Oceano di silenzio
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Re: Oceano di silenzio
Re: Oceano di silenzio
- Alberto Marcolli
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commento - Oceano di silenzio
Il tono è tragico, cupo, ma si narra un suicidio e deve essere così. Ognuno con il suo stile, naturalmente. Questo è il bello della scrittura, specie quando sa emozionare il lettore.
Avrei preferito conoscere qualche cosa di più sul passato del protagonista, magari messo alla fine, per tenere il lettore sospeso sul mistero.
Qualche frase necessita di una punteggiatura più attenta. Se utilizzi il lettore automatico, ti accorgi di come la voce elettronica si avviti su se stessa, per mancanza di una virgola di interruzione.
Ridurrei in parte quel tuo periodare per immagini opposte, che alla fine trovo “pesante”
Es.
“un uomo che per cercare fortuna o forse per rivalutare la sfortuna”
“svolse il suo ultimo viaggio, o forse il suo primo viaggio”
“Partì con la speranza di non avere più speranze”
Queste frasi messe all'inizio andrebbero anche bene, ma ne ho trovate tante altre e alla fine mi son sembrate troppe.
Voto 3
Re: Oceano di silenzio
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Re: Commento
Grazie per il commento, prenderò in considerazione i tuoi suggerimenti. Buona giornata!Lucia De Falco ha scritto: ↑03/08/2021, 15:13 Del racconto mi ha colpito soprattutto la parte introduttiva, che crea molte aspettative nel lettore con un linguaggio dai toni quasi leggendari. Questa parte mi fa pensare alla figura di Ulisse. Poi ho trovato un po' faticoso da seguire il resto della narrazione e forse è vero che andrebbe approfondito il rapporto del protagonista col mare, che è poi la ragione profonda della sua scelta finale.
Re: commento
Ciao, grazie per aver commentato. Come già detto, ho approfondito poco la vita dell'uomo, riportandone solo pochi episodi, per soffermarmi più sulle sue conclusioni. Dai vostri commenti ho capito che probabilmente avreste preferito sapere di più il percorso tramite il quale l'uomo è giunto fino a questo punto. Apprezzo i vostri consigli. Buona giornata!Laura Traverso ha scritto: ↑07/08/2021, 23:32 Un racconto, il tuo, intriso di tristezza e malinconia. La parte iniziale, introduttiva, fa pensare ad altro, anche se un po' confusamente, poi scivola lentamente e non troppo scorrevolmente, (nel senso che non si capisce bene ma forse sono io a non essere stata capace di comprendere) nella tragica fine. Certo mi sarei aspettata di sapere qualcosa di più su quest'uomo e sul perché abbia voluto trovare il suo posto negli abissi. Carino, ma trovo sia un po' incompleto.
- Fausto Scatoli
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per quanto la storia sia affascinante e originale, è intrisa di errori di ogni genere.
oltretutto, il muro di parole che presenti scoraggia ogni lettore, meglio andare a capo ogni tanto, così da snellire testo e lettura.
punteggiatura da rivedere, tempi verbali diversi e sbagliati.
una bella revisione generale lo può rendere un ottimo racconto.
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Re: Commento
Ciao Fausto, grazie per il commento. Il muro di testo è stato purtroppo una conseguenza inevitabile, dovuta al fatto che non è presente alcun dialogo e che la storia è uno scorrere di riflessioni e perciò non poteva essere divisa in più parti senza che ci fosse alcun cambio di argomento. Per quanto riguarda gli errori a cui fai riferimento, ti prego di segnalarmeli nello specifico così da prenderne nota. Buona giornata!Fausto Scatoli ha scritto: ↑19/08/2021, 21:02 mi spiace ma devo dare un giudizio negativo.
per quanto la storia sia affascinante e originale, è intrisa di errori di ogni genere.
oltretutto, il muro di parole che presenti scoraggia ogni lettore, meglio andare a capo ogni tanto, così da snellire testo e lettura.
punteggiatura da rivedere, tempi verbali diversi e sbagliati.
una bella revisione generale lo può rendere un ottimo racconto.
- Fausto Scatoli
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Re: Commento
lo so che è voluto, però la parola "forse" è ripetuta troppe volte, alla lunga infastidisce.Piramide ha scritto: ↑20/08/2021, 10:50 Ciao Fausto, grazie per il commento. Il muro di testo è stato purtroppo una conseguenza inevitabile, dovuta al fatto che non è presente alcun dialogo e che la storia è uno scorrere di riflessioni e perciò non poteva essere divisa in più parti senza che ci fosse alcun cambio di argomento. Per quanto riguarda gli errori a cui fai riferimento, ti prego di segnalarmeli nello specifico così da prenderne nota. Buona giornata!
costa, e la nave - non serve la virgola
accorse nemmeno, o fece finta - meglio un punto o punto e virgola
Ripensava lentamente a tutta la sua vita, che non gli scorreva automaticamente e meccanicamente davanti agli occhi, come raccontato dalla gente che aveva rischiato la vita ma si era salvata. - vita ripetuta.
apparteneva al mare, che come l’aveva - la virgola va dopo che, non prima.
lo fece, e si mise a lavorare - non serve la virgola
Poi gli riaffiorò alla mente il ricordo della sua prima vera fidanzata, che poi - poi ripetuto
Natale o lo metti sempre maiuscolo o sempre minuscolo.
quanto frastuono c’era nella sua mente - ci fosse
Ci volle poco perché la nave cominciò a perdere - cominciasse
L’acqua saliva sempre più e la nave scendeva sempre più giù. - meglio "continuava a scendere" o si ripete
La nave precipitava. E precipitava ancora più in basso - meglio "sempre più in basso"
ho fatto una lettura veloce, probabilmente c'è qualcos'altro da segnalare.
spero ti possa essere utile.
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Forse troppo. Leggendolo sono riuscito a intuire una moltitudine di possibili significati, ma nessuna che riuscissi a seguire sino alla fine se non la vicenda stessa del naufragio/sucidio.
Capisco che può essere una metafora di una vita.
Una metafora della sotria, o forse di una storia in particolare...
A mio avviso, però, c'è così tanto sottotesto che molto si perde e rimane là, dove forse pochisssimi riusciranno ad apprezzarlo.
Per il resto, la lettura, seppur scoraggiata dalla formattazione rigida, scorre e il protagonista lo si segue sino al suo tragico naufragio.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
Vedi ANTEPRIMA (941,40 KB scaricato 143 volte).
Antologia visual-letteraria (Volume due)
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Antologia visual-letteraria (Volume tre)
Questa antologia a tema libero è stata ispirata dalle importanti parole di Sam L. Basie:
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello, che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che patiscono quell'arrogante formicolio che, dalle loro budella, striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani. A voi, astanti ed esteti dell'arte.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Iunio Marcello Clementi, Noemi Buiarelli, Marco Bertoli, Liliana Tuozzo, Alessandro Carnier, Martina Del Negro, Lodovico Ferrari, Francesca Gabriel, Pietro Rainero, Fausto Scatoli, Gianluigi Redaelli, Ilaria Motta, Laura Traverso, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Ida Dainese, Marino Maiorino.
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