L'automobile intelligente
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- Eliseo Palumbo
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Scritto bene, abbastanza scorrevole e non mi ha annoiato, anzi mi ha fatto riflettere e nella fattispecie mi sono posto una domanda: abbiamo, forse, veramente bisogno di un'intelligenza artificiale per far risvegliare in noi il senso civico, il rispetto delle norme e l'amore per se stessi?
Se fosse veramente così, lo trovo molto triste.
Tornando al racconto, il protagonista ha avuto una sua coerenza per tutto il tempo, un uomo a cui piace forse apparire, cercando il modello più evoluto di auto, un uomo a tratti arrivista, disposto a tutto pur di raggiungere il suo scopo, e anche caparbio.
Per me è bello.
Re: Commento
Con la X-car, autisti drogati e/o ubriachi smetterebbero di fare danni. C'è, come sempre , il risvolto della medaglia: siamo disposti a cedere tutta (o una parte) della nostra libertà in cambio della comodità? Le multinazionali del settore risponderebbero un "sì" entusiastico, peccato che ci sia un non piccolo conflitto d'interessi, visto che sono in ballo miliardi di dollari per lo sviluppo dell'IOT (Internet Of Things).Eliseo Palumbo ha scritto: ↑13/01/2020, 20:51 Ho trovato il racconto molto ironico, mi ha fatto sorridere.
Scritto bene, abbastanza scorrevole e non mi ha annoiato, anzi mi ha fatto riflettere e nella fattispecie mi sono posto una domanda: abbiamo, forse, veramente bisogno di un'intelligenza artificiale per far risvegliare in noi il senso civico, il rispetto delle norme e l'amore per se stessi?
Se fosse veramente così, lo trovo molto triste.
Tornando al racconto, il protagonista ha avuto una sua coerenza per tutto il tempo, un uomo a cui piace forse apparire, cercando il modello più evoluto di auto, un uomo a tratti arrivista, disposto a tutto pur di raggiungere il suo scopo, e anche caparbio.
Per me è bello.
Grazie del commento e un saluto.
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Dove l'uomo non è più il protagonista della Storia e il dominatore delle Tecniche, ma subisce la Storia in quanto funzionario della Tecnica.
Il finale è utopico. Non possiamo disinserire le macchine, non possiamo farne a meno. La loro presenza è necessaria e ci è socialmente imposta.
Re: Commento
L'applicazione dell'informatica agli oggetti di uso comune (automobile, televisore, elettrodomestici) seguirà lo stesso andamento degli smartphone: sarà venduta come un'opportunità di avere una vita più facile, finché non ci sarà più nessuna scelta alternativa. L'ultimo atto di libertà è allora la disattivazione, finché sarà possibile, come in "2001: odissea nello spazio".Namio Intile ha scritto: ↑15/01/2020, 15:05 Da protagonista della Storia il povero Mario si ritrova a essere un semplice passeggero, anzi un virtuale sottoposto, della Macchina. L'unica cosa che può fare è assecondarla e far finta di niente. Non so se consapevolmente o meno, ma il tuo racconto è una metafora del rapporto tra l'Uomo e la Società della Tecnica e di un dibattito filosofico, e poi sociologico, lungo secoli.
Dove l'uomo non è più il protagonista della Storia e il dominatore delle Tecniche, ma subisce la Storia in quanto funzionario della Tecnica.
Il finale è utopico. Non possiamo disinserire le macchine, non possiamo farne a meno. La loro presenza è necessaria e ci è socialmente imposta.
Re: commento
Il tuo è un punto di vista femminile, che io avevo trascurato: è vero, Alyssa fa rispettare le regole ma... (lo dico sottovoce) è una gran rompiscatole. Grazie a lei Mario non provoca un incidente stradale, e lui anziché ringraziarla le rimprovera la castità forzata: gli uomini, che mascalzoni!Laura Traverso ha scritto: ↑14/01/2020, 18:06 Complimenti! Il racconto è bello, originale e molto divertente. Appena ho visto la lunghezza del testo ho pensato di passare oltre... poi ho iniziato a leggere ed è stato un piacere: nonostante la lunghezza scorre molto bene. Mi è dispiaciuto molto per Alyssa, così incompresa al punto da essere annullata da quel lui abituato a trasgredire. Quindi, in maniera molto soft, l'autore ha sottolineato quanto poco rispettoso di norme e regole sia, mediamente, l'uomo. E poi, basta guardarsi attorno...
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Re: L'automobile intelligente
L'uomo cessa di comprendere ciò che si costruisce, persino la richiesta di ciò che si deve costruire sfugge all'Uomo, ed è dettata dall'Apparato nel suo complesso.
Il dono di Pro-meteo, il dono della pre-visione, sembra in contrasto con la tecnica moderna, a cui sfuggono i contorni e le conseguenze di ciò che viene compiuto (e penso alle biotecnologie, alle tecnologie nucleari, ma anche alla massiccia robotizzazione dell'attività di produzione). Un dono, quello della tecnica moderna, che sembra sia stato fatto non da Prometeo, ma da suo fratello Epi-meteo (colui che non pre-vede, in molti miti colui che scoperchia il vaso di Pandora).
Quindi, se la Tecnica Antica dispiegava le possibilità della Natura all’Uomo, era il mediatore nel rapporto tra Uomo e Natura, con la tecnica moderna sia Uomo che Natura sono disposti dalle richieste che le possibilità tecniche promuovono.
La tecnica diventa l'ultimo orizzonte dell'uomo, un orizzonte senza limiti, dove tutto ciò che può esser fatto deve esser fatto (lo disse Bacone o oggi lo pensano in molti).
Quindi, per ricapitolare, se la tecnica antica dispiegava le possibilità della Natura all’Uomo, era il mediatore nel rapporto tra Uomo e Natura, con con la tecnica moderna sia Uomo che Natura sono disposti dalle richieste che le possibilità tecniche promuovono.
La tecnica diventa l'ultimo orizzonte dell'uomo, un orizzonte senza limiti, dove tutto ciò che può esser fatto deve esser fatto.
Questo disvelamento che consiste nell'impiegare e nel tutto disporre, può aver luogo solo in quanto l'uomo è per parte sua già pro-vocato a metter allo scoperto le energie della Natura. Se però l'uomo è in tal modo pro-vocato e disposto, non farà parte anche lui del fondo a disposizione? Le espressioni che dicono “materiale umano” o “ contingente di soldati” lo fanno già pensare. La guardia forestale che oggi misura il legname degli alberi abbattuti e che apparentemente segue allo stesso modo i sentieri già battuti da suo nonno è oggi impiegata dall'industria del legname, lo si sappia o no. Egli è impegnato al fine di assicurare l'impiegabilità della cellulosa, la quale è a sua volta provocata dalla domanda di carta destinata ai giornali e alle riviste. Questi, a loro volta, dispongono il pubblico ad assorbire le cose stampate, in modo da divenire impiegabile per la costruzione di un'opinione pubblica costruita su disposizione.
M.Heidegger, La questione della tecnica.
E ancora: Nella misura in cui l'Apparato dà luogo all'incondizionatezza dell'accrescimento e dell'assicurazione di sé, e in verità ha come scopo, l'assenza di scopo, allora l'uso dell'essente è un'usura. Le guerre mondiali e il loro carattere di totalità sono già conseguenza dell'abbandono dell'essere. Esse spingono a un'assicurazione di fondi a disposizione che è opera di una forma permanente di usura. Questo processo si impadronisce anche dell'Uomo, il quale non può più nascondere il carattere che fa di lui la più importante delle materie prime.
M.Heidegger, Oltrepassamento della metafisica.
Per dare un'idea di cosa sia un Apparato tecnico basta ricorrere a Max Weber. Egli scrive, in Economia e Società, che “ il modo formalmente più razionale di esercitare il potere è la razionalità tecnica”.
Essa non è costituita solo da concettualità scientifica e strumentazione tecnologica, ma anche da un sistema di condizioni economiche, giuridiche, politiche, burocratiche, urbanistiche, sanitarie, scolastiche, militari, che consentono all'Apparato di potersi esprimere e funzionare.
Max Weber individua queste condizioni nel capitalismo. Ma, a suo parere, dell'Apparato non può fare a meno neanche una società organizzata su base socialista.
L'organizzazione marxista dell'Apparato scientifico tecnologico che doveva difendere ed estendere l'aspirazione alla società giusta è stata anche il principale ostacolo al funzionamento di tale apparato. Il capitalismo si è invece rivelato più idoneo del comunismo a rendere congruenti le proprie aspettative a quanto viene richiesto per il funzionamento ottimale dell'Apparato. Nello scontro con il capitalismo il comunismo ha quindi dovuto rinunciare ad aspetti sempre più caratteristici del proprio progetto di organizzazione dell'esperienza umana. Per reggere al confronto tecnologico con il capitalismo il comunismo ha dovuto rinunciare a se stesso. E forse ha tardato troppo a compiere questo passo, perché ha finito col mettere a repentaglio anche la componente economica di quell'apparato, per difendere il quale il comunismo rinunciava a se stesso.
E.Severino, Il destino della tecnica.
Pertanto, il comunismo dell'Est è crollato perché l'ideologia della solidarietà che si proponeva la soddisfazione universale dei b isogni umani era in contrasto con il potenziamento del proprio Apparato tecnico, necessario per contrastare l'ideologia capitalista dell'Ovest e realizzare lo scopo dell'ideologia comunista. L'insufficienza dell'Apparato comunista quindi, e non il desiderio di democrazia, hanno deciso il tramonto del comunismo.
U.Galimberti, Psiche e Techne.
Secondo Severino analoga fine toccherà al capitalismo. Il quale, guidato da un impulso irrazionale come l'avidità, prima o poi metterà in pericolo la sussistenza dell'Apparato tecnico scientifico e sarà da questo sostituito.
La razionalità tecnica è il modo più razionale per governare il Mondo.
Siamo dunque giunti alla trasposizione dei fini, quando il soggetto diventa oggetto. Non si tratta di un passaggio indolore, le conseguenze sono immani in quanto muta completamente, per la prima volta, il rapporto dell’uomo con l’universo.
La trasposizione dei fini mette fine a tutte le esperienze conoscitive precedenti: etica, religione, politica, filosofia, sociologia, antropologia, psicologia.
L'uomo può essere spiegato, ma non com-preso, con i mezzi della scienza moderna.
La razionalità scientifica, essendo ipotetica, accetta di essere smentita. La verità scientifica (ipotetica) distrugge ogni ideologia, sia essa religiosa, politica o sociale, sin dalla radice insieme a ogni forma di sapere non scientifico, in quanto questi, se smentiti dalla storia, dai fatti, dalla stessa scienza, si auto-dissolvono.
Per concludere, l'uomo si trova tra l'incudine e il martello. L'incudine della Scienza moderna, che ha trasformato l'Uomo da soggetto in oggetto, in un fondo a disposizione. Questa trasposizione di fini ha reso inefficace e inutile ogni antico sapere, ogni religione, etica, politica, filosofia. E il martello, perché resiste, non si sa ancora per quanto, il capitalismo con la sua irrazionale avidità elevata a sistema. L'ideologia più imperfetta di tutte forse, e le conseguenze di questa aspirazione ultima dell'uomo, la sola rimasta in vita, sono sotto gli occhi di tutti: quando l'accumulazione del denaro sembra essere l'unico merito, l'unico metro a disposizione, l'ultima aspirazione umana, l'ultimo barlume di storia.
Alla fine di questo percorso il filosofo Emanuele Severino vede la caduta del capitalismo e la realizzazione del Paradiso della Tecnica. Non un bel posto per l'Uomo leggendo le sue opere.
Io sono più ottimista e solo spero, come Heidegger, che l'Uomo “pro-vocato come impiego, non diventi mai del tutto un fondo a disposizione”.
Il commento sta a significare quanto un racconto all'apparenza divertente possa in realtà implicare.
Re: L'automobile intelligente
Questo non è un commento, è un mini-saggio filosofico! Purtroppo, le mie (scarse) reminiscenze liceali non mi permettono di integrare questo intervento in modo adeguato.Namio Intile ha scritto: ↑16/01/2020, 14:57 Lo sbaglio comune è quello di considerare la moderna tecnologia neutra...
Posso solo aggiungere che, per la prima volta nella Storia, i possessori di una certa conoscenza (in campo informatico e, sempre di più, nelle applicazioni in biologia e medicina) avranno un potere quasi assoluto sul resto dell'Umanità. Se a ciò si aggiunge l'attuale tendenza al capitalismo assoluto che frantuma le nazioni ed eleva al rango di Stati le multinazionali, c'è più di un motivo per non essere ottimisti sul nostro avvenire.
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Commento: L'automobile intelligente
Re: Commento: L'automobile intelligente
Il fatto è che le nuove tecnologie, nate per semplificarci la vita (almeno, così ci dicono), in realtà controllano ogni nostro comportamento. Se questo è un fatto positivo, nel caso di azioni rischiose (come guidare ubriachi), non lo è in assoluto, poiché limiteranno la nostra libertà.
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Per quanto riguarda poi l'"arrosto", essendo di animo semplice e lineare ho letto con grande piacere il tuo lavoro trovandolo molto intelligente e ricco di spunti veri e originali - dovuti a grande capacità di osservazione - oltre che, naturalmente, di spirito e di umorismo. Nessun commento profondo e colto, quindi, ma solo la comunicazione del piacere di averti letto. Complimenti, quindi.
Poi vado sopra per votare e vedo un votaccio e un voto di sufficienza. Boh, proprio non capisco!
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Re: Commento
Ti ringrazio per il commento fin troppo favorevole. Casualmente, proprio quest'anno è il 60 il mio numero: anno di nascita e numero di anni compiuti (sul peso ci siamo vicini: non sono esattamente un gigante...). Ho una laurea in discipline scientifiche, quindi le mie pretese letterarie non sono molto alte, e preferisco che il carattere dei protagonisti emerga da ciò che fanno, più che da monologhi interiori o descrizioni minuziose che, se leggo in libri di altri, mi fanno addormentare.Giorgio Leone ha scritto: ↑24/01/2020, 20:23 Andr60, i nostri commento si sono incrociati. Prima di tutto devo farti i complimenti per il tuo modo di scrivere che, a mio parere, somiglia parecchio al mio, o a come vorrei fosse il mio: così, indirettamente, faccio i complimenti anche a me stesso. Intendo riferirmi non solo alla proprietà di linguaggio, alla scorrevolezza senza intoppi, all'assenza di refusi dovuta a cura e riletture, alla semplicità (ma non banalità) nello svolgimento, ma anche - e forse sopratutto - alla logica che presiede evidentemente al tuo modo di pensare, e conseguentemente di esprimerti e scrivere. Senza offendere nessuno, si potrebbe anche dire che una volta, a scuola, insegnavano veramente qualcosa di valido (sempreche il 60 sia il tuo anno di nascita e non il tuo peso in kg.). Io, che potrei avere 11 anni più di te, ad esempio, dopo le elementari con una maestra eccezionale, ho vissuto di rendita sino al termine degli studi e anche dopo.
Per quanto riguarda poi l'"arrosto", essendo di animo semplice e lineare ho letto con grande piacere il tuo lavoro trovandolo molto intelligente e ricco di spunti veri e originali - dovuti a grande capacità di osservazione - oltre che, naturalmente, di spirito e di umorismo. Nessun commento profondo e colto, quindi, ma solo la comunicazione del piacere di averti letto. Complimenti, quindi.
Poi vado sopra per votare e vedo un votaccio e un voto di sufficienza. Boh, proprio non capisco!
Mio figlio (che ora ha 18 anni) fa ancora errori di ortografia: le numerose riforme della scuola hanno ottenuto il loro scopo. All'incontrario.
Re: Commento
Ho visto il film di Kubrick al cinema, quando avevo 8 anni; non c'ho capito molto (soprattutto il finale), però l'imprinting fantascientifico è stato potente, e da allora non ho mai smesso di interessarmi alla s.f.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑25/01/2020, 11:19 Ben scritto, ironico e futuribile, ma non troppo, vista l’ingerenza che sta assumendo la tecnologia nel nostro quotidiano. Mi ha ricordato certe cose di Ron Goulart sul rapporto uomo/macchina, aggiornato al XXI° secolo. Azzeccata anche la citazione di Hal 9000. Per ora l’uomo vince, domani chissà.
Da ex abbonato di Urania, ti posso dire che ho sempre letto volentieri i romanzi di Goulart, e il fatto di ricordartelo in qualche modo non può che farmi piacere.
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mi spiace per Alyssa che, tutto sommato, voleva solo far rispettare le regole (e ce ne sarebbe davvero bisogno), anche se a tratti appariva troppo invadente.
Mario ha scelto la libertà provvisoria, alla fine, ma avrà fatto bene?
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Com'è difficile nella vita trovare la giusta via! Alyssa voleva far rispettare le giuste regole ed è diventata pedante al punto da far venire voglia al protagonista di eliminarla. Adesso a quel pover'uomo verrà voglia di trasgredire ancor di più.
Re: Commento
Succede anche nei rapporti sentimentali, che uno dei due diventi troppo pedante. Se ci fosse un antivirus anche per quello...Stefyp ha scritto: ↑30/01/2020, 8:16 Mi è piaciuto molto, si legge tutto d'un fiato. Quando un racconto lungo ti tiene avvinto alla storia dalla prima parola all'ultima merita senz'altro il massimo dei voti.
Com'è difficile nella vita trovare la giusta via! Alyssa voleva far rispettare le giuste regole ed è diventata pedante al punto da far venire voglia al protagonista di eliminarla. Adesso a quel pover'uomo verrà voglia di trasgredire ancor di più.
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Re: L'automobile intelligente
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La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Mai Più
Antologia di opere grafiche e letterarie aventi per tema il concetto del MAI PIÙ in memoria del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, di AA.VV.
Nel 2018 cade il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, perciò abbiamo voluto celebrare quella follia del Genere umano con un'antologia di opere grafiche e letterarie di genere libero aventi per tema il concetto del "mai più".
Copertina di Pierluigi Sferrella.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Alessandro Carnier, Romano Lenzi, Francesca Paolucci, Pasquale Aversano, Luisa Catapano, Massimo Melis, Alessandro Zanacchi, Furio Bomben, Pierluigi Sferrella, Enrico Teodorani, Laura Traverso, F. T. Leo, Cristina Giuntini, Gabriele Laghi e Mara Bomben.
Le radici del Terrore
Antologia di opere ispirate agli scritti e all'universo lovecraftiano
Questa antologia nasce dalla sinergia tra le associazioni culturali BraviAutori ed Electric Sheep Comics con lo scopo di rendere omaggio alle opere e all'universo immaginifico di Howard Phillips Lovecraft. Le ventitrì opere selezionate hanno come riferimento la narrativa "lovecraftiana" incentrata sui racconti del ciclo di Cthulhu, già fonte di ispirazione non solo per scrittori affermati come Stephen King, ma anche in produzioni cinematografiche, musicali e fumettistiche. Il motivo di tanto successo è da ricercare in quell'universo incredibile e "indicibile", fatto di personaggi e creature che trascendono il Tempo e sono una rappresentazione dell'Essere umano e delle paure che lo circondano: l'ignoto e l'infinito, entrambi letti come metafore dell'inconscio.
A cura di Massimo Baglione e Roberto Napolitano.
Copertina di Gino Andrea Carosini.
Contiene opere di: Silvano Calligari, Enrico Teodorani, Rona, Lellinux, Marcello Colombo, Sonja Radaelli, Pasquale Aversano, Adrio the boss, Benedetta Melandri, Roberta Lilliu, Umberto Pasqui, Eliseo Palumbo, Carmine Cantile, Andrea Casella, Elena Giannottu, Andrea Teodorani, Sandra Ludovici, Eva Bassa, Angela Catalini, Francesca Di Silvio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Arianna Restelli.
Special guests: gli illustratori americani e spagnolo Harry O. Morris, Joe Vigil and Enrique Badìa Romero.
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La Gara 63 - Treni e stazioni
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La Gara 11 - Parole in padella
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2020 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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