Amore amaro

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Laura Traverso
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Amore amaro

Messaggio da leggere da Laura Traverso »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Non riesco a non sentire l'angoscia e il vuoto che ho nel cuore
Perché è troppo poco l'amore che lui mi può dare

Cerco di riempire i vuoti con tante cose da fare
Ma alla fine mi domando: perché questo dolore?

Vorrei svegliarmi una mattina e sentirmi davvero cantare
Senza più aspettare attimi e briciole del suo dare

Ma ancora non posso immaginare la mia vita senza il suo calore
Senza più il sorriso, le parole e i baci del mio doloroso amore

Ancora mi succede di aspettare i nostri incontri con il batticuore
E sovente mi ritrovo a pensare che vorrei fuggire e mai più ritornare
Macrelli Piero
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Messaggio da leggere da Macrelli Piero »

Quando si tratta di poesia mi sento sempre fuori luogo perché ne leggo poca e ne scrivo ancora meno. Le mie poesie sono, in sostanza, racconti mancati e parlare dei lavori degli altri non mi è facile, quindi dirò cose un po' così.
Mi piace sempre l'uso della doppia negazione che altre lingue non permettono e a noi costringono a fare due piroette mentali per capire da che parte guardare.
Qui si dice che la quantità di amore è piccola, ma non al disotto della soglia del dolore, a quanto pare. Amore come medicina o veleno, dipende dalle dosi, φάρμακον, appunto.
In questa situazione ogni fuga sognata o sperata è impossibile.
Gabriele Pecci
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Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Vorrei dilungarmi e soffermarmi soprattutto sugli aspetti psicologici dentro al tuo testo, alle sue implicazioni, alle sue derivazioni, alle sue conclusioni, ma non credo sia né il luogo né il contesto giusto. Non intendo che dovresti andare dallo psicologo ovviamente, non vorrei che fraintendessi, ma più che la poesia in sé mi destano interesse i risvolti psicologici dietro a questo tipo di percezioni, non mi va di parlarne nello specifico perché da quello che la poesia lascia intendere o comunque intravedere credo che poi la cosa ti tocchi direttamente. Voto 3.
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Laura Traverso
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Gabriele Pecci ha scritto: 02/04/2023, 16:45 Vorrei dilungarmi e soffermarmi soprattutto sugli aspetti psicologici dentro al tuo testo, alle sue implicazioni, alle sue derivazioni, alle sue conclusioni, ma non credo sia né il luogo né il contesto giusto. Non intendo che dovresti andare dallo psicologo ovviamente, non vorrei che fraintendessi, ma più che la poesia in sé mi destano interesse i risvolti psicologici dietro a questo tipo di percezioni, non mi va di parlarne nello specifico perché da quello che la poesia lascia intendere o comunque intravedere credo che poi la cosa ti tocchi direttamente. Voto 3.
Ciao Gabriele, in effetti non volevi ma ti sei dilungato nel tuo commento alla mia poesia e pertanto ti ringrazio per l'impegno. Dici di averci colto aspetti psicologici che io sinceramente non ho inteso dare al mio brano. Ho semplicemente voluto parlare di un amore che crea dipendenza nonostante sia insoddisfacente: così come sono tanti i rapporti sentimentali con queste caratteristiche. In merito al fatto che intravedi, nello scritto, qualcosa che mi tocchi direttamente, mi spiace deluderti ma proprio non è così. Purtroppo, o per fortuna, non so come definire... io non sono così paziente nel farmi andare un rapporto sentimentale che non mi soddisfa: se non mi soddisfa, passo e chiudo.
Un caro saluto e ancora grazie per la lettura, il commento e il voto, ciao
Gabriele Pecci
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Re: Amore amaro

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Intendevo di analisi psicologiche inerenti ai temi che tu stessa ai citato, se non ne sei direttamente coinvolta meglio , questo ti rende più libera psicologicamente di tante altre persone di cui ho conoscienza diretta che purtroppo lo sono e ne pagano poi le conseguenze nel bene e nel male.
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Laura Traverso
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Re: Amore amaro

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Gabriele Pecci ha scritto: 02/04/2023, 23:21 Intendevo di analisi psicologiche inerenti ai temi che tu stessa ai citato, se non ne sei direttamente coinvolta meglio , questo ti rende più libera psicologicamente di tante altre persone di cui ho conoscienza diretta che purtroppo lo sono e ne pagano poi le conseguenze nel bene e nel male.
E' vero quello che dici, purtroppo in tal senso ci sono molte dipendenze psicologiche, ciao
Giuseppe Gianpaolo Casarini
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Amore tormentato, amore amaro, amore doloroso: ben espressi gli stati d'animo che ne derivano, gli impulsi, le riflessioni, le domande, i desideri, i ripensamenti. Decisamente brava in questa attenta e scrupolosa disamina di sentimenti!.Voto 4.
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Laura Traverso
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Giuseppe Gianpaolo Casarini ha scritto: 04/04/2023, 15:20 Amore tormentato, amore amaro, amore doloroso: ben espressi gli stati d'animo che ne derivano, gli impulsi, le riflessioni, le domande, i desideri, i ripensamenti. Decisamente brava in questa attenta e scrupolosa disamina di sentimenti!.Voto 4.
Grazie Giuseppe,(posso darti del tu e chiamarti per nome non ti disturba?) moltissimo gentile, bella la recensione, grazie molte
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Maria Spanu
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Laura, ti leggo sempre e so che i tuoi scritti sono sempre colmi di sentimento, quello vero, che sia tragico o incompreso o puro sentimento istintivo.
Qui ci si trova davanti a un amore malato, non raro: chi di noi non lo ha sperimentato o visto in amici o conoscenti. È la peggiore forma di amore, quello che porta alla morbosità, alla disperazione e alla dipendenza da esso. Una forma di amore a senso unico, senza sbocchi; come correre in autostrada ma senza poter uscire e neanche frenare, quando si trova il traffico lì succedono guai.
Mi è piaciuta, una visione diversa dell'amore, non sempre quello "rose e fiori", non sempre la solita mielosa sviolinata. Anche perché l'argomento "amore", diciamocelo, viene maggiormente esaurito solo parzialmente, avendo molteplici facce.
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Laura Traverso
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Maria Spanu ha scritto: 20/05/2023, 11:23 Laura, ti leggo sempre e so che i tuoi scritti sono sempre colmi di sentimento, quello vero, che sia tragico o incompreso o puro sentimento istintivo.
Qui ci si trova davanti a un amore malato, non raro: chi di noi non lo ha sperimentato o visto in amici o conoscenti. È la peggiore forma di amore, quello che porta alla morbosità, alla disperazione e alla dipendenza da esso. Una forma di amore a senso unico, senza sbocchi; come correre in autostrada ma senza poter uscire e neanche frenare, quando si trova il traffico lì succedono guai.
Mi è piaciuta, una visione diversa dell'amore, non sempre quello "rose e fiori", non sempre la solita mielosa sviolinata. Anche perché l'argomento "amore", diciamocelo, viene maggiormente esaurito solo parzialmente, avendo molteplici facce.
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Buongiorno Maria e grazie davvero per le tue belle parole. Mi fa veramente piacere quanto hai scritto su di me e sulla mia poesia. Certo che si, purtroppo di amori malati ce ne sono tanti, credo di poter dire la maggior parte. Per un'infinità di motivi, dai quali si dovrebbe poter fuggire velocemente, situazioni che andrebbero analizzate perché sicuramente nascondono irrisolti di vita precedente. Purtroppo molte persone non riescono a stare da sole e si assoggettano, pertanto, ad amori amari. Un caro saluto e ancora grazie per la tua gentilezza, ciao
Giuseppe Ferraresi
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La domanda che ritorna spesso nelle relazioni, è sempre "Should I stay or should I go?" come nella canzone dei Clash, anche se solitamente la domanda uno se la pone da solo, non la pone ad diretto destinatario del quesito. Essendo una costante della nostra vita, questa domanda risuona in continuazione, ed è sempre attuale, ottimo spunto per canzoni ( e poesie, come in questo caso). Nella fattispecie mi piace, perché la domanda risuona con autentica urgenza e senza fronzoli. Riesce a colpire anche me, che proprio odio le rime e cerco di non crearle mai, nemmeno in prosa, evitando parole rimate.
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Laura Traverso
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Giuseppe Ferraresi ha scritto: 22/05/2023, 17:49 La domanda che ritorna spesso nelle relazioni, è sempre "Should I stay or should I go?" come nella canzone dei Clash, anche se solitamente la domanda uno se la pone da solo, non la pone ad diretto destinatario del quesito. Essendo una costante della nostra vita, questa domanda risuona in continuazione, ed è sempre attuale, ottimo spunto per canzoni ( e poesie, come in questo caso). Nella fattispecie mi piace, perché la domanda risuona con autentica urgenza e senza fronzoli. Riesce a colpire anche me, che proprio odio le rime e cerco di non crearle mai, nemmeno in prosa, evitando parole rimate.
E si Giuseppe, penso che più o meno tutti nella vita ci siamo posti l'interrogativo "devo restare o devo andare?". Io una risposta me la sono data, indipendente dalla poesia: credo che, se il rapporto che si vive procura sofferenza sia sempre meglio andare, il più velocemente possibile. Per il rispetto che dobbiamo, prima di tutto, a noi stessi. Non è facile, lo so benissimo... Grazie molte per il tuo gentile commento e per l'ottima valutazione, e per aver tollerato le rime che è vero, sono ancora più antipatiche in prosa. Ciao, a rileggerci.
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Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
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