Incantesimo d'aprile
- Alberto Marcolli
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Incantesimo d'aprile
Io non credo alle chiacchiere dei miei concittadini, ma di certo oggi non potrò andare al lavoro in bicicletta. Pazienza. Per una volta prenderò l'autobus, scordandomi che, fino a pochi mesi fa, abitavo in centro e per arrivarci mi sarebbe bastato deviare sotto i portici di Via Matteotti.
Purtroppo, dopo il fallimento del mio matrimonio, ho dovuto trasferirmi in un appartamentino di periferia, sperando di ripescare, nella bonaccia della solitudine, uno scampolo di fiducia nel mio prossimo, e con essa riconquistare la mia voglia di vivere.
Non salgo su un autobus dagli anni della scuola. Come allora lo trovo pieno all'inverosimile, ma non sono più allenata a districarmi nella confusione, tra persone indecise che si urtano imbarazzate, ombrelli fradici accostati incautamente alle gambe del malcapitato vicino, e la solita signora di una certa età che si fa largo, spingendo e sbraitando, tra mugugni infastiditi.
Alla fermata successiva si libera un posto e riesco a sedermi. Attraverso i vetri appannati osservo, disorientata, le facciate dei palazzi, le vie alberate, la marea di esseri umani pigiati sui marciapiedi, le automobili bloccate in lunghe code irrequiete… da qui la città appare distante, ovattata, irreale.
Mi riporta al presente una brusca frenata, seguita dal coro di protesta dei viaggiatori, e mi accorgo che il passeggero seduto di fronte a me è cambiato.
Mantiene lo sguardo abbassato, quasi volesse nascondersi agli occhi altrui. Avrà una quarantina d’anni, forse meno, è magro e piuttosto alto, a giudicare dalla lunghezza delle sue gambe. Ha un aspetto elegante. Indossa un paio di pantaloni neri e anche la camicia è di colore scuro, per il poco che intravedo sotto l’impermeabile beige. Porta i capelli corti, leggermente brizzolati sulle tempie. Il viso è abbronzato, ma, osservandolo meglio, si rivela turbato, sofferente, affaticato.
Sono imbarazzata. Malgrado ciò non so allontanare lo sguardo dai suoi lineamenti garbati. C’è qualcosa d’insolito in lui, lo percepisco. Forse tra persone infelici è più facile intendersi. La sua tranquillità esteriore sta lanciando un grido disperato d’aiuto che solo io riesco a cogliere, come se il suo mondo gli sia diventato all'improvviso estraneo, arido, incapace di distoglierlo dai suoi cupi pensieri.
Stringe nervosamente una valigetta di pelle bruna, e noto due anelli d’oro al suo anulare sinistro.
Alzo lo sguardo e incrocio il suo. Lo vedo affranto, impaurito, solo, rannicchiato in fondo a due grandi occhi verdi.
“Che grande amore dev’essere stato!” - mi sorprendo a pensare. Chissà com’era lei, com’era il suono della sua voce, il colore dei suoi occhi, l’allegria del suo sorriso, la dolcezza delle sue carezze… che dolore immenso dev’essere stato perderla, e com’è amara quella sensazione di vuoto assoluto che ti resta dentro, quando, in un baleno, il destino malvagio ti strappa dalle mani un amore, il tuo amore. A volte tutto accade in un lampo, e non si ha nemmeno il tempo di dirsi addio, di stringersi per un’ultima volta!
Piove ancora, sempre più forte. Per un breve momento sono distratta dall’agitarsi scomposto di alcuni passeggeri, e quando riprendo la mia posizione, l’uomo non è più seduto di fronte a me.
Lo cerco tra la gente in piedi, davanti all’uscita.
Lo vedo!
Ritrovo per un istante i suoi occhi verdi fissi nei miei, che mi regalano l’inaspettata dolcezza di un sorriso: un lampo che ha la forza di cambiarmi la vita!
Le porte si richiudono. L’autobus riparte e osservo la sua figura che lentamente scompare sotto la pioggia.
Resto lì, sola, con il cuore gonfio di malinconia, eppure so che la mia tristezza lentamente svanirà.
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Direi “sia stata trasportata… dalle carovane “ o “l’abbiano trasportata qui le carovane”.
A parte questo il racconto mi sembra scritto bene, con buone descrizioni e una giusta lunghezza, non annoia, incuriosisce un po’ e si conclude lasciando un senso di sospensione. Come le goccioline che si soffermano sul vetro dei finestrini e poi piano piano scendono, malinconici. Un buon lavoro secondo me, voto 4.
- Ishramit
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(Noto che anche per questo racconto c'è un voto di troppo a cui non corrisponde nessun commento. Sempre un 2. Che sta succedendo? Il sistema non dovrebbe escludere dal conteggio i voti non validi?)
- Alberto Marcolli
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Re: Incantesimo d'aprile
PS
Non sono un esperto delle votazioni. Per quanto mi riguarda ho dichiarato il voto nei vari commenti che ho inserito e poi l'ho ripetuto all'inizio della pagina.
- Massimo Baglione
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Re: Commento
Può votare anche chi non partecipa come autore, ma è partecipe nel sito (info).
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Re: Commento
Sì poi stamattina mi sono riletto il regolamento e ho capito. Ero convinto che venissero contati soltanto i voti accompagnati da un commento ma evidentemente non è così.Massimo Baglione ha scritto: ↑16/07/2021, 14:02 Può votare anche chi non partecipa come autore, ma è partecipe nel sito (info).
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Solo, l'epoca in cui si svolge la vicenda non mi è chiara: attualmente, alla fine di un matrimonio, chi si trasferisce in un appartamento di periferia (oppure torna da mamma e papà) è l'ex marito.
- Alberto Marcolli
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risposta dell'autore di Incantesimo d'aprile
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Re: Incantesimo d'aprile
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forse un po' troppo semplice, come stile, ma l'importante è che si faccia comprendere.
trovo anomalo che sia stata lei a doversi cercare una nuova sistemazione, di solito è il maschio.
esprime bene lo stato d'animo della protagonista e fa partecipi di quanto vive osservando l'altro, e ciò è positivo.
nel complesso è una discreta prova.
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Insomma, lo stile mi piace e anche le riflessioni, ma forse questo racconto aveva ancora qualcosa da raccontare.
Intanto cade la pioggia, l'autobus va e io qui fuori guardo quel tizio. Se fosse un maniaco?
Comunque, bella prosa. Scorrevole e leggera.
Un buon racconto.
Gara d'Estate 2021 Sorriso di Rondine
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Re: Incantesimo d'aprile
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Re: Incantesimo d'aprile
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
I sette vizi capitali
antologia AA.VV. di opere ispirate alle inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell'anima umana
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli, Federico Mauri, Emilia Pietropaolo, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Lidia Napoli, Alessandro Mazzi, Monica Galli, Andrea Teodorani, Laura Traverso, Nicolandrea Riccio, F. T. Leo, Francesco Pino, Franco Giori, Valentino Poppi, Stefania Paganelli, Selene Barblan, Caterina Petrini, Fausto Scatoli, Andr60, Eliana Farotto.
Vedi ANTEPRIMA (535,81 KB scaricato 115 volte).
L'Altro
antologia AA.VV. sulle diversità del Genere Umano
Attraverso il concorso "L'Altro - antologia sulle diversità del Genere Umano", gli autori erano stati chiamati a esprimersi sulle contrapposizioni fra identità, in conflitto o meno, estendibili anche a quelle diversità in antitesi fra di loro come il terreste e l'alieno, l'Uomo e l'animale, l'Uomo e la macchina, il normale e il diversamente abile, il cristiano e il musulmano, l'uomo e la donna, il buono e il cattivo, il bianco e il nero eccetera. La redazione cercava testi provocatori (purché nei limiti etici del bando), senza falsi moralismi, variegati, indagatori e introspettivi. Ebbene, eccoli qua! La selezione è stata dura e laboriosa, ma alla fine il risultato è questo ottimo libro.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Furio Bomben.
Contiene opere di: Furio Bomben, Antonio Mattera, Maria Letizia Amato, Massimo Tivoli, Vespina Fortuna, Thomas M. Pitt, Laura Massarotto, Pasquale Aversano, Ida Dainese, Iunio Marcello Clementi, Federico Pavan, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Giorgio Leone, Giovanna Evangelista, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Francesco Zanni Bertelli, Gabriele Ludovici, Laura Traverso, Luca Valmont, Massimo Melis, Abraham Tiberius Wayne, Stefania Fiorin.
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La Gara 39 - Le nostre scelte generano molti mondi
A cura di Nunzio Campanelli.
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Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2021 - (in bianco e nero)
A cura di Tullio Aragona.
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La Gara 69 - Le parole che non ti ho mai detto
A cura di Lorenzo Iero.
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