La Contessa
- Daniele Missiroli
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La Contessa
– Ti farò causa per avermi trascinato qui con la forza – disse Ted.
– Sul mio tavolo c’è la tua licenza da ciarlatano – replicò il tenente a denti stretti.
– Mentalista, prego! – sottolineò Ted, togliendosi il cappotto.
– Devi aiutarmi, il capitano mi sta addosso.
Nel salotto damascato, oltre a loro due, c’erano tre uomini e una donna. La signora era seduta su un divano a tre posti insieme a un uomo. Gli altri occupavano due poltrone.
– Io sono il conte Collins – disse l’uomo di mezza età con l’elegante completo blu. – Sono il marito di Cecilia. Anzi, lo ero.
– Io mi chiamo Brian Sullivan e sono un amico di famiglia. Non so perché sia stato convocato.
– Io sono Arthur Zais, il medico personale della contessa – disse il terzo. – Dora, questa mattina, mi ha chiamato subito appena ha scoperto il corpo.
– Lei è la governante? – chiese Ted, rivolgendosi alla donna.
– Sì, signore – rispose lei, tirando su col naso. – La contessa aveva gli occhi sbarrati quando sono andata a svegliarla.
– Che cosa è successo ieri sera? – chiese Ted al tenente.
– I signori sono stati qui fino a tardi – rispose Corby. – Poi il marito si è ritirato.
– Camere separate? – chiese Ted al conte.
– Da diversi anni – rispose lui, sfilando una sigaretta da un pacchetto.
– Il signor Brian si è trattenuto per qualche altro minuto, poi è andato via – aggiunse il tenente.
– Brian, lei è molto giovane. Ventiquattro? Ventisei? – chiese Ted.
– Ho venticinque anni, ma questo che importanza ha?
– Lei era l’amante della contessa! – disse Ted, fissando il conte, che continuò a tentare di accendersi la sigaretta.
– Come si permette? – gridò Brian, inviperito.
– E le dirò di più: il marito lo sapeva.
– Come può fare simili affermazioni! – protestò il conte.
– Quando ho accusato Brian, lei non si è scomposto. Questo significa che era al corrente della relazione e che non le importava. Come è avvenuto il decesso?
– Infarto – disse il medico.
– L’infarto può anche essere provocato – disse il tenente. – La contessa aveva l’abitudine di prendere una tisana forte.
– Quando ho constatato il decesso di Cecilia, le ho fatto un prelievo, poiché non era ancora subentrato il rigor mortis. Ho mandato la fiala al Centro Analisi della polizia.
– Lei potrebbe averla sostituita – replicò il tenente.
– Sono al servizio di questa famiglia fin da quando c’era il vecchio Conte. Non farei mai una cosa simile. E poi, perché l’avrei fatto?
– Dammi altre informazioni, Corby.
– Il vecchio adottò la bambina quarant'anni fa, dopo la perdita della moglie. Disse che l’aveva fatto perché era veramente sua figlia.
– Che vita conduceva?
– Molto ritirata.
– Vita ritirata, ma nonostante tutto… Dora, lei quanti anni ha?
– Ne ho sessanta, perché questa domanda? Mi assunse il signor Conte quando avevo diciotto anni perché la moglie non stava bene.
– Togli Dora dai sospettati di omicidio, Corby.
– Perché? Lei poteva benissimo somministrare una tisana “rinforzata” alla contessa.
– Nessuna madre uccide la figlia.
A quelle parole, Dora scoppiò a piangere.
– Come fai a dirlo? – disse il tenente, allibito.
– La moglie è malata e il vecchio Conte ha in casa una ragazza di vent'anni. Lei resta incinta e lui riconosce la bambina: un classico.
– Si vergogni per aver osato gettare una simile ombra su Cecilia – disse il medico – e su questa donna che ha servito onorabilmente la famiglia per decenni.
Prima che Ted potesse replicare, arrivò un poliziotto che consegnò un documento al tenente.
– Forse non è stato un omicidio – disse lui, leggendo il foglio. – Il sangue non conteneva sostanze letali.
– Potremmo fare un’autopsia – disse Ted, osservando Arthur, seduto molto vicino a Dora.
– Non servirebbe a niente – disse il dottore – ma fate pure.
In quel mentre il cellulare del tenente squillò.
Dopo aver riattaccato, Corby disse: – Non immagini cosa mi hanno comunicato dall'obitorio.
– Il cadavere non c’è più?
– Mi farai ammattire: tu come fai a saperlo?
– Te lo spiego dopo. Hai notato che il dottore è molto protettivo nei confronti di Dora? Le tiene addirittura la mano.
– E allora? È un dottore.
– Nessuno si rivolge a una contessa chiamandola per nome: solo lui l’ha fatto. È il comportamento di un padre, direi! Anche lui andava a letto con Dora, e quando restò incinta, fu facile convincere il vecchio Conte che il padre era lui. In questo modo hanno assicurato un futuro alla bimba.
A quelle parole il dottore abbassò la testa.
– È tutto vero, ma ormai non ha più importanza. La nostra Cecilia ci ha lasciato – disse l’uomo, stringendo a sé la governante.
– Va bene, questo esclude dai sospettati anche il dottore – disse Corby. – Ora vuoi dirmi se è stato il marito oppure l’amante?
– Prima – disse Ted, indicando un quadro, – vorrei che il conte aprisse la cassaforte che sta là sotto.
– Come fa a saperlo? – disse l’uomo, avviandosi verso la parete indicata da Ted.
– Questo lo sapevo anch'io – disse il Tenente. – Si vede che il quadro è scostato dal muro.
– Il conte aprì la cassaforte, che si rivelò essere vuota.
– Come vede, non c’è niente. Non la usiamo più.
– Ora ti dirò chi è stato e dove puoi trovare la contessa – disse Ted al tenente, con un sorrisetto malizioso.
– Hai capito anche chi ha sottratto il corpo? Non posso crederci!
– Il colpevole è… il signor Brian! Perquisitelo e gli troverete un biglietto aereo o un biglietto ferroviario. Se pensava di partire in aereo, troverete la signora contessa all'aeroporto. Altrimenti, sarà alla stazione.
Il Tenente era sbalordito. Brian si alzò lentamente dalla poltrona su cui era seduto, poi fece un balzo improvviso verso l’uscita. Ted gli fece lo sgambetto e lui ruzzolò sul pavimento. La perquisizione rivelò un biglietto aereo per Bali. Il volo partiva dopo tre ore.
– Come hai fatto, malefico individuo – disse il tenente.
– Il marito afferma che la cassaforte è sempre stata vuota, ma tutti sanno che non è normale che in una casa signorile come questa non ci siano contanti o gioielli. Insieme all'amante della moglie organizza un piano per sbarazzarsi di lei. Non la vuole uccidere, solo spedirla fuori dalle scatole insieme al suo amante. Li riempie di soldi, dopo aver vuotato la cassaforte, e si assicura la complicità di Dora e del dottore. Loro devono testimoniare che la contessa è davvero deceduta. Nessun problema, dato che sono i genitori.
– Quindi… – balbettò Corby.
– Ti serve un furgone: sono colpevoli tutti e quattro.
Ted si rimise il cappotto e fece per allontanarsi, ma prima aggiunse, prendendo il tenente per un braccio e fissandolo negli occhi: – Domattina vengo a prendere la mia licenza da “ciarlatano”, d’accordo?
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Ha un buon ritmo e i caratteri, nonostante la brevità, sono ben disegnati, soprattutto Ted e il tenente, fra i quali emerge un rapporto conflittuale ma anche amichevole.
Un appunto: visto che usi tempi al passato consiglierei di scrivere “Il volo partiva dopo tre ore” e non “fra tre ore”
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Re: La Contessa
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La prosa è buona, si vede che hai la mano "giusta".
Ed è corretto concentrarsi sull'intreccio, come in ogni giallo, sebbene in un racconto così breve tu vada incontro al rischio di appiattire i personaggi, cosa che puntualmente è accaduta: troppi personaggi e quasi indistinguibili tra loro.
Però dimentichi di attribuire il discorso diretto al personaggio. E in due o tre occasioni è stato davvero arduo individuare chi parla con chi.
Paradossalmente il difetto maggiore rimane nell'intreccio, con la rivelazione finale a mio parere totalmente illogica. Lasciamo perdere il fatto che un medico ritenga la propria posizione economica troppo precaria per riconoscere una figlia e poi vivere in silenzio la paternità attribuita a qualcun altro. E va be'. Ma poi alla morte del conte la sceneggiata che senso avrebbe avuto? Lasciamo perdere che il conte (il marito, perché poi c'è pure il padre) fosse tanto ricco da sbarazzarsi della moglie lasciandola all'amante. E lasciamo pure perdere la modalità, la finta morte. Ma la contessa Cecilia, che pure doveva essere ricca di suo, che motivo avrebbe avuto a fingere la propria morte? Qua proprio non arrivo. E i suoi genitori, che lei non sapeva fossero tali, ad avallare un tale tentativo?
Insomma, da rivedere.
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Re: La Contessa
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ho trovato il racconto coinvolgente e ben scritto. Essendo breve non c'è stato spazio per caratterizzare maggiormente i personaggi, la vicenda e i colpi di scena sono però secondo me ben descritti e comprensibili. Nel finale ci possono essere alcuni aspetti poco chiari, che però possono essere tranquillamente spiegati con la fantasia del lettore. In breve a me è piaciuto e sarebbe interessante incontrare di nuovo il mentalista.
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Re: La Contessa
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Re: La Contessa
Sì, è una storia che meritava almeno 20.000 caratteri, forse un giorno la allungherò.
Grazie a tutti per gli apprezzamenti, che alla fine mi hanno portato in prima posizione.
Non me l'aspettavo proprio
Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
Vedi ANTEPRIMA (941,40 KB scaricato 144 volte).
FEMILIA - abbiamo sufficienti riserve di sperma
In seguito a un'escalation di "femminicidi", in tutto il mondo nasce il movimento "SupraFem", ovvero: "ribellione delle femmine che ne hanno abbastanza delle violenze dei maschi". La scintilla che ha dato il via al movimento è scattata quando una giornalista ben informata, tale Tina Lagos, ha affermato senza mezzi termini che "nei laboratori criogenici di tutto il mondo ci sono sufficienti riserve di sperma da poter fare benissimo a meno dei maschi. Per sempre!". Le suprafem riescono ad avere un certo peso nella normale vita quotidiana; loro esponenti si sono infatti insediate in numerosi Palazzi, sia politici che economici, e sono arrivate al punto di avere sufficiente forza da poter pretendere Giustizia.
Copertina di Riccardo Simone
di Mary J. Stallone e Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (2,48 MB scaricato 214 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Idra Loop
la strana verità di una fotografia che non dovrebbe esistere
In una tranquilla cittadina del Nord Italia, gli abitanti rivedono se stessi da giovani. Il CICAP vuole vederci chiaro e ingaggia un reporter specializzato in miti e misteri. Però anch'egli viene suo malgrado coinvolto in qualcosa di altrettanto assurdo, infatti appare dal nulla una misteriosa fotografia Polaroid che lo ritrae in una circostanza mai esistita.
Cosa lega questi due misteri?
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (156,02 KB scaricato 184 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Gara d'estate 2020 - Anniversari, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 18 - Brividi a Natale
A cura di Mastronxo.
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La Gara 38 - Sorpresa!
A cura di Lodovico.
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