Mettetevi la giacca
Mettetevi la giacca
La mattina come sempre dopo avere bevuto il caffè per collegarsi con il mondo, iniziava il rito della lettura degli annunci per inviare le possibili risposte. A volte rispondeva ad inserzioni in base alle sue esperienze, a volte azzardava rispondendo ad inserzioni in aree in cui avrebbe sempre sognato di lavorare ed infine per sport si candidava ad annunci per sfida.
Un pomeriggio mentre si preparava per la camminata quotidiana, attività che si era imposta per svagare la mente e affacciarsi alla vita vera, suonò il cellulare era un certo Signor Marco di un‘ Agenzia di Ricerche di mercato che la convocava il giorno dopo per un incontro per un annuncio a cui aveva risposto. Anna incredula e allo stesso tempo emozionata aveva risposto alla telefonata confermando che sicuramente si sarebbe presentata all’incontro. Una volta spento il cellulare si era guardata allo specchio e si era complimentata per avere vinto la sfida: l’annuncio per cui era stata convocata era uno di quelli che aveva inviato per sport.
L’indomani all’ora fissata Anna si presentò presso l’Agenzia, era un colloquio di gruppo. Un piccolo gruppo, cinque persone in tutto. L’Intervistatrice Giulia li fece accomodare in una stanza, spiegando che ci sarebbero state più fasi e che ognuno era libero di andarsene quando voleva se non era convinto della posizione che offrivano. Per rompere il ghiaccio ad ogni candidato fu chiesto di fare una breve presentazione di se stesso, poi Giulia introdusse l’azienda, diede i dettagli della posizione ricercata ed infine passò ad una dimostrazione al pc. Ognuno era davanti a un pc e Giulia impartiva nozioni e istruzioni per muoversi. Dopo qualche minuto uno dei candidati in panne chiese ulteriori spiegazioni. Tutti si fermarono e Giulia rispose dapprima cortesemente poi visto che il candidato ancora non riusciva a risolvere, lo aveva invitato a prestare attenzione a quanto gli era stato spiegato. Il candidato allora punto sul vivo aveva colto l’occasione per fare ulteriori domande sulla posizione e avanzare richieste sul posto, ancora prima di essere assunto. Entrambi avevano cambiato tono. Il gelo era sceso nella stanza, i due ora stavano fronteggiandosi e più che un colloquio la discussione era diventata un duello verbale. E come in tutti i duelli ci doveva essere un vincitore. Giulia con voce decisa aveva messo fine a questo spettacolo dicendo: Si metta la giacca ed esca! Non è adatto per un lavoro di gruppo.
Le parole riecheggiarono nella stanza ricordando a tutti che eravamo lì per essere esaminati ed eventualmente assunti. Una volta uscito il candidato, Giulia aveva ripreso ad impartire lezioni sull’uso del pc in un silenzio assoluto. Alla fine di una lunga spiegazione, un altro evento fece sobbalzare i presenti. Un altro candidato si era alzato in piedi e aveva detto che era ben lieto di mettersi la giacca e andare via perché aveva capito che questo non era il lavoro che stava cercando. Giulia aveva sorriso e apprezzando la sincerità del ragazzo, gli aveva aperto la porta della stanza e stretto la mano per salutarlo. La tensione ormai era alle stelle. Rimanevano solo tre candidati. Chi sarebbe stato il prossimo a lasciare o ad essere invitato a lasciare. Giulia propose una pausa prima di affrontare l’ultima parte. I 15 minuti d’intervallo sembrava non avessero mai fine. I tre candidati ognuno al suo posto non osavano nemmeno rivolgersi la parola. Giulia rientrò come stabilito e iniziò l’ultima parte del corso di preparazione per l’agognata posizione. Finita anche questa parte Giulia chiese ai candidati di leggere un testo a voce alta e completare degli esercizi già impostati sul pc. Anna fu la prima a leggere, si schiarì la voce ed iniziò a proclamare quanto aveva sotto gli occhi. Fu interrotta più volte da Giulia, che la esortava a leggere più lentamente e a bene scandire le parole fino all’ultimo. Poi fu il turno dell’unico candidato maschio rimasto. Egli aveva un forte accento del sud e pronunciava le parole lentamente, come per capire cosa stesse leggendo. Giulia lo rimproverò per avere variato a alcune parole. I testi non andavano cambiati. Non bisognava interpretare, modificare o altro ma leggere. Sembrava quasi di essere tornati a scuola con la maestra. Ed ora era la volta dell’altra candidata donna. Si trattava di una giovane che aveva una bella voce squillante anche se ogni tanto finiva le frasi aggiungendo un okay quasi per rassicurarsi e rassicurare il futuro ascoltatore. Giulia rimarcò l’uso continuo e inopportuno degli okay. Ed in ultimo fu la volta degli esercizi c’erano a disposizione 15 minuti al massimo e poi sarebbe suonata la campanella. I candidati estenuati si dedicarono a svolgere gli esercizi attendendo trepidanti il suono della campanella. Era finalmente arrivato il momento di mettersi la giacca, tornare a casa ed aspettare che il telefono suonasse per sapere se si era stati prescelti per il posto.
Re: METTETEVI LA GIACCA
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ci sono tante d eufoniche da eliminare e la punteggiatura è completamente da rivedere.
certo, la storia può essere realistica, però mi paiono forzati alcuni episodi e comportamenti.
però sono fuori dal giro, quindi può essere davvero così.
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Poi, se devo essere sincero, ho trovato alcuni passaggi un po' confusi o contorti.
L'idea di descrivere uno spaccato della vita dell'eterno "colloquiante" mi sembra buona, ma ti inviterei a rivedere il testo e sistemarlo. Ad esempio, migliorando la struttura delle "andate a capo" e facendo attenzione anche alla musicalità delle frasi.
Credo che ci siano degli episodi simpatici che meritino di essere valorizzati di più con un po' di attenzione.
Spero di rileggerti presto
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