorriso compiaciuto.
Chissà cosa avrebbero pensato se avessero saputo chi era davvero e cosa aveva fatto per arrivare dov'era. Non rischiava molto pensò fra sé e sé, era certo che nessuno avrebbe voluto sentire quella versione della storia né tantomeno crederci.
Immerso in questi pensieri andò avanti procedendo con gli altri verso i pullman preparati per scortarli in qualche altro luogo.
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Purtroppo gli operatori umanitari, con le migliori intenzioni, possono essere uno strumento inconsapevole di infiltrazioni di veri o aspiranti terroristi. Rimangono sullo sfondo i burattinai, con interessi più o meno inconfessabili di sviluppare trame oscure che passino sulla testa sia dei terroristi che degli operatori umanitari. Ma questa è un'altra storia...
Un buon racconto
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Re: Lo sbarco
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la storia è ben esposta, se si eccettuano alcuni refusi, comunque non gravi.
però... boh, però.
non so cosa c'è che mi vieta di gradire il racconto, non riesco a capirlo con esattezza.
sta di fatto che mi rimane in sospeso, non entra e non colpisce come dovrebbe, vista la storia
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Gli uomini in mare vanno salvati, non lo dico io ma il diritto internazionale, a prescindere da chi siano o da cosa abbiano fatto.
Cosa poi facciano queste persone una volta a terra è un altro paio di maniche.
A mio modo di vedere è il sistema paese, da quarant'anni a questa parte, che ha consentito l'immigrazione clandestina come riserva di manodopera a basso costo. Quando terminò quella dal Sud del paese (oggi demograficamente un deserto) iniziò quella dalla sponda sud del Mediterraneo.
Per cui a mio avviso, e ribalto la tua narrazione, chi si oppone ai respingimenti (fasulli) è in realtà pro sistema.
Discorso troppo lungo e voto alto.
Se non l'avessi mai fatto ti consiglio Furore di Steinbeck, dove il tema immigrazione è trattato a mio avviso nel modo corretto.
Re: Lo sbarco
Venendo invece all'argomento, concordo con te che il discorso sull'immigrazione clandestina sia troppo complesso per essere affrontato in poche righe e sinceramente non ho la presunzione di essere in grado di darne una interpretazione esaustiva.
Volevo evidenziare una delle tante contraddizioni di questo processo in atto.
Una ragazza dai capelli blu molto probabilmente votata alla causa femminista che accoglie un uomo cresciuto in un paese dove la donna è considerata un essere umano di serie B, la poligamia è legale e viene praticata ogni forma di violenza sulle donne. E oltre a questo è pure un potenziale terrorista.
Per quanto riguarda poi il destino di questi migranti come hai accennato anche tu nel commento è noto che molti finiranno nelle nostre campagne a raccogliere pomodori in regime di schiavitù. Molti altri invece accetteranno semplicemente i lavori che prima facevano gli Italiani, ma lo faranno per una paga più bassa e con meno diritti.
La domanda che mi pongo quindi è: come andrà a finire? Ovviamente non ho la risposta ma, come si sarà capito, non mi sento molto ottimista.
Grazie della lettura.
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Non ho ravvisato nel tuo narrare giudizio o polemica solo voglia di raccontare e per questo il mio voto sarà alto.
"Ora, dopo aver visto lo sguardo di quella donna bianca, non sapeva più cosa pensare." Questa frase mi regala un po' di speranza...
Gara d'estate 2020 - Anniversari, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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FEMILIA - abbiamo sufficienti riserve di sperma
In seguito a un'escalation di "femminicidi", in tutto il mondo nasce il movimento "SupraFem", ovvero: "ribellione delle femmine che ne hanno abbastanza delle violenze dei maschi". La scintilla che ha dato il via al movimento è scattata quando una giornalista ben informata, tale Tina Lagos, ha affermato senza mezzi termini che "nei laboratori criogenici di tutto il mondo ci sono sufficienti riserve di sperma da poter fare benissimo a meno dei maschi. Per sempre!". Le suprafem riescono ad avere un certo peso nella normale vita quotidiana; loro esponenti si sono infatti insediate in numerosi Palazzi, sia politici che economici, e sono arrivate al punto di avere sufficiente forza da poter pretendere Giustizia.
Copertina di Riccardo Simone
di Mary J. Stallone e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Idra Loop
la strana verità di una fotografia che non dovrebbe esistere
In una tranquilla cittadina del Nord Italia, gli abitanti rivedono se stessi da giovani. Il CICAP vuole vederci chiaro e ingaggia un reporter specializzato in miti e misteri. Però anch'egli viene suo malgrado coinvolto in qualcosa di altrettanto assurdo, infatti appare dal nulla una misteriosa fotografia Polaroid che lo ritrae in una circostanza mai esistita.
Cosa lega questi due misteri?
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.