Profondo nord
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Profondo nord
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Bel racconto. È la breve storia di una famiglia negli anni a cavallo dell'ultima guerra, visto con gli occhi della giovane protagonista, narrato in prima persona al passato e col punto di vista della ragazza. Direi che nel complesso funziona come la breve introduzione con l'analessi che narra i fatti avvenuti nel passato e la conclusione che riporta al presente della narratrice, un comodo e riuscito espediente narrativo. Il tema centrale è quello dell'inutilità della guerra con quello sussidiario della violenza alle donne. Non da meno è il conflitto tra padre e figlio, quello generazionale, che però si tramuta in una sorta di vendetta che non sembra preludere a nulla di buono in quanto ripercorre gli orrori del passato. Livio si fa in definitiva giustizia da sé col tacito assenso di madre e sorella. Forse qui potevi trovare un finale più adatto.
Il tema comunque sorregge bene la storia.
Non hai bisogno di correzioni, il testo è accurato. Ti segnalo solo: l'impero italiano in Africa... si è espanso. Lo riporti tra virgolette, ma il termine mi suona inopportuno. Non sarebbe meglio un semplice allargato, o accresciuto?
Quel "per poi sbottare", subito dopo, lo cambierei in esultare, mi pare più appropriato.
E ancora, quel "figlio della prepotenza maschile, del patriarcato, dello schifo in cui il paese era finito." mi pare una conclusione più di questi giorni. Di certo non del 1942, però dato che la riflessione viene fatta a posteriori, nel 1975, potrebbe pure andare bene.
Infine, Livio diventa partigiano nel 1942, ma la Resistenza comincia dopo l'otto settembre 1943, non prima. Non erano i fascisti che andavano a cercare i renitenti alla leva nel 1941, ma i Regi Carabinieri.
Poi faccio una considerazione di ordine generale. I personaggi sono un po' privi di sfaccettature, soprattutto i cattivi. Hai dipinto i fascisti come degli avidi stupratori senza scrupoli (ma tutti gli italiani erano fascisti prima della sconfitta) e il padre come un vigliacco, opportunista, violento e privo di amor paterno. Non si può non odiarli, esultare per la loro fine, ma forse è troppo facile, non credi?
Spesso il male si nasconde dietro il bene, dietro i buoni sentimenti, si maschera di routine e di impegni lavorativi. Il male è spesso banale più che eccezionale.
Ottimo testo, complimenti.
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Venendo al racconto, mi è piaciuta la struttura in forma di diario; la storia forse risulta troppo schematica ( a volte sembra di assistere allo scontro tra buoni e cattivi da film: nei vecchi western i buoni avevano il cappello bianco, i cattivi quello nero) ma viene svolta in modo efficace e coinvolgente. Per integrare il commento di Namio, è vero che fino al 7 settembre 1943 la stragrande maggioranza degli italiani fosse fascista per convenienza o quieto vivere, a parte una minoranza di fanatici, e che l'8 settembre molti si trovarono di fronte a una scelta che avrebbe cambiato per sempre le loro vite, soprattutto dopo la fondazione della repubblica di Salò: diventare renitenti alla leva ed entrare nella Resistenza, oppure combattere a fianco dei tedeschi.
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Re: Profondo nord
Per dirti che, non soltanto l'adesione al fascismo del popolo italico fu tacita, silenziosa e sotterranea, ma anche la sua abiura seguì le medesime forme, solo che di certo fu più repentina, da mane a sera.
Dopo quindici giorni arrivarono gli americani e i Regi Carabinieri, la Chiesa Cattolica e la Mafia, non esattamente in quest'ordine, consegnarono letteralmente le chiavi del paese ai Liberatori. I tedeschi sparirono la notte dopo del fiume. Sic transit Gloria Mundi. Gli americani ringraziarono e lasciarono che i vari Don amministrassero il paese, insieme all'Arciprete e al maresciallo dei Regi. Avevano una guerra da combattere loro, non potevano perdere tempo con quattro strazzati. E il gattopardesco risultato fu che cambiò tutto per non cambiare proprio niente. Quello siciliano è un popolo astorico. Non costruiamo la storia, la subiamo come i cani subiscono le loro pulci.
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Ho davvero pochi aggettivi per definire un racconto così ben articolato e sentito (e in così poco spazio!): ogni momento, ogni periodo è ben studiato e pesato in questo diario, senza tralasciare (anzi!) il lato emotivo della vicenda.
Fuori dal racconto... Che triste osservare come ci stiamo avviando allo stesso tipo di atteggiamento: Namio racconta della sua Sicilia, ma "dalle Alpi alle piramidi" son tutti miserabili. Ricordo ancora quando uscì la notizia di padri di famiglie "bene" che facevano anticamera per offrire le figlie a Silvio. Dubito fosse per mantenere due braccia in più nella fattoria. L'unica cosa nella quale l'italiano è grande è la meschinità.
A presto, spero per opere più leggere.
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Re: Profondo nord
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Re: Profondo nord
Saluti a tutti
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Re: Commento
ti ringrazio di cuoreMarino Maiorino ha scritto: ↑26/02/2024, 18:50 Enorme, Fausto!
Ho davvero pochi aggettivi per definire un racconto così ben articolato e sentito (e in così poco spazio!): ogni momento, ogni periodo è ben studiato e pesato in questo diario, senza tralasciare (anzi!) il lato emotivo della vicenda.
Fuori dal racconto... Che triste osservare come ci stiamo avviando allo stesso tipo di atteggiamento: Namio racconta della sua Sicilia, ma "dalle Alpi alle piramidi" son tutti miserabili. Ricordo ancora quando uscì la notizia di padri di famiglie "bene" che facevano anticamera per offrire le figlie a Silvio. Dubito fosse per mantenere due braccia in più nella fattoria. L'unica cosa nella quale l'italiano è grande è la meschinità.
A presto, spero per opere più leggere.
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Re: Commento
sarà maccheronica, la figura del padre, ma si rifà a un personaggio conosciuto da mio nonno e da lui raccontatomi.A. Giordano ha scritto: ↑26/02/2024, 21:58 Noto: la figura del padre è maccheronica, e molti dialoghi sono forzati: da rivedere.
Ma il mio è solo un parere, e lo prenda per quello che vale.
Inoltre, essendo solo simbolica la mia partecipazione per aver espresso 12 commenti, non la voto.
Tante belle cose
Antonio Giordano
"A’ femmina tropp’ lisciat’, o perd’ i pil’ o se ne vaj senz’.", adagio napoletano.”
P.S. Specifico meglio, al fine di essere chiari e non sembrare scortesi: se si legge un testo come "Ninfa plebea", che cito come esempio ma potrebbero essere altri, noterà sicuramente un linguaggio che rispecchia il contesto culturale in cui è ambientato. Nel suo racconto, manca proprio questo elemento, e per questa evidente ragione "i dialoghi" sembrano forzati.
mi spiace che trovi i dialoghi forzati.
a me non pare, ma sicuramente hai ragione
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GrandPrix d'inverno 2023/2024 - Terrazze d'aprile - e le altre poesie
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Human Take Away
Umani da asporto
"Human Take Away" è un racconto corale dove gli autori Alessandro Napolitano e Massimo Baglione hanno immaginato una prospettiva insolita per un contatto alieno. In questo testo non è stata ideata chissà quale novità letteraria, né gli autori si sono ispirati a un particolare film, libro o videogioco già visti o letti. La loro è una storia che gli è piaciuto scrivere assieme, per divertirsi e, soprattutto, per vincere l'Adunanza letteraria del 2011, organizzata da BraviAutori.it. Se con la narrazione si sono involontariamente avvicinati troppo a storie già famose, affermano, non era voluto. Desiderano solo che vi gustiate l'avventura senza scervellarvi troppo sul come gli sia venuta in mente.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Intellinfinito
Questo libro è il seguito di "Un passo indietro". Come il primo, è autoconclusivo.
"Esistevano davvero, gli dèi. Ma non erano dèi. Non lo erano stati per un'oscura volontà divina, ma lo erano semplicemente diventati mediante un'accanita volontà terrena di sopravvivenza".
L'Evoluzione umana (e non) come non l'avete mai immaginata.
Un romanzo postumano e transumano che vi mostrerà un futuro che forse non tarderà a divenire.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
L'anno della Luce
antologia ispirata all'Anno della Luce proclamato dall'ONU
Il 2015 è stato proclamato dall'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce. Obiettivo dell'iniziativa adottata dall'ONU è promuovere la consapevolezza civile e politica del ruolo centrale svolto dalla luce nel mondo moderno. Noi di BraviAutori.it abbiamo pensato di abbracciare questa importante iniziativa proponendo agli autori di scrivere, disegnare o fotografare il loro personale legame con la luce, estendendo però la parola "luce" a tutti i suoi sinonimi, significati e scenari.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Carnier, Amelia Baldaro, Andrea Teodorani, Angelo Manarola, Anna Barzaghi, Annamaria Vernuccio, Anna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Camilla Pugno, Cinzia Colantoni, Claudia Cuomo, Daniela Rossi, Daniela Zampolli, Domenico Ciccarelli, Dora Addeo, Elena Foddai, Emilia Cinzia Perri, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Francesca Paolucci, Francesca Santucci, Furio Detti, Gilbert Paraschiva, Giorgio Billone, Greta Fantini, Ianni Liliana, Imma D'Aniello, Lucia Amorosi, Maria Rosaria Spirito, Maria Spanu, Marina Den Lille Havfrue, Marina Paolucci, Massimo Baglione, Mauro Cancian, Raffaella Ferrari, Rosanna Fontana, Salvatore Musmeci, Sandra Ludovici, Simone Pasini, Sonia Tortora, Sonja Radaelli, Stefania Fiorin, Umberto Pasqui.