Cronaca di una notte di mezza estate
Cronaca di una notte di mezza estate
Ricominciò a piovere. La piccola tettoia non riusciva a proteggerla dall'acquazzone improvviso: era fradicia. In pochi secondi la camicetta si appiccicò al corpo, così la gonna. Decise di entrare nella baracca: era buio, non c’erano finestre, la luce filtrava solo dalle fessure delle assi di legno inchiodate alle pareti. Il suono del ticchettio delle gocce sui tavoloni del tetto era amplificato e si diffondeva dappertutto. Aveva freddo. Si strinse le spalle con le mani, i capelli le scendevano pesanti e gocciolanti lungo la schiena. Spostò una ciocca dal viso e strizzò gli occhi per vedere un po’ meglio. La vista si adattò alla semioscurità e riuscì a distinguere qualche sagoma, perlopiù pale, rastrelli e attrezzi vari. Sollevò la gonna e, afferrandone un lembo, la strizzò per alleggerirla dall'acqua.
Poi fu un attimo: all'improvviso due mani le strinsero il collo, le uscì un rantolo. Il battito del cuore accelerò disperatamente, pensò che le sarebbe scoppiato nel petto. Si dimenò, cercò di voltarsi. A quel punto le mani lasciarono il collo e le afferrarono i capelli costringendola a guardare avanti. Incominciò a tossire piegandosi su se stessa, ma fu strattonata e sollevata verso l’alto. Allungò le braccia cercando di raggiungere forse un manico di scopa. Fu strattonata con maggiore violenza facendola cadere e battere violentemente l’anca. Il dolore fu lancinante. Avrebbe voluto gridare ma la paura era paralizzante e le usciva solo un verso strozzato. Poi qualcosa di morbido si avvicinò al viso e alla bocca, un odore acre, poi più nulla.
Riaprì gli occhi a fatica, si sentiva stordita, i polsi le dolevano. Si accorse che erano legati tra loro con una corda fissata ai tavoloni del soffitto. Altre due corde le trattenevano le caviglie al pavimento polveroso. Cercò di muoversi, ma più si torceva più si feriva i polsi; il destro cominciò a sanguinare. Aveva paura, le labbra tremavano sotto il nastro isolante. Pianse silenziosamente. Si trovò a concludere che quelli erano i suoi ultimi attimi di vita. Lasciò cadere la testa pesantemente in avanti, sopraffatta; non sapeva quanto tempo fosse passato, ma non molto a giudicare dagli abiti ancora fradici.
Un rivolo di urina calda le scese lungo le gambe e in un attimo l’odore impregnò l’aria. Il terrore le sfigurava il volto. Incurante del dolore ai polsi iniziò a dimenarsi come una bestia selvatica.
Una risata alle sue spalle e uno strano scricchiolio.
“Ecco, ci siamo” pensò “ è la fine di tutto”.
Dei passi alle sue spalle, poi di nuovo quell'odore acre e il buio totale.
Si risvegliò stesa sul pavimento impolverato, indolenzita e confusa. Gli abiti si erano asciugati. Tentò di sollevarsi da terra ma le gambe le dolevano. Nell'aria un forte odore di erba, terra e urina. Fuori i grilli cantavano in quella strana notte di mezza estate.
- Giorgio Leone
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Un'osservazione di minima importanza: personalmente, in frasi come questa (ce ne sono parecchie) "Il battito del cuore accelerò inconsultamente, pensò che le sarebbe scoppiato nel petto." sostituirei la virgola con una "e".
Questa frase non funziona: "Fu strattonata con maggiore violenza facendola cadere e battere violentemente l’anca." Se avessi scritto "Qualcuno la strattonò.. facendola.." sarebbe andato tutto bene, ma scrivendo come hai scritto, quale è il soggetto di "facendola"?
Per il resto non posso che ripetere quando ha detto Diego sulle domande senza risposta. E ci aggiungo anche lo strano scricchiolio e l'odore di benzina che prima non c'era. Non è che la bruceranno nel prossimo episodio?
Riassumendo, un racconto scritto molto bene che lascia a bocca asciutta.
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Sembra che tu abbia preso una pagina di un tuo racconto, molto più ampio, e l'abbia incollata qui. Comunque a discapito del finale è carino. Voto 3
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Re: Cronaca di una notte di mezza estate
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Riesci a trasmettere l'incertezza e l'angoscia della protagonista, legata e imbavagliata, meno l'offesa per la violenza subita, che solo lasci immaginare - è una tua legittima scelta, dato che i fatti avvengono sempre in moment di incoscienza indotti da un qualche anestetico- quindi l'obiettivo è centrato da parte mia. Il finale, con il temporale cessato e il cielo che si apre la notte, lascia ben sperare sull'epilogo. Ma anche questa è una sensazione, perché l'orrore potrebbe ricominciare.
Beh, forse sul finale potevi essere più esplicita.
Non mi è piaciuto quell'inconsultamente, ma da dove ti è venuto? E quel silenziosamente dopo pianse non serve a nulla. La protagonista era imbavagliata, o sbaglio?
Re: Commento
Grazie. Nemmeno io so da dove mi sia uscito "inconsultamente", è davvero brutto e credimi se ti dico che mi sono soffermata molto su questo termine, ma non ne ho trovato nessuno che potesse sostituirlo. La protagonista era imbavagliata, ma "pianse in silenzio" ha un significato evidente (per via dell'impossibilità a causa del nastro adesivo ) e inoltre, come hai sottolineato tu, perché ognuno ha un suo modo personale di reagire alla paura, sull'esprimere e il non esprimere.Namio Intile ha scritto: ↑12/11/2019, 11:29 Non ho trovato strappi logici nel racconto. Il come e il perché sono spiegati bene. La protagonista aveva un appuntamento e si trovava in quel posto per quel motivo. Quel che succede dopo va da sé.
Riesci a trasmettere l'incertezza e l'angoscia della protagonista, legata e imbavagliata, meno l'offesa per la violenza subita, che solo lasci immaginare - è una tua legittima scelta, dato che i fatti avvengono sempre in moment di incoscienza indotti da un qualche anestetico- quindi l'obiettivo è centrato da parte mia. Il finale, con il temporale cessato e il cielo che si apre la notte, lascia ben sperare sull'epilogo. Ma anche questa è una sensazione, perché l'orrore potrebbe ricominciare.
Beh, forse sul finale potevi essere più esplicita.
Non mi è piaciuto quell'inconsultamente, ma da dove ti è venuto? E quel silenziosamente dopo pianse non serve a nulla. La protagonista era imbavagliata, o sbaglio?
A proposito di questo hai perfettamente ragione, avrei dovuto approfondire di più il suo stato d'animo per l'offesa subita.
Re: Commento
Grazie Diego. In realtà questo è un racconto che ho scritto qualche anno fa. L'ho ripreso, ho fatto un taglia e cuci...ho tolto di qua, ho aggiunto di là e voilà, il risultato è questo.Diego.G ha scritto: ↑03/11/2019, 18:44 Il racconto è scritto davvero molto bene, descrizioni belle, veloci e coinvolgenti. Rappresenta proprio la cronaca di un avvenimento da film horror (del tipo "Non aprite quella porta") e per questo mi piace anche di più… purtroppo non capisco il finale, la ragazza si risveglia con gli abiti asciugati, va bene, ma perchè? Cosa le succede? Sembra quasi ci debba essere un prosieguo, se così fosse lo aspetto volentieri.
Buona scrittura.
Diego. G
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Re: Cronaca di una notte di mezza estate
Io ho apprezzato i "buchi" lasciati di proposito, ho volato con la fantasia, mi sono sentito coinvolto perché ho potuto cercare e immaginare i motivi.
Scritto molto bene.
Massimo punteggio
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
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