Sogno di libertà
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Sogno di libertà
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Racconto veramente bello, senza scendere troppo nei particolari della situazione, con pochi dettagli rende tutto il senso d’angoscia di Daniela, la sua frustrazione e disperazione che la spingono anche a vili compromessi, in un gioco crudele in cui è difficile distinguere gli amici dai nemici.
Scritto in uno stile efficace, si affida in gran parte ai dialoghi e a qualche riflessione sul valore della libertà; ottimo uso dello “show, don’t tell”, mi piace.
Ti segnalo solo questo refuso: “Scuto la testa, delusa”.
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Re: Commento
grazie per la bella recensione, RobertoRoberto Bonfanti ha scritto: ↑09/05/2020, 9:42 Una cupa distopia che echeggia un po’ Matrix, un po’ 1984, ma più estrema.
Racconto veramente bello, senza scendere troppo nei particolari della situazione, con pochi dettagli rende tutto il senso d’angoscia di Daniela, la sua frustrazione e disperazione che la spingono anche a vili compromessi, in un gioco crudele in cui è difficile distinguere gli amici dai nemici.
Scritto in uno stile efficace, si affida in gran parte ai dialoghi e a qualche riflessione sul valore della libertà; ottimo uso dello “show, don’t tell”, mi piace.
Ti segnalo solo questo refuso: “Scuto la testa, delusa”.
hai recepito esattamente cosa volevo trasmettere; a volte ci si trova in un guado e non sai più qual è la riva che stai cercando di raggiungere.
e grazie anche per la segnalazione del refuso.
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Re: Commento
già, possiamo spaventarci?Francesco Pino ha scritto: ↑10/05/2020, 10:48 E' un racconto che fa pensare al passato e anche al futuro. Il mio primo pensiero, leggendo l'inizio, è andato istintivamente alla Resistenza italiana. Continuando a leggere mi ha fatto pensare a dove potrebbe portarci la tendenza al restrignimento della volontà popolare e all'accentramento dei poteri. In questo periodo in cui stiamo sperimentando le app che controllano i nostri spostamenti possiamo spaventarci di un futuro distopico come quello descritto nel racconto?
Complimenti!
è ambientato nel futuro prossimo, vista la tecnologia, ma fa riferimento a presente e passato in vari luoghi del mondo, con la speranza che il futuro riservi qualcosa di meglio, anche se ho forti dubbi in merito.
grazie per il commento
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Proprio perchè non ho niente da dire, mi permetto di evidenziare una frase che mi suona poco bene: "Prima di bussare mi guardo intorno, pur se temo sia inutile; se vogliono vedere, vedono" cambierei il "pur". Ma è veramente una sciocchezza.
Io non amo molto i racconti distopici di questo genere, così angoscianti poi!. Ma questo è un problema mio, perchè il racconto è molto ben fatto.
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Re: Commento
grazie per il commento, stefypStefyp ha scritto: ↑18/05/2020, 20:15 Stilisticamente mi piace molto, non ho niente da dire se non che è scritto molto bene.
Proprio perchè non ho niente da dire, mi permetto di evidenziare una frase che mi suona poco bene: "Prima di bussare mi guardo intorno, pur se temo sia inutile; se vogliono vedere, vedono" cambierei il "pur". Ma è veramente una sciocchezza.
Io non amo molto i racconti distopici di questo genere, così angoscianti poi!. Ma questo è un problema mio, perchè il racconto è molto ben fatto.
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Un racconto teso, inquietante, ma anche lucido e potente, che mi ha colpito.
Daniela si muove in un universo controllato e uniforme, dove è impossibile chiudere gli occhi e non vedere, dove si vive sorvegliati e non esiste altra verità se non quella che si vuole venga conosciuta.
Lasci trasparire l'angoscia della protagonista, una monade troppo impaurita per ribellarsi, che nasconde il suo desiderio di fuga dietro la necessità di metter in salvo la madre. Una figura davvero riuscita.
Come quella di Ernesto (un nome a caso) che quella paura alimenta (né più né meno che i suoi aguzzini) per approfittarsene; dove anche i buoni non sono poi così buoni, anzi non lo sono affatto.
Non lasci spazio alla speranza neanche nel finale. Sono troppo forti, troppo ben strutturati, scrivi, e a Daniela non resta che rimaner chiusa in se stessa nell'attesa di una speranza che non arriverà; in quello che mi è sembrato anzi l'elemento più disperante dell'intero racconto.
Quell'essere costretti a vedere mi ha colpito, lo confesso, perché è l'elemento più umano di tutta questa disumana narrazione; e quel desiderio di libertà che rimane nella bocca di quei corpi straziati, davanti a un plotone di esecuzione, mi rendo contro che potrebbe essere solo un'apparenza, quasi come se faccia parte anche questa visione di una narrazione e la resistenza non sia altro che un modo di organizzare il dissenso, un po' alla Orwell. E come in 1984 l'esser costretti a vedere per non capire mi pare la copia speculare di quanto accade adesso: dove la costrizione non è materiale, più sottile e profonda agisce a livello inconscio, ma dove l'incapacità di comprendere i nessi e i rapporti è la stessa.
Dal punto di vista formale il racconto è perfetto, ti segnalo solo:
"Ho dovuto vedere la loro fine, come impone la legge, ma non avrei potuto evitarlo." dove il ma mi pare superfluo e "Quante persone dovranno ancora morire inseguendo il desiderio di libertà." dove la domanda esige l'apposto segno grafico alla fine.
Un ottimo lavoro davvero, i miei complimenti.
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Re: Sogno di libertà
noto con piacere che sei entrato alla perfezione nella storia.
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Racconto ben scritto, crudo e diretto, con poche spiegazioni, ma la fantasia del lettore può sopperire: un luogo non luogo, in un tempo senza tempo, per una lotta che qualcuno, sempre, porterà avanti per la libertà.
Voto 4
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Re: Commento
grazie per il voto e complimenti per l'interpretazione, ottimaleIda-59 ha scritto: ↑05/06/2020, 18:03 Tremendo racconto disopico in cui la speranza impallidisce sempre più, riga dopo riga e sembra di colpo svanire. Eppure, indomita resiste: la rinuncia sembra lì, ma c'è ancora una parola, un incoraggiamento che risveglia la speranza e le conferisce nuova vita.
Racconto ben scritto, crudo e diretto, con poche spiegazioni, ma la fantasia del lettore può sopperire: un luongo non luogo, in un tempo senza tempo, per una lotta che qualcuno, sempre, porterà avanti per la libertà.
Voto 4
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Re: Commento
grazie, seleneSelene Barblan ha scritto: ↑26/05/2020, 12:40 Senz’altro un buon racconto, scritto bene, con un buon equilibrio tra dialoghi e pensiero, ciò che viene detto e ciò che viene fatto intendere danno un quadro chiaro della situazione, della società in cui è immersa la protagonista. Nonostante il dramma non ho empatizzato molto con i personaggi, forse in un racconto più lungo avrebbero più tridimensionalità. Voto 4.
mi spiace per la mancata empatia, ma la comprendo
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La Gara 64 - L'amore e le sue sfumature
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77, le gambe delle donne
ovvero: donne in gamba!
Antologia di 77 opere e 10 illustrazioni per esplorare, conoscere e rappresentare la complessità e la varietà dell'universo femminile. Ognuno dei testi presenti in questa antologia riesce a cogliere tanti aspetti, anche contrastanti, di questa creatura affascinante e sorprendente che assieme agli uomini per millenni ha contribuito, nell'ombra o sul palco della storia, all'evoluzione della civiltà così come la conosciamo oggi. è inutile aggiungere che 77 opere soltanto non hanno la presunzione di fornire una rappresentazione esaustiva, ma lasciamo che la parte di questo "iceberg" femminile ancora sommerso rimanga pronto per emergere in prossime indagini e, perchì no, per costituire ancora la materia prima di altre future opere di ingegno.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Tullio Aragona, Maria Basilicata, Mara Bomben, Alessandro Borghesi, Emanuela Bosisio, Nunzio Campanelli, Paolo Caponnetto, Alessandro Carnier, Gino Centofante, Polissena Cerolini, Antonio Ciervo, Luigi Andrea Cimini, Giacomo Colosio, Cristina Cornelio, Marika Davoli, Stella Demaris, Maria Rosaria De Simone, Cetta de Luca, Cristoforo De Vivo, Roberta Eman, Luca Fadda, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Raffaella Ferrari, Virginia Fiorucci, Anna Rita Foschini, Franco Frainetti, Manuela Furlan, Nicola Gaggelli, Isabella Galeotti, Rebecca Gamucci, Lucilla Gattini, Michela Giudici, Antonino R. Giuffrè, Alessandro Kabon, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Greta Leder, Silvia Leuzzi, Yuleisy Cruz Lezcano, Libero, Marina Li Volsi, Rosalia Maria Lo Bue, Diego Luci, Sandra Ludovici, Verdiana Maggiorelli, Marino Maiorino, Angelo Manarola, Myriam Mantegazza, Germana Meli (geMadame), Roberta Michelini, Samuele Mocellin, Maurizio Nequio, Teresa Pace, Marina Paolucci, Roberto Paradiso, Umberto Pasqui, Viviana Picchiarelli, Daniela Piccoli, Anna Pisani, Luciano Poletto, Monica Porta, Pietro Rainero, Gianluigi Redaelli, Maria Rejtano, Stefania Resanfi, Franca Riso, Massimo Rosa, Francesca Santucci, Libera Schiano Lomoriello, Daniele Schito, Veronica Sequi, Salvatore Stefanelli, Stella Stollo, Paola Tomasello, Sonia Tortora, Liliana Tuozzo, Alessandro Zanacchi.
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Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Downgrade
Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.