Il fiorellino
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In realtà penso che il trasferimento quantistico della mente (qualunque cosa significhi ) sia molto, molto più complicato di quello che credono i super-miliardari e i loro stregoni, ma magari mi sbaglio...Athosg ha scritto: ↑07/07/2023, 18:19 Un tema di fantascienza,che potrebbe divenire realtà tra qualche decennio, diventa un bel racconto fresco e scorrevole, con momenti di grandi ilarità. Penso ci sia anche un fondo di verità attuale, nel senso che qualche tempo fa ho fatto un sogno dove mi ritrovavo ad avere undici anni, con la mente libera e la mamma che era un appiglio imprescindibile. In quel frangente fortunatamente ero troppo grandicello per fare il bagno insieme!
Anch'io sogno spesso i miei genitori, ora che non ci sono più: è un modo per sentirli ancora vicini, è una consolazione che almeno mi dà un po' di serenità.
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commento Il fiorellino
refuso - il vecchio se stesso – sé
“desabillieé – credo si scriva - déshabillé – ma anche desabillè
“A quella frase, che nelle intenzioni di Nicholas-Jean Luc avrebbe dovuto concludersi con un abbraccio pacificatore, invece Silvie lo prese per il collo e cominciò a stringere…” – io scriverei - Nelle intenzioni di Nicholas-Jean Luc, quella frase avrebbe dovuto concludersi con un abbraccio pacificatore, Silvie, invece, lo prese per il collo e cominciò a stringere…”
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Mi servirebbe un chiarimento. Credo di aver intuito il nuovo scambio, ma una tua conferma sarebbe doverosa.
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Re: commento Il fiorellino
La grafia esatta è déshabillée, trattandosi di una donna; non ho controllato, matita bluAlberto Marcolli ha scritto: ↑10/07/2023, 9:49 Refuso - Si guardò la mani,
refuso - il vecchio se stesso – sé
“desabillieé – credo si scriva - déshabillé – ma anche desabillè
“A quella frase, che nelle intenzioni di Nicholas-Jean Luc avrebbe dovuto concludersi con un abbraccio pacificatore, invece Silvie lo prese per il collo e cominciò a stringere…” – io scriverei - Nelle intenzioni di Nicholas-Jean Luc, quella frase avrebbe dovuto concludersi con un abbraccio pacificatore, Silvie, invece, lo prese per il collo e cominciò a stringere…”
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Mi servirebbe un chiarimento. Credo di aver intuito il nuovo scambio, ma una tua conferma sarebbe doverosa.
Voto 3
Su come scrivere se stesso oppure sé stesso ci sono pareri discordanti: a scuola (un secolo fa) imparai che l'accento non è necessario, visto che non si può confondere con la congiunzione.
La frase suggerita è effettivamente migliore, la correggerò in fase di revisione del testo, e ti ringrazio.
Non so cosa intendi con "nuovo scambio": il vecchio professore, malato terminale, per continuare le sue ricerche non esita a sacrificare il nipotino, convinto che lo scambio mentale (trattandosi di un bambino piccolo) sarà in gran parte uni-direzionale: una coscienza di adulto, ben strutturata, prenderà il posto di una coscienza ancora in formazione la quale, dopo
lo scambio, subirà uno shock trovandosi nel corpo di un vecchio. Ma il professore non ha tenuto conto del fatto che è rimasto un residuo ineliminabile, un ricordo incancellabile anche dopo lo scambio: l'amore del piccolo per la madre, testimoniato dal regalo del fiorellino. E sarà proprio questo a far scoprire tutto a Silvie, e a dare origine al gesto folle che la porterà a uccidere l'impostore nel corpo del figlio.
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Il racconto si svolge poi in modo divertente sfiorando in modo simpatico il tema dell'incesto (o del quasi incesto).
Nulla da segnalarti a parte un punto fermo in una scena dialogata dove non andava. La tua prosa è sempre una sicurezza.
Forse l'unica pecca è di carattere logico. All'inizio la voce narrante informa il lettore che l'operazione di trasposizione mentale sia una mera sovrapposizione della mente e della coscienza del nonno su quella del nipote. Con l'evidente conseguenza di annullare quella poco sviluppata del bambino. Ma l'esperimento non informa il lettore di alcuna conseguenza in senso opposto. Il nonno infatti esce dal laboratorio catatonico accompagnato dal nipote. Mentre, quando hai necessità di chiudere la narrazione e a Sylvie fai far visita al suocero, nel comportamento del suocero viene fuori il bambino con l'episodio del fiore. Beh, questo passaggio logico è forse un po' azzardato perché se Nicholas è nel corpo del nonno doveva venir fuori prima e in altro modo, che non così tranquillamente accanto alla madre.
Detto questo il racconto è divertente e intelligente e si fa leggere senza grandi patemi. Ottimo lavoro.
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Innanzitutto presumo (in modo del tutto arbitrario, ma in fondo chi mi può contraddire? ) che il trasferimento mentale sia un trauma per un bambino piccolo che non ha la minima idea di ciò che gli è capitato. Cosa assai diversa invece per un adulto che sa (o, almeno, pensa di sapere) ciò che può accadere ad entrambi. Sempre in modo arbitrario, da una condizione di shock poco per volta la mente di Nicholas riacquista, almeno in parte, determinate facoltà e non è un caso che la prima manifestazione spontanea sia un gesto d'amore verso la propria madre.
Per quanto riguarda le considerazioni sulla scienza, come hai puntualmente evidenziato, è IL problema di oggi (beh, diciamo dal progetto Manhattan in poi): essa procede come un rullo compressore per determinati fini, non sempre confessati o confessabili.
Brama di potere o di ricchezza, per lo più; ansia di conoscenza? Certo, ma in minima parte, ormai.
Il trasferimento mentale, qualora venisse scoperto, sarebbe giustificato come una cura per particolari patologie, limitata a pochi casi (tutti i miliardari) ma, col tempo e con calma, estendibile anche ai comuni mortali (almeno è così che le industrie la reclamizzerebbero). Silenzio tombale sulle possibili conseguenze: pessima pubblicità per gli azionisti, non sia mai!
Grazie del commento, saluti
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scritto bene, senza refusi e con una linearità non da poco.
si lascia leggere perfettamente dal'inizio alla fine, senza creare pause.
buone le descrizioni, ottima l'idea.
certo, forse un po' azzardata, però compatibilissima col genere scelto.
bel lavoro, bravo
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Re: Il fiorellino
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Re: Il fiorellino
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Quindi globalmente darei come voto un 4
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Re: Il fiorellino
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Grazie del commento, saluti
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Nemmeno "certe": basta vedere l'uso che oggi si fa di Internet e della telefonia cellulare.
Il racconto è ben strutturato, presentando il caso del disperato Jean Luc che potrebbe non vedere il successo dei propri studi, e chiudendosi col più "bavoso" Pierre, umanamente assai più limitato (ma che schifo volersi infilare nel corpo di un altro solo per soddisfare una voglia!)
A ben vedere trovo un punto debole nella trama: Jean Luc è disperato perché potrebbe non vedere il risultato dei propri studi (almeno è quello che fai capire al principio), ma la macchina funziona con successo! Da dove nasce, dunque, la disperazione? Capisco che ci sia, ma io non la vedo lì dove sembri individuarla tu.
Nondimeno, il racconto è certamente originale, gradevole, a tratti offre quel tratto "malato" così tipico della vita reale (Jean Luc che tocca la nuora...) da fargli assumere ancor più realismo.
Se ci fosse un voto tra il 4 e il 5 mi decanterei per quello (a causa del punto debole della trama appena descritto), ma siccome tutto il resto è davvero ben impacchettato, meriti il punteggio pieno.
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Re: Il fiorellino
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Re: Il fiorellino
A fare così, anch'io ho tanta scienza alla quale sacrificare...
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Ah, ecco: una storia che si fa leggere, intrigante, dove ti aspetti un finale a sorpresa o in stile "legge del taglione". Tipo: il vecchio bimbo non muore, ma la sua coscienza viene messa nel corpo di qualcuno che sta talmente in basso nella scala sociale da fargli desiderare la morte - chessò, lo scimpanzé del laboratorio, poi mollato a un giardino zoologico...con un potenziale risvolto disneyano se si recupera il bimbo, magari nel corpo di quell'adolescente cuccatore.
Invece così: il vecchio bimbo muore, la mamma prende probabilmente l'ergastolo, il vecchio vecchio finisce i suoi giorni in ospedale e l'assistente poco furbo si prova a prendere il posto dell'inserviente, solo per rubargli la tipa.
Ci sta, lo dico, ma allora serve un seguito - spero che tu lo stia scrivendo.
Da 5, secondo me, anche se quel "già candidato più volte al Nobel" è stato un pugno nello stomaco: i "candidati al Nobel" non esistono (nel senso che nessuno sa se il suo curriculum sia al vaglio) se non nelle agiografie dei fuffari o nelle previsioni di persone che non hanno nulla a che fare con la commissione che assegna i nobel. Ma questo, cioè il fatto che, quando vinci un nobel, che tu fossi candidato a quello lo avrai capito solo dopo, è un dettaglio per specialisti. Io lo so, ne ho vinti diversi: il Nobel del più antipatico, quello del più saccente, quello del più immodesto... ogni volta restando spiazzato dall'aver vinto qualcosa a cui nemmeno mi ero reso conto di partecipare... Ecco, anche il Nobel del più incosciente ho vinto, sì.
Comunque, cinque. Ma voglio un seguito non banale, eh? Con lotte tra scienziati e animalisti, politici che invocano il reset della coscienza dei criminali, fanatici che chiedono di essere recettori di quella del nuovo messia... E intanto, l'assistente, che adesso fa le pulizie, che prova a migliorare la sua posizione perché c'è una nuova gallinella in laboratorio, la quale, però, guarda solo i dottori dei piani alti. Che poi, lei si rivelerà come tutte le migliori: una vera strega...
Una robetta semplice semplice, dai.
Re: Il fiorellino
Ti prometto che ci penserò, comunque grazie del commento, saluti
Re: Il fiorellino
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Re: Il fiorellino
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L'anno della Luce
antologia ispirata all'Anno della Luce proclamato dall'ONU
Il 2015 è stato proclamato dall'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce. Obiettivo dell'iniziativa adottata dall'ONU è promuovere la consapevolezza civile e politica del ruolo centrale svolto dalla luce nel mondo moderno. Noi di BraviAutori.it abbiamo pensato di abbracciare questa importante iniziativa proponendo agli autori di scrivere, disegnare o fotografare il loro personale legame con la luce, estendendo però la parola "luce" a tutti i suoi sinonimi, significati e scenari.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Carnier, Amelia Baldaro, Andrea Teodorani, Angelo Manarola, Anna Barzaghi, Annamaria Vernuccio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Camilla Pugno, Cinzia Colantoni, Claudia Cuomo, Daniela Rossi, Daniela Zampolli, Domenico Ciccarelli, Dora Addeo, Elena Foddai, Emilia Cinzia Perri, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Francesca Santucci, Furio Detti, Gilbert Paraschiva, Giorgio Billone, Greta Fantini, Ianni Liliana, Imma D'Aniello, Lucia Amorosi, Maria Rosaria Spirito, Maria Spanu, Marina Den Lille Havfrue, Marina Paolucci, Massimo Baglione, Mauro Cancian, Raffaella Ferrari, Rosanna Fontana, Salvatore Musmeci, Sandra Ludovici, Simone Pasini, Sonia Tortora, Sonja Radaelli, Stefania Fiorin, Umberto Pasqui.
Antologia visual-letteraria (Volume due)
Antologia dedicata agli animali
Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per la seconda antologia di BraviAutori.it. I ricavati saranno interamente devoluti al sostentamento di una comunità felina abbandonata sita nei pressi del Nucleo industriale di Longarone, Belluno, a poche centinaia di metri dalla diga del Vajont.
A cura di Massimo Baglione e Alessandro Napolitano.
Contiene opere di: Paolo Maccallini, Gianluca Gendusa, Pia Barletta, Angela Di Salvo, Miriam Mastrovito, Alessandro Napolitano, Valentina Margio, Gilbert Paraschiva, Enrico Arlandini, Elena Piccinini, Stefano di Stasio, Eugenio De Medio, Celeste Borrelli, Luisa Catapano, Anna Maria Folchini Stabile, Giovanni Minio, Gemma Cenedese, Antonio Giordano, Rodolfo Vettorello, Cosimo Vitiello, Damiano Giuseppe Pepe, Patrizia Birtolo, Pietro Rainero, Roberto Stradiotti, Anna Giraldo, Maria Rizzi, Vittorio Scatizza, Paolo Frattini, Matteo Mancini, Piergiorgio Annicchiarico, Fabrizio Siclari, Emanuela Cinà, Laura Maria Rocchetti.
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Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Gara 24 - Andate tutti all'Inferno!
A cura di Alessandro Napolitano e Giovanni Capotorto.
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La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio
A cura di Alessandro Napolitano.
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La Gara 11 - Parole in padella
A cura di Pia.
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