La morte più dolce
La morte più dolce
Questo non inficiava minimamente la sua bellezza.
Alta quasi 1,80, curata, viveva la clinica come una passerella per le sue sfilate di moda.
Ci aveva stupiti tutti, ed io l'aveva puntata subito, neanche come donna, perché lei non lo era.
Non so cosa fosse, senz'altro una delle tante creature che mi avevano convinto che l'umanità era semplicemente un esperimento fallito.
Gelida, sincera, ninfomane.
Un dettaglio irrisorio, eroinomane.
Non so perché, ma più vado avanti con la vita più, il suo cinismo edonista mi pare l'unica stella polare che possa guidarci in questo deserto di finte relazioni umane.
Sapeva 4 lingue e spesso scriveva poesie in una qualsiasi come se fosse madre lingua.
Era come se la droga fosse una sorta di ovatta che lei utilizzava perché la sua intelligenza acutissima non penetrase come un coltello all'imterno della sua fragile carne.
E venne il giorno, io mi ero ripreso ero ritornato un uomo e avevo deciso di tentare scilla e cariddi, consapevole che si poteva sprofondare.
Le feci leggere la mia poesia mentre avevo il cazzo turgido per la sua bellezza, anche per la sua intelligenza, sapevo che io potevo penetrare fisicamente in lei, ma che lei poteva penetrarmi solo coi suoi occhi molto più profondamente
Overdose
I miei occhi
aperti per poco
mentre giaccio distesa
nel retro di una vecchia mercedes
vedono solo
lampioni che si susseguono
luci confuse
non capisco più nulla
non sono più nulla
questo è il mio mondo ora:
lampione
buio
lampione
buio
lampione
buio...
solo il ricordo
della bambina che ero
della bambina che sono
fa scendere ancora
qualche lacrima
su questi occhi vuoti
ma presto i negri
mi scaricheranno nel canale
e diventeranno ghiaccio.
E' sera
un alba che non verrà
il vuoto
il nero
l'abisso
salveranno la mia tenera
giovane carne
dall'orda di cannibali
chiamati giornalisti,
le loro bocche che si muovono
nelle TV, per strapparla e farla a pezzi,
ma io sono ancora la bambina che ride
e ride e corre
spensierata
nel grande prato verde
fino al ciglio di un burrone
e ora guarda stranita
OLTRE...
Presi il foglio dalle sue mani e l'abbracciai forte, sentivo che qualcosa in lei, della sua maschera aveva ceduto.
Immediatamente mi mise la lingua in bocca e cercò di abbassarmi i pantaloni.
Io la bloccai.
Ti amo anche se per poco, vieni un attimo con me prima devo fare una cosa, non me ne voglio andare senza prima averla fatta, poi saremo liberi di dimenticarci anche se io non ti dimenticherò.
Così lei mi guardò stranita, ma si lasciò condurre.
La portai nel bagno dove era pieno di polverina magica, eroina no per fortuna, non ancora,
Lei mi diede una slinguazzata e tentò di nuovo di ricominciare, io la bloccai, in un modo che stranamente lei sentì piacevole, piu piacevole del sesso, perché qualcuno la stava considerando come persona anche se lei non capiva come.
''Adesso amore'' le dissi mentre le accarezzavo i capelli e le baciavo la testa, ora guardati allo specchio.
All'inizio si riassestò i capelli civettuola come se niente fosse, poi all'improvviso un fulmine l'attraversò da parte a parte facendola fremere come in un elettroshock.
Continuava a guardarsi allo specchio, incominciò a tremare.
Io la strinsi forte, le dissi soffiandole sul collo: continua.
''Dov'è finita la vecchia bambina, sai che sei ancora tu, cucciola...'''
Lei impallidì completamente: disse tremando: ''io non so più chi sono''.
Non piangeva perché non era capace: la sua angoscia era troppa.
Divenne una statua di cera immobile, gli occhi fissi in sé stessi, persi, ebbi la stessa impressione di quando avevo fatto visita all'obitorio, quegli occhi vitrei, non erano di una persona viva, qualcosa l'aveva uccisa.
In un microsecondo lei si divincolò dalla mia presa e si chiuse nello stanzino.
Io sapevo cosa aveva in mente, e con botte se più forti sfondai la porta.
Ma era troppo tardi.
La spada conficcata nel braccio aveva iniettato una dose mortale.
Il suo cuore non batteva più.
Ancora in tailleur e tacchi a spillo si era data la morte.
Gli occhi di bambola nel vuoto, li richiusi delicatamente.
Ebbi una strana idea, farla finita con lei e porle la mia testa nel suo grembo.
Un utero nero chiamato morte, questa volta, il suo.
Poi mi inginocchiai le baciai la bocca già irrigidita.
Non riuscì nemmeno a piangere, me ne andai col cuore gonfio di dolore.
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Ci sono diversi refusi e, in generale, la formattazione è da rivedere.
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Per quanto riguarda il tema della volgarità, secondo me, è stata dosata bene. L'autore non ne ha abusato e non mi è sembrata gratuita, ma ben mirata.
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Il mio blog personale: Lo scrittoio di Marco Daniele
Museo letterario
Antologia di opere letterarie ispirate dai capolavori dell'arte
Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Introduzione del Prof. Marco Vallicelli.
Copertina di Giorgio Pondi.
Contiene opere di: Claudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, Isabella Galeotti, Tiziano Legati, Angelo Manarola, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Annamaria Vernuccio, William Grifò, Maria Rosaria Spirito, Cristina Giuntini, Marina Paolucci, Rosanna Fontana, Umberto Pasqui.
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IperStore - il lato oscuro dello Shopping
È il giorno dell'inaugurazione di un supermercato, uno davvero grande, uno iper, uno dei tanti che avrete voi stessi frequentato e arricchito. Durante questa giornata di festa e di aggregazione sociale, qualcuno leggerà un dattiloscritto ancora inedito il cui contenuto trasformerà l'impossibile in normalità.
"...come se dal cielo fosse calata la mano divina di un Dio stanco e dispiaciuto dei propri errori, o come se tutte le altre grandi divinità finora inventate dal Genere umano per compensare la propria inconsapevole ignoranza tribale e medievale verso i misteri della Natura e della Vita, si rivoltassero ai propri Creatori e decidessero di governare le loro fantasie".
La storia è leggermente erotica, vagamente fantasy, macchiata di horror e forse un po' comica.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
L'Altro
antologia AA.VV. sulle diversità del Genere Umano
Attraverso il concorso "L'Altro - antologia sulle diversità del Genere Umano", gli autori erano stati chiamati a esprimersi sulle contrapposizioni fra identità, in conflitto o meno, estendibili anche a quelle diversità in antitesi fra di loro come il terreste e l'alieno, l'Uomo e l'animale, l'Uomo e la macchina, il normale e il diversamente abile, il cristiano e il musulmano, l'uomo e la donna, il buono e il cattivo, il bianco e il nero eccetera. La redazione cercava testi provocatori (purché nei limiti etici del bando), senza falsi moralismi, variegati, indagatori e introspettivi. Ebbene, eccoli qua! La selezione è stata dura e laboriosa, ma alla fine il risultato è questo ottimo libro.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Furio Bomben.
Contiene opere di: Furio Bomben, Antonio Mattera, Maria Letizia Amato, Massimo Tivoli, Vespina Fortuna, Thomas M. Pitt, Laura Massarotto, Pasquale Aversano, Ida Dainese, Iunio Marcello Clementi, Federico Pavan, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Giorgio Leone, Giovanna Evangelista, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Francesco Zanni Bertelli, Gabriele Ludovici, Laura Traverso, Luca Valmont, Massimo Melis, Abraham Tiberius Wayne, Stefania Fiorin.
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La Gara 61 - Ai confini della Realtà
A cura di Massimo Tivoli.
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La Gara 35 - Zombie & Incipit
A cura di Ser Stefano.
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La Gara 30 - La verità è là fuori
A cura di Diego Capani e Luigi Bonaro.
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