Cercami altrove
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Cercami altrove
Ti cercavo per capire, per vedere con i tuoi occhi, ascoltare con le tue orecchie il pulsare di questa realtà che mi sconvolge, a volte m’inquieta, più spesso non comprendo, dentro questo mondo lacerato e dall’egoismo dilaniato.
Nasceva così una preghiera per dare respiro alla mia ricerca, quando… in un’alba ancora prossima a farsi giorno una voce, come un’eco, il mio cuore di meraviglia riempì:
“Cercami nel silenzio e dentro il giorno che ti consuma, prima di cercarmi dentro di te, cercami fuori di te. Oggi verrò a trovarti!”
Il mio cuore vibrò di gioia, frastornato e stupito cercavo di preparare l’incontro analizzando a ritroso le mie mancanze, i miei limiti, le mie difficoltà, i miei dubbi, le mie contraddizioni, ma anche i miei gesti d’amore, per presentare il bilancio di una vita proiettata sulla Sua sequela.
La mia mente faticava a coordinare le idee che le si rovesciavano addosso incapace di filtrarle. Ogni parte di me era protesa all’incontro vigilavo teso ad ogni movimento.
Verso mezzogiorno quando le ore consumano il giorno un vecchio bussava alla mia porta distogliendomi dalla meditazione, chiedeva tempo ed ascolto, sul volto tracce di un passato dalla sofferenza segnato.
“Non posso condividere la tua pena” fu la risposta, “aspetto Qualcuno, domani, torna domani!”
L’incontro occupava ogni pensiero, ogni altra incombenza veniva a perdere la sua priorità, ogni richiesta diventava un disturbo.
Verso il pomeriggio, quando il sole comincia a non ferire con i suoi raggi, segnando il declino del giorno, una donna, madre di tanti bambini, con insistenza bussò alla mia porta chiedendo compassione, pane e tempo per i suoi figli. Nello sguardo oltre il bisogno c’era richiesta d’amore.
“Non posso occuparmi dei tuoi bisogni, sono in attesa di Qualcuno a cui porre domande più grandi, torna domani, forse domani.”
L’attesa mi consumava la ragione, i pensieri come tarli rovistavano nella memoria sempre in ricerca.
Di nuovo, sul finire del giorno, quando il tramonto consegna al buio l’ultimo riflesso di luce, un altro tocco risuonò alla mia porta.
Era un giovane, dalla droga consumato, il cuore come un’isola cercava ascolto per essere parte di una realtà di condivisione, nello sguardo perso la solitudine cresceva.
“Non posso ascoltarti, non posso occuparmi dei tuoi problemi, ho altro da fare, sono in attesa, trepida attesa di incontrare Qualcuno a cui aprire il mio cuore, domani, forse domani.”
Il tempo così passava sgranando le ore consumando il giorno ormai alla fine.
L’incontro restava vuoto ripieno solo della mia ansia e dalle tante domande aggrovigliate.
Nel ripostiglio del cuore, cercavo risposte più grandi della mia ricerca, poi prima come un lamento, poi come un grido a fendere il buio che incalzava la mia rabbia prese voce: “Ho atteso invano il Tuo incontro, Tu sempre fedele, che precedi il nostro andare, Tu che conosci di ogni ordito la trama, Tu che ascolti di ciascuno il respiro, perché non sei venuto? Ho preparato la mente e il cuore all’incontro, ho creduto alle Tue parole, ho vegliato sui miei pensieri ho sperato contro ogni speranza, anche quando serpeggiavano i dubbi, ho atteso vigilando, ma invano.
Tu non sei venuto… perché?”
Nelle parole non solo amarezza, più di uno sfogo, un conflitto piano piano si accese per la delusione dell’incontro mancato. Scese un silenzio a sigillare l’attimo, a fermare ogni altro pensiero poi una voce, ancora come un’eco, fece vibrare il cuore confermando una reale presenza:
“Per ben tre volte sono venuto a cercarti, ma tu con la tua ansia di aspettarmi cercando sempre un diverso incontro, non mi hai fatto entrare. Sotto altre spoglie la Mia presenza ti chiedeva conto, ma tu avevi sempre da fare rimandando l’incontro sempre a domani; per ben tre volte ho bussato alla tua porta… invano.”
Il silenzio in me si fece voce e il cuore di pianto ferito si accese di comprensione.
Pensavo di afferrare Dio saziarmi delle Sue risposte per trovare i tracciati della mia vita, invece di mettermi a Sua disposizione là dove la Sua volontà mi colloca nel quotidiano frangersi del tempo. Pensavo ad un incontro che cambiasse la realtà che vivo dentro i reticolati della sofferenza per affrontarla rinnovato senza rendermi conto che Lui non cambia la realtà, se non dentro un Suo preciso disegno sempre rispettando la nostra libertà, ma cambia il modo di viverla, di gestirla dando senso, respiro, cuore e amore ad ogni cosa.
Come un’eco riascolto parole che hanno segnato la mia vita e tracciato un percorso.
“Prima di cercarmi dentro di te, cercami fuori di te…”
Invece io lo tenevo stretto dopo averlo cercato dentro di me, come tesoro da custodire gelosamente.
Non riuscivo a capire che il Suo incontro ci mette in cammino, ci porta a trafficare quei talenti ricevuti in una dinamica di donazione.
Ora mi ritrovo con il cuore in conflitto cercando di dare senso ai giorni con una speranza nuova e con una diversa prospettiva, perché Lui non colleziona errori ma, ogni volta ci dà la possibilità di ricominciare da capo.
Lui è amore e vuole che questo amore diventi diffusivo dentro la storia che viviamo e nella quotidianità che respiriamo…
Il buio ingoia ogni rumore, anche la luce si nasconde al mistero, resto solo a tracciare le coordinate di una vita protesa all’incontro con un cuore in continua ricerca…
Intanto un altro giorno è passato, l’altro mi attende trepido, disorientato ma pieno di speranza…
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No, credo che questa volta passo. Non voto. Lascio l'ardua sentenza ai qui presenti (molto) illustri colleghi che probabilmente avranno più dimestichezza con questo tipo di lavori.
- Massimo Baglione
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Re: Cercami altrove
Non so se con questo tuo primo messaggio nel forum volessi presentarti o partecipare alle Gare letterarie.
Nel secondo caso, è evidente che non hai letto il regolamento
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Re: Cercami altrove
non ho ben capito se l'autore voleva solo pubblicare un racconto oppure entrare in gara
ma credo neanche Massimo l'ha capito
va be io ho il commento l'ho messo ugualmente
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Re: Cercami altrove
in ogni caso accetto il contributo
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