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Eden

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Un vero e proprio reportage narrativo, molto bravo, Andr60. Piaciuta molto la scena finale: commovente, umana: "forzata" (è virgolettata) ma plausibile/possibile.
Nove brevi parti (mini-capitoli) che parlano di Mamadou, un giovane senegalese alla ricerca di un futuro migliore che si trasforma in un incubo (altro che Eden!) di sfruttamento, disumanizzazione e violenza, per poi culminare in un atto di redenzione (ma direi più di affrancamento o presa di coscienza) e sacrificio. Prosa ottima, trama lineare, stile semplice, adatto al genere di racconto, e quindi molto efficace. Che dire di più? Ti faccio solo i mie complimenti per aver scritto questo bel racconto compiuto/esauriente di "realismo sociale contemporaneo" intriso di povertà, speranza, resilienza, dramma, redenzione. Ma anche di "inciuci" tra buoni e cattivi: dove non sempre i buoni sono davvero buoni e anche l'opposto. Questo racconto è la rappresentazione di una "dicotomia" (scusa il parolone, ma non mi veniva termine migliore per esprimere il concetto) tra il sogno (Eden) migratorio e la cruda realtà (Incubo/inferno).
Bravissimo! Andr60,
Antonio
Voto 5 (meritatissimo!)
Aggiungo una cosa:
di solito non parlo mai di politica quando commento. Guardo più ad altri aspetti di un racconto, quelli tipici. Ma il tuo testo solleva anche, in modo abbastanza esplicito (indirettamente esplicito), il grosso problema della gestione dei flussi migratori e della mancanza (sembro un politico ora) di una gestione seria e adeguata a una situazione reale.
Re: Eden
I migranti/extracomunitari sono una vera manna per molti attori: 1) gli imprenditori (mano d'opera facilmente ricattabile); 2) politici di dx (votatemi, e farò finire la delinquenza di questi negri e/o musulmani!); 3) politici di sx (votatemi, e favorirò accoglienza e inserimento dei suddetti, se con contributi pubblici è meglio); 4) giornalisti che hanno costruito le loro carriere andando dietro a 2) e 3); e altri, da aggiungere a piacere.
Tutto ciò evitando accuratamente di parlare di come risolvere il problema, ovvero favorendo lo sviluppo economico dell'Africa; già, ma se ne favoriamo lo sviluppo, poi come facciamo a sfruttarla noi?
Saluti, e a leggerti sempre con piacere
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Kapò, certo, come riferimento, ma anche Io Capitano di Garrone. Il viaggio di Mamadou somiglia molto a quello tranne che per il finale. Ma anche l'ultimo vero Loach di Old Oak, che affronta il tema della guerra e della migrazione, dell'accoglienza.
Sei riuscito a raccontare una storia complessa e commovente in una manciata di caratteri, senza far apparire la narrazione affrettata o raffazzonata. Ti invidio, Andr. Sei bravo sul serio. E quel finale, quella telefonata con quel sono salvo, non temere, è veramente riuscita e strappa pure la lacrimuccia. Li dovresti scrivere tu i testi a quelle teste vuote del PD.
Sto leggendo La sconfitta dell'Occidente di Emmanuel Todd. Alcune cose vere, molte stronzate, ma un paio di cose mi hanno fatto riflettere circa la sparizione dei partiti di sinistra dal panorama europeo, che reputo verosimili. Non solo l'incapacità, ma anche il sostanziale rifiuto di accettare, e quindi cercare, la rappresentanza delle classi sociali meno agiate che prima costituivano il nerbo dei partiti comunisti, socialisti, socialdemocratici e laburisti. E lo slittamento di queste forze politiche verso le istanze neoliberiste e globaliste, che invece rappresentano pienamente. Quindi una volontaria conversione alle istanze delle elite. I ceti sociali popolari per Todd si dunque rivolti al populismo in cerca di rappresentanza e l'hanno trovata lì. Va da sé che quella populista è una rappresentanza vera solo nei toni e negli slogan, mentre le politiche populiste ricalcano quelle della sinistra. Per Todd questa divergenza tra richiesta di rappresentanza da parte del popolo e incapacità dei partiti di offrirla segna la fine delle democrazie rappresentative, insieme ad altri fattori naturalmente. L'elemento che mi ha fatto riflettere è quello non di una incapacità dei partiti di sinistra di non cercare la rappresentanza delle classi popolari, ma il non volerlo fare. È come se le elite dei partiti prima comunisti e socialisti si siano trasformati in elite di partiti liberisti ed elitisti. Le elite per Todd oggi non cercano più di guidare le altre classi sociali, ma in definitiva se ne vogliono sbarazzare. E da qui la sua sconfitta dell'Occidente.
Sono andato mostruosamente OT. Non me ne volere, i tuoi racconti mi ispirano sempre infausti pensieri.
Bravissimo e a rileggerti.
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Molto bravo, voto massimo.
Re: Commento
Caro Namio, i complimenti fanno sempre piacere ma detti dal Real Madrid delle gare lo sono ancora di piùNamio Intile ha scritto: 29/03/2025, 11:22 Benritrovato, Maestro Loach.
Kapò, certo, come riferimento, ma anche Io Capitano di Garrone. Il viaggio di Mamadou somiglia molto a quello tranne che per il finale. Ma anche l'ultimo vero Loach di Old Oak, che affronta il tema della guerra e della migrazione, dell'accoglienza.
Sei riuscito a raccontare una storia complessa e commovente in una manciata di caratteri, senza far apparire la narrazione affrettata o raffazzonata. Ti invidio, Andr. Sei bravo sul serio. E quel finale, quella telefonata con quel sono salvo, non temere, è veramente riuscita e strappa pure la lacrimuccia. Li dovresti scrivere tu i testi a quelle teste vuote del PD.
Sto leggendo La sconfitta dell'Occidente di Emmanuel Todd. Alcune cose vere, molte stronzate, ma un paio di cose mi hanno fatto riflettere circa la sparizione dei partiti di sinistra dal panorama europeo, che reputo verosimili. Non solo l'incapacità, ma anche il sostanziale rifiuto di accettare, e quindi cercare, la rappresentanza delle classi sociali meno agiate che prima costituivano il nerbo dei partiti comunisti, socialisti, socialdemocratici e laburisti. E lo slittamento di queste forze politiche verso le istanze neoliberiste e globaliste, che invece rappresentano pienamente. Quindi una volontaria conversione alle istanze delle elite. I ceti sociali popolari per Todd si dunque rivolti al populismo in cerca di rappresentanza e l'hanno trovata lì. Va da sé che quella populista è una rappresentanza vera solo nei toni e negli slogan, mentre le politiche populiste ricalcano quelle della sinistra. Per Todd questa divergenza tra richiesta di rappresentanza da parte del popolo e incapacità dei partiti di offrirla segna la fine delle democrazie rappresentative, insieme ad altri fattori naturalmente. L'elemento che mi ha fatto riflettere è quello non di una incapacità dei partiti di sinistra di non cercare la rappresentanza delle classi popolari, ma il non volerlo fare. È come se le elite dei partiti prima comunisti e socialisti si siano trasformati in elite di partiti liberisti ed elitisti. Le elite per Todd oggi non cercano più di guidare le altre classi sociali, ma in definitiva se ne vogliono sbarazzare. E da qui la sua sconfitta dell'Occidente.
Sono andato mostruosamente OT. Non me ne volere, i tuoi racconti mi ispirano sempre infausti pensieri.
Bravissimo e a rileggerti.

Sulla (triste) parabola della sx "ufficiale" sono completamente d'accordo con te; la metamorfosi del PCI dopo la caduta del Muro
prima e poi con la fine dell' URSS ha indotto i suoi dirigenti ad abbracciare totalmente l'ideologia che fino al giorno prima avevano combattuto, almeno a parole, e a diventare nel corso degli anni i rappresentanti italici del partito democratico statunitense. Quindi le masse si sono trovate orfane, a meno di continuare a votare partiti che non facevano più i loro interessi bensì quello di élites che odiano quelle masse, e le sfruttano senza pietà. I partiti di dx hanno avuto buon gioco nello sfruttare il malcontento generale, ma sappiamo perfettamente che non fanno altro che replicare lo stesso schema che c'è in USA, da sempre: ti pisciano in testa, e dicono che piove.
L' ultima emergenza in ordine di tempo, quella dalla quale dobbiamo guardarci tutti, è ovviamente quella russa, dopo che per
decenni (mica solo dal 2022...) la Nato ha abbaiato ai suoi confini. Meno male che abbiamo comici, intellettuali e giornalisti, tutti rigorosamente di sx, che ci ricordano i nostri doveri patriottici, rispolverando dall' armadio il famoso "Armiamoci e partite": sappiamo com'è finita.
Un caro saluto, a rileggerti
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Re: Eden
E nominare Kaja Kallas portavoce per gli esteri dell'unione, ma diosanto, quando l'ho sentito sono saltato sulla sedia. Suo nonno ha praticamente fondato la repubblica estone nel 1918, da capo della polizia ha perseguitato la metà della popolazione che non era estone, e quindi russa, e dopo la guerra la nonna è finita in Siberia con la madre di lei piccola. Il padre della Kallas è stato uno dei fondatori della Repubblica nata dal disfacimento dell'URSS, e nonostante questo, un paese con appena un milione di abitanti, quanto Palermo o poco più, le si danno le chiavi dei rapporti con la Russia in un momento così difficile in cui si dovrebbe ricucire anziché continuare a strappare. E dopo trent'anni di mantra sul risparmio e sul debito e dopo trent'anni di tagli di tutti i tipi e a tutti i livelli sul welfare perché il debito cade sulle future generazioni, che fanno? Debito per armarsi e riconversione dell'industria auto in industria bellica e da sinistra è tutto un hip hip hurrà e armiamoci e partite. Sono allibito e disgustato.
A proposito, ho terminato La Storia del Popolo Americano di Howard Zinn. Se non l'avessi già fatto, procuratelo.
Re: Eden
Ho sentito parlare di Zinn all' epoca della guerra contro Saddam Hussein, lui scriveva su Counterpunch articoli di fuoco contro Bush & c. e sull'eccezionalismo americano. Ti ringrazio del consiglio, salutiNamio Intile ha scritto: 29/03/2025, 18:19 Sì, con la Russia si è fatto un disastro e si continua imperterriti, mi pare. Non so da dove provenga tutta questa russofobia europea, e sinistroide per giunta, dato che fino a tre anni fa con la Russia si facevano affari e tutto andava bene e dell'Ucraina non fregava niente a nessuno, figuriamoci del Donbas (che poi è proprio Russia).
E nominare Kaja Kallas portavoce per gli esteri dell'unione, ma diosanto, quando l'ho sentito sono saltato sulla sedia. Suo nonno ha praticamente fondato la repubblica estone nel 1918, da capo della polizia ha perseguitato la metà della popolazione che non era estone, e quindi russa, e dopo la guerra la nonna è finita in Siberia con la madre di lei piccola. Il padre della Kallas è stato uno dei fondatori della Repubblica nata dal disfacimento dell'URSS, e nonostante questo, un paese con appena un milione di abitanti, quanto Palermo o poco più, le si danno le chiavi dei rapporti con la Russia in un momento così difficile in cui si dovrebbe ricucire anziché continuare a strappare. E dopo trent'anni di mantra sul risparmio e sul debito e dopo trent'anni di tagli di tutti i tipi e a tutti i livelli sul welfare perché il debito cade sulle future generazioni, che fanno? Debito per armarsi e riconversione dell'industria auto in industria bellica e da sinistra è tutto un hip hip hurrà e armiamoci e partite. Sono allibito e disgustato.
A proposito, ho terminato La Storia del Popolo Americano di Howard Zinn. Se non l'avessi già fatto, procuratelo.
Re: Commento
Tu ringrazio del commento e del voto. Aggiungo solo una precisazione: come ho scritto sopra, questo racconto si rifà al film di Pontecorvo (quello di Garrone non l' ho ancora visto), questo solo per dire che i lager ci sono anche oggi e, esattamente come ieri, lo sanno tutti e nessuno fa nulla (anzi...). SalutiVittorio Felugo ha scritto: 29/03/2025, 11:47 Un bellissimo racconto, ben scritto, semplice e commovente, con un finale non scontato. Dopo i commenti precedenti, che condivido, ho poco da aggiungere perchè sarebbero solo ripetizioni.
Molto bravo, voto massimo.
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Re: Eden
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Come molti altri hanno notato richiama molto Io, Capitano, che sto vedendo in questi giorn tra l'altro, specialmente l'inizio a casa col desiderio di partire.
Ma ritengo che siano storie che hanno necessariamente delle somiglianze (molto bello, con scene simili, anche il romanzo Sangue Giusto di Francesca Melandri)
Bella l'idea anche il finale. Molto molto toccante.
L'unico vero lato negativo sono alcune asprezze della prosa che danno l'impressione di poco rifinito, come se la seconda stesura fosse stata un po' affrettata.
La tua storia meriterebbe di essere rivista sotto due punti:
1- Dagli più spazio, prenditi più spazio perché merita
2- Questa è una storia di sentimenti, sentimenti forti, sentimenti veri. NON ce li raccontare facceli vivere! FALLI vivere a Mamadou: la speranza, il dolore, la violenza (Subita e inflitta!), il suo avvicinamento a Nina, la sua decisioe di sacrificarsi.
Vivili. Verrebbe fuori una bomba assoluta.
PS piccolo suggerimento di stile negli ultim capitoli continui a chiamare il protagonista Malik... io li proprio tornerei assolutamente al suo vero nome. Malik è il "Kapo" (uso il tuo giusto termine) dei trafficanti... ma quello che decide di dare una speranza a Nina e agli altri è Mamadou quello vero.
Re: Commento
Caro Ombrone, ti ringrazio del commento. E' vero, alcuni capitoli sono tagliati con l'accetta e avrebbero meritato maggiore spazio ma l'ho fatto anche per mantenere il racconto su una lunghezza accettabile per le gare. Potrei provare, in seguito, ad ampliarlo seguendo i tuoi consigli, per evidenziare meglio la presa di coscienza di Mamadou/Malik e la sua decisione finale.Ombrone ha scritto: 02/04/2025, 16:52 Bello ed intenso.
Come molti altri hanno notato richiama molto Io, Capitano, che sto vedendo in questi giorn tra l'altro, specialmente l'inizio a casa col desiderio di partire.
Ma ritengo che siano storie che hanno necessariamente delle somiglianze (molto bello, con scene simili, anche il romanzo Sangue Giusto di Francesca Melandri)
Bella l'idea anche il finale. Molto molto toccante.
L'unico vero lato negativo sono alcune asprezze della prosa che danno l'impressione di poco rifinito, come se la seconda stesura fosse stata un po' affrettata.
La tua storia meriterebbe di essere rivista sotto due punti:
1- Dagli più spazio, prenditi più spazio perché merita
2- Questa è una storia di sentimenti, sentimenti forti, sentimenti veri. NON ce li raccontare facceli vivere! FALLI vivere a Mamadou: la speranza, il dolore, la violenza (Subita e inflitta!), il suo avvicinamento a Nina, la sua decisioe di sacrificarsi.
Vivili. Verrebbe fuori una bomba assoluta.
PS piccolo suggerimento di stile negli ultim capitoli continui a chiamare il protagonista Malik... io li proprio tornerei assolutamente al suo vero nome. Malik è il "Kapo" (uso il tuo giusto termine) dei trafficanti... ma quello che decide di dare una speranza a Nina e agli altri è Mamadou quello vero.
Saluti
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Re: commento
In realtà credevo di essere stato molto crudo, specie nella scena dello stupro, o nel considerare una mexxa il cadavere di un povero migrante morto di stenti. Proprio vero che il mondo è bello perché è varioMacrelli Piero ha scritto: 07/04/2025, 22:33 In realtà non mi è piaciuto molto. Contiene tutti gli elementi del racconto edificante, ma questo è il difetto. Elementi prevedili. I dialoghi sono edulcorati e lontanissimi da quelli reali. Scritto bene, per carità, ma non mi ha preso.

Grazie del commento, saluti
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Le ONG sono i tassisti del mare: basta una telefonata e vengono a prenderti.
Mah...
A casa nostra ospitiamo due immigrati, e quali siano le vere storie di chi rischia la vita (e pesantemente) ne abbiamo esperienza diretta
Dire che la tua narrazione non mi piace, perdonami la schiettezza, è dire poco.
Mi si dirà che è un racconto, non un reportage.
Ok.
La scrittura è sicuramente fluida; nella storia però trovo solo luoghi comuni, ed i personaggi sono "macchiette".
Il finale strappalacrime, poi, con redenzione e mamma ... no, quello non sono proprio riuscito a digerirlo.
Sono sicuro che ci farai leggere storie migliori di questa.
Dai, alla prossima!
Re: Eden
Più che altro volevo evidenziare il fatto che il problema migranti abbia molte sfaccettature, ma i media si focalizzano solo su alcuni aspetti, comodi da evidenziare sia a partiti di dx che di sx (o meglio, quelli che per convenzione vengono definiti tali).Bobinsy ha scritto: 12/04/2025, 9:38 In questa storia l'immigrato è uno che il lavoro nel suo paese c'è l'ha, ma non si impegna, e cerca chissà cosa in occidente. Se la cava meglio nello stupro di gruppo ed a bastonare su comando.
Le ONG sono i tassisti del mare: basta una telefonata e vengono a prenderti.
Mah...
A casa nostra ospitiamo due immigrati, e quali siano le vere storie di chi rischia la vita (e pesantemente) ne abbiamo esperienza diretta
Dire che la tua narrazione non mi piace, perdonami la schiettezza, è dire poco.
Mi si dirà che è un racconto, non un reportage.
Ok.
La scrittura è sicuramente fluida; nella storia però trovo solo luoghi comuni, ed i personaggi sono "macchiette".
Il finale strappalacrime, poi, con redenzione e mamma ... no, quello non sono proprio riuscito a digerirlo.
Sono sicuro che ci farai leggere storie migliori di questa.
Dai, alla prossima!
Mamadou non è né un santo né un diavolo, è solo un ragazzo come tanti, che viene adescato e poi truffato, ridotto in schiavitù e poi indotto a diventare un carceriere in uno dei tanti lager finanziati dalla UE (nel racconto non è detto esplicitamente, ma lo si fa intendere). È nel complesso una situazione tragica, che nessuno vuole risolvere poiché in molti fa comodo che continui così. Puoi chiedere ai due immigrati del loro soggiorno in Libia, magari loro sono stati più fortunati. Saluti, alla prossima
Re: Eden
Ti ringrazio per le precisazioni (nonostante il mio giudizio severo). Concordo che il tema ha molte sfaccettature, ed anche che il ruolo dell' UE è quanto meno ambiguo. I miei ospiti sono Siriani. Scappano dalla guerra, e non sono passati dalla Libia. Di orrori ne hanno visti ugualmente, da lasciare tracce indelebili.Andr60 ha scritto: 12/04/2025, 11:07 Più che altro volevo evidenziare il fatto che il problema migranti abbia molte sfaccettature, ma i media si focalizzano solo su alcuni aspetti, comodi da evidenziare sia a partiti di dx che di sx (o meglio, quelli che per convenzione vengono definiti tali).
...
Capisco che non è facile rappresentare, in un racconto, la gravità della situazione. Ok, ci hai provato. Non vorrei che il mio giudizio sia interpretato come censura. È solo la trascrizione di ciò che ho provato leggendo. Un grosso "No". Ma forse si tratta solo di stare molto attenti ad evitare i luoghi comuni. Che quasi sempre sono a sfavore di questi derelitti, molto più sfortunati di noi.
Grazie ancora, ed a rileggerci
Commento: Eden
Re: Commento: Eden
Cara ElianaF, l' argomento è trattato fino alla nausea dai media, è vero. Però solo da due punti di vista: la pietà per i morti in mare, e la sicurezza per i benpensanti minacciati dagli extra comunitari islamici e/o stupratori. Ho cercato di fornire altre chiavi di lettura al fenomeno, che ci sia riuscito (o no) dipende dal giudizio dei lettori.Grazie del commento, salutiElianaF ha scritto: 21/04/2025, 12:29 Testo ben scritto, trama emozionante, ma il tema è già stato trattato tante di quelle volte che non mi lascio più coinvolgere, un po' come succede per i testi che riguardano i campi di sterminio. I dialoghi non sempre li trovo azzeccati (es: "Chi ti ha messo in testa questa idea folle? Lo sai che è pericoloso, che molti manco ci arrivano, là!"). Buono ma non innovativo.
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Cara Laura, ho "compresso" gli accadimenti e capisco che il ravvedimento del protagonista risulti poco credibile, anche se in realtà passano mesi, tra un capitolo e l'altro. Ciò che volevo sottolineare è che Malik/Mamadou si comporta né più né meno come un soldato trascinato da altri a compiere azioni che, da solo, non farebbe mai. Perché picchia, o stupra? Perché lo fanno anche gli altri, e lui non ha né la forza né la volontà di rifiutarsi, poiché sa che tornerebbe nella gabbia, insieme agli altri schiavi. L'emulazione è un motore potente (nel bene o nel male) ma il ricatto lo è altrettanto; solo pochi riescono a dire: basta! Però il prezzo da pagare è alto.Laura Traverso ha scritto: 30/04/2025, 15:46 Ciao Andr, e bravo! Davvero triste, coinvolgente e veritiero il tuo racconto. Tutti, come hai detto in un commento, lucrano sulla pelle di quei poveri disperati; tutti i "colori" che ci rappresentano, le Ogm tristemente anche, come pure molti degli stessi uomini di colore che si sono associati a bande criminali contro i loro simili. Il finale l'ho inteso aperto, lascia spazio alla speranza. Una cosa vorrei dire, il cambiamento così tanto repentino di Malik che, da terribile, (capisco per sopravvivere) individuo che era diventato: crudele, dispensatore di torture ai suoi "fratelli" , stupratore ecc, improvvisamente, (capisco per amore, ma forse era meglio dilungarsi un po' di più su questo passaggio, su questa trasformazione che dal mio punto di vista è stata troppo rapida e poco credibile). Avrei dato più spazio ai sentimenti e magari meno e con minori dettagli, al resto. Personalmente non credo che una persona, di qualunque colore, capace di simili nefandezze, si redima così in fretta. Anzi a dirla tutta, che si redima... Purtroppo anche nel tuo racconto, come in tante altre circostanze, l'essere umano si distingue, mediamente, per le capacità più brutali che si possono immaginare. Basta guardarsi attorno... siamo circondati dal male, dalla distruzione e dallo sterminio. Ancora, finché dura, noi assistiamo al tanto schifo solo tramite l'informazione dei media. L'umanità e alla deriva, ma non è una novità, basta leggere la storia in qualunque epoca la si voglia guardare: guerre, sopraffazioni, torture e morte da parte di uomini, gli uni contro gli altri, ci sono sempre state. Fa parte della nostra "razza umana", non certo da fiore all'occhiello... E chi ha provato a ribellarsi, a parlare di amore e di pace, (gli esempi si sprecherebbero, partendo da Gesù Cristo) e' stato brutalizzato e ucciso. Voto 4
Saluti, grazie del commento
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Un racconto che esula da luoghi comuni e che dipinge il labile confine tra i concetti etici di bene e male. Molto interessante come il protagonista, ragazzo svogliato e distratto, abbia più facilità ad accettare il ruolo di carnefice che il ruolo di meccanico.
Il cambiamento nel finale è un po' troppo repentino: con un paio di capitoli in più si sarebbe potuto rendere meglio il passaggio, la maturazione, rendendoli più plausibili.
L'ultima scena, forse, manca dei tempi giusti. Mi spiego: se la repentinità dell'azione dei carcerieri è tale da non permettere in sicurezza l'allontanamento del barchino, come mai il protagonista ha tempo di fare una telefonata, non così breve, per giunta? Tra compilare il numero, attendere qualche squillo e poi il tempo della conversazione, trascorre presumibilmente quasi un minuto. In un minuto, con un motoscafo di media potenza si può percorrere dai 500 agli 800 metri, per contro la gittata utile di un kala è di circa 500 metri e al buio diventa altamente improbabile riuscire a colpire un bersaglio in quelle condizioni. Con questa semplificazione volevo solo dire che servirebbe un espediente in più, per rendere l'eventuale fuga molto meno sicura, che so, il motore che non si accende, ad esempio.
Ma a parte questo dettaglio, devo dire che il tuo è uno dei testi che mi ha colpito maggiormente, come linearità, coerenza, stile narrativo e dialoghi. Contrariamente a quanto scritto da altri, questi ultimi, a mio avviso, risultano molto realistici.
Complimenti.
Ciao.
Il Bestiario del terzo millennio
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Direttamente dal medioevo contemporaneo, una raccolta di creature inventate, descritte e narrate da venti autori. Una bestia originale e inedita per ogni lettera dell'alfabeto, per un bestiario del terzo millennio. In questa antologia si scoprono cose bizzarre, cose del tutto nuove che meritano un'attenta e seria lettura.
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Contiene opere di: Bruno Elpis, Edoardo Greppi,
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Roberto Paradiso, Luisa Gasbarri, Sandra Ludovici, Yara Źagar, Lodovico Ferrari,
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Nunzio Campanelli, Desirìe Ferrarese,
Maria Lipartiti, Francesco Paolo Catanzaro, Federica Ribis, Antonella Pighin, Carlotta Invrea,
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Kriminal.e
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A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona,
Nunzio Campanelli, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Emanuele Finardi, Concita Imperatrice,
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Francesca Paolucci,
Umberto Pasqui, Antonella Pighin, Alessandro Renna,
Enrico Teodorani.
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collana antologica multigenere di racconti brevi
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La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Marco Bertoli,
Angela Catalini,
Francesco Gallina,
Liliana Tuozzo,
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La Gara 2 - 7 modi originali di togliere/togliersi la vita


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