La danza dei feticci
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La danza dei feticci
L'umanità è sempre stata una abile creatrice di feticci, e si è servita di essi per i più vari scopi. Il giorno che furono creati i Colossi il mondo intero gioiva, una sensazione di leggerezza invadeva gli spiriti, come quando l'anima viene liberata da un peso enorme e soffocante che si era appollaiato su di essa per molto tempo. In effetti gli uomini si erano tolti un peso, uno dei più primordiali, uno dei più radicati nel loro animo. Quei due giganti erano pronti a sobbarcarsi il destino dell'umanità, erano pronti a combattere e sacrificarsi per i loro creatori in una umida grotta per sempre, lasciando l'uomo libero dalla violenza.
Il sollievo iniziale si tramutò presto in sconforto. Capita spesso di rendersi conto troppo tardi che a volte il peso che grava sul nostro cuore è quello che ci da equilibrio, che ci impedisce di volare ma ci salva dal cadere. I primi uomini che cominciarono a volare vennero chiamati angeli, ma più il tempo scorreva più il numero degli angeli che spiccava il volo aumentava, affollando il cielo, oscurandolo. Il malessere di coloro ancora ancorati al terreno come vermi, incapaci di trovare in loro lo stimolo per elevarsi, rese la Terra un luogo infimo e melmoso. La situazione degenerò ulteriormente quando gli angeli iniziarono a cadere, luminosi come stelle cadenti che non offrono nessun desiderio precipitavano rovinosamente sul suolo fangoso. E gli angeli caduti portarono caos e distruzione, una distruzione che andava oltre il mero istinto di violenza, ma che affondava le sue radici nella pura e semplice malvagità.
Con il Mondo che stava navigando in acque putride diretto verso il baratro, l'ultimo disperato tentativo degli uomini fu quello di un ritorno alle origini. Era necessario riprendersi ciò che avevano scaricato sulla schiena curva dei Colossi, volevano indietro la loro parte animale, la loro ferocia; se non fosse stato troppo tardi forse tutto sarebbe tornato come prima. Ma una volta arrivati nella grotta scoprirono con sgomento che le due creature non erano più li, che la loro animalesca lotta li aveva spinti sempre più giù, verso le profondità della Terra, ormai irraggiungibili da occhi mortali. Così mentre i due feticci si straziano nelle profondità come due enormi cervi, la superficie è ormai diventata un crogiolo di malignità, dove angeli con ali spezzate passeggiano su tappeti di vermi e ridono, cercando un nuovo modo per volare ancora.
L'uomo è in parte animale e in parte dio. Entrambe le parti sono indispensabili per l'animo umano; senza la divinità siamo bestie, senza l'animale siamo demoni.
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- Roberto Bonfanti
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Dal punto di vista narrativo è ben scritto e contiene delle immagini molto efficaci, ho solo un dubbio riguardo all’uso del termine feticci riferito ai colossi in lotta fra loro.
Ti segnalo un “né” e un “dà” senza accento.
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Mi piacerebbe leggere altro, per gustarne meglio la tua scrittura. Un abile- Un'abile creatrice.
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Ho trovato soltanto una voce narrante, al tempo passato, e l'autore, al tempo presente.
Il finale "L'uomo è in parte animale e in parte dio. Entrambe le parti sono indispensabili per l'animo umano; senza la divinità siamo bestie, senza l'animale siamo demoni", è, a mio modo di vedere, quasi umoristico.
Sottolineo il quasi. Siamo uomini, animali, divinità, demoni o bestie?
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Re: La danza dei feticci
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
- Marco Daniele
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E’ questo un combattimento da condurre sempre in modo leale e per intero, scorciatoie non sono consentite né ammesse.
I feticci sono sempre inganni, al pari degli spaventapasseri.
Addossare il nostro combattimento a degli spaventapasseri è sciocco, pericoloso e stolto, specie quando in tal modo pensiamo di ingannare, oltre naturalmente noi stessi, lo stesso male.
Verissimo, senza Dio siamo bestie.
L’essere umano senza Amore, Verità e Giustizia diventa simile ad una bestia.
Quanto all’animale che vive in noi val forse la pena ricordare la nota leggenda del lupo bianco e del lupo nero che in noi convivono più o meno bellicosamente.
Entrambi utili.
Il lupo bianco: buono, gentile e innocuo. Vive in armonia con ciò che lo circonda e non arreca offesa quando non lo si offende. Il lupo buono, ben ancorato e forte nella comprensione di chi è e di cosa è capace, combatte solo quando è necessario, e quando deve proteggere sé stesso e la sua famiglia. Anche in questo caso lo fa nel modo giusto. Sta molto attento a tutti gli altri lupi del suo branco e non devia mai dalla propria natura.
Il lupo nero: rumoroso, arrabbiato, scontento, geloso e pauroso. Le più piccole cose gli provocano eccessi di rabbia. Litiga con chiunque, continuamente, senza ragione. Non riesce a pensare con chiarezza poiché avidità, rabbia e odio in lui sono troppo grandi. Ma la sua è rabbia impotente, poiché non riesce a cambiare niente. Quel lupo cerca guai ovunque vada, e li trova facilmente. Non si fida di nessuno, quindi non ha veri amici.
Vivere con questi due lupi dentro di sé non è semplice perché entrambi lottano strenuamente per dominare l'anima. L’essere umano più saggio riconosce la presenza di queste due diverse forze animali riuscendo a mantenerle in equilibrio.
Entrambe sono necessarie in questo mondo.
Per capirci cominciando dal lupo che meglio conosco: Il lupo nero ha molte importanti qualità di cui possiamo aver bisogno in certe circostanze. E' temerario, determinato e non cede mai. E' intelligente, astuto e capace di pensieri e strategie tortuose. Sono caratteristiche importanti in tempo di guerra. Ha sensi molto acuti e affinati che soltanto chi guarda con gli occhi delle tenebre può valorizzare. Nel caso di un attacco, può essere il nostro miglior alleato.
In pratica per combattere il male è spesso necessario servirci del lupo nero.
Il lupo bianco va bene in tutti gli altri casi oltre che per tenere sempre d’occhio il lupo nero.
Si potrà pensare che anche questi sono feticci.
In realtà sono semplici allegorie, figure retoriche che esplicitano meglio la nostra stessa natura terrena suggerendo che l’equilibrio della nostra componente animale è necessaria così come in questo mondo a volte è necessario anche il servigio della bestia che è in noi per tenere a bada il caos.
Oltre a questa leggenda attribuita ai nativi d’America, a tal riguardo è bene dare un’occhiata anche al mito della caverna di Platone.
Comunque non è corretto sostenere che senza l’animale siamo demoni.
Ma è pur vero che senza l’aiuto degli animali (lupo bianco e nero), dei quali il buon Dio ha dotato il nostro equipaggiamento prima di paracadutarci su questa terra, il male avrebbe davvero gioco facile.
Non dimentichiamo che davanti ad un’Anima forte, il diavolo trema.
Ed un Anima senza Dio non potrà mai essere forte, al di là di tutto, feticci compresi.
https://www.youtube.com/watch?v=HTRHL3yEcVk
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I sogni di Titano
Il "cubo sognatore" su Titano aveva rivelato una verità sconvolgente sull'Umanità, sulla Galassia e, in definitiva, sull'intero Universo, una verità capace di suscitare interrogativi sufficienti per una vita intera. Come poteva essere bonariamente digerito il concetto che la nostra civiltà, la nostra tecnologia e tutto ciò che riguardava l'Umanità… non esisteva?
"Siamo solo… i sogni di Titano", aveva riportato il comandante Sylvia Harrison dopo il primo contatto col cubo, ma in che modo avrebbe potuto l'orgoglio dell'Uomo accettarlo? Ovviamente, l'insaziabile sete di conoscenza dell'Essere umano anelava delle risposte, e la sua naturale curiosità non poteva che spingerlo alla ricerca dell'origine del cubo e delle ragioni della sua peculiare funzione.
Gli autori GLAUCO De BONA (vincitore del Premio Urania 2013) e MASSIMO BAGLIONE (amministratore di BraviAutori.it) vi presentano una versione alternativa del "Tutto" che vi lascerà senza parole. Di Glauco De Bona e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
FEMILIA - abbiamo sufficienti riserve di sperma
In seguito a un'escalation di "femminicidi", in tutto il mondo nasce il movimento "SupraFem", ovvero: "ribellione delle femmine che ne hanno abbastanza delle violenze dei maschi". La scintilla che ha dato il via al movimento è scattata quando una giornalista ben informata, tale Tina Lagos, ha affermato senza mezzi termini che "nei laboratori criogenici di tutto il mondo ci sono sufficienti riserve di sperma da poter fare benissimo a meno dei maschi. Per sempre!". Le suprafem riescono ad avere un certo peso nella normale vita quotidiana; loro esponenti si sono infatti insediate in numerosi Palazzi, sia politici che economici, e sono arrivate al punto di avere sufficiente forza da poter pretendere Giustizia.
Copertina di Riccardo Simone
di Mary J. Stallone e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Dieci
antologia di opere ispirate dal numero dieci, in omaggio al decimo compleanno dell'associazione culturale BraviAutori.it
Non amiamo l'auto-celebrazione, tuttavia ci è piaciuto festeggiare il nostro decimo compleanno invitando gli autori a partecipare alla composizione di un'antologia di opere di genere libero che avessero come traccia il numero 10. Ventidue autori hanno accettato l'invito e ciò che ci hanno regalato è stato confezionato in queste pagine.
Con la presente antologia abbiamo voluto ringraziare tutti i collaboratori, gli autori e i visitatori che hanno contribuito a rendere BraviAutori.it ciò che è oggi, e che continuerà a essere finché potrà.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Giuseppe Gallato.
Contiene opere di: Ferruccio Frontini, Giuseppe Gallato, Mirta D, Salvatore Stefanelli, Gabriella Pison, Alberto Tivoli, Massimo Tivoli, Francesca Gabriel, Francesca Santucci, Enrico Teodorani, Gabriele Ludovici, Martina Del Negro, Alessandro Borghesi, Cristina Giuntini, Umberto Pasqui, Marezia Ori, Fausto Scatoli, Arcangelo Galante, Giorgio Leone, Fabio Maltese, Selene Barblan, Marco Bertoli.
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La Gara 70 - Troppo tardi
A cura di Lodovico Ferrari.
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La Gara 24 - Andate tutti all'Inferno!
A cura di Alessandro Napolitano e Giovanni Capotorto.
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La Gara 45 - Due personaggi in cerca d'autore
A cura di Ser Stefano.
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