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Re: Ero come altri
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Questo tuo testo è commovente perché ci ricorda la recente tragedia e perché riflette i nostri pensieri. Leggendo queste righe si avverte il dolore dell'anima, quell'immedesimarsi nel pensiero di chi non c'è più e quell'interrogarsi dei vivi sul perché della morte.
Il testo nella sua brevità mescola i generi, comincia come un racconto diventando poi una riflessione e in alcuni punti lo stile è simile a quello della poesia. Alla poesia si rifanno anche la prima e l'ultima riga, con l'incipit uguale e un finale diverso che suscitano un velo di tristezza oltre le parole del brano.
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tante ripetizioni, troppe, e svariati errori di vario tipo, fanno decadere un pezzo che altrimenti mi sarebbe davvero piaciuto.
a rileggerti
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Re: Ero come altri
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Credo possa diventare una bella poesia.
La tragedia mi ha colpito molto, come tutti, e quindi anche questo racconto mi ha colpito.
La cosa che mi piace di più è il titolo.
Rileggendolo più volte, toglierei il riferimento al ponte Morandi.
Lo capiscono tutti ugualmente e il componimento aumenterebbe di lirismo, secondo me.
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Re: Commento
Fausto Scatoli ha scritto: ↑29/08/2018, 12:15 la storia in sè è commovente, questo è innegabile. del resto, è talmente recente l'accaduto, che abbiamo ancora negli occhi le orribili immagini trasmesse dalla tv. però non riesco a farmi piacere il pezzo, scusa la schiettezza.
tante ripetizioni, troppe, e svariati errori di vario tipo, fanno decadere un pezzo che altrimenti mi sarebbe davvero piaciuto.
a rileggerti
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Re: Ero come altri
Scusate la polemica ma mi sembra che stiate usando termini un po' vaghi...
la profondità di un testo è completamente soggettiva (pascoli trovava profondo il taglio di una quercia) e "scavo letterario" alle mie orecchie non vuole dire gran che (interessante neologismo)
spero tu voglia spiegarmi meglio
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Re: Commento
Grazie lo farò!Daniele Missiroli ha scritto: ↑09/09/2018, 14:42 Una poesia. O un tentativo di poesia.
Credo possa diventare una bella poesia.
La tragedia mi ha colpito molto, come tutti, e quindi anche questo racconto mi ha colpito.
La cosa che mi piace di più è il titolo.
Rileggendolo più volte, toglierei il riferimento al ponte Morandi.
Lo capiscono tutti ugualmente e il componimento aumenterebbe di lirismo, secondo me.
Commento
Innanzitutto a essere vago è il tuo scritto. Non si comprende, o almeno non lo comprendo io, se si tratti di prosa o poesia - e nel caso il brano voglia essere un misto di entrambi, non mi pare sia stato armonizzato o sintetizzato a dovere. Ribadisco che l'ho trovato fermo alla superficie, non mi è sembrato un testo profondo, ma quasi una cronaca. Credo semplicemente che i fatti del Ponte Morandi debbano essere elaborati nel rispetto delle vittime, in silenzio, e nel rispetto di quanto la magistratura dovrà fare perchè sia fatta giustizia.Edoardo Prati ha scritto: ↑13/09/2018, 1:20 Scusate la polemica ma mi sembra che stiate usando termini un po' vaghi...
la profondità di un testo è completamente soggettiva (pascoli trovava profondo il taglio di una quercia) e "scavo letterario" alle mie orecchie non vuole dire gran che (interessante neologismo)
spero tu voglia spiegarmi meglio
Per quel che invece concerne il lessico in sé, ho trovato espressioni come "al limitar di Dite" e "impretrava" piuttosto pretestuose. Se il senso di tutto è che le disgrazie accadono e che l'essere umano, in genere, non può farci nulla - per colpa della natura o per la negligenza di altri esseri umani - sicuramente non serviva un componimento di questo tipo per ricordarcelo. La possibilità di morire ci accompagna ogni giorno, sia dentro che fuori di casa. Si può morire anche per un incidente domestico, in fondo. Concordo inoltre con chi, prima di me, ha scritto che se questo testo fosse slegato dalla cronaca del fatto in sé, forse avresti potuto svilupparlo meglio e renderlo più incisivo. Quindi il mio è un invito a riprovarci, nient'altro, e a prendere coscienza di cosa non funziona. Le critiche bisogna saperle prendere, mettersi sulla difensiva non è il modo giusto di affrontarle.
Aggiungo poi che "scavo letterario" non è un neologismo, ma penso di averlo chiarito in apertura, parlando della superficialità. E in ultimo, ti consiglio di non schermarti dietro "la profondità di un testo è completamente soggettiva" perché non tutto si può giustificare o spiegare attraverso la soggettività personale di chi legge. Se un testo è brutto, brutto resta, a prescindere dai gusti, perché la scrittura alle sue regole. A titolo d'esempio, un conto è dire "Stephen King non mi piace", un altro è dire "Stephen King non sa scrivere", adducendo a sostegno di tale opinione il fatto che - per te, me o qualcuno - un testo di King non ci è soggettivamente piaciuto.
Spero che le mie parole, come quelle degli altri, ti aiutino a riflettere e a migliorare.
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Re: Ero come altri
Certamente...Draper ha scritto: ↑13/09/2018, 14:53 Innanzitutto a essere vago è il tuo scritto. Non si comprende, o almeno non lo comprendo io, se si tratti di prosa o poesia - e nel caso il brano voglia essere un misto di entrambi, non mi pare sia stato armonizzato o sintetizzato a dovere. Ribadisco che l'ho trovato fermo alla superficie, non mi è sembrato un testo profondo, ma quasi una cronaca. Credo semplicemente che i fatti del Ponte Morandi debbano essere elaborati nel rispetto delle vittime, in silenzio, e nel rispetto di quanto la magistratura dovrà fare perchè sia fatta giustizia.
Per quel che invece concerne il lessico in sé, ho trovato espressioni come "al limitar di Dite" e "impretrava" piuttosto pretestuose. Se il senso di tutto è che le disgrazie accadono e che l'essere umano, in genere, non può farci nulla - per colpa della natura o per la negligenza di altri esseri umani - sicuramente non serviva un componimento di questo tipo per ricordarcelo. La possibilità di morire ci accompagna ogni giorno, sia dentro che fuori di casa. Si può morire anche per un incidente domestico, in fondo. Concordo inoltre con chi, prima di me, ha scritto che se questo testo fosse slegato dalla cronaca del fatto in sé, forse avresti potuto svilupparlo meglio e renderlo più incisivo. Quindi il mio è un invito a riprovarci, nient'altro, e a prendere coscienza di cosa non funziona. Le critiche bisogna saperle prendere, mettersi sulla difensiva non è il modo giusto di affrontarle.
Aggiungo poi che "scavo letterario" non è un neologismo, ma penso di averlo chiarito in apertura, parlando della superficialità. E in ultimo, ti consiglio di non schermarti dietro "la profondità di un testo è completamente soggettiva" perché non tutto si può giustificare o spiegare attraverso la soggettività personale di chi legge. Se un testo è brutto, brutto resta, a prescindere dai gusti, perché la scrittura alle sue regole. A titolo d'esempio, un conto è dire "Stephen King non mi piace", un altro è dire "Stephen King non sa scrivere", adducendo a sostegno di tale opinione il fatto che - per te, me o qualcuno - un testo di King non ci è soggettivamente piaciuto.
Spero che le mie parole, come quelle degli altri, ti aiutino a riflettere e a migliorare.
Quello che però io volevo intendere è che state dando critiche "costruttive" senza spiegare dove è in se l'errore. Questo non le rende costruttive ma polemiche.
Un testo è brutto solo se tu lo consideri tale, il fatto che tu ritenga la mia richiesta di spiegazioni più esaustive come un "mettersi sulla difensiva" mi rende facile pensare che ci sia un po' di stizza non so a cosa dovuta...
Poi, siccome si è aperta una polemica che non era sicuramente intenzione mia, le parole presuntuose alle quali alludi sono presenti sul dizionario e di conseguenza mi sono corse in aiuto per spiegare quel concetto così superficiale che non è arrivato.
cordialità
Re: Ero come altri
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Re: Ero come altri
Va bene hai completamente ragione...Draper ha scritto: ↑13/09/2018, 16:11 Non è che se una parola è sul dizionario significa che sia opportuno utilizzarla, chiaramente dipende dal contesto in cui la si vuole utilizzare. Un testo, inoltre, non è brutto solo se lo consideriamo tale, il punto è proprio questo: ci sono testi di cui è oggettivamente impossibile mettere in discussione non solo la bellezza, ma la struttura sintattico-grammaticale complessiva, ne consegue che esistono testi oggettivamente belli e brutti, e in mezzo a loro una miriade di lavori su cui la soggettività di ognuno ha molto più spazio di manovra. Nessuno qui vuole far polemica, io sono assolutamente tranquillo e non nutro alcuna stizza, o nemmeno avrei perso tempo a dire la mia o a rispondere. E non ho detto che le parole sono "presuntuose" ma pretestuose, che è diverso. In ogni caso, spero di aver chiarito.
abbiamo pareri diversi riguardo all' oggettività della bellezza,
hai assolutamente ragione in tutto e per tutto però gradirei terminare questa conversazione anche perchè discutere con una persona più grande di me ( ho 14 anni)mi sembra scorretto.
Rimani saldato alle tue idee,ma terminiamo questa discussione che mi sembra non voglia congiungersi ad un punto comune. Ho omesso la mia età per evitare condizionamenti nei pareri e sono contento di avere raggiunto il mio obbiettivo...
Voglio però aggiungere che quando tu scrivi "oggettivamente bello" stai facendo un ossimoro perchè è impossibile dare una definizione di bellezza.
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Re: Ero come altri
Perdonami, Edoardo, ma devo farti notare che, secondo questa tua idea, qui non dovresti più discutere con nessunoEdoardo Prati ha scritto: ↑13/09/2018, 18:27...perchè discutere con una persona più grande di me ( ho 14 anni)mi sembra scorretto.
A parte gli scherzi: entro i limiti della decenza, qui tutti hanno libertà di parola, è lo scopo sia dell'intero sito che delle Gare in particolare. L'età è l'ultima delle discriminanti assieme al genere, al credo religioso eccetera. Tuttavia apprezzo la tua idea di rispetto, ma ti garantisco che alla luce di quanto ti ho appena scritto, la tua premura non serve ed è forse anche dannosa (sia per te che per tutti).
Ti invito invece ad approfittarne dei vecchietti del forum, ascoltare cosa hanno da dire e poi valutare le loro parole: se ti saranno di aiuto, ascoltale e ringrazia, altrimenti ignorale bellamente e tira avanti.
Buona continuazione!
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La prima volta mi ha lasciato un senso di pesantezza addosso: un po’ per la scelta di termini desueti (impetrava) e riferimenti colti (sul “limitar di Dite”), un po’ per l’eccesso di informazioni e di retorica con cui i giornali ci hanno investito a ridosso del terribile evento accaduto a Genova.
Probabilmente togliere il riferimento a quel maledetto ponte crollato mi avrebbe aiutato a concentrarmi di più sul messaggio che c’è nel tuo testo. Il discorso accorato che fai attraverso la voce della vittima mi fa riflettere sulla reale natura della Vita.
Di fronte alla tragedie, gli uomini scoprono di essere mortali. Per fortuna, a mio parere, anche liberi di spendere al meglio il tempo concesso loro in questa parte di universo. Per me il racconto è bello.
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La Gara 8 - La vendetta dei cattivi
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Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
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BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero
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Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
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Biblioteca labirinto
Cinque scaffali di opere concatenate per raccontare libri, biblioteche e personaggi letterari
Riportare la lettura e la biblioteca al centro dell'attenzione dovrebbe essere un dovere di ciascuno di noi. Se in qualche misura ci riesce una raccolta di racconti non si può che gioirne, nella speranza che possa essere contagioso, come deve esserlo tutto ciò che ci spinge a riflettere e a interrogarci sull'essenza del nostro esistere.
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