La Méduse
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Re: La Méduse
So che il contatore immediato nell'inserimento del testo indica poco meno di 25.000, ma purtroppo c'è una discrepanza nel sistema di conteggio delle battute e mi devo affidare a quella della scheda riassuntiva.
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La tragedia provocata dall'incompetenza di Sciamaré come metafora del destino della Francia è potente, e rimanda inevitabilmente anche ai naufragi contemporanei. Ho però l'impressione (anzi, la certezza) che la Francia del 19° secolo fosse più civile di quella contemporanea, visto che Sciamaré venne processato, mentre lo Sciamaré che occupa attualmente l'Eliseo non lo sarà mai. Tralascio la situazione italica: qua gli Sciamaré non solo non verranno mai processati, ma sono e saranno sempre premiati.
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Uff... francamente, è piuttosto seccante anziché no, dover raggiungere tot battute altrimenti il voto non è valido.
Non ho assolutamente nulla da dire: sono estasiato dal brano, un pezzo "alto", mi fa venir voglia di andare a nascondermi!
E così soddisfatta la numerica tirannia dell'algoritmo, posso ritirarmi.
Ah, no, una cosa volevo osservarla:
ti sei messo a istruire i nostri parlamentari?
Quando erano giovani forse qualcuno avrebbe potuto accendere in loro la sacra fiamma dell'interesse, per qualsiasi cosa, poi sarebbe venuto quello per il bene comune. Ma oggi che hanno già tutti assaporato quanto si sta bene col sedere al caldo...
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Re: Commento
Ciao, Andr. Grazie. Nelle battute finali il vecchio col bastone rivela ad Ahmed , il ragazzo maghrebino, e ai lettori chi egli sia in realtà. Un passaggio al surreale, all'onirico, che mi è servito per connettere per via causale l'incontro tra i ragazzi e il vecchio, affinché anche il lettore possa dare una direzione al racconto al di là delle sequenze narrative dal sapore didattico.Andr60 ha scritto: ↑04/10/2022, 12:56 Il cuore del racconto è la descrizione del celebre quadro, ed è un racconto anch'esso. I ragazzi sono rapiti dalle forti immagini evocate dall'anziano critico d'arte improvvisato (o forse no?), a dimostrazione che, se una lezione è fatta con passione e competenza, anche la generazione Z (no, i Russi non c'entrano!) può lasciare da parte il telefonino e ascoltare con interesse un adulto che parla.
La tragedia provocata dall'incompetenza di Sciamaré come metafora del destino della Francia è potente, e rimanda inevitabilmente anche ai naufragi contemporanei. Ho però l'impressione (anzi, la certezza) che la Francia del 19° secolo fosse più civile di quella contemporanea, visto che Sciamaré venne processato, mentre lo Sciamaré che occupa attualmente l'Eliseo non lo sarà mai. Tralascio la situazione italica: qua gli Sciamaré non solo non verranno mai processati, ma sono e saranno sempre premiati.
Se il meccanismo sia riuscito o meno deve essere il lettore a dirmelo.
Quanto a Sciamarè... un moderno Schettino. Riconosciuto colpevole di aver causato la morte degli occupanti della zattera da una Corte Marziale il 3 marzo del 1817 venne condannato a ben tre anni di prigione e gli venne ritirata la Legion d'Onore.
Morì ricco nel castello di famiglia nel 1841 ormai ottantenne.
La differenza tra Francia e Italia è evidente però. Loro a Luigi Capeto la testa gliela tagliarono. Noi al re dell'otto settembre e del ventidue ottobre al referendum del 1946 gli abbiamo regalato dodici milioni di voti. Ah, già... a suo figlio, lui aveva abdicato il mese prima.
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Re: Commento
Ciao, Marino. Grazie. Sì, hai ragione. Ho provato a dare una lezione alla nostra classe dirigente ancora adolescente. I risultati li vediamo. È andata bene, no?Marino Maiorino ha scritto: ↑04/10/2022, 18:31 Chapeau!
Uff... francamente, è piuttosto seccante anziché no, dover raggiungere tot battute altrimenti il voto non è valido.
Non ho assolutamente nulla da dire: sono estasiato dal brano, un pezzo "alto", mi fa venir voglia di andare a nascondermi!
E così soddisfatta la numerica tirannia dell'algoritmo, posso ritirarmi.
Ah, no, una cosa volevo osservarla:
ti sei messo a istruire i nostri parlamentari?
Quando erano giovani forse qualcuno avrebbe potuto accendere in loro la sacra fiamma dell'interesse, per qualsiasi cosa, poi sarebbe venuto quello per il bene comune. Ma oggi che hanno già tutti assaporato quanto si sta bene col sedere al caldo...
Un caro saluto
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Re: La Méduse
Non seguo il calcio, ma la politica sì. Però ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale. Di solito si scrive così, ma in un racconto, sai bene quanto me, nulla è casuale e tutto costruito.
Il finale è un finale surreale è vero, ma è anche l'unico modo che ho trovato per tener viva la speranza. L'incontro tra il passato e il presente, tra Savigny e Ahmed, l'ho visto come un passaggio di testimone legato da un rapporto di simiglianza. Savigny è vittima di un naufragio in terra africana causato da un potere arrogante che non considera un problema il loro sacrificio, un po' come le centinaia di migliaia di ragazzi africani che in Europa vanno alla deriva per giorni o settimane perché nessuno considera un problema la loro morte in mare, proprio come per i naufraghi della Méduse.
Grazie per il passaggio
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Lungo? Non si sente, minuzioso quanto basta, personaggi reali che agiscono e parlano in modo credibile, chiusura a parte. Trasparenti le analogie con il presente, la chiusa stende un velo di mistero su tutto il racconto.
Cos'altro dire? Piaciutissimo, massimo dei voti.
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Re: Uao!
Ciao, Rosmary, io non avrei potuto dirlo meglio. Savigny è la memoria del passato. Una memoria che diventa viva grazie all'opera di Gericault.Rosmary ha scritto: ↑20/10/2022, 6:05 Entri nel quadro attraverso il racconto e poi entri e ti immagini insieme ai ragazzi seduti in ginocchio ad ascoltare la storia.
Una storia carica di sentimento ma anche riflessiva
I caratteri principali sono ben strutturati proprio nel loro carattere: il professore antipatico che segue solo" il programma" e non " conoscere" e né di informa
I ragazzi gruppo di adolescenti con le loro paure e le loro fisse…
Ahmed un ragazzo entrato da poco nel gruppo che ha già un passato da difendere
E il vecchio che in effetti non è solo un passaggio ma è la memoria
Voto 9 e mezzo
Anche se non sei nuova qui su Bravi Autori, mi pare che manchi da molto e quindi ti do il mio benvenuto.
Ho notato che non sei ancora in gara, nonostante i commenti. Perché siano validi, e di conseguenza sia valido anche il voto, devono comunque superare le 200 battute. Il sistema mi segnala che tu non mi hai né commentato né votato.
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Re: Commento
Ho provato a unire la mia passione per la storiografia con quella per la pittura, con un occhio alla becera situazione attuale. L'elemento tragico, lo scrivo a beneficio di tutti, anzi farsesco, è che questo racconto l'ho scritto credo una quindicina di anni or sono. Non ho dovuto cambiare neanche i nomi, o forse soltanto un paio, dei simpatici componenti la IV H del commerciale David Ricardo. A dimostrazione di un vecchio assioma, caro a Sciamaré e a quelli pari a lui, che vuole il potere in grado di perpetuare se stesso non solo nelle forme, ma anche nelle stesse fisionomie, che invecchiano ma non cambiano.Mariovaldo ha scritto: ↑20/10/2022, 8:06 Premessa: io amo i racconti storici dove l'autore parte da un accadimento reale e inserisce personaggi o vicende di fantasia. Questo racconto ne è un bellissimo esempio.
Lungo? Non si sente, minuzioso quanto basta, personaggi reali che agiscono e parlano in modo credibile, chiusura a parte. Trasparenti le analogie con il presente, la chiusa stende un velo di mistero su tutto il racconto.
Cos'altro dire? Piaciutissimo, massimo dei voti.
Un caro saluto
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Re: Commento
Ciao, e grazie per il passaggio.BladeRunner ha scritto: ↑22/10/2022, 11:53 Due anni fa ho avuto la fortuna di sentire la descrizione di questo quadro da un oratore d'eccezione: Massimiliano Cannoletta. Devo dire che le vostre descrizioni si assomigliano, quasi nel dettaglio ad eccezione di qualche macabro dettaglio che qui non viene riportato.
Mi piace l'idea divulgativa, anche se i personaggi sono eccessivamente stereotipati, a mio avviso. I dialoghi risultano un po' troppo forzosi e questo, a mio avviso toglie smalto alla storia.
Finale interessante.
L'intento "morale" è evidente, forse eccessivo e si rispecchia nella forzatura dei dialoghi. Credo che il punto debole del racconto siano proprio i dialoghi.
E' un racconto, comunque, risulta scorrevole, ben strutturato, si lascia leggere con facilità.
Cannoletta non so chi sia. Il mio racconto ha una quindicina d'anni e l'ho postato in una manciata di siti da allora. Su Bravi Autori giace nella mia pagina da almeno tre anni non letto e non recensito da alcuno.
La tela di Géricault ha oltre due secoli e di saggi sull'argomento ne sono stati scritti a dozzine.
Io sono riuscito a reperire le memorie di Savigny, il medico di bordo, in lingua originale e le ho adoperate come fonte, insieme a un altro saggio di pittura romantica depositato da decadi nella mia libreria.
Quanto ai personaggi, i ragazzi e il professore, come ho avuto già altre volte modo di sottolineare, si tratta VOLUTAMENTE di idealtipi, non di una certa gioventù, ma di una specifica classe dirigente, come si può evincere dai loro nomi, camuffati è evidente. Un'allegoria nell'allegoria se vuoi. Il fine del racconto è dunque proprio l'allegoria morale, allo stesso modo della tela di Géricault; non arriva per caso o si tratta di un errore, di una imperfezione, tanto per intenderci.
Io mi sono rivolto al lettore con questo intento e non l'ho nascosto, sono stato sincero, dall'inizio alla fine.
Che poi piaccia o meno, o sia riuscito o meno, questo è un altro discorso che lascio al lettore.
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Haiku - il giro del mondo in 17 sillabe
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Il Bene o il Male
Trenta modi di intendere il Bene, il Male e l'interazione tra essi.
Dodici donne e diciotto uomini hanno tentato di far prevalere la propria posizione, tuttavia la Vita ci insegna che il vincitore non è mai scontato. La Natura ci dimostra infatti che dopo un temporale spunta il sole, ma ci insegna altresì che non sempre un temporale è il Male, e che non sempre il sole è il Bene.
A cura di Massimo Baglione
Copertine di Giuliana Ricci.
Contiene opere di: Antonella Cavallo, Michele Scuotto, Nunzio Campanelli, Rosanna Fontana, Giorgio Leone, Ida Dainese, Angelo Manarola, Anna Rita Foschini, Angela Aniello, Maria Rosaria Del Ciello, Fausto Scatoli, Marcello Nucciarelli, Silvia Torre, Alessandro Borghesi, Umberto Pasqui, Lucia Amorosi, Eliseo Palumbo, Riccardo Carli Ballola, Maria Rosaria Spirito, Andrea Calcagnile, Greta Fantini, Pasquale Aversano, Fabiola Vicari, Antonio Mattera, Andrea Spoto, Gianluigi Redaelli, Luca Volpi, Pietro Rainero, Marcello Colombo, Cristina Giuntini.
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Un passo indietro
Il titolo di questo libro vuole sintetizzare ciò che spesso la Natura è costretta a fare quando utilizza il suo strumento primario: la Selezione naturale. Non sempre, infatti, "evoluzione" è sinonimo di "passo avanti", talvolta occorre rendersi conto che fare un passettino indietro consentirà in futuro di ottenere migliori risultati. Un passo indietro, in sostanza, per compierne uno più grande in avanti.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
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In una tranquilla cittadina del Nord Italia, gli abitanti rivedono se stessi da giovani. Il CICAP vuole vederci chiaro e ingaggia un reporter specializzato in miti e misteri. Però anch'egli viene suo malgrado coinvolto in qualcosa di altrettanto assurdo, infatti appare dal nulla una misteriosa fotografia Polaroid che lo ritrae in una circostanza mai esistita.
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