Una sera al Roundhouse di Camden
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Una sera al Roundhouse di Camden
Al concerto dei Doors io ero sugli spalti con il mio amico Maurizio. Per la cronaca, suonarono prima di loro i Jefferson Airplane con l’indimenticabile Grace Slick.
La narrazione in prima persona è in verità l’esperienza di Andrea, come me la raccontò lui stesso due mesi dopo, quando lo conobbi in occasione di un altro memorabile concerto.
A scuola appena iniziata, i miei non mi avevano permesso di volare a Londra nel mese di ottobre, mancando così il concerto al Forum dei Cream con i Deep Purple. Ma non a novembre per il concerto di addio dei Cream al Royal Albert Hall.
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Ottimo lavoro
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Re: Commento
Tutto vero, ma a diciott'anni non ci pensavamo. E questo è un racconto del '68.Paola Tassinari ha scritto: ↑02/04/2022, 14:30 … manca qualcosa però, il malessere che stava dietro a tutto questo fermento. La violenza, la paura, la tensione, il panico, la maledizione, il tipo di droga che per lo più era LSD, la droga del divino, del paradiso, delle allucinazioni, lo schiacciare le sigarette accese sulla pelle delle ragazze di Morrison, la sua reincarnazione in un nativo indiano… neanche un accenno della loro musica psichedelica con tutto quello che ci sta dietro… non era solo uno spasso era anche arancia meccanica.
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innanzitutto, vorrei ringraziarti. Tra i tanti gruppi degli anni sessanta e settanta di cui al tempo hai partecipato ai concerti, i Doors è l’unico gruppo che conosco bene. Questo perché, pur essendo della generazione successiva alla tua, alle scuole medie avevo un compagno di classe che venerava Jim Morrison e che mi ha iniziato alle opere immortali di questo cantante maledetto. Le descrizioni di questa esperienza, per certi versi quasi metafisica, sono davvero belle e coinvolgenti e, in particolare, mi sono ritrovato subito nelle sensazioni e nelle emozioni scaturenti dalle canzoni da te citate nel racconto. In sintesi, i Doors costituiscono per me l’anello di congiunzione con quel mondo straordinario fatto di musica che, per tua fortuna, hai vissuto in prima persona e che per me costituisce solo un’eco lontana proveniente da musicassette Basf e Sony che, al tempo, avevo duplicato con il mio stereo Aiwa… Insomma, anche per motivi personali, ma non solo, non posso che dare il massimo dei voti.
A proposito, già che ci sono allego il testo della canzone con cui ho avuto il mio primo incontro con Jim (dimenticavo: "Riders on the Storms" è la melodia che parte in sottofondo quando chiamo il commercialista dell'azienda con cui lavoro...):
People Are Strange
People are strange when you're a stranger
Faces look ugly when you're alone
Women seem wicked when you're unwanted
Streets are uneven when you're down
When you're strange
Faces come out of the rain
When you're strange
No one remembers your name
When you're strange
When you're strange
When you're strange
People are strange when you're a stranger
Faces look ugly when you're alone
Women seem wicked when you're unwanted
Streets are uneven when you're down
When you're strange
Faces come out of the rain
When you're strange
No one remembers your name
When you're strange
When you're strange
When you're strange
Alright, yeah
When you're strange
Faces come out of the rain
When you're strange
No one remembers your name
When you're strange
When you're strange
When you're strange
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Re: Commento
Erano gli anni in cui la musica occupava quasi tutti i miei interessi, forse addirittura superiori all'amore per le ragazze.Messedaglia ha scritto: ↑09/04/2022, 11:15 innanzitutto, vorrei ringraziarti. Tra i tanti gruppi degli anni sessanta e settanta di cui al tempo hai partecipato ai concerti, i Doors è l’unico gruppo che conosco bene.
Concerti, quasi tutti in Inghilterra, ma anche a Milano ce ne furono di memorabili.
A scuola, l'unica materia in cui ero imbattibile era "inglese", che imparavo sul posto ma anche sui libri di Carlos Castaneda. Chi non avesse mai letto il suo primo libro "A Yaqui Way of Knowledge" lo consiglierei, soprattutto a chi ama il genere diciamo: "Filosofia , antropologia , etnografia , sciamanesimo". Allora io ne ero letteralmente conquistato, poi la vita mi ha insegnato a essere più prudente.
Non escludo di scrivere i miei ricordi, per ora soltanto scarabocchiati sulle pagine di un vecchio diario ingiallito, sul concerto di Jimi Hendrix al Piper di Milano, 23 maggio 1968.
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Noto che però sei stato più distaccato e manierista col resto della storia: usi moltissimo espressioni "da manuale", al punto che si potrebbero quasi anticipare. Cerca di infondere la stessa personalità anche nelle fasi di costruzione e nel brevissimo (e alquanto slegato dal resto) epilogo.
Anch'io ho i miei molti problemi con le virgole, quindi mi sento "titolato" a osservare i tuoi, non moltissimi, ma che in genere spezzano periodi altrimenti scorrevoli. Un esempio:
"La permanenza a Londra dei quattro sarebbe stata di due soli giorni e forse fu questo il motivo per cui Jim chiese all’autista di compiere un ampio giro per la città, prima di raggiungere il Roundhouse"
qui la virgola non la ritengo necessaria.
Tra i diversi paragrafi ho scelto questo perché proprio al suo inizio ho notato il refuso "volendogli accogliere nel rispetto dei tradizionali costumi britannici", dove immagino fosse "volendoLi".
Uff... questa gara sarà dura!
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Re: Commento
concordo con entrambe le tue segnalazioni: la classe non è acqua, mi dico sempre, e si vede.Marino Maiorino ha scritto: ↑18/04/2022, 10:06 Noto che però sei stato più distaccato e manierista col resto della storia: usi moltissimo espressioni "da manuale", al punto che si potrebbero quasi anticipare. Cerca di infondere la stessa personalità anche nelle fasi di costruzione e nel brevissimo (e alquanto slegato dal resto) epilogo.
...
Uff... questa gara sarà dura!
Cercherò di mettere in pratica i tuoi consigli. Tanto per incominciare riscriverò questo racconto, come ho anche fatto con quello precedente, ma per correttezza eviterò di cambiare il testo in gara.
Uff... questa gara è bellissima! È un piacere avere a che fare con tante persone competenti.
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Mi è piaciuto l'inizio che rende bene l'idea del background londinese di allora.
Ho apprezzato anche la descrizione del leader del gruppo e l'avvicendamento dei giovani nel lavoro.
Per quanto riguarda la forma,preferisco non dire niente di particolare,ho letto e capito tutto quanto e questo è l'importante.
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Insomma decisamente una bella storia.
Domanda: Ma non è che nel tuo girovagare per Londra hai beccato anche i Pink Floyd di Syd Barrett?
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Re: Commento
Domanda: Ma non è che nel tuo girovagare per Londra hai beccato anche i Pink Floyd di Syd Barrett?
[/quote]
Ciao,
ebbi la possibilità di assistere al concerto al Royal Festival Hall nell'aprile del 1969, ma era l'anno degli esami della maturità e i miei mi vietarono di volare ancora una volta a Londra. Tieni presente che di viaggi a Londra ne avevo già fatti almeno una mezza dozzina, per fortuna con la Student Card. In seguito, causa impegni di lavoro, non mi fu mai più possibile avere le ferie nelle date opportune. Ho sfiorato il concerto all'Arena di Verona, ma non ce l'ho fatta. Peccato!
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Re: Commento
Prendo nota delle tue preferenze e con la prossima gara invierò un racconto diverso. Grazie della lettura.RobertoBecattini ha scritto: ↑18/04/2022, 23:49 non mi ha emozionato come avrei voluto. Formalmente impeccabile.
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Re: Commento
Prendo nota delle tue preferenze e con la prossima gara invierò un racconto diverso, spero più gradito. Ormai ho capito che i "Bravi Autori" hanno grande rispetto soprattutto per i racconti "impegnati" del genere storico, magari tra realtà e finzione, salvo poi non leggerli e valutarli.
Grazie della lettura.
Commento
ma questo non mi impedisce di apprezzare la descrizione e l'istoriato.I personaggi sono descritti bene e l'insieme è interessante.
Commento a Una sera al Roundhouse di Camden
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Re: Commento a Una sera al Roundhouse di Camden
Il racconto è stato scritto con il cuore, soprattutto la parte del concerto vero e proprio. Io ero l'ha e certe emozioni non si dimenticano mai. Rispondendo a un altro gradito commento a questo racconto qui su Bravi Autori, da parte di una nota scrittrice professionista (indovina chi è?), mi sono lasciato sfuggire che all'epoca ero un diciottenne. Considera che il concerto è del 1968, quindi il calcolo della mia età è presto fatto. E così ho forse risposto anche alla tua frase; "Non perché ritengo che tu sia arrivato", se ho ben afferrato quello che intendevi.
Grazie di tutto. Alla prossima.
Re: Commento a Una sera al Roundhouse di Camden
Non mi riferivo all'età ma al voto.La scrittura, o meglio la passione per la scrittura,non ce l'ha. Per questo non l'ho messa, e nemmeno la professione. Mi piacerebbe essere giudicata per le parole e non per altro. Utopistico? Forse. Alla prossima.Alberto Marcolli ha scritto: ↑28/04/2022, 17:17 Il racconto è stato scritto con il cuore, soprattutto la parte del concerto vero e proprio. Io ero l'ha e certe emozioni non si dimenticano mai. Rispondendo a un altro gradito commento a questo racconto qui su Bravi Autori, da parte di una nota scrittrice professionista (indovina chi è?), mi sono lasciato sfuggire che all'epoca ero un diciottenne. Considera che il concerto è del 1968, quindi il calcolo della mia età è presto fatto. E così ho forse risposto anche alla tua frase; "Non perché ritengo che tu sia arrivato", se ho ben afferrato quello che intendevi.
Grazie di tutto. Alla prossima.
Re: Una sera al Roundhouse di Camden
Poi le cose andarono diversamente; ma questa è un'altra storia.
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Il tuo racconto mi ha fatto tornare, indietro a tempi lontani, quando da ragazzini ascoltavamo Radio Lussemburgo e non potevamo che fare tristi paragoni col panorama musicale locale e pendevamo dalla labbra di quelli più grandi che ci raccontavano di viaggi e concerti in giro per l'Europa e anche più in là.
Personalmente, a Londra ci andai solo più tardi, quando già l'ondata beat e rock era passata anche se si cercava di tirar in qualche modo a campare sugli allori. Per questo il racconto mi ha emozionato, Per questo e perché è scritto bene, con descrizioni di personaggi e situazioni come quadri immediati… mi sono quasi sentito fisicamente sul posto. E anche se non è bello, devo dire che ho provato pure un po' di invidia…
Ancora grazie per il viaggio che mi hai fatto fare
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Re: Commento
Ho messo in cantiere il racconto del concerto al Piper di Milano di Jimi Hendrix, perché anche a Milano non si scherzava in quegli anni. Io c'ero e vorrei riuscire a trasmettere le emozioni che provai in mezzo a quella bolgia di quattromila persone. Ero praticamente a due metri da lui e chissà se esiste qualche foto in bianco e nero in cui mi si vede con il mio amico Andrea.Ilsestogatto ha scritto: ↑16/05/2022, 17:03 Grande!
Il tuo racconto mi ha fatto tornare, indietro a tempi lontani...
Per ora ci sono solamente tre pagine del diario che tenevo e nel quale annotavo i più memorabili concerti. Se penso che quel ragazzo magro e incontenibile sarebbe morto dopo due anni, mi vengono ancora i brividi.
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A Londra andai nel '74 con la scuola, ricordo ancora Carnaby street lastricata di disegni vagamente psichedelici. Non sono mai stato un appassionato di musica (preferivo il calcio), però questi racconti hanno il potere di risvegliare dei ricordi (veri o falsi?) degli anni che ho vissuto anch'io, avendo come colonna sonora le canzoni descritte qui.
Forse è solo un'illusione, però sono convinto di essere stato più fortunato (almeno da questo punto di vista) rispetto agli adolescenti di oggi.
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Re: Commento
tutto vero, mannaggia. Formidabili quegli anni, dice Capanna. Come sappiamo non furono tutte rose e fiori, anzi, le spine non mancavano e presto si rivelarono in tutto il loro dolore. Ma è pur vero che a diciott'anni non ci si pensava e si andava incontro alla vita con tanta, tantissima incoscienza.
Ho già detto che ho in cantiere il racconto incentrato sul concerto di Jimi Hendrix al Piper di Milano in quello stesso anno. Anche li fu una storia pazzesca, con il concerto del pomeriggio cancellato. Gli strumenti dei musicisti bloccati in dogana a Malpensa alla ricerca di droga nelle casse acustiche e nella batteria, così ci dissero, non so se fosse vero. E noi ragazzi, rifiutato il rimborso del biglietto, ci siamo accalcati in un locale certo non molto grande, dopo almeno sei ore di attesa in piedi, per il concerto serale. Io ero li, Jimi Hendrix a due metri e non me lo sarei perso per tutto l'oro del mondo!
Dovevo essere a casa intorno alle otto di sera, invece a mezzanotte ancora non ero rientrato. Come sai non era semplice avvisare i genitori di un ritardo, so che la televisione forse qualche cosa aveva detto, ma mio padre, uomo di altri tempi, parti in macchina per venire a vedere cosa cavolo era successo, non so come mi individuò e non ti dico quante me ne disse. Da buon genitore, però, portò a casa anche il mio amico e altre due ragazze che, cosa vuoi? avevamo agganciato al concerto. Allora le cose andavano così! Oggi non ci capisco niente. Sempre con il cellulare in mano e poi?
Gara d'autunno 2022 - La Méduse - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 2 - 7 modi originali di togliere/togliersi la vita
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La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
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A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Daniele Missiroli, Fausto Scatoli, Angela Di Salvo, Francesco Gallina, Thomas M. Pitt, Milena Contini, Massimo Tivoli, Franca Scapellato, Vittorio Del Ponte, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Selene Barblan, Antonella Jacoli, Renzo Maltoni, Giuseppe Gallato, Mirta D, Fabio Maltese, Francesca Paolucci, Marco Bertoli, Maria Rosaria Del Ciello, Alberto Tivoli, Debora Aprile, Giorgio Leone, Luca Valmont, Letteria Tomasello, Alberto Marcolli, Annamaria Vernuccio, Juri Zanin, Linda Fantoni, Federico Casadei, Giovanna Evangelista, Maria Elena Lorefice, Alessandro Faustini, Marilina Daniele, Francesco Zanni Bertelli, Annarita Petrino, Roberto Paradiso, Alessandro Dalla Lana, Laura Traverso, Antonio Mattera, Iunio Marcello Clementi, Federick Nowir, Sandra Ludovici.
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La storia è leggermente erotica, vagamente fantasy, macchiata di horror e forse un po' comica.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.