Soprannomi
Soprannomi
Edgar Lee Masters nell’antologia di Spoon River aveva colto l’essenza di duecentoquarantotto personaggi, raccontando la loro vita con un epitaffio. Lui aveva colto il punto focale dell’esistenza, determinato da un fatto, da un atteggiamento o dal caso, tutti elementi che avevano indirizzato l’esistenza del personaggio.
Questo libro ha un fascino eterno.
Mio padre più semplicemente coglieva l’essenza con un semplice soprannome.
Memore dell’esperienza di bambino, quando in paese quasi tutti avevano un appellativo, cominciò ad apostrofare gli abitanti del condominio con nomi inventati.
La prima parola che sentii fu PIE’ VELOCE, battezzando un ragazzo che abitava al terzo piano il quale, seppur giovane, camminava con passo lento e affaticato.
Fu poi la volta della famiglia dirimpettaia al nostro appartamento. La signora, ciarliera e attenta a tutti i fatti del circondario, facendosene capo di eventuali problemi o questioni da risolvere, fu chiamata MADRE BADESSA. Il marito, un tipo piccolino con gli occhi sporgenti, prese il nome di OCH (occhi), e il figlio dal lessico striminzito diventò GUGUGU.
Provenivano da un’altra regione e lui classificava quegli abitanti come GNAGNI.
Affettuosamente nella mia famiglia, genitori e sorelle, ci chiamavamo GINO e GINA.
La cosa strana e interessante, sicuramente fior di sociologi avranno esaminato l’argomento, è data dal fatto che questi soprannomi diventavano di uso comune nel lessico casalingo, anche in alcune persone che frequentavano la nostra abitazione. Decidemmo di discuterne per porci degli allarmi mentali, onde evitare di tradirci con i diretti interessati e far scoprire questo nostro piccolo divertimento.
Nell’azienda in cui lavoravo c’era un signore che aveva il soprannome di TRENTACINQUE. Io e la mia collega Enrica sorridemmo appena lo sentimmo pronunciare. Naturalmente il titolo si riferiva alla virtù meno apparente e più indecente, cantata in maniera stupenda da De Andrè.
Nel giro di poco tempo cominciammo a inventare nuovi appellativi. Sempre centrati, perché coglievano, come dicevo prima, l’essenza della persona. Il nostro dogma prevedeva parole che fossero gentili, ironiche, simpatiche e dovevano cogliere la parte scoperta e fragile dell’indiziato. La parola non doveva uccidere ma solo fare solletico, per sorridere un po’.
E allora fu il turno di FOFI, un giovane che lavorava in officina, dallo sguardo mite e dal viso emaciato.
Poi arrivò JMI, la collega dell’ufficio vicino al nostro. Una brava donna dal fondoschiena pronunciato. Prendendo a prestito la fortuna di JLO, lo tramutai in JMI perché mi era l’inizio del suo cognome. Logico no?
In magazzino lavorava una coppia di fratelli dal fisico robusto. Uno mediamente alto e rustico, l’altro più piccolo e tozzo, con un viso delicato. Diventarono FRED & BARNEY, ed era uno spasso osservarli parlare e scambiarsi opinioni che potevano durare anche un’ora. In quel caso non arrivava Wilma!
C’erano anche LA MISS e MULLAH IVANA. La prima si atteggiava a reginetta di bellezza, mentre la seconda era tignosa e aderente in modo ottuso al sistema aziendale. Erano i tempi del Mullah Omar. Logico no?
La stessa Miss al ritorno da un viaggio di lavoro, dove rischiò di regalare l’illibatezza peraltro già perduta, descrisse il capo delle vendite come un vulcano d’idee. Dubbioso della veridicità di tale affermazione e immaginando che questo capo non fosse esattamente un Einstein, fu subito battezzato VULCANO.
Uno dei più simpatici era un altro magazziniere. Un pomeriggio trovò cinquecento euro in un corridoio. Non disse nulla e mise in tasca la banconota. Un paio di giorni dopo, trovando l’ufficio in fibrillazione per lo smarrimento di cinquecento euro, arrivò bello bello e disse con sincera nonchalance: a pensarci bene io ho trovato questo per terra. Da allora fu il nostro idolo, una sorta di Alan Ford moderno e diventò JULIO QUINIENTOS, preso a prestito dallo spagnolo.
Un altro personaggio della nostra galleria era un cinquantenne dai capelli tinti e dalle avventure più o meno galanti. Arrivava con il suo passo felpato e il sorriso ironico indagatore. Era un maschio gentile in perenne ricerca di femmine.
Diventò SCIUPAFEMMENE, un vero mito.
E che dire dell’amministratore delegato? Nel sottobosco era chiamato PIPPO, perché questo personaggio della Disney non sapeva mai nulla. Come lui. Era un soprannome datogli dai dipendenti più anziani, ma fu sempre chiamato così da tutti. E’ un miracolo se in tanti anni nessuno si è mai tradito e lui ha potuto camminare sempre impettito con il ciuffo ribelle. Come Pippo.
Siamo quasi alla fine. Come dimenticare Torani? Era un informatico acido e arrivista. Io e la mia collega lo storpiavamo in Toranni. O meglio era TORANI quando si presentava normalmente e senza troppa enfasi, si trasformava in TORANNI nei giorni che era un po’ esaltato.
Anche la mia collega aveva meritato il suo soprannome. Era diventata ERICA ed io la chiamavo sempre così, con tutto l’affetto che potevo avere per una compagna di lavoro spiritosa e intelligente.
Io non ho mai avuto dei nomignoli particolari. Almeno credo!
Come vedete erano soprannomi bonari, semplicemente inventati in un momento in cui coglievamo l’autentica entità della persona.
Ormai è diventato un vizio. Chiamo i miei amici con i nomi più disparati, Marcello, Giuseppe, Silvio, Orgoglio Italiano, Alfredo, Marcella, Clelia. Lino, il programmatore, lo chiamo Cotone. Ezio, mio cugino, è diventato Ozio. C’è sempre un fondo di verità nei soprannomi, infatti è un gran lazzarone.
Non sbaglio un colpo, mi ricordo sempre tutto.
Loro inizialmente mi guardavano perplessi, ora invece sorridono.
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Re: Soprannomi
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Re: Soprannomi
Re: Soprannomi
Rilassati amico, noto nelle tue parole qualcosa di forzato.Marcello Rizza ha scritto: ↑23/09/2021, 13:07 Scusate, ma perché continuiamo a commentare persone che non si degnano di commentare nemmeno un racconto altrui, che piazzano lì un racconto e nemmeno entrano in lizza perché non sono interessati a collaborare?
Mi sembra che le regole della gara siano chiare: se voti partecipi, se non voti rimani escluso e puoi essere letto come nelle altre pagine del sito. Io personalmente ho sempre difficoltà a commentare e a votare, in primis perché non leggo molto e poi non ho quelle certezze per commentare con sufficiente autorevolezza i lavori altrui.
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Re: Soprannomi
Però votare e/o commentare fa parte dello spirito e del ménage delle Gare, altrimenti tanto vale pubblicare normalmente nel sito e amen.Letylety ha scritto: ↑23/09/2021, 13:37 Mi sembra che le regole della gara siano chiare: se voti partecipi, se non voti rimani escluso e puoi essere letto come nelle altre pagine del sito. Io personalmente ho sempre difficoltà a commentare e a votare, in primis perché non leggo molto e poi non ho quelle certezze per commentare con sufficiente autorevolezza i lavori altrui.
Come scrivo a ogni riassunto di fine Gara:
inviterei i partecipanti a commentare i testi dei nuovi arrivati solo qualora si riscontrasse una loro minima interazione reciproca.
Non vorrei, infatti, che questa logica portasse qualcuno a pensare che le Gare non siano altro che una ghiotta e gratuita opportunità di ricevere commenti a scapito della fatica altrui.
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Re: Soprannomi
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Commento Soprannomi
Sarà per me un piacere leggerti.
All'ascolto e alla lettura non ha trovato segnalazioni degne di nota. Avrei rivisto un po' la punteggiatura, ma non è detto che avrei fatto meglio.
Per ora voto 3.
Re: Soprannomi
Corretto e ne prendo atto. Permettimi però di sottolineare in chiusura come sia perlomeno inopportuno l'intervento precedente. Dopotutto la gara è appena iniziata.Massimo Baglione ha scritto: ↑23/09/2021, 14:04 Però votare e/o commentare fa parte dello spirito e del ménage delle Gare, altrimenti tanto vale pubblicare normalmente nel sito e amen.
Come scrivo a ogni riassunto di fine Gara:
inviterei i partecipanti a commentare i testi dei nuovi arrivati solo qualora si riscontrasse una loro minima interazione reciproca.
Non vorrei, infatti, che questa logica portasse qualcuno a pensare che le Gare non siano altro che una ghiotta e gratuita opportunità di ricevere commenti a scapito della fatica altrui.
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Re: Soprannomi
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Detto questo, sono anche io un grandissimo fan dei soprannomi e tutte le logiche applicate le condivido in pieno; oltretutto lo stile mi sembra familiare e formalmente "pulito", quindi ti assegno volentieri un 4.
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Re: Soprannomi
Mmhhh...in queste parole leggo sempre qualcosa di autoritario, cosa che mi fa venire la pelle d'oca. Strano, perché in un gruppo di scrittura dovremmo trovare tante sensibilità, tanti modi di vedere il mondo.Marcello Rizza ha scritto: ↑23/09/2021, 14:27 Grazie per aver risposto da admin serio, Massimo. E sai che ho perplessità sulle regole. Comunque, io non avrei risposto all'amico/a, così mi ha chiamato. Nemmeno metto "commento" perché non mi interessano classifiche per le questioni di principio.
Quel lamento che invitava i partecipanti a non votare e non commentare un'opera, è una forma espressiva settoriale e limitativa della libertà altrui.
Toglie serenità a tutti.
Peccato.
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Nel brano in questione non mi sembra che sia così, tranne forse nel finale; l'appellativo è un nome in codice, uno sfottò delle caratteristiche fisiche o caratteriali del destinatario, da pronunciare a bassa voce fra gli adepti e mai in presenza dell'interessato.
Concordo che il racconto manchi un po' di tensione narrativa, però è scritto in maniera corretta e piacevole da leggere.
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Re: Soprannomi
Mi pare ovvio che non hai capito lo spirito delle Gare
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Certo che "trentacinque" mi spaventa un po'...
Come ha scritto Roberto è vero che quelli citati sono soprannomi da usare "alle spalle", ma l'usanza di quelli "veri" non sta andando perduta perchè, per esempio, nel mio gruppo di amici nessuno viene chiamato/a col proprio nome, ma coi soprannomi "ufficiali" (generlamente sono almeno due a testa): facciamo sta cosa fin dalle elementari e se alle volte ci chiamiamo usando il nome di battesimo la cosa suscita scandalo e scalpore.
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Ma se mi posso permettere i soprannomi citati nel tuo racconto non sono niente di che, alcuni anche un pochino scontati. Abito in un piccolo paese della bergamasca e al tempo dei miei nonni ogni membro adulto aveva il suo soprannome e quelli più significativi sono passati alle famiglie intere e ancora oggi vengono usati per identificare i nipoti e i pronipoti. Ti assicuro che lì c'era della vera maestria, alcuni sono davvero evocativi e sono rimasti nella storia del paese. Non farò esempi perchè tradotti in italiano perdono molto della loro poesia.
Se anziché fare un lungo elenco di personaggi e soprannomi ci avessi ricamato attorno una storia sicuramente il testo sarebbe stato più godibile.
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non è un racconto, è più un resoconto, un ricordo di ciò che si va perdendo.
che va anche bene, perbacco, ci mancherebbe, però la storia in sé non mi dice praticamente nulla, mi spiace.
alla prossima
http://scrittoripersempre.forumfree.it/
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Ho letto fino alla fine il testo aspettando che iniziasse una (la) storia.
Ma non ho trovato nulla. Va bene che l'inizio del viaggio è già il viaggio, ma almeno prendere una borsa, una valigia, un paio di scarpe comode...
Senza offesa, eh!
La Gara 15 - Risorse a piccoli sorsi
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Gara d'Estate 2018 - Incontri, e gli altri racconti
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La Gara 8 - La vendetta dei cattivi
A cura di Miriam.
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BReVI AUTORI - volume 2
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Daniele Missiroli, Fausto Scatoli, Angela Di Salvo, Francesco Gallina, Thomas M. Pitt, Milena Contini, Massimo Tivoli, Franca Scapellato, Vittorio Del Ponte, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Selene Barblan, Antonella Jacoli, Renzo Maltoni, Giuseppe Gallato, Mirta D, Fabio Maltese, Francesca Paolucci, Marco Bertoli, Maria Rosaria Del Ciello, Alberto Tivoli, Debora Aprile, Giorgio Leone, Luca Valmont, Letteria Tomasello, Alberto Marcolli, Annamaria Vernuccio, Juri Zanin, Linda Fantoni, Federico Casadei, Giovanna Evangelista, Maria Elena Lorefice, Alessandro Faustini, Marilina Daniele, Francesco Zanni Bertelli, Annarita Petrino, Roberto Paradiso, Alessandro Dalla Lana, Laura Traverso, Antonio Mattera, Iunio Marcello Clementi, Federick Nowir, Sandra Ludovici.
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77, le gambe delle donne
ovvero: donne in gamba!
Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, Alessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, Nunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, Alessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, Stella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, Roberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, Anna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, Isabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, Libero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, Marino Maiorino, Angelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), Roberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, Marina Paolucci, Roberto Paradiso, Umberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, Daniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, Pietro Rainero, Gianluigi Redaelli, Maria Rejtano, Stefania Resanfi, Franca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, Salvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, Liliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.
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I sogni di Titano
Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
Gli autori GLAUCO De BONA (vincitore del Premio Urania 2013) e MASSIMO BAGLIONE (amministratore di BraviAutori.it) vi presentano una versione alternativa del "Tutto" che vi lascerà senza parole. Di Glauco De Bona e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.