Lacrime
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Lacrime
Ruvido e cattivo.
Un calcio in boccia mentre giace a terra.
Un calcio al ventre gonfio di vita.
La sta colpendo con ubriaca violenza.
La tua sorellina non nascerà mai.
Ti avventi come un animale braccato. Disperato.
Un calcio in faccia.
Sapore di ferro in bocca.
Disteso a terra, incroci lo sguardo di tua madre. Occhi grandi e colmi di tristezza. Pieni di dolore.
Un altro calcio, ma questa volta sei davanti a lei e riesci a proteggerla.
La bottiglia scivola a terra, insieme a lacrime inutili.
- Non volevo… non volevo…
Lacrime di sangue.
*
Calci e risa crudeli.
Ė poco più di una bambina, ma questo non li ferma. La circondano mentre lei, a terra, cerca di proteggersi e si raggomitola stretta.
Ma tu li conosci i calci, li conosci fin troppo bene.
Fanno male, ma non ti fanno paura. Ne hai presi così tanti…
Calci violenti di chi si ritiene superiore e crede di poter avere tutto.
Ė nata in mezzo ai calci, ma non la lascerai morire tra loro.
Ti avventi deciso. La lama brilla tra le tue mani.
Un calcio. Un affondo tra la carne, senza esitazione.
Urla.
Scompiglio.
Fuga.
Lei non piange più.
Lacrime di vendetta.
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Re: risposta a commento
Grazie per il commento.Macrelli Piero ha scritto: ↑20/06/2020, 21:20 Duro e cattivo, mi è rimasto attaccato alla pelle e ho dovuto aspettare un po' perché l'emozione di sofferenza si sopisse. Non sono difetti né parole di disprezzo, anzi. Un bel pugno nello stomaco che toglie il respiro, ma poi una buona sensazione. Mi è piaciuto.
In effetti, quello che volevo era proprio che il lettore ricevesse un "pugno nello stomaco" che, togliendogli il respiro, lo inducesse a ragionare sul tema della violenza familiare.
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Re: Lacrime
Pensi che nella seconda parte si possa tagliare? Temevo risultasse troppo ermetica, ma ci faccio un pensierino.
Grazie mille per il suggerimento.
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la violenza non cala mai, tutt'al più aumenta, nel nostro mondo.
per i miei gusti è un po' difficile, come testo. nel senso che è da interpretare e da leggere anche tra le righe, mentre preferisco storie lineari.
in ogni caso le descrizioni sono buone ed efficaci, facendo comprendere al lettore la durezza e la gravità della situazione
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Re: Lacrime
Mah forse non tagliare... forse rivedere fra un po’ e vedere se ti suona bene così com’è o se apporteresti qualche modifica, per parlare di più per immagini come nella prima parte. Ma è una cosa molto personale, credo...
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Re: Commento
Sicuramente l'argomento, seppur sempre attuale, non è affatto piacevole.Fausto Scatoli ha scritto: ↑24/06/2020, 10:03 argomento crudo ma, purtroppo, sempre attuale.
la violenza non cala mai, tutt'al più aumenta, nel nostro mondo.
per i miei gusti è un po' difficile, come testo. nel senso che è da interpretare e da leggere anche tra le righe, mentre preferisco storie lineari.
in ogni caso le descrizioni sono buone ed efficaci, facendo comprendere al lettore la durezza e la gravità della situazione
Intendi dire che hai trovato ermetico il testo?
I vostri commenti mi servono molto: Selene ha trovato fin ridondante la seconda parte, e io devo cercare di regolarmi.
Grazie a tutti.
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Re: Lacrime
Grazie, "parlare per immagini" è un ottimo consiglio.Selene Barblan ha scritto: ↑24/06/2020, 10:20 Mah forse non tagliare... forse rivedere fra un po’ e vedere se ti suona bene così com’è o se apporteresti qualche modifica, per parlare di più per immagini come nella prima parte. Ma è una cosa molto personale, credo...
Rileggo tra un po e terrò conto delle tue parole.
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Re: Commento
sì, per me è un po' ermetico
ma è una questione di gusti
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Re: Lacrime
Grazie mille, Lucia, per il tuo commento.Lucia De Falco ha scritto: ↑27/06/2020, 18:33 Il testo mi è piaciuto molto, ma lo considero più una poesia che un racconto. Ha un tono drammatico, nudo e crudo. L'argomento è attuale e terribile. Lascia attoniti e sbigottiti, trasmette un nodo di sofferenza, di soprusi subiti, di reazioni e controreazioni. Un testo tragico, come la scena violenta di un film di violenza sulle donne.
Ho volutamente utilizzato uno stile lirico per smorzare la crudezza dell'argomento, usufruendo dell'ermetismo dello strumento poetico che permette di evocare immagini potenti senza doverle per forza descrivere.
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Ho gradito la seconda persona, perché inusuale, difficile da gestire ma capace di avvicinare e allontanare al contempo il protagonista al lettore.
Sono incuriosito. Con questi tuoi racconti è come se volessi saggiare il tuo pubblico, ed è più quello che nascondi che quello che sveli; ma so che prima o poi lo stupirai.
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Re: Commento
Grazie mille, Namio, per il tuo commento che coglie molto bene il punto: il linguaggio è lirico ma non si tratta di poesia.Namio Intile ha scritto: ↑02/07/2020, 17:02 È un buon testo, Ida. Un testo lirico, ma non è poesia, perché il linguaggio poetico è metaforico, e qui di metafore non ce n'è. È anzi rude, reale e realista, e attira subito l'attenzione con la sua crudezza e crudeltà.
Ho gradito la seconda persona, perché inusuale, difficile da gestire ma capace di avvicinare e allontanare al contempo il protagonista al lettore.
Sono incuriosito. Con questi tuoi racconti è come se volessi saggiare il tuo pubblico, ed è più quello che nascondi che quello che sveli; ma so che prima o poi lo stupirai.
Concordo anche sulla considerazione riguardo la seconda persona: inusuale e non facile da gestire, ma ha il suo perché. Va usata quando serve davvero e questo era il caso. Uso la seconda persona per dare il giudizio a posteriori, quasi fosse il senno di poi.
Infine, concordo anche sul terzo tema del tuo commento: non conosco questo pubblico e, in effetti, sto cercando di capire dove mi trovo.
Piacere di fare la tua conoscenza.
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Re: Commento
Grazie mille per le tue parole.Roberto Virdo' ha scritto: ↑05/07/2020, 14:38 Il tema trattato è di una crudezza e, purtroppo, attualità devastante. Chi come l'autrice intraprende una scelta del genere, cioè parlare di questo, si guadagna a priori la mia ammirazione poichè, come sappiamo, scrivere è gioire e soffrire allo stesso tempo. Non sono certo un esperto di poesia quindi il giudizio resta estremamente relativo e legato a pure sensazioni personali. Nonostante questo vorrei condividerne una, giusta o sbagliata che sia, che in qualche modo si ricollega a un parere già espresso sulla miglior "riuscita" della prima parte rispetto alla seconda, che mi trova concorde senza nulla togliere al valore complessivo del componimento. Ho non poco faticato a scovare ciò che, per la mia sensibilità, si disallineava non tanto dal testo quanto dallo spirito infuso dall'autrice nei versi, quantomeno quello che ho creduto di intuire: è la parola "vendetta".
Complimenti, per il mio modesto parere voto alto, indubbiamente.
E' vero, scrivere è gioire e soffrire allo stesso tempo. In qualche storia più soffrire che gioire, come in questo caso.
Colgo con attenzione anche il tuo suggerimento e sicuramente rivredò la seconda parte, per cercare di renderla più spontane ed evocativa, rendendo in altro modo quel "vendetta" che trovi disallineato.
Di nuovo grazie per l'utilità del tuo commento.
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Re: Commento
Grazie mille per il tuo bel commento: colgo anche il tuo suggerimento che conferma che la seconda parte va rivista.Francesco Pino ha scritto: ↑14/07/2020, 7:38 Argomento duro da digerire e la forma atipica che hai dato al racconto lo rende ancora più diretto.
Nel far scorrere le immagini di ciò che hai scritto trovo la prima parte praticamente perfetta, mentre nella seconda è come se mancasse una fotografia... o forse sono io che non riesco a vederla.
Voto senz'altro positivo
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Re: Lacrime
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Re: Lacrime
Grazie mille, Mariangela. Talvolta scrivere significa anche condividere la sofferenza, purtroppo, e lo stesso è leggere.Mariangela ha scritto: ↑14/07/2020, 14:16 Argomento drammatico, purtroppo sempre attuale, e non se ne parla mai abbastanza. Una lettura che dà quasi fastidio perchè sai che si sta raccontando una cosa vera. La brevità del testo aggiunge - se possibile - incisività ed impatto al tema
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Re: Lacrime
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Re: Commento
Grazie, Carol. Anche tu hai affrontato una tematica simile alla mia, e lo hai fatto molto bene con una prosa intensa e cruda, da pugno nello stomaco! Io ho mantenuto un tono più astrattatamente lirico, in un certo senso più facile della prova vera e propria. Quindi brava anche a te!Carol Bi ha scritto: ↑19/07/2020, 19:45 Immagini davvero vivide nella mente. Ho quasi provato questa sofferenza così ben descritta, a tratti commovente, emozionante. A fine lettura mi ha lasciato un qualcosa dentro, un senso di impotenza e la consapevolezza della fortuna che ho avuto e che ho a vivere una vita fatta di cose semplici, intrisa d'amore e comprensione. Brava!
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Re: Lacrime
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Mi interessano particolarmente le storie che spingono a riflettere su violenza e discriminazione. La scrittura è l'unica arma che noi autori abbiamo a disposizione per stimolare l'empatia delle persone. Peccato solo che in Italia si legga troppo poco... ma sto divagando.
Ammiro molto la capacità di far immedesimare il lettore in ciò che sta leggendo e questo racconto mi sembra l'esempio perfetto di ciò che dico. Spero soltanto non sia una storia autobiografica... ma lo so bene, c'è sempre qualcosa di noi in ciò che scriviamo, anche solo per averlo visto attraverso gli occhi di un amico o un conoscente. Complimenti
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Re: Commento
Far immedesimare le persone in ciò che leggono è l'obiettivo più ambito per chi scrive, quindi ti ringrazio tantissimo.Ayako Satomi ha scritto: ↑06/08/2020, 13:39 Diretto, emozionante, efficace.
Mi interessano particolarmente le storie che spingono a riflettere su violenza e discriminazione. La scrittura è l'unica arma che noi autori abbiamo a disposizione per stimolare l'empatia delle persone. Peccato solo che in Italia si legga troppo poco... ma sto divagando.
Ammiro molto la capacità di far immedesimare il lettore in ciò che sta leggendo e questo racconto mi sembra l'esempio perfetto di ciò che dico. Spero soltanto non sia una storia autobiografica... ma lo so bene, c'è sempre qualcosa di noi in ciò che scriviamo, anche solo per averlo visto attraverso gli occhi di un amico o un conoscente. Complimenti
Per fortuna, no, la storia non è autobiografica e non deriva neppure da ciò che occhi amici possono aver visto. La lettura dei giornali e l'ascolto dei telegiornali è stato elemento d'ispirazione pià che sufficiente, purtroppo.
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Re: Commento
Grazie mille per il tuo commento. Sicuramente rivedrò la seconda parte perchè in molti avete segnalato la caduta di forza espressiva.Andrepoz ha scritto: ↑14/08/2020, 17:27 Scelta stilistica senza dubbio audace, ma ben condotta. In effetti, c'è una sorta di piccola caduta di tono tra le due parti, la prima è più asciutta, arriva diretta al punto (come un vero calcio in faccia!), anche il linguaggio è sintetico al massimo, il ritmo spezzato. Nella seconda parte il ritmo si distende un po', le frasi sono più lunghe, forse anche per la voglia di dare qualche piccolo elemento di spiegazione in più, però secondo me se fossi riuscita a mantenere l'estrema tensione e concisione dell'inizio sarebbe stato meglio. Lavoro sicuramente riuscito, in ogni caso.
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Re: Commento
A dire il vero, non è e non voleva essere una poesia: mancherebbe ogni requisito metrico o referente lirico.Stefyp ha scritto: ↑07/09/2020, 21:35 Più poesia che racconto. Duro, drammatico con le parole scelte con cura che ben rendono la scena. L'argomento è sempre attuale e non può lasciare indifferenti. Purtroppo io non amo la poesia, ho provato più e più volte ad approcciarmi ad essa, ma proprio non ce la faccio. Questo è un mio problema e non di chi scrive ovviamente. Riconosco che questa è bella e ben strutturata, ma non riesco a godere mentre la leggo. Mi spiace
E' solo un testo duro e diretto, senza fronzoli. Volevo qualcosa di incisivo, proprio come un calcio nello stomaco, e ho provato questo stile scarno che fotografa una scena, più che raccontarla.
E' stato un esperimento.
Ma, naturalmente, ogni gusto ha la sua digntà e va rispettato.
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Il taglio poetico accentua la drammaticità sottolineando la violenza di questo padre, presumo, cieco ed insensibile al punto di uccidere la propria figlia che la madre tiene in grembo.
Il finale è drammatico ma necessario.
Bello.
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