Intervista a Laura Ruggeri
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Intervista a Laura Ruggeri
Vi presento Laura Ruggeri.
Ciao Laura, benvenuta! Ti pongo subito la prima domanda:
Per te cosa è la "parola" raccontata e scritta?
Ciao Isabella! Ti ringrazio per avere pensato a me per la tua intervista settimanale. Io non sono che un’aspirante scrittrice e siti come questo mi aiutano a esercitarmi con la parola. Direi che mi sento più una lettrice. Sono una curiosa ascoltatrice e fin da bambina rimanevo imbambolata come una radio a riempirmi le orecchie delle storie che i grandi mi raccontavano. Sono figlia unica e da piccola non erano molte le volte in cui potevo giocare con altri bambini. Per lo più le persone con cui sono cresciuta erano anziane che mi narravano le loro versioni di fiabe. La mia narratrice più speciale è stata Pierina, che io chiamavo zia anche se era semplicemente la donna che mi accudiva quando mia madre era al lavoro. Lei di fiabe non ne conosceva, perciò le uniche storie che poteva raccontarmi erano quelle della sua vita. I suoi erano racconti per lo più di lutti, di tanti fratelli e sorelle che non erano mai cresciuti, e di bambini, i suoi, che non erano mai nati. Quello che non mi diceva a voce lo capivo benissimo dai suoi gesti e dalla cura che ci metteva a badare a me, alla sua casa, al suo orto, al cibo e ai suoi animali. C’era tanto amore in tutto quello che faceva e io mi sentivo in paradiso nella sua casa anche se consisteva in tutto di due stanze e un piccolo bagno. La cosa importante era essere insieme.
La parola scritta è una diretta conseguenza delle parole che ho ascoltato, di quello che ho visto o vissuto. Mi serve e mi è servita per capire e farmi capire, nel senso che ho sempre scritto tanto e di tutto: diari, poesie, favole, racconti, lettere, ma anche liste e riassunti di cose che dovevo assolutamente ricordare; cose del tipo: appunti di scuola e di lavoro, i film più belli che ho visto, le canzoni da non dimenticare, la frase sentita per caso da uno sconosciuto, le parole che mi sono state d’aiuto e tutt’ora mi danno una direzione, le persone, gli eventi o i luoghi che mi hanno lasciato un segno, bello o brutto che sia.
Scrivere ti aiuta ad essere?
Libera. Scrivere mi solleva dal peso delle mie paure e dal giudizio degli altri. Mi aiuta perché mi dà il tempo di arrivare alle risposte che su due piedi non sempre ho la prontezza di dare. Mi rende chiara una via di uscita da tutto quello che non funziona o che non mi piace, via che spesso coincide con dove vorrei andare. La scrittura è per me un mezzo per ascoltarmi e farmi ascoltare: scrivendo desidero cancellare ogni fraintendimento, dire chiaro e tondo cosa mi piace, cosa voglio, cosa ritengo essenziale, far parlare il mio modo personale di guardare il mondo.
Ti piace principalmente scrivere favole e fiabe, qual è la tua idea iniziale?
Parto sempre da un’emozione. Spesso si tratta di una sensazione che mi rimane dopo aver fatto un sogno: ne faccio di stranissimi, contorti, assurdi e quando al risveglio rimane la loro scia emotiva devo assolutamente scriverli. A volte trasporto una persona o un fatto che mi ha colpito in uno spazio dove posso immaginare un finale che non posso conoscere nella realtà. È una maniera per dare un seguito a qualcosa che potrebbe accadere.
Domandazza: se tu fossi un albero, quale vorresti essere, e perché?
Sarei un melo, perché è un albero semplice, perché è una pianta operosa, nel senso che si mette al servizio della natura, degli animali, dell’uomo, di tutti coi suoi frutti. Un albero è un testimone attendibile dei mutamenti del mondo, come l’uomo tiene conto del passare del tempo, diversamente da lui vive molto a lungo, ha mille forme e seppur possa sembrare immobile è capace di flettersi al vento e resistere agli urti della vita. Per questo nella terra in cui sono nata (Agordo in provincia di Belluno) quando nasce un bambino si pianta un albero: è un modo per stabilire un nesso con la sua resistenza alle intemperie e la sua capacità di elevarsi al di sopra della terra in cui ci sono le radici.
Per scrivere una favola si usa il solito schema: "Quando, dove, chi, cosa, sviluppo, conseguenze, morale, conclusione... e vissero tutti felici e contenti".
Tu lo utilizzi oppure vai dove ti porta la tua fantasia? L'importante è che ci sia una morale?
Non mi riesce di seguire uno schema per la scrittura delle favole, seguo l’emozione iniziale e mi lascio guidare dalla forza risolutrice che vuole emergere dalle favole. Non tutte le favole finiscono bene però, ma se una storia si conclude male, di solito per me non è finita. Deve pur avere un senso che mi sfugge se no perché dovrebbe essere raccontata.
Per incanto sei caduta in una tua favola... chi vorresti essere?
Nelle mie favole io ci sono sempre. Se proprio dovessi scegliere vorrei essere lo stregone che sa dare un nome giusto a tutte le cose e alle persone che incontra.
Domandazza: occupi tutto il tempo della tua giornata a scrivere oppure lo dedichi anche ad altro?
Occupo gran parte della mia giornata al lavoro (sono un’impiegata contabile). Nei momenti liberi mi piace camminare, per lo più per boschi, prati e sentieri delle montagne vicino a casa, leggere libri, racconti di persone che scrivono molto ma molto meglio di me. Mi piace fare cose che mi rilassano tipo yoga, meditazione, ascoltare musica, impastare il pane o la pizza. E mangiare buon cibo.
Il luogo dove più sei ispirata dove si trova, e perché proprio in quel sito?
Nella mia camera da letto, perché lì nessuno mi disturba.
Ora parliamo di lettura. Il verbo leggere dove lo collochi? Prima o dopo il verbo scrivere?
Leggere viene in assoluto prima del verbo scrivere. Per poter scrivere bene bisogna aver letto tanto, appreso le regole, gli stili, aver acquisito un certo gusto, consapevolezza dei propri mezzi, limiti e potenzialità.
C'è qualche lettura che ti affascina più di altre, e perché?
Leggo per lo più narrativa, ma anche poesia e saggi sui più svariati argomenti che vanno dalla filosofia, alla psicologia. Mi è piaciuto tantissimo Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estes che parla delle favole, del perché sono nate, si sono diffuse e perché sono un mezzo per conoscere sé stessi.. E naturalmente molti racconti soprattutto su siti come Braviautori. Mi piace leggere anche autori poco conosciuti perché sono più onesti e sono comunque dotati di grande originalità e talento. I miei libri del cuore sono: Cent’anni di solitudine di Marquez, Il maestro e Margherita di Bulgakov, Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino, I sessanta racconti di Buzzatti. Poi c’è un libro bellissimo che mi ha consigliato un mio amico che ho messo nella mia scatola degli oggetti “preziosi” e che si intitola Oscar e la dama in rosa di Eric-Emmanuel Schmitt: è un libro che in un certo senso parla di come vivere il tempo, perché siamo noi che passiamo nel tempo e non il contrario.
Domandazza: cosa ne faresti di un vaso?
Cosa ne faccio, vorrai dire. Io ho la casa piena di vasi che ho riempito di sassi, sabbia, conchiglie, ghiande, pigne, chicchi di caffè, penne, colori, bottoni, candele, caramelle, cioccolatini. Limitarmi a dei semplici fiori, sale, zucchero, conserve di frutta o di verdura mi sembra un po’ riduttivo.
Ed ora la classica: se ti dicessero: "Laura, hai solo 5 minuti" cosa porteresti con te per sempre?
Se dopo quei cinque minuti non passo a miglior vita scappo con mio figlio, il mio compagno, la gatta e il cane. Mi porterei le loro foto per ricordare come eravamo, un quaderno per annotare quello che mi succede, uno specchio per guardare come siamo e un bel po’ di pizza se ci viene fame.
Grazie ancora per la tua cortesia e disponibilità.
Ciao, alla prossima
Isabella
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Re: Intervista a Laura Ruggeri
Bella intervista anche questa, brave!
un incuboho la casa piena di vasi che ho riempito di sassi, sabbia, conchiglie, ghiande, pigne, chicchi di caffè, penne, colori, bottoni, candele, caramelle, cioccolatini.
(a parte le caramelle e i cioccolatini...)
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Re: Intervista a Laura Ruggeri
Così, Laura, riesci a vedere quella magia che di solito sfugge ai grandi. Mi piacciono i mille contenuti dei tuoi vasi, hai racchiuso in ognuno un pezzetto diverso di mondo.
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Re: Intervista a Laura Ruggeri
Grazie ancora Isabella per le domande e per il tuo impegno per far conoscere i diversi motivi che ci avvicinano alla scrittura.
Massimo i miei vasi pieni di tutto hanno un loro senso e un loro perché.
Comunque grazie per aver letto l'intervista e per non avermi ancora bannato dal sito!
Grazie Ida per le tue parole: aggiungono sempre qualcosa di bello a quello che c'è.
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Re: Intervista a Laura Ruggeri
Mi è piaciuta questa frase, Laura, perché rispecchia il mio pensiero molto bene.Laura Ruggeri ha scritto: ↑07/03/2019, 8:25 La scrittura è per me un mezzo per ascoltarmi e farmi ascoltare
Scrivendo, ho imparato tante cose di me sulle quali non avevo avuto il tempo di soffermarmi.
E poi, in tutti i racconti, e anche nei romanzi, chi mi conosce trova sempre qualcosa di me.
Anche cose che non mi ero accorto di metterci. E' bellissimo.
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Re: Intervista a Laura Ruggeri
Grazie per aver letto l'intervista e buon proseguimento di scrittura. Ciao
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Re: Intervista a Laura Ruggeri
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Re: Intervista a Laura Ruggeri
Vivere con 500 euro al mese nonostante Equitalia
la normale vita quotidiana così come dovrebbe essere
Vi voglio dimostrare come con un po' di umiltà, di fantasia e di buon senso si possa vivere in questa caotica società, senza possedere grandi stipendi e perfino con Equitalia alle calcagna. Credetemi: è possibile, ed è bellissimo!
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L'arca di Noel
Da decenni proviamo a metterci al riparo dagli impatti meteoritici di livello estintivo, ma cosa accadrebbe se invece scoprissimo che è addirittura un altro mondo a venirci addosso? Come ci comporteremmo in attesa della catastrofe? Potremmo scappare sulla Luna? Su Marte? Oppure dove?
E chi? E come?
L'avventura post-apocalittica ad alta tensione qui narrata proverà a rispondere a questi interrogativi.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero
antologia di opere ispirate alla paura dell'ignoto
Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Ida Dainese, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Fausto Scatoli, Annamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi, Mario Flammia, Essea, Umberto Pasqui, Enrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù, Eliseo Palumbo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Ibbor OB, Andrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi, Ida Daneri, Alessandro Mazzi.
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Gara di primavera 2022 - La grandinata (19 luglio 1943) - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2016 - (in bianco e nero)
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