Pane, amore e… fantasia!

Si tratta proprio di uno scritto, in forma di poesia, una specie di discorso in rima che vuole essere un incitamento alla vita e a un sano amore per la patria. Bella l'idea di titolarlo con lo stesso titolo di un celebre film di Luigi Comencini che è un esempio mirabile di commedia all'italiana.
Ti segnalo: alla mia (non mie) nipotina e i bei giorni (non cui)in cui.
La musicalità va e viene, interrotta da versi piuttosto spigolosi e prosastici, ma l'effetto nel complesso è suggestivo.

Una filastrocca un po' "ibrida", si presenta come un contenitore di temi e contenuti diversi; c'è un sentimento collettivo e individuale, un po' storia e un lampo di attualità, c'è leggerezza e moralità, rime alterne o disattese, versi di lunghezza variabile: il tutto immerso in uno spirito di accattivante e amorevole considerazione dell'umanità che viene invitata ad amare sempre, perchè la vecchiaia è quella di un cuore che ha cessato di innamorarsi e non quella corrispondente all'età anagrafica. Credo ci si riferisca però al sentimento d'amore in senso lato, un senso di solidarierà, di altruismo e di condivisione come quello che dovrebbero avere gli italiani verso gli altri italiani e la loro patria.Una patria che sta per diventare in un futuro non lontano anche la nuova patria di altri popoli. Quando si festeggeranno i duecento anni dell'unità, l'Italia sarà già una nazione multiculturale e multietnica. E non è fantasia!