Ah, ma allora: "si può fare!".
- Massimo Baglione
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Ah, ma allora: "si può fare!".
Lo giro volentieri qui da un post che ho letto su Facebook:
Ah, ma allora SI PUÒ FARE! Lo smart working da casa senza creare traffico e inquinamento e senza intasare i trasporti pubblici,o per chi ha figli piccoli a casa magari malati che non possono andare a scuola.
Ah, ma allora SI PUÒ FARE! la didattica a distanza magari durante le allerte meteo o per chi ha qualsiasi altro problema di mobilità.
Ah, ma allora SI PUÒ FARE! andare a ritirare la pensione a scaglioni senza fare folle oceaniche agli uffici postali ogni mese o addirittura usare i bancomat.
Ah, ma allora SI PUÒ FARE! il medico di base ti manda la ricetta tramite SMS o email senza dover prendere un giorno di ferie per andare a fare la fila allo studio medico.
Ah, ma allora SI PUÒ FARE! A proposito di file, fare una fila ordinata senza nessuno che voglia fare il furbo e passare davanti.
Ah, ma allora SI PUÒ FARE! Elogiare il sistema sanitario nazionale senza offendere o peggio malmenare il medico al pronto soccorso perché abbiamo aspettato un' ora in più.
Ah, ma allora SI PUÒ FARE! Elogiare le forze dell'ordine per il lavoro
Ah, ma allora SI PUÒ FARE! Fregasene dei bilanci, l'Europa e lo spread per impiegare risorse per aiutare chi è in situazioni di urgenza o difficoltà.
E infine
Ah ma allora SI PUÒ FARE! Una telefonata ogni tanto a chi vogliamo bene per chiedere come sta invece del solito messaggino anche per gli auguri di compleanno o addirittura le condoglianze.
...ah ma allora SI PUÒ FARE
Spero che tutto questo SI PUO fare si continui a fare anche dopo.
- carlocelenza
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Re: Ah, ma allora: "si può fare!".
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Re: Ah, ma allora: "si può fare!".
Le ricette qualcuno voleva si tornasse a far la coda a prenderle. Pare che siano stati i medici i primi a protestare, e quindi restano.
Lo smart working volevano toglierlo, ma pare invece che sia rimasto a molti, almeno nei settori privati (per quello pubblico, vedremo), dove il cliente ha visto che poteva risparmiare sugli affitti degli immobili e quindi le sedi non ci sono più. Curiosamente, sono entrate in vigore formule strane, tipo "2 o 3 giorni su 5 vieni lo stesso in ufficio, ma puoi stare anche solo mezza giornata", cosa che davvero non capisco: non era meglio "se serve davvero, vieni, sennò lavora pure anche dal mare, basta che raggiungi gli obiettivi"?
La didattica a distanza, niente: gli studenti devono andare in presenza da appena è stato possibile. La cosa più strana, per me, era che nel 2022, se il giovane aveva il Covid, allora gli si attivava la didattica a distanza. Se aveva una qualsiasi altra malattia, dall'ebola all'influenza, no. Se ti eri rotto le gambe, ti conveniva procurarti una sedia a rotelle e andare lo stesso, o rischiavi l'anno.
Pensioni: un cc e si accreditano. Questo si poteva fare anche prima. Però poi gli anziani te li ritrovavi in coda dal panettiere, alle 7:45, quando gli studenti delle medie cercavano di prendersi la merenda. Cioè, lì tifavi per il Covid subito.
>A proposito di file, fare una fila ordinata senza nessuno che voglia fare il furbo e passare davanti.
Veramente, questa non l'ho mai vista, manco nel 2021.
Quanto a elogiare le forze dell'ordine, devo dire che veder prendere il cercatore di funghi, sgomberare, con un elicottero, l'abusivo in spiaggia e inseguire il ciclista in mare effettivamente mi hanno fatto capire che si poteva fare molto di più coi latitanti che abbiamo. Infatti poi Denaro lo hanno preso, mi pare. Insomma, se non volevi prendere il Covid e volevi uscire lo stesso, l'unica era entrare in polizia, che allora potevi andare ovunque.
Vabbè, me lo dico da solo: a posteriori, buoni tutti.
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Re: Ah, ma allora: "si può fare!".
Oggi, ahinoi, siamo tornati al passato, il denaro si ricomincia a scavare in miniera a quanto pare, e la gente si deve arrangiare sbattendo la testa qua e là, che è il mantra ripetuto da tutti. Niente più ladri a 500 euro al mese sul divanetto dei puvirieddi, mentre i ladri a milioni che vanno in giro in Ferrari sono i benvenuti e fanno quel che vogliono, non li ferma né controlla nessuno.
Questa società mi pare una gigantesca prigione dove i detenuti sono costretti ai lavori forzati tutti i giorni per due spicci e l'ora d'aria forse la domenica pomeriggio, i superiori a controllarti per qualche euro in più e il sogno della pensione dopo quarant'anni di prigione, mentre il direttore e il suo entourage fanno la bella vita e nella vostra prigione non ci metteranno mai piede, ma saranno di certo pronti a dirti quanto sia indispensabile l'esistenza di un buon istituto penitenziario, efficiente e giusto, e come con la buona condotta tutti ne possano uscire redenti e rinnovati. Basta sapersi mettere in gioco.
Il finanzcapitalismo è un sistema detentivo globale che asserve a sé controllati e controllori per lasciare libera solo la ristretta cerchia dei direttori.
E quando i detenuti sono troppi che si fa? Si costruiscono nuovi edifici penitenziari?
No, si diminuisce la popolazione carceraria. In Italia la popolazione carceraria sarà meno della metà dell'attuale entro la fine del secolo, statistiche ISTAT.
Re: Ah, ma allora: "si può fare!".
Caro Namio, perdonami per la auto-citazione ma curiosamente anch'io parlo in un mio racconto (pubblicato sul sito) dell'ultima tendenza del liberismo, ovvero il "Capitalismo carcerario", teorizzato dal duo Chiavazza/Marchesina, noti economisti della BocconiNamio Intile ha scritto: ↑15/05/2023, 15:01 Il punto vero è che si poteva sospendere il patto di stabilità senza che succedesse nulla. Qualcuno ha capito che la BCE il denaro non lo scava in miniera, ma lo crea dal nulla a piacimento e lo distribuisce altrettanto a piacimento.
Oggi, ahinoi, siamo tornati al passato, il denaro si ricomincia a scavare in miniera a quanto pare, e la gente si deve arrangiare sbattendo la testa qua e là, che è il mantra ripetuto da tutti. Niente più ladri a 500 euro al mese sul divanetto dei puvirieddi, mentre i ladri a milioni che vanno in giro in Ferrari sono i benvenuti e fanno quel che vogliono, non li ferma né controlla nessuno.
Questa società mi pare una gigantesca prigione dove i detenuti sono costretti ai lavori forzati tutti i giorni per due spicci e l'ora d'aria forse la domenica pomeriggio, i superiori a controllarti per qualche euro in più e il sogno della pensione dopo quarant'anni di prigione, mentre il direttore e il suo entourage fanno la bella vita e nella vostra prigione non ci metteranno mai piede, ma saranno di certo pronti a dirti quanto sia indispensabile l'esistenza di un buon istituto penitenziario, efficiente e giusto, e come con la buona condotta tutti ne possano uscire redenti e rinnovati. Basta sapersi mettere in gioco.
Il finanzcapitalismo è un sistema detentivo globale che asserve a sé controllati e controllori per lasciare libera solo la ristretta cerchia dei direttori.
E quando i detenuti sono troppi che si fa? Si costruiscono nuovi edifici penitenziari?
No, si diminuisce la popolazione carceraria. In Italia la popolazione carceraria sarà meno della metà dell'attuale entro la fine del secolo, statistiche ISTAT.
La tendenza delle democrazie occidentali a essere sempre meno democratiche (o meglio, a far svanire anche la facciata, visto che la sostanza è sempre stata quella di oligarchie plutocratiche) mi pare sia evidente anche ai meno avveduti.
Gli ultimi anni hanno visto un salto di qualità nel dirigere la narrazione dei fatti: credo che ciò sia dovuto al pericolo della dissonanza cognitiva, che ha colpito segmenti sempre maggiori di popolazione. La narrazione a senso unico (con criminalizzazione del dissenso) deve infatti indurre tutti ad accettare, volenti o nolenti, una sola versione dei fatti, al di fuori della quale non ci deve essere (letteralmente) salvezza, pena l'esclusione sociale ed economica.
Saluti
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Re: Ah, ma allora: "si può fare!".
Da questa esperienza di studio, era la tesi di dottorato, Foucault ha tratto poi un saggio imprenscindibile sull'argomento: Sorvegliare e punire. Leggili e poi mi dici.
Re: Ah, ma allora: "si può fare!".
Ne ho sentito parlare e letto alcuni brani ma mai per intero: lo cercherò sulle bancarelle dell'usato, visto che a ordinarlo su Amazon mi parrebbe paradossaleNamio Intile ha scritto: ↑18/05/2023, 19:43 Qual è il tuo racconto, Andr, che lo vado a leggere. Il duo bocconiano mi sa che soltanto ha letto i saggi di Michel Foucault sull'argomento: Storia della Follia nell'età classica, che rintraccia le origini della mania penitenziaria europea nella concentrazione dei malati di lebbra nei lebbrosari, pratica poi estesa ai folli, la nave dei folli, o agli anormali in genere. L'excursus di Foucault, ti assicuro, è tremendo, disarmante, rivelatorio, perché non si tratta solo di follia. Ogni volta che le società europee hanno avuto dei problemi con una classe sociale, una malattia, un determinato tipo di comportamento, l'internamento pareva l'unica soluzione. All'inizio del XVIII secolo almeno il dieci per cento della popolazione di Parigi risultava internata a qualunque titolo. Il DIECI PER CENTO. L'analisi storica di Foucault è spiazzante.
Da questa esperienza di studio, era la tesi di dottorato, Foucault ha tratto poi un saggio imprenscindibile sull'argomento: Sorvegliare e punire. Leggili e poi mi dici.
Il mio racconto è "L'anima indomabile" e parla del carcerato-tipo statunitense: maschio, nero, giovane e povero, e di quanto sia importante nel sistema carcerario americano, in gran parte privato.
Saluti
- Maria Spanu
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Re: Ah, ma allora: "si può fare!".
Ci sono infinite liste di domande e dubbi da sollevare, nessuna certezza in tasca ma tanta consapevolezza.
Per aggiungere qualcosa al discorso di Babbano, hai dimenticato di nominare anche quel vecchietto che era in compagnia di una lucciola e venne multato svariate volte, mica perché vi era il coprifuoco ma perché stava con una dolce signora....(vai a capire l'intricata logica della giustizia italiana)
77, le gambe delle donne
ovvero: donne in gamba!
Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, Alessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, Nunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, Alessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, Stella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, Roberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, Anna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, Isabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, Libero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, Marino Maiorino, Angelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), Roberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, Marina Paolucci, Roberto Paradiso, Umberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, Daniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, Pietro Rainero, Gianluigi Redaelli, Maria Rejtano, Stefania Resanfi, Franca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, Salvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, Liliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.
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Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Downgrade
Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Gara 64 - L'amore e le sue sfumature
A cura di Massimo Tivoli.
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La Gara 17 - Non è vero ma ci credo
A cura di VecchiaZiaPatty.
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La Gara 46 - Non più in vita
A cura di Ser Stefano.
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