A Ezio Bosso
A Ezio Bosso
con su polisón de nardos.
El niño la mira mira.
El niño la está mirando
(De “Romancero gitano”, Romance de la luna, luna. Federico García Lorca)
La signora del tempo si affacciò inattesa all’uscio di chi aveva ancora troppe cose per la testa. Non era bastata una vita tanto breve per fare tutto quanto a lui premeva dentro; tutto uno sbocciare di bellezza e armonia, che seppure costava grandissimo dolore era pur sempre un miracolo cui non poteva rinunciare. Quando la morte si approssimò, lui alzò la sua mano elegante, tranquilla, a sbarrarle il passo.
Un momento - disse - so bene che si deve pur morire e le mie carte non sono vincenti, ma il come e il quando vorrei deciderli io.
La signora rimase un po’ sorpresa. Non era tanto la superbia di un don Giovanni che leggeva negli occhi del giovane. Semmai coraggio, di chi a costo delle pene più atroci rifugge l’ausilio della bianca liberatrice per strappare ancora un’alba all’orizzonte.
Quegli occhi sorridenti da bambino la fecero incuriosire e decise di sedersi là, in platea, ad attendere placidamente che finisse quanto gli premeva tanto di fare.
Allora la mano leggera toccò con dolcezza il leggio per due volte, con una bacchetta sottile che risuonò nel silenzio come un segnale convenuto. Poi prese a muoversi accompagnando il movimento più ampio del braccio, se non di tutto il corpo, ma senza perdere mai d’eleganza ed armonia. Sul volto gli si stampò un sorriso, come di beatitudine. E il buio della sala si illuminò di colpo ma senza luce alcuna. Il suono che pervase il teatro all’improvviso la inchiodò al posto che s’era scelta in fondo alla platea, sorridendo compiaciuta della propria pazienza, sicura che si sarebbe annoiata dato che ormai nulla più la sorprendeva.
Invece, improvvisa, la colse la strana sensazione che qualcosa di nuovo stesse accadendo. Avvertiva come una mancanza, che però si accompagnava anche a una sensazione di piacere, come non credeva di avere mai sperimentato, sempre che la morte possa provare piacere di qualcosa. L’effetto potente e sublime della musica la pervadeva al punto di farle sentire quello che gli uomini sentivano; ed era del tutto nuovo per lei, ben avvezza ai suoni divini dell’empireo. Qualcosa di troppo umano la dominava al punto da sembrare quasi divino, ma non lo era. Era semplicemente la sensazione di non essere più così invincibile a scuoterla e al tempo stesso a emozionarla. Vecchia com’era, non avrebbe mai immaginato di sperimentare ancora un’emozione; come se qualcosa la stesse muovendo da dentro fino alla commozione. Gli uomini riuscivano a commuoverla, con la loro pena, cui stavano attaccati con tanto amore come alla cosa più preziosa. E in quel momento si sentì sopraffatta da tutti i profumi, le sensazioni, i colori più intensi ma anche la disperazione e l’angoscia che dominavano il mondo, proprio come se avesse condiviso la vanità della vita umana.
Volgendo a fatica lo sguardo sulla sua clessidra vide che un granello fluttuava, solo nel vuoto, impedendo al resto della sabbia di seguirlo nel contare i passi degli umani. E fu allora che si accorse di cosa stava succedendo. Quel piccolo uomo zoppicante si ergeva solo davanti a lei come l’insignificante granello di sabbia. Per quanto piccolo le appariva pur sempre grande come un gigante, come il masso immenso di una diga che non lascia passare lo scorrere dell’acqua. Perché questo era riuscito a fare il direttore d’orchestra, togliendole tutto il suo potere. Aveva fermato il tempo inondando lo spazio di bellezza e di dolore, passione e tristezza, luce ed ombra.
Fu in quel momento che la più grande commozione la pervase, pensando a come gli uomini potessero amare tanto la vita pur sapendo di doverla lasciare. Ed accettassero l’ineluttabilità di quella soglia che lei li aiutava a varcare senza sapere, per certo, che cosa li aspettasse. E ne invidiò per un attimo la fede, l’incertezza, ma soprattutto la speranza.
A quel punto la musica cessò. La clessidra riprese a scendere e il giovane artista disse – bene, ora comincio ad essere un po’ stanco; sarà meglio che ti segua – e prendendola per il braccio come si fa con una bella signora, si fece accompagnare sulla porta da cui non si fa ritorno. Ma una volta varcata con curiosità la soglia della morte, ciò che vide davanti a sé fu l’enorme estensione d’un percorso che sembrava non finire mai e chiese – ma questo cos’è? –
La signora, guardando negli occhi che l’avevano conquistata rispose:
-Non è che tutto lo spazio che hai percorso pur non potendo camminare. E per quanto immenso possa apparire giungendo fin laggiù, oltre le stelle, esso ha un inizio e una fine come ogni vita. Come un’opera d’arte. -
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buone le descrizioni, bella l'idea di mostrare la morte mentre osserva il lavoro di chi deve portarsi via.
qualche d eufonica di troppo e alcuni refusi.
mancano delle maiuscole. bel pensiero, comunque.
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la prima parte non mi è piaciuta molto: l'ho trovato un po' enfatica in alcuni passaggi. Bello il finale e la naturalezza con cui descrivi il morire. La serena accettazione dopo la "ribellione" iniziale
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Bello qual Bianca Liberatrice riferito alla Vecchia Signora. Non nera, non portatrice di sventura, ma Bianca e Liberatrice.
Interessanti le riflessioni nel corpo principale del racconto.
Ti segnalo soltanto:
"la fecero incuriosire" perché non la incuriosirono?
"Gli uomini riuscivano a commuoverla, con la loro pena, cui stavano attaccati con tanto amore come alla cosa più preziosa." La proposizione a mio parere va riscritta. Gli uomini riuscivano a commuoverla, perché stavano attaccati alle loro sofferenze come alla cosa più preziosa.
e chiese – ma questo cos’è? – Due punti dopo chiese.
Bel racconto, complimenti.
Re: A Ezio Bosso
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Re: A Ezio Bosso
Presenza di diversi elementi insieme, la morte in generale, tutte le sue manifestazioni e il ricordo della morte di un artista. E' una tipologia di componimento che sicuramente è molto affascinante ma per i miei gusti personali letterari è troppo "profondo". In ogni caso ammiro la capacità di riuscire a comporre pezzi come questi. Occorre veramente capacità nell'uso delle parole per descrivere o raccontare certi avvenimenti, come il parlare della morte e soprattutto quella di un grandissimo artista con tale profondità.
Va da se che non mi azzardo minimamente a esprimere una votazione. Un'opera del genere è completamente fuori dalla mia portata e dalla mia competenza e non mi vergogno di ammetterlo. Ognuno ha i suoi limiti. Sarebbe come dare un voto da 1 a 5 ai Sepolcri di Foscolo (con tutte le proporzioni). Assurdo. Vedo che altri autori molto più competenti in materia che hanno dimestichezza con questa tipologia di racconti hanno espresso il loro parere e ne sono entusiasti. Perciò in questo caso del mio voto non te ne fai nulla. Credo sia stato un impegno non indifferente comporre questo pezzo. Impegno sia mentale ma credo veramente anche a livello emotivo. Un complimento particolare veramente per l'uso delle parole.
Gara di primavera 2020 - Tre capitani, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 2 - 7 modi originali di togliere/togliersi la vita
A cura di DaFank.
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GrandPrix d'inverno 2021/2022 - Recitando i miei versi a uno sconosciuto - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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Blue Bull
Poliziesco ambientato a Chicago e Nuovo Messico
Un poliziesco vecchio stile, cazzuto, ambientato un po' a Chicago e un po' in New Mexico, dove un poliziotto scopre di avere un figlio già adulto e, una volta deciso di conoscerlo, si accorgerà che non sarà così semplice. Una storia dura e forse anche vera.
Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
Di Massimo Baglione e Cataldo Balducci.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Human Take Away
Umani da asporto
"Human Take Away" è un racconto corale dove gli autori Alessandro Napolitano e Massimo Baglione hanno immaginato una prospettiva insolita per un contatto alieno. In questo testo non è stata ideata chissà quale novità letteraria, né gli autori si sono ispirati a un particolare film, libro o videogioco già visti o letti. La loro è una storia che gli è piaciuto scrivere assieme, per divertirsi e, soprattutto, per vincere l'Adunanza letteraria del 2011, organizzata da BraviAutori.it. Se con la narrazione si sono involontariamente avvicinati troppo a storie già famose, affermano, non era voluto. Desiderano solo che vi gustiate l'avventura senza scervellarvi troppo sul come gli sia venuta in mente.
Vedi ANTEPRIMA (497,36 KB scaricato 501 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Bagliori Cosmici
la Poesia nella Fantascienza
Il sonetto "Aspettativa" di H. P. Lovecraft è stato il faro che ha guidato decine di autori nella composizioni delle loro poesie fantascientifiche pubblicate in questo libro. Scoprirete che quel faro ha condotto i nostri poeti in molteplici luoghi; ognuno degli autori ha infatti accettato e interpretato quel punto fermo tracciando la propria rotta verso confini inimmaginabili.
A cura di Alessandro Napolitano e Massimo Baglione.
Contiene opere di: Sandro Battisti, Meth Sambiase, Antonella Taravella, Tullio Aragona, Serena M. Barbacetto, Francesco Bellia, Gabriele Beltrame, Mara Bomben, Luigi Brasili, Antonio Ciervo, Iunio Marcello Clementi, Diego Cocco, Vittorio Cotronei, Lorenzo Crescentini, Lorenzo Davia, Angela Di Salvo, Bruno Elpis, Carla de Falco, Claudio Fallani, Marco Ferrari, Antonella Jacoli, Maurizio Landini, Andrea Leonelli, Paolo Leoni, Lia Lo Bue, Sandra Ludovici, Matteo Mancini, Domenico Mastrapasqua, Roberto Monti, Daniele Moretti, Tamara Muresu, Alessandro Napolitano, Alex Panigada, Umberto Pasqui, Simone Pelatti, Alessandro Pedretta, Mattia Nicolò Scavo, Ser Stefano, Marco Signorelli, Salvatore Stefanelli, Alex Tonelli, Francesco Omar Zamboni.